Botteghe oscure
Il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, ha lanciato la campagna d’estate contro i cinesi di via Paolo Sarpi (che, per i non milanesi, sarebbe la chinatown di costì).
Questa volta fioccano le multe perché i commercianti hanno messo sui propri negozi le insegne in cinese, il che è illegale secondo il regolamento comunale, che prevede che le insegne debbano “essere in corretta lingua italiana”, come riporta il Corriere.
Anzi: come spiega il Giornale, “le leggende devono essere in corretta lingua italiana”, il che potrebbe dare qualche preoccupazione ai seguaci inglesi di Robin Hood, agli studiosi indiani del Mahabharata e ai rumeni che ancor oggi lucrano sui turisti che visitano il castello di Vlad ?epe?.
Comunque, se questa è la legge, va rispettata: che si tratti di leggende, di legende o di mere insegne.
E quindi fin da doman mattina il sottoscritto, come spero tanti altri onesti e volenterosi cittadini, si armerà di macchina fotografica per segnalare alle competenti autorità comunali, con tanto di documentazione fotografica, le insegne che non siano scritte nella più pura lingua di Dante.
Comincerò con PriceWaterhouseCoopers, Ernst & Young e Standards & Poor’s. Poi credo opportuno fare un passaggio di fronte alla Piedra del Sol, al Tropico Latino e alla Cueva Maya. Penso poi di fotografare il Kaputziner Platz e la sede italiana di Commerzbank, per poi censurare lo spregio alla nostra bella lingua perpetrato da Omelette & Baguette e da Petit Bateau.
A quel punto sarò pronto per andare da High Tech e poi chiudere il giro con l’Hollywood Rythmoteque e il The Club. Ah, ma quelli li hanno già chiusi, accidenti.
Ancora sull’importanza delle lettere
Se il libero Stato di Antarcticland puo’ permettersi di sbagliare il proprio nome nella notifica all’ONU, le forze dell’ordine italiane potrebbero andare in giro con le divise nuove, anche se c’è scritto Polizzia…
Polizia arrivano le divise nuove
Ma la scritta ha una ‘z’ di troppo…ROMA – Le ultime vittime della delocalizzazione sono i poliziotti italiani. Nel 2007 si sono visti recapitare le nuove divise con la scritta “polizzia”. Proprio polizia con due “z”. Risultato: inutilizzabile tutto l’immenso stock, prodotto in Polonia. Tutta colpa della stretta sulle spese. La pubblica amministrazione aveva stabilito che per le forniture gli apparati dello Stato dovevano scegliere i contratti al massimo del ribasso. Il che aveva costretto chi si occupa della fornitura del vestiario per i poliziotti ad abbandonare la ditta italiana fornitrice e a firmare il contratto con una società polacca.
Uffici stampa
In quel di Cento succedono cose strane e divertenti. Come la giunta Tuzet (AN) che cade sul bilancio, e l’ex candidato del centro-sinistra (verdi esclusi, guardacaso) che offre una stampella alla destra e poi viene costretto a fare retromarcia dai suoi.
Ma la cosa più divertente della settimana è secondo me il comunicato stampa dell’ufficio stampa del Comune centese che interviene sul caso dei manifestini a sostegno della giunta centese affissi da ignoti sui tabelloni elettorali:
Manifesti abusivi a Cento
E’ di ieri la notizia ed anche il fatto che alcune persone, rigorosamente anonime, hanno affisso negli spazi elettorali un manifesto con il logo del PDL il cui contenuto era palesemente a difesa della Giunta, mentre in realtà ne faceva esattamente il danno. Infatti nessuno della Giunta, men che meno il Sindaco, era al corrente né dell’iniziativa né dei contenuti, su quali non è d’accordo, che tra l’altro hanno indignato anche i livelli superiori dei principali partiti che sostengono questa amministrazione. Con la presente nota quindi smentiamo categoricamente ogni coinvolgimento della attuale amministrazione. I manifesti sono opera di anonimi contro cui l’amministrazione stessa ha operato in modo che i Vigili Urbani lì oscurassero immediatamente poiché privi di ogni regola di legge per la identificazione degli autori.
Ufficio stampa del Comune di Cento
L’ho riletto più volte, imbarazzato dalla costruzione logica e grammaticale del testo. Non che io abbia particolare familiarità con l’italiano ma ho avuto sinceramente dei dubbi sull’autenticità del contenuto e della firma. Invece risulta essere realmente l’espressione del pensiero della giunta di AN e Lega Nord (e altri) che amministra il Comune. Che ne direste se la Provincia promuovesse un corso di italiano per gli uffici stampa?