• E’ dell’Udc ma sta con i gay

    La ferrarese Azzalli stupisce gli omosex. Il più veloce a rispondere è stato il verde Leonardo Fiorentini (6 minuti per rispondere alla e-mail).

    Chissà che dirà Casini? Gabriella Azzalli, candidata per l’Udc, sia pure da indipendente, ha sottoscritto il documento a favore dei «Dico all’emiliana» inviato a 24 i candidati ferraresi da Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno. Chi firma diventa automaticamente un candidato votabile dagli aderenti alle associazioni di gay e lesbiche. Questo in sintesi l’esito della consultazione fra i candidati ferrraresi. Nessuna risposta dai 3 candidati del Movimento 5 stelle Beppe Grillo: «Sconosciuta la loro posizione sulle tematiche» dei diritti degli omosessuali, «viene da dubitare che ne abbiano una». Non hanno risposto nemmeno i 6 candidati del Pdl e della Lega Nord: «La destra non si smentisce e anche questa volta ha fatto orecchie da mercante». «Piacevolissima invece la sorpresa che ci ha fatto la candidata dell’Udc Gabriella Azzalli, che appoggia il nostro documento con un messaggio chiaro e limpido». Dodici risposte positive su 12 per i candidati del centro sinistra (Pd, Idv, Prc-Pdci, Verdi-Sinistra ecologi e libertà con Vendola). Il più veloce a rispondere è stato il verde Leonardo Fiorentini (6 minuti per rispondere alla e-mail), seguito da Pietro Comodo e Morena Gavioli. Più lenti, ma hanno dato risposte «ricche di motivazioni» i candidati del Pd roberto Montanari, Anna Chiappini e Sergio Alberti. Nessun problema con l’Idv, che del resto a Bologna candida Franco Grillini; il segretario Fiorillo ha risposto a nome di Graziella Ferretti, Roberti Groppi e Alessandro Rorato.

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  • Cara ISTAT, stavolta conta anche le coppie omosessuali

    Ho aderito a quest’appello all’ISTAT di gay.it e invito tutti a fare altrettanto:

    In queste settimane l’Istat sta mettendo a punto la macchina per il prossimo censimento generale della popolazione italiana previsto per l’autunno del 2010: si appresta infatti a preparare i questionari da sottoporre ai cittadini per conoscere, tra l’altro, le situazioni famigliari di ciascuno.

    Nell’ultimo Censimento, quello del 2001, Gay.it fu protagonista di una violenta polemica con l’Istituto nazionale di Statistica. Il questionario distribuito nelle case di tutti gli italiani, infatti, lasciava la possibilità alle coppie lesbiche, gay e transessuali conviventi di dichiararsi come tali. Persino il ricercatore responsabile di quella sezione, in un primo tempo, ci disse che era intenzione dell’Istituto misurare il fenomeno, come uno dei tanti fenomeni sociali in atto nel paese: la statistica, infatti, è una scienza e come tale deve essere neutra, imparziale e limitarsi a studiare le coppie di fatto etero ed omosessuali, indipendentemente dalla valutazioni che ne danno parti politiche, concezioni etiche o fedi religiose, per quanto importanti possano essere. Quando poi l’Istat pubblicò i risultati, per un probabile input politico, furono conteggiate come “coppie di fatto” le sole coppie eterosessuali, mentre le decine di migliaia di cittadini e contribuenti lgbt che avevano barrato la casella “conviventi” furono declassati ad “altra forma di convivenza”, quella dove principalmente finiscono le coppie formate da una persona anziana e dal/dalla suo/sua badante.

    Questa volta non accetteremo che i nostri rapporti d’affetto vengano declassati e considerati “altre forme di convivenza”: se la politica non vuole darci il matrimonio ponendo il nostro paese in grave ritardo rispetto a tutti gli altri Stati europei, che almeno l’Istituto di Statistica ci consideri per quello che siamo: coppie, coppie di fatto.

    Per questo i cittadini di seguito firmatari chiedono al presidente dell’Istat Enrico Giovannini di

    – realizzare questionari adeguati che permettano di rilevare l’esatto numero delle coppie di fatto che si dichiarano tali, siano queste eterosessuali che omosessuali;

    – porre in essere tutte le attività preliminari necessarie a una corretta rilevazione di tale dato, in particolare attraverso un’adeguata formazione/informazione agli operatori coinvolti (rilevatori, addetti ai call center e al sito internet) e alla popolazione, lgbt e non.

  • esposizione mediatica eccessiva

    Non vorrei violare il desiderio di “evitare un’esposizione mediatica eccessiva“, ma è difficile non segnalare questa notizia da estense.com:

    In città la riunione del direttivo di Polis Aperta
    A Ferrara le divise gay escono allo scoperto

    Sono arrivati a Ferrara da Bologna per rimanere distanti dall’attenzione dei riflettori mediatici. E, per essere sicuri che questo accada, la loro riunione si tiene rigorosamente a porte chiuse.

    Poliziotti, Carabinieri, uomini e donne della Guardia di Finanza, dell’Esercito e dell’aeronautica gay e lesbiche escono allo scoperto anche in Italia, dopo una lunga stagione di incertezze e clandestinità.

    Questo è lo scopo di Polis Aperta che oggi riunirà il suo direttivo per darsi un nuovo statuto e un programma di iniziative, in un grande coming out collettivo. Il desiderio è voltare pagina per dare un’organizzazione associativa alle forze dell’ordine Lgbt.

    Il «coming out» degli omosessuali in divisa era previsto inizialmente a Bologna, ma i vertici di Polis Aperta hanno preferito la riservatezza di Ferrara per esigenze organizzative e per evitare un’esposizione mediatica eccessiva.