Una porcata al quadrato
Il Porcellum rivisto dal governo Letta. Ovvero una porcata al quadrato.
“Quattro sono le chiavi di volta del provvedimento, che incidono su altrettanti punti critici del Porcellum. Il primo. L’introduzione di una soglia minima di accesso al premio di maggioranza, finora non prevista, e quella allo studio sarebbe del 40 per cento. Il secondo. L’innalzamento della soglia di sbarramento per accadere al Parlamento. Finora alla Camera è pari al 4 per cento, elevando l’asticella per esempio al 5 o al 6 per cento si eviterebbe il rischio che forze minori se non minuscole possano varcare la soglia di Montecitorio e Palazzo Madama. Quindi, la riduzione delle dimensioni delle attuali circoscrizioni elettorali. La conseguenza di quest’ultimo apparente tecnicismo sta nel fatto che si creerebbe un ulteriore sbarramento di fatto: il numero degli eletti per circoscrizione si ridurrebbe, intaccando la quota riservata ai cosiddetti resti, dunque alle forze minori. Un quarto e ultimo “ritocco” riguarda il premio di maggioranza al Senato, che tornerebbe ad essere distribuito su scala nazionale anziché regionale, come per la Camera, archiviando l’handicap che nelle ultime legislature ha reso più inconsistenti le maggioranze a Palazzo Madama.”
http://www.repubblica.it/politica/2013/07/29/news/legge_elettorale_piano_governo-63899667/
Mi son perso qualcosa?
E anche la residua preferenza unica venne poco dopo cassata a furor di popolo.
Giovanni Sartori scrive sul Corriere della Sera un intervento in parte condivisibile, in altre come questa sopra, completamente incomprensibile e addirittura favorevole alle preferenze multiple. Che, forse è bene precisarlo, non servivano solo a fare “accordi tra «cordate» di aspiranti atte a pacificarle (le correnti)” ma anche e soprattutto a controllare mafiosamente il voto.
Comunque, tornando al punto precedente: io non ricordo popoli furenti contro la preferenza unica, mentre ricordo un ministro per le riforme, un parlamento succube di una maggioranza che aveva paura di perdere le elezioni, e una legge porcata a pochi mesi dal voto.
Voi?
Nella botte piccola c’è il vino buono…
Squadernando la classifica dei partiti, poi, si capisce perché i parlamentari del Pdl siano stati tra i pochi ad aver votato contro la proposta del radicale Marco Cappato, che costringerà nel futuro prossimo venturo le istituzioni a una maggiore trasparenza: se gli euroscettici della Lega non hanno rivali, grazie a un tasso di assenze medio del 43 per cento, i ‘virtuosi’ sono i Verdi, quelli di Sinistra democratica, i comunisti del Pdci e quelli di Rifondazione. Deputati diligenti che, a causa dello sbarramento al 4 per cento voluto da Berlusconi e Veltroni, alla tornata elettorale del 6 giugno rischiano il posto. A vantaggio di An, Forza Italia e Pd, partiti infarciti di fannulloni con percentuali di assenza che in qualche caso superano il 70 per cento.
Dedicato a chi pensa che certe forze politiche siano troppo piccole per essere rappresentate all’Europarlamento.