• L’ici, gli arretrati e le scuole paritarie

    Non mi scandalizza troppo la lettera del Vescovo Luigi Negri rivolta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi con la richiesta di intervento sulla tassazione degli immobili in uso alle scuole paritarie, nè mi sorprende particolarmente l’appoggio ad essa del Sindaco di Ferrara. Vanno chiariti però alcuni aspetti sulla vicenda dell’ICI sulle scuole paritarie, perchè altrimenti facciamo finta di non capirci.

    Innanzitutto uno: quella della tassazione delle scuole paritarie non è questione di “libertà di educazione” nè di “democrazia” (sulla cui definizione forse non sono neanche d’accordo con il Vescovo, visto che curiosamente la fa risalire a più di cent’anni fa), ma è semplicemente una questione di equità fiscale e di politica educativa e culturale.

    Guardando le cose davvero al di fuori di ogni ideologia – io ci provo – è un fatto che le scuole private dell’infanzia (nidi e materne) offrano un servizio alla società che permette di soddisfare una domanda di posti che – per dire – nella nostra città supera l’offerta pubblica. Come è invece cosa su cui si può aprire un dibattito se, e come, attività volte alla crescita culturale e sociale di una comunità (non solo le scuole paritarie) possano avere o meno agevolazioni dal punto di vista fiscale, come hanno già contributi da parte delle varie amministrazioni. D’altro canto non dobbiamo dimenticare il tema delle risorse agli enti locali, che da una parte (esenzione ICI/IMU) o dall’altra (contributi alle scuole paritarie), si ritrovano ad essere parte fondamentale di questa discussione. Queste considerazioni pongono il tema sia dell’equità del trattamento fiscale di un soggetto rispetto ad un suo ruolo culturale e sociale, sia dell’eventuale contribuzione pubblica alla sua esistenza.

    Un punto, fondamentale, dal quale dobbiamo però partire è la nostra Costituzione, che all’articolo 33 recita testualmente “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Un altro punto di partenza è la sentenza della Cassazione sul caso di Livorno, che non basa su tale principio la sua decisione di far pagare l’ICI alle scuole paritarie, bensì sulla definizione di impresa economica, in quanto capace o meno (anche solo in astratto) di “perseguire il pareggio di bilancio”. Per quanto mi riguarda, sebbene l’art. 33 sia piuttosto perentorio, non ho mai visto come scandalosi i contributi degli enti locali alle scuole dell’infanzia paritarie, motivati per il loro importante ruolo sociale per la comunità, e non -notate bene – per la garanzia di una libertà che altrimenti non esisterebbe. D’altro canto la sentenza della Cassazione, sul cui esito peraltro concordo, mi lascia un po’ perplesso per le motivazioni perchè riconducono ad un sistema fiscale, quello italiano, particolarmente rigido nelle interpretazioni e sicuramente poco avvezzo a comprendere la situazione del contribuente di turno, ivi compresa la scuola parrocchiale.

    Premesso tutto ciò – come già detto tempo fa – non mi sembrerebbe scandaloso, piuttosto che chiedere l’esenzione delle scuole paritarie dalla tassazione sugli immobili in virtù di chissà quale diritto acquisito (leggasi privilegio) rispetto ad una qualsiasi altra attività culturale o sociale della città, ragionare su un sistema di agevolazioni – anche rilevanti – che permettano alle realtà che investono spazi, persone, risorse e tempo a far crescere culturalmente e socialmente le nostre città di farlo con maggiore tranquillità economica. Agevolazioni concesse quindi non solo alle scuole paritarie, ma ipotizzate in senso universalistico e impostate come politica fiscale che incentiva tutto ciò che crea valore culturale e sociale. Agevolazioni che proprio per questo spirito universalistico dovrebbero essere coperte dallo Stato e non lasciate come onere agli enti locali, sempre che non si decida che gli stessi cessino anche la contribuzione volontaria a queste realtà.

    Perchè – giusto per non prenderci ancora in giro – l’altro tema che qualcuno abilmente dimentica di ricordare è che nel frattempo, mentre con la mano sinistra il Comune di Ferrara ha giustamente richiesto il pagamento degli arretrati ICI e dell’IMU corrente, con l’altra aveva già aumentato i contributi alle scuole paritarie per adeguarli al livello degli altri comuni della regione (i cui dati peraltro attendo fiducioso da alcuni mesi), per un importo che a regime va abbondantemente a coprire gli oneri fiscali.

    Un’ultima considerazione, che riguarda proprio il ruolo dello Stato nel sistema educativo, in particolare in quello rivolto ai bambini da 0 a 6 anni. Credo – ma non sono nè il primo, nè il solo – che sia venuto il momento di aprire una discussione sul fatto che esso sia inserito a pieno titolo nel quadro del sistema educativo pubblico a finanziamento statale e non più lasciato al buon senso delle amministrazioni locali o al buon cuore di qualche parrocchia o fondazione benefica. Una riflessione che può e deve partire dal modello, comunque di eccellenza, della nostra regione ma che deve superare gelosie, primogeniture e diffidenze e puntare a garantire a tutti i bambini un servizio educativo pubblico di qualità.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere comunale

  • «La crisi economica colpa dell’aborto»

    «La crisi economica colpa dell’aborto»
    Polemiche dopo le parole del Vescovo anche sull’omofobia «È un delitto contro Dio e l’umanità». Le reazioni di Pd e Sel

    Le parole del Vescovo Luigi Negri su aborto e omofobia accendono le polemiche. Nella conferenza organizzata nell’ambito della Giornata per la vita, il Vescovo ha parlato di aborto sottolineando la necessità di modificare «la mentalità volgare e diffusa che è la cultura della morte, contro la vita umana dono di Dio e per questo indisponibile a ogni potere umano». Ma sull’aborto, monsignor Negri ha anche criticato la legge che «non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ha fatto sprofondare in questa crisi economica». Dunque, tra le cause della crisi anche l’aborto, il cui numero di pratiche autorizzate dalle strutture, pone la nostra regione al terzo posto in Italia: «Per questo occorre contrastare la cultura di morte». Sull’omofobia, le parole del vescovo sono state dirette e provocatorie, vista la reazione dei Giovani Democratici e del consigliere di Sel, Leonardo Fiorentini. Che si scagliano in difesa della legge contro l’omofobia, la legge Scalfarotto, che invece per il vescovo Negri «è un delitto contro Dio e contro l’umanità». Una legge voluta e pensata da una «deriva laicistica della società italiana». Fiorentini, consigliere comunale di Sel, bolla le parole del vescovo come «una crociata incapace di misurarsi contro il nostro tempo». I Giovani democratici invece spiegano che «bloccare l’iter del ddl Scalfarotto che inserisce o fra le discriminazioni quelle omofobe e transfobe, significherebbe non solo rendere difficilmente punibili chi compie questi atti discriminatori, ma affermare che offendere nella intimità persone con orientamenti sessuali differenti dal proprio sia consentito e lecito».

    Scarica in formato pdf: nuova_fe_03022015-vescovo.pdf.

  • Negri e omofobia: “Parole che instaurano odio immotivato”

    Negri e omofobia: “Parole che instaurano odio immotivato”

    Fiorentini (Sel) e Giovani Democratici contro il vescovo: “Tesi senza fondamento, intellettualmente molto disonesto”
    Da Estense.com

    “Parole che non sembrano mirate a tutelare fede e fedeli, ma che danno l’idea di voler instaurare odio immotivato nei cuori di chi le ascolta e che a tali precetti crede”. Non tardano ad arrivare le prime, sdegnate reazioni alle dichiarazioni del vescovo di Ferrara Luigi Negri, che durante la conferenza organizzata in Sala Estense in occasione della XXXVII Giornata per la Vita ha lanciato giudizi pesanti come macigni su due leggi simbolo per la laicità: omofobia e aborto: “La legge contro l’omofobia – sono le parole di Negri – è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica”.

    Giudizi trancianti, quelli del vescovo di Ferrara. Che oltre a ribadire la propria contrarietà al ddl Scalfarotto (che punta a includere anche la comunità gay tra le minoranze tutele della legge Mancino) si spinge dove nessun uomo di chiesa si era ancora avventurato: imputare addirittura la crisi economica che perdura dal 2009 alla legge sull’aborto e al calo di natalità che questa avrebbe comportato. “Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia – è il commento del consigliere comunale di Sel, Leonardo Fiorentini -, scopriamo oggi che per il nostro vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovraproduzione. L’aborto”.

    Fiorentini lascia intendere chiaramente il proprio pensiero, secondo cui le ‘rumorose’ prese di posizione di Negri sarebbero determinate, più che da veri ragionamenti di carattere teologico o religioso, dalla sua necessità di inserirsi e prendere parte al dibattito pubblico e politico: “Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica – afferma il consigliere di Sel -, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. È la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente. Faccio un po’ più fatica – conclude Fiorentini – a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici”.

    Più diplomatico ma comunque apertamente critico è l’intervento dei Giovani Democratici del Pd, che ritengono “gravi e sconfortanti le parole pronunciate dall’arcivescovo Luigi Negri” e contrappongono l’etica laica alle parole del prelato: “Se il ddl Scalfarotto vada ‘contro Dio’ non possiamo saperlo, ma siamo certi che ‘contro l’umanità’ sia permettere e favorire discriminazioni di qualsiasi natura”. I giovani del Pd ricordano infatti come uno stop al ddl Scalfarotto implicherebbe “non solo il rendere difficilmente punibile chi compie atti discriminatori omofobi o transofobi, ma, anzi, l’affermare che offendere nella loro intimità persone con orientamenti sessuali differenti dal proprio sia consentito e lecito”.

    I Giovani Democratici esortano quindi il vescovo a pesare maggiormente i propri interventi, soprattutto in virtù della credibilità di cui gode tra i fedeli: “Viviamo in una società multietnica e multiculturale, nella quale i fanatismi religiosi, segno di chiusura e distributori gratuiti di intolleranza, sono alla base degli eventi più tragici degli ultimi anni e il Vescovo, che pur rappresenta una larghissima comunità, dovrebbe ricordare il peso che hanno determinate parole e i risvolti che possono derivare da esse. Parole che non sembrano mirate a tutelare fede e fedeli ma che danno l’idea di voler instaurare odio immotivato nei cuori di chi le ascolta e che a tali precetti crede”. Riguardo al tema dell’aborto, gli attivisti del Pd ritengono “intellettualmente molto disonesto sostenere tesi senza alcun fondamento, affermando che l’aborto sia responsabile della crisi che stiamo vivendo, così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un “nervo scoperto” rappresentato dalle difficoltà economiche in cui vertono le famiglie italiane. Se davanti a Dio – concludono i Giovani Democratici -, per l’arcivescovo, fatichiamo ancora ad essere tutti uguali, davanti alla legge, nello Stato italiano, vogliamo essere certi che l’uguaglianza venga garantita”.

  • “La crisi è colpa dell’aborto”: bufera sul vescovo di Ferrara

    “La crisi è colpa dell’aborto”: bufera sul vescovo di Ferrara

    Il prelato, vicino a Cl: “La scarsità di figli ci ha fatto sprofondare nella recessione”. L’ira di Sel e Giovani Democratici

    FERRARA – E’ scoppiata la polemica a Ferrara per alcune parole, sulla legge contro l’omofobia e sull’aborto, del vescovo Luigi Negri. “La legge contro l’omofobia – ha detto il prelato, vicino a Cl – è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica”.

    Frasi che hanno fatto arrabbiare i Giovani Democratici che, con una lunga lettera pubblicata dalla “Nuova Ferrara”, hanno definito “intellettualmente disonesto” il sostenere la tesi “che l’aborto sia responsabile della crisi così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un nervo scoperto come le difficoltà economiche
    delle famiglie”.

    Contro Negri anche Sel. “Comprendo – ha detto il consigliere comunale Leonardo Fiorentini – che il vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Faccio un pò più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese”.

  • Crisi: per il Vescovo di Ferrara colpa dell’aborto

    Crisi: per Luigi Negri Vescovo di Ferrara colpa dell'aborto, il commento di Fiorentini (SEL)“La legge contro l’omofobia è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica” [cit. Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, fonte http://www.estense.com/?p=436801]

    Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia, scopriamo oggi che per il nostro Vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovrapproduzione. L’aborto.

    Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. E’ la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente.

    Faccio un po’ più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia e Libertà
    Comune di Ferrara

    ps: per chi mi contesterà il fatto che io “contesti” le parole del Vescovo: avete ragione, come ho spesso ribadito il Vescovo può dire quello che vuole  e peraltro, visto quello che dice, mi butterei la zappa sui piedi ad impedirglielo. Io però, a costituzione vigente, posso commentare liberamente.

  • Crisi: per il Vescovo di Ferrara colpa dell’aborto, il commento di Fiorentini (SEL)

    Comunicato Stampa
    Crisi: per il Vescovo di Ferrara colpa dell’aborto
    Fiorentini (SEL): “una crociata incapace di misurarsi con il nostro tempo”

    “La legge contro l’omofobia è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica” [cit. Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, fonte http://www.estense.com/?p=436801]

    Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente eletto nelle liste di SEL:

    “Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia, scopriamo oggi che per il nostro Vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovra-produzione. L’aborto.

    Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. E’ la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente.

    Faccio invece un po’ più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia e Libertà
    Comune di Ferrara

    ps: per chi mi contesterà il fatto che io “contesti” le parole del Vescovo: avete ragione, come ho spesso ribadito il Vescovo può dire quello che vuole  e peraltro, visto quello che dice, mi butterei la zappa sui piedi ad impedirglielo. Io però, a costituzione vigente, posso commentare liberamente.”

  • vescovo negri medioevo

    «Non viviamo nel Medioevo»

    Schermata 2014-10-24 alle 18.59.51«Non viviamo nel Medioevo»

    Pd e Sel contro le parole del vescovo Negri sui matrimoni gay

    QN – Il Resto del Carlino del 25/10/2014 , articolo di MARGHERITA GIACCHI ed. Ferrara p. 13

    di MARGHERITA GIACCHI ALLE PAROLE, seguono molto spesso reazioni. E quelle del vescovo Luigi Negri ne ha suscitate parecchie. Le sue affermazioni sui matrimoni gay e sull’impossibilità, da parte della Chiesa, di riconoscerli, non sono andate giù a molti. E chi le ha digerite, ha comunque dovuto mangiare un boccone amaro. Che l’amministrazione si trovi un po’ fra due fuochi, è risaputo. Da una parte, l’Arcigay che chiede il riconoscimento delle coppie. Dall’altra, appunto, la ferma posizione di Negri. «Non mi stupisce che il vescovo abbia apprezzato lo spirito ‘conservatore’ che alla fine ha prevalso ed è stato raccolto nel documento finale del recente Sinodo sulla Famiglia, la cui discussione invece aveva lasciato sperare in positive aperture», dice l’assessore alle Pari opportunità Annalisa Felletti. Che, comunque, un’apertura al riconoscimento preteso dalle coppie omosessuali la fa: «Ritengo intanto positivo che l’Anci si sia fatto portatore delle posizioni e delle esigenze dei Comuni. Credo ci sia urgenza che il Parlamento legiferi, in merito, e che si prenda una posizione rispetto alla società che cambia». Nello specifico, spiega ancora la Felletti, «stiamo portando avanti un percorso partecipativo con le associazioni. Forse non riusciamo entro l’anno a regolamentare la questione, ma sicuramente è nei piani». Più duro, invece, il consigliere comunale di Sel Leonardo Fiorentini: «Ci vorrebbe sempre la consulenza di un buon medievalista per interpretare le parole del vescovo Negri che sembra – dice – essere legato un po’ troppo al tempo che fu delle crociate e del potere temporale della chiesa. Purtroppo per lui il papa ha smesso di essere Re a Ferrara nel 1859, e gli annuncio che da allora la dottrina cattolica non è legge in questo Stato. Nessuno vuole imporre a Negri di officiare matrimoni fra omosessuali: semplicemente con la trascrizione dei matrimoni all’estero e presto, mi auguro, anche con la regolamentazione di unioni di fatto e matrimoni omosessuali si vuole che lo Stato garantisca a persone che si amano la tutela di diritti e doveri. Davvero non si capisce perché il vescovo voglia continuare ad imporre la sua visione. Almeno so cosa regalagli per Natale – ironizza Fiorentini -: un calendario del 2015, così che possa ricordarsi che il medioevo è finito». E sull’argomento interviene anche Paolo Calvano, candidato Pd in Regione: «Dove c’è amore e dove c’è una coppia, c’è anche una famiglia – dice -. Non importa se a fondarla siano due donne, due uomini, o una donna e un uomo. Pensiamo ai bambini prima di tutto che sono avvolti da quell’amore. Facciamolo con serenità senza contrapposizioni ideologiche. La società – dice Calvano – va avanti, conquista diritti che col tempo diventano sacrosanti. La politica deve saper fare la sua parte per agevolare questo percorso. Deve arrivare prima e non dopo». Ma il freno tirato da Negri non passa inosservato.

  • Per Natale regalerò un calendario al Vescovo di Ferrara

    Il Vescovo di Ferrara sui matrimoni omosessuali sul Resto del Carlino di oggiCi vorrebbe sempre la consulenza di un buon medievalista per interpretare le parole del Vescovo di Ferrara Luigi Negri che sembra essere legato affettivamente un po’ troppo al tempo che fu delle crociate e del potere temporale della chiesa. Purtroppo per lui il Papa ha smesso di essere Re a Ferrara nel 1859, e gli annuncio, casomai non se ne fosse accorto, che da allora la dottrina cattolica non è legge in questo Stato.

    Nessuno vuole imporre a Negri di officiare matrimoni fra omosessuali, anche se credo molte coppie gay credenti aspirerebbero a sposarsi in chiesa (magari non da Negri): semplicemente con la trascrizione dei matrimoni all’estero e presto, mi auguro, anche con la regolamentazione di unioni di fatto e matrimoni omosessuali si vuole che lo Stato garantisca a persone che si amano la tutela di diritti e doveri.

    Davvero non si capisce perché il Vescovo di Ferrara voglia continuare ad imporre la sua visione, incattivita, del mondo. Forse è solo un tentativo di guadagnare medagliette per accreditarsi fra chi si oppone al nuovo corso di Papa Francesco, che mi pare abbia, su molti temi (ma non su tutti), posizioni ben più aperte e moderne.

    Almeno so cosa regalagli per Natale: un calendario del 2015, così che ogni giorno possa ricordarsi che il medioevo è finito da tempo.

  • Vescovo Luigi Negri sui matrimoni omosessuali

    Per Natale regalerò un calendario al Vescovo di Ferrara

    Vescovo Luigi Negri sui matrimoni omosessualiCi vorrebbe sempre la consulenza di un buon medievalista per interpretare le parole del vescovo di Ferrara Negri che sembra essere legato affettivamente un po’ troppo al tempo che fu delle crociate e del potere temporale della chiesa. Purtroppo per lui il Papa ha smesso di essere Re a Ferrara nel 1859, e gli annuncio, casomai non se ne fosse accorto, che da allora la dottrina cattolica non è legge in questo Stato.

    Nessuno vuole imporre a Negri di officiare matrimoni fra omosessuali, anche se credo molte coppie gay credenti aspirerebbero a sposarsi in chiesa (magari non da Negri): semplicemente con la trascrizione dei matrimoni all’estero e presto, mi auguro, anche con la regolamentazione di unioni di fatto e matrimoni omosessuali si vuole che lo Stato garantisca a persone che si amano la tutela di diritti e doveri.

    Davvero non si capisce perché il Vescovo voglia continuare ad imporre la sua visione, incattivita, del mondo. Forse è solo un tentativo di guadagnare medagliette per accreditarsi fra chi si oppone al nuovo corso di Papa Francesco, che mi pare abbia, su molti temi (ma non su tutti), posizioni ben più aperte e moderne.

    Almeno so cosa regalagli per Natale: un calendario del 2015, così che ogni giorno possa ricordarsi che il medioevo è finito da tempo.

  • Negri va alle crociate

    Monsignor Negri va alle crociate“Una avanguardia di santi, una massa di cristiani comuni e, nella retroguardia, qualche delinquente. Non so quale avvenimento della Chiesa possa sfuggire a una lettura come questa. Sta di fatto che noi, cristiani del Terzo millennio, alle Crociate dobbiamo molto”

    Ecco, per Monsignor Luigi Negri (Vescovo di Ferrara), le crociate sarebbero state “un grande «pellegrinaggio armato»”.

    In attesa, come qualcuno suggerisce sui social network, del rogo della statua di Savonarola sotto al Castello di Ferrara, è doveroso rileggere alla luce di quanto riportato in questo scritto (non ancora smentito) del nostro Vescovo le recenti esternazioni sulla situazione in Iraq, e sull’eccesso di diplomazia in Medio Oriente:

    “in ogni caso il dialogo non può essere perseguito ad ogni costo e non può rappresentare assolutamente una forma di dimissione della presenza cristiana nel Medio Oriente.”

    Perchè ci mancavano proprio i Teocon all’amatriciana e la riabilitazione delle crociate: come se già i conflitti etnici e religiosi in medio oriente non fossero sufficientemente esacerbati, figli come sono di decenni di omissioni colpevoli del Diritto Internazionale e forzate importazioni della democrazia, e il dibattito nazionale ed internazionale altrettanto incapace di produrre un dialogo di pace.

    Ora parrebbe evidente, almeno allo sprovveduto che scrive, che la linea del nostro Vescovo diverga ormai irrimediabilmente da quella del Vangelo (almeno da quello secondo Luca, quello del famoso “a chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra” ) e dalla Chiesa di Roma, almeno da quella degli ultimi 3/4 Papi (Ratzinger compreso).

    Sembrerebbe quasi arrivare a rasentare l’eresia il nostro Vescovo Negri. A tal proposito viene proprio da chiedersi perchè allora non rinverdire tradizioni ed istituzioni dimenticate a causa “dell’ottusa mentalità laicista” di questo secolo. In questi giorni potrebbe proprio tornarci utile quella benedetta Santa Inquisizione: quella di Giordano Bruno e Galileo Galilei sia chiaro, non certo l’odierno anonimo ufficio della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione.

    Sono certo che, almeno su questo, Negri sarebbe d’accordo con me.