• Oggi sciopero

    SCARICAILLOGOEPUBBLICALO

    Il 14 luglio anche questo blog aderisce all’appello di Diritto alla Rete contro il Ddl Alfano che imbavaglia la Internet italiana.

  • Un appello: occupate i Verdi

    listaverdeHo visto l’intervento di Franceschini sabato, ho letto un po’ di cronaca qua e là, ma soprattutto alcuni commenti, qui e .

    Non vorrei entrare negli affari interni di un altro partito (che suona molto da statista), anche perchè chi ha come Presidente Grazia Francescato ha il dovere di starsene zitto e pensare ai mali suoi, che sono tanti.

    Ma proprio pensando ai miei mali, la citazione di Alex Langer che si candida a segretario del PDS su Cuore, fatta da Luca Sofri sul suo blog mi costringe a una provocazione.

    Caro Luca, mi permetto, ribaltiamo la situazione. Lancio un appello a coloro che non hanno trovato nel PD in questi mesi il partito del futuro (non necessariamente del LORO futuro), e che sognano un partito che sappia interpretare i bisogni di questo mondo in questo millennio: occupate i Verdi.

    Ne abbiamo bisogno noi, di una nuova classe dirigente che si affianchi a chi da anni tenta di sopravvivere ai suoi portavoce, ne avete bisogno voi, di un partito che vi ascolti e che vi dia respiro. Negli anni i Verdi hanno perso la loro identità, nascosta da mille biciclette elettorali, ma rimangono l’unica forza politica che ha saputo costruire una propria visione del mondo, ecologista nonviolenta e libertaria, capace di affrontare le sfide del terzo millennio senza rimanere ancorati alle ideologie dell’ottocento e morirne soffocati.

    Non so se i Verdi saranno mai il partito a vocazione maggioritaria. In questo paese lo dubito. Ma è il luogo ideale dove le generazioni che al posto della seconda guerra mondiale hanno vissuto il crollo del muro di Berlino si possono incontrare e costruire un’alternativa credibile al disastro sociale, culturale ed economico che stiamo vivendo.

    E’ un partito che merita, anche nel ricordo di Alex Langer, che le persone migliori vi dedichino un po’ del loro tempo.

    Pensateci.

  • della libertà

    A Lampedusa, residenti e migranti alleati in piazza, da repubblica.it….

    Fuga di massa dal centro di prima accoglienza tra gli applausi dei residenti a Lampedusa. Tutti i migranti ospiti del Cpa (Centro di prima accoglienza) poco dopo le 10 hanno forzato i cancelli d’ingresso, sono riusciti ad aggirare i controlli delle forze dell’ordine e sono fuggiti. Oltre mille si sono diretti in corteo verso la piazza del municipio di Lampedusa gridando slogan: “Libertà, aiutateci”. Gli extracomunitari hanno sfilato lungo la strada senza essere bloccati dalla polizia che li ha, invece, affiancati lungo il percorso senza intervenire.

    Gli oltre mille immigrati sono arrivati davanti al municipio accolti dagli applausi dei lampedusani. Gli extracomunitari gridano “Libertà” e “Grazie Lampedusa” e chiedono di poter lasciare il centro, di essere trasferiti nei centri di permanenza temporanea (Cpt) di Brindisi e di poter raggiungere le loro famiglie, molte delle quali sono in Francia, in Germania e nel Nord Italia.

    Sul palco allestito nella piazza, a dare il benvenuto ai migranti c’è l’ex sindaco Totò Martello, leader del comitato che si oppone alla realizzazione di un nuovo centro nell’isola. Nello stesso momento i residenti avevano infatti cominciato una nuova giornata di protesta con presidio davanti al municipio per consegnare le schede elettorali contro la realizzazione di un nuovo centro di identificazione ed espulsione (Cie) degli immigrati progettato dal ministero dell’Interno.

    Anche sul Corriere della sera.

    Bobo Maroni? Non pervenuto…

  • Lo spione

    Mordechai Vanunu è un ingegnere israeliano che ha lavorato per nove anni nel centro nucleare di Dimona. Nel 1986 è stato sequestrato a Roma da un commando del Mossad, processato in Israele a porte chiuse e condannato a 18 anni di carcere per aver rivelato al giornale britannico Sunday Times l’esistenza di un programma nucleare militare israeliano, che lui ha visto e fotografato.

    Nel 1986 lo stato d’Israele aveva in dotazione 200 testate atomiche, insomma aveva in piedi un Programma nucleare che lo stato ebraico ha invece sempre negato. Mordechai è stato scarcerato nel 2004, ma il 2 luglio del 2007 è stato di nuovo condannato dalla “giustizia” israeliana a 6 mesi di prigione per aver rotto la sua “promessa di silenzio”: aveva parlato di nuovo con la stampa. L’8 luglio del 2008 è tornato in tribunale per appellarsi contro la nuova sentenza di sei mesi.

    Di seguito la sua lettera consegnata alla stampa, ma che la stampa ha ovviamente ignorato.

    “Sono Mordechai Vanunu, colui che ha detto la verità sul programma israeliano per le armi nucleari nel 1986, e ho pagato con 18 anni della mia vita in una prigione israeliana. Sono stato rilasciato nell’aprile 2004, ma Israele mi ha negato i miei diritti umani di libertà di parola e di libertà di movimento non permettendomi dal 1986 sino ad oggi nel 2008 di lasciare il paese.

    L’8 luglio 2008 ritornerò in un tribunale per appellarmi contro una nuova sentenza a sei mesi di prigione per aver parlato a dei media stranieri dopo il mio rilascio nel 2004. Chiedo che i media riportino il mio caso e gli sforzi degli avvocati e dei cittadini norvegesi per garantirmi asilo politico.

    Israele afferma che detengo ancora un segreto sul loro impianto nucleare sotterraneo, un posto in cui non sono stato in 23 anni e in cui non sono nemmeno mai stati gli ispettori internazionali per l’energia atomica.

    Ho detto tutto ciò che sapevo sul programma israeliano per le armi nucleari nel 1986 perché ascoltai la voce della mia coscienza e volevo evitare guerre nucleari. Dal 2004 ho parlato con migliaia di turisti e pellegrini a Gerusalemme est e registrato ore di video disponibili sul Web.

    Israele è stato fondato a condizione del sostegno alla Dichiarazione Universale dell’Onu sui Diritti Umani. Io chiedo al mondo che richieda ad Israele di onorarla e non solo in questo caso.

    Ognuno ha il diritto di lasciare qualunque paese, incluso il proprio, e di ritornare al proprio paese: articolo 13-2. Ognuno ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di mantenere opinioni senza alcuna interferenza e di ricercare, ricevere e comunicare informazioni ed idee attraverso qualunque media indipendentemente dalle frontiere”.

    La sentenza dell’appello è stata rinviata a data da destinarsi…

    Qui una video intervista, su peacelink altri approfondimenti.

    Anche su Blogfriends e Vogliaditerra,

  • I Blog ed il Parlamento Europeo

    peIl Parlamento Europeo sta avviando la discussione su una mozione sul pluralismo dei media che vuole regolamentare i contenuti generati anche dai media non professionali (blog compresi).

    Quando si parla di regolamentare i contenuti a me viene sempre un attacco di orticaria. Devo ancora leggere il testo, ma passaggi come questo (segnalato da Luca Conti) mi lasciano perplesso:

    Proposes the introduction of fees commensurate with the commercial value of the user-generated content as well as ethical codes and terms of usage for user-generated content in commercial publications

    D’accordo sul codice etico, ma non comprendo la “violazione della concorrenza a danno dei professionisti dei media”. Ovvero la comprendo in una logica tutta italiana di difesa dell’Ordine dei Giornalisti, non la comprendo in un’ottica europea di apertura del mercato.

    Dopodichè su come garantire l’attendibilità delle notizie pubblicate e delle opinioni espresse sui blog, beh è tutto un altro discorso, che pero’ sottende alla libertà di espressione più che alla libera concorrenza.

    Ma queste considerazioni le butto qui ripromettendomi di leggere bene il documento e commentarlo con maggiore attenzione.

    VIa Pandemia.

  • I soliti bacchettoni!

    Eh sì, invece di solidarizzare con un povero regista costretto a censurare la propria biografia solo per aver girato filmati di culto (almeno dai titoli: Papà ti scopo tua moglie, LaStylXste e, nell’immagine di fianco, Sotto il vestito la sorca.) i soliti bloggisti bacchettoni se la prendono con il PDL, reo di candidare tale Andrea “Green” Verde nella Circoscrizione Estero.

    Ma insomma, una volta tanto che finalmente il PDL mostra il suo lato libertino…

    Grazie comunque a lele per la chicca, anche se io sto con giglioli su piovano rane.

    Anche su foscocasantica e wittgenstein.

  • Benedetto, l’aborto, l’eutanasia e la dolce morte di Papa Wojtyla

    Benedetto XVI ha dichiarato ieri quel che ha sempre pensato: invita i farmacisti all’obiezione di coscienza sui farmaci per l’aborto e per l’eutanasia. Se il riferimento è abbastanza chiaro per l’aborto (RU486, e perchè no, pillola anticoncezionale e preservativi) sull’eutanasia è difficile capire su cosa dovrebbero obiettare i farmacisti. Anche perchè, come sostiene la concittadina Lina Pavanelli in un suo articolo su Micromega di settembre basta omettere alcune cure per consentire la morte di un paziente che non vuole più soffrire. Se questo paziente poi è il Papa (Wojtyla) è evidente l’interesse ad approfondire l’argomento. Per questo a Ferrara si organizza un incontro pubblico martedì 6 alla Sala Arengo.

    PS: sulle esternazioni del Papa divertente il dialogo di Chiara Lalli, mentre non si puo’ che sottoscrivere l’opinione di capemaster e rolli

  • Non lasciamoli soli

    Monaci birmaniRicevo, e con piacere riporto, il comunicato stampa di Amnesty International Gruppo di Ferrara, Camera del Lavoro CGIL di Ferrara, Legambiente Circolo “il Raggio Verde”, Movimento Nonviolento Ferrara, Pax Christi Ferrara, Rete Lilliput Nodo di Ferrara per le iniziative ferraresi a sostegno del popolo birmano.

    Non lasciamoli soli
    Tanti fili legano anche la città di Ferrara con la Birmania. Ne elenchiamo alcuni.

    Il più che decennale impegno del gruppo di Amnesty International, che aveva anche adottato Paw U Tun, prigioniero per motivi di opinione e leader studentesco durante le proteste dell’88; l’impegno di un paio di campagne di rete Lilliput, che ha chiesto con successo ad una importante azienda tessile italiana di sospendere le attività nel paese, finché la giunta controlla l’economia e per qualsiasi attività occorre trattare coi generali; sono inoltre note le diffuse violazioni dei diritti dei lavoratori (compreso l’uso diffuso del lavoro forzato) cosa che vede impegnati i sindacati anche a livello internazionale.
    Non mancano gravi questioni ambientali, dal taglio delle foreste primarie ed il contrabbando del legno, i rifugiati ambientali o legati alle attività estrattive delle multinazionali del petrolio, e le conseguenti campagne delle associazioni ambientaliste.
    E’ evidente, oltre a singole iniziative passate, il legame ideale dei sostenitori del Movimento Nonviolento, di tutti gli attivisti per i diritti umani, dei praticanti buddisti (peraltro tradizionalmente sensibili ai temi della pace), con l’opposizione democratica Birmana, la leader Aung San Suu Kyi, da sempre al centro dell’attenzione, e la forza della spiritualità e della nonviolenza opposta alla ferocia delle armi.

    La situazione
    Seguiamo con apprensione lo sviluppo della situazione. Esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime di questi giorni e dei passati decenni di regime, ed ai monaci e ai democratici birmani che si oppongono alla giunta, nota per i suoi metodi feroci, forti solamente della loro determinazione e voglia di libertà e democrazia.
    Non sappiamo se l’opposizione democratica e nonviolenta prevarrà. Siamo però certi che senza l’attenzione e la pressione dell’opinione pubblica internazionale le speranze sono poche. Per questo, come già in passato, non distoglieremo l’attenzione.

    Non lasciamoli soli, soprattutto quando, inevitabilmente, si spegneranno i riflettori.
    Non si tratta solamente di una testimonianza simbolica: molto si può fare, se –per fare un solo esempio- l’esercito Birmano, nonostante l’embargo, può ricevere tramite semplici triangolazioni armi dotate di strumentazioni e componenti prodotti in vari paesi europei, Italia compresa.

    Cosa si può fare
    Saremo presenti il 6 e 7 ottobre (in concomitanza col festival di Internazionale) con un banchetto a tema, con appelli da firmare, la possibilità di aderire ad una foto-petizione, ed altri e possibilità di testimonianza, simbolica e non, di solidarietà ai monaci ed alla popolazione di Myanmar. Il banchetto si troverà, dalle 16 alle 19, all’inizio di via San Romano (salvo eventuale spostamento in luogo ancora più centrale).
    Inoltre segnaliamo, e chiediamo a tutti i cittadini di sottoscrivere gli appelli e sostenere le iniziative già avviate: in particolare l’appello di Amnesty International per la liberazione degli almeno 300 cittadini imprigionati in seguito alle recenti manifestazioni (vedi www.amensty.it),
    e quello di Cisl, Greenpeace, Legambiente, WWF (vedi www.greenpeace.it/birmania), che rivolge diverse specifiche richieste all’UE, al governo ed alle imprese.

    Invitiamo chi volesse essere informato o partecipare a seguire il sito http://perlabirmania.volontariatoferrara.org

    Amnesty International Gruppo di Ferrara, Camera del Lavoro CGIL di Ferrara, Legambiente Circolo “il Raggio Verde”, Movimento Nonviolento Ferrara, Pax Christi Ferrara, Rete Lilliput Nodo di Ferrara

  • Filiera corta

    radioheadL’avrete letto in giro. I Radiohead mettono il loro nuovo disco in vendita diretta tramite il loro sito internet. Gli è scaduto il contratto con la major di turno, la EMI, e così hanno deciso di vendere direttamente on line la loro musica. Con una modalità che ci offre una rilettura interessante della teoria del mercato di Smith: ogni consumatore deciderà il prezzo del download, e così il prezzo/valore della merce sarà effettivamente deciso dal mercato, a totale rischio di offre. Se lo possono certamente permettere, anche perchè è realistico pensare di poter recuperare parte del popolo del P2P.  E’ anche possibile ordinare il cofanetto con CD e VINILE, a 40 sterline (con un dowload omaggio). Comunque sia è un limpido esempio di filiera corta della proprietà intellettuale, dal produttore al consumatore, senza costosi intermediari. Se è vero – come disse David Byrne – che il ricavo dell’artista dalla vendita di un cd è poco più di un dollaro e mezzo, anche qui probabilmente hanno solo dal guadagnare. Una piccola rivoluzione, che i Radiohead si possono permettere di avviare. Speriamo che altri li seguano.

    ps: ovviamente ho già prenotato il dowload, nella speranza che non si riveli la più grande truffa telematica del secolo…

  • Guardare fino in fondo

    Guardate tutto. Fino alla fine.

  • Scandalo in consiglio comunale…

    Monaci birmaniOddio, succede spesso. Ma stavolta è clamoroso. L’opposizione (Forza Italia, Aenne e IoamoFerrara) ha votato contro la discussione in via d’urgenza in Consiglio Comunale a Ferrara di due mozioni di solidarietà con la popolazione birmana. L’avevano presentate i Verdi e l’Ulivo. Manco hanno avuto il coraggio di motivarlo (il voto), di solito si trincerano dietro al fatto che non bisogna perdere tempo a parlare di temi non locali. Salvo poi presentare documenti sulle foibe, di solidarietà ai vertici della Guardia di Finanza o sull’abbigliamento in Consiglio Comunale.

  • Internazionale a Frara

    internazionaleDal 5 al 7 ottobre 2007 Ferrara ospita la prima edizione di “Internazionale a Ferrara”. Tre giorni in cui il pubblico potrà “sfogliare dal vivo” un numero di Internazionale il settimanale che raccoglie e traduce le migliori penne (o tastiere?) della stampa mondiale. Il programma lo trovate qui, ed è difficile segnalare qualcosa di particolarmente interessante, visto che mi pare che tutto il festival sia di ottimo livello. Comunque l’anteprima di “Persepolis” di Marjane Satrapi (sabato sera) e  i due incontri del venerdì pomeriggio alla Sala Estense meriterebbero da soli il prezzo del biglietto (del treno, visto che sono tutti appuntamenti a ingresso gratuito). E poi c’è Ferrara, i cappelletti, la salamina e la tenerina…

  • La Birmania, la giunta militare, le sanzioni e le droghe

    Questo blog, come tanti altri da oggi si tinge di rosso. E’ ben poca cosa rispetto a quello che bisognerebbe fare per garantire la libertà, e non solo in Birmania. Che bisognava fare, da tempo. Non mi pare che le sanzioni siano la soluzione, non lo sono mai state (in Iraq come in Afghansitan, nello stesso Sud Africa). Colpiscono la popolazione, mentre di solito il Potere riesce sempre a reperire ciò di cui ha bisogno, armi in primis. Se poi alle sanzioni si accompagnano i finanziamenti dell’ONU per la War on Drugs locale (leggi su Fuoriluogo) certamente non si da un messaggio chiaro. Bisognerebbe mettere la Cina di fronte alle proprie responsabilità (e non solo nei confronti del Myanmar), ma non mi pare questa una strada credibile. La pressione internazionale può fare qualcosa, ma purtroppo la partita decisiva si gioca sul posto che è lontano e sconosciuto. Speriamo nelle defezioni e nei dissidi interni alla giunta (intanto sono numerosi i soldati che stanno disobbedendo) e che l’inviato ONU si piazzi fra soldati e monaci. Ma non è facile… Una domanda: l’abbiamo già chiamato l’ambasciatore birmano in Italia a riferire al nostro governo?

    PS: ho sentito ieri Maria Latella nello speciale di SkyTG24 dire una cosettina su cui varrebbe la pena riflettere (in primis lei stessa). All’incirca era così: in fondo la situazione in Birmania è simile a quella cinese (e su questo non faccio molta fatica ad essere d’accordo), ma l’exploit economico cinese in qualche modo mette in secondo piano questo problema. Spero fosse solo un incespicare sui propri pensieri, anche perchè nessuno ha mai dubitato della rinascita industriale della Germania nazista.