Condono preventivo
Se mai qualcuno mi chiedesse cos’è che mi dà più fastidio durante le campagne elettorali, la mia risposta sarebbe forse “i manifesti abusivi”.
Ben più delle minchiate e delle false promesse che volano nei comizi e nei “dibattiti” pre-elettorali, è lo sfregio delle regole del gioco che molti partiti si permettono durante la campagna elettorale la cosa che mi fa più arrabbiare. Anche perchè spesso sono proprio i paladini della legalità i primi a infischiarsene delle regole della convivenza civile.
Poi per chi l’affissione non la appalta, bensì riempe le sue sere primaverili con colla, pennellessa e olio di gomito, il fastidio è raddoppiato.
Qui nella bassa padana per fortuna tale usanza è limitata ai periodi elettorali. Purtroppo Roma è invece invasa in ogni stagione di affissioni abusive che deturpano una delle più belle città del mondo. Ovviamente esistono norme severissime sul tema, e multe salatissime (da 200 a 1.500 euro a manifesto ad esempio per il Comune di Roma) che a fare i conti sul serio forse ci si ripianerebbe mezzo bilancio comunale.
Ma potere stare tranquilli che le affissioni abusive continueranno. Almeno fino al 29 febbraio visto che, come Metilparaben ci ha informato oggi, che è stato inserito un emendamento bipartisan al milleproroghe che rinvia appunto a quella data il termine di chiusura della sanatoria per le violazioni: un condono preventivo, una tana libera tutti senza nessuna vergogna.
Tra manifesti e web Sorrisi e strategie per catturare i voti
Scarica l’articolo di MARCELLO PRADARELLI su la Nuova Ferrara del 16/03/2010: nuova_16032010.pdf
Se clandestino è il manifesto
Di manifesti abusivi c’eravamo già occupati in questo blog (e non solo).
Oggi la giusta denuncia dei radicali, rilanciata da Metilparaben, sulla sanatoria voluta dalla Lega Nord ed inserita nel decreto Milleproroghe (in corso di conversione al Senato).
La maggioranza, al posto di pensare ai cittadini e al miglioramento energetico dei nostri edifici (vedi appello che abbiamo lanciato giusto ieri), pensa a salvaguardare i propri abusi, in barba alle norme sulla campagna elettorale.
Insomma sono proprio i paladini della lotta alla clandestinità ad autosanarsi i propri abusi.
Lo so, è un appello piuttosto vano, ma tanto vale: cari elettori, ricordatevene quando vedrete i tabelloni elettorali pieni di manifesti clandestini ed abusivi andando al seggio a votare. E cercate di ricordarvene almeno sino alla cabina elettorale. Magari anche mentre votate. Lo so chiedo tanto, ma dopo aver riposto la scheda nell’urna, vi assicuro, vi sentirete un po’ meglio.
L’Italia dei disvalori
La foto dice tutto, nel sito dei verdi di Ferrara un piccolo approfondimento:
Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra il mezzo e il fine vi è appunto la stessa inviolabile relazione che vi è tra il seme e l’albero.
Mahatma GandhiLo avevamo già segnalato, in via ufficiosa ma anche pubblicamente nei giorni scorsi. Evidentemente non serve, per cui piuttosto che fare esposti dei qauli perderemmo presto le tracce, ci limitiamo a pubblicare due semplici esempi di come alcuni partiti politici, che sbandierano a destra e a manca Valori e Legalità, li applichino poi in modo curioso a se stessi.
Per chi non lo sapesse gli spazi sui tabelloni elettorali sono assegnati a cascuna lista, spesso con posizioni diverse, a secondo del numero di estrazione delle stesse (per la propaganda diretta). Di norma quando si va ad attacchinare (noi lo facciamo senza affidarci ad “agenzie”) ci si porta dietro l’elenco delle postzioni ed un foglio in cui sono segnati i numeri assegnati. Non è troppo difficile, è tutto scritto. Un errore certo puo’ capitare, ma se l’errore è moltiplicato (almeno) per 10 e viene ripetuto (una volta riparato il danno) allora non si puo’ che pensare al dolo.
Siccome nella nostra città non si erano mai verificati (Lega e FN a parte) episodi gravi di copertura di manifesti, e mai vorremmo doverci ritrovare nella stessa situazione di comuni come Roma o Milano – dove le stratificazioni di manifesti sembrano più un esercizio di analisi geologica elettorale che un esempio di democrazia – rinnoviamo il nostro appello, ai Partiti perchè la smettano di violare le norme attaccando manifesti nei posti altrui (o in quelli vietati) e agli elettori perchè riconoscano dietro quali simboli si nascondono coloro capaci di predicare bene ma incapaci di non razzolare male.
Malandrino fu il manifesto
Dalla Galleria di Repubblica.it, credo irraggiungibile per coraggio (anche se sappiamo che al peggio non c’è mai fine)
ps: fra i taroccati per ora vince questo.