• Tranquilli. Siamo in Italia

    maraMentre negli USA l’attrice Drew Barrymore si unisce alla manifestazione di Los Angeles contro la decisione della Corte Suprema della California di confermare il divieto per i matrimoni tra gay, in Italia la calendarina Ministro Carfagna fa sparire dal sito del ministero delle Pari Opportunità ogni riferimento alla lotta contro l’omofobia ed elimina anche una commissione per i diritti delle persone GLBT (da repubblica.it).
    Noi manco una manifestazione?

  • Demagogia, paura e carcerazione preventiva

    Posso anche capire la tentazione del Partito Democratico: rendere pan per focaccia alla destra che prima e più spregiudicatamente di Veltroni cavalcò la paura amplificata dai mass media. Purtroppo le prime reazioni vanno in questo senso, con i giornali pronti a saltarci nuovamente in groppa tanto per mettere sotto pressione la giunta Alemanno e il ministro Maroni. Voglio dire agli esponenti del Pd che subiscono tale riflesso automatico, e di nuovo s’illudono di poter cavalcare gli umori di un popolo disorientato, che commetteno un errore politico, oltre che morale. Perchè non è inseguendo la destra nell’irrazionalità che troveranno la loro rivincita. La destra li sconfiggerà sempre, escogitando un “di più” demagogico nella politicizzazione delle ansie che non trovano mai risposta.

    Gad Lerner commenta così le reazioni d’istinto ai recenti stupri romani da parte del PD.

    Non poteva dirlo meglio. Come si dovrebbe avere il coraggio di dire, anche se impopolare, che se non sussitono le motivazioni della custodia preventiva non vi è alcuna ragione per cui una persona, anche reo-confessa, ma non ancora giudicata, debba stare in carcere.

    Lo dice, ancora una volta meglio di me, Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, via wittgenstein:

    È crudele che la politica inganni l’opinione pubblica alimentando nei cittadini l’equivoco alla base delle polemiche sugli arresti domiciliari chiesti dalla Procura di Roma per il violentatore di una ragazza a Capodanno, come se costui l’avesse fatta franca per il solo fatto di essere oggi agli arresti a casa invece che in carcere.

    Nell’ordinamento vigente, infatti, la custodia cautelare non è affatto l’anticipazione del futuro «castigo» che il «colpevole » meriterà per il delitto commesso, non è un antipasto della punizione, non è il modo di risarcire la parte lesa per il male patito e la collettività per l’infrazione alle regole. La punizione per il dolore arrecato alla vittima, la pena equa per il delitto commesso, la sanzione che potrà disattendere le giustificazioni «buoniste» abbozzate dall’indagato (ero drogato, non ero in me, sono pentito), vanno chieste alla sentenza del processo, non adesso, alla carcerazione del giovane. La custodia cautelare in carcere, invece, è solo uno strumento utilizzabile dai magistrati, per un limitato periodo di tempo e se ve ne sia motivo ricavato da specifici elementi, per tutelare la genuinità delle indagini dal pericolo di inquinamento delle prove, per neutralizzare il pericolo che l’indagato fugga, per contenere il rischio che ricommetta il reato.

    Tre esigenze cautelari che, nel caso dell’indagato romano (reo confesso, incensurato, facilmente controllabile nell’abitazione dei genitori) il pm ha valutato soddisfatte già dagli arresti in casa in attesa del processo. Soluzione che, ad esempio, potrebbe invece non essere percorribile per un italiano con precedenti penali specifici; o per lo straniero sospettato di uno stupro, che potrebbe restare in carcere a motivo non di un discrimine etnico, ma dell’assenza di un domicilio certo che lascerebbe permanere il pericolo di irreperibilità e quindi di reiterazione del reato. Tutto ciò la politica sa benissimo, ma si guarda bene dallo spiegarlo ai cittadini. Anzi continua a smarrirli e disorientarli, per esempio alimentando l’illusione per cui, se «è la legge sbagliata», allora «la si cambierà» in modo che per reati gravi come lo stupro la carcerazione prima del processo «sia obbligatoria»: è una presa in giro, giacché chi la propone sa bene che la Consulta ha più volte rimarcato che contrasterebbe con i principi costituzionali qualunque norma che stabilisse per alcuni reati l’automatica applicazione della custodia cautelare in carcere, ribadendo invece che in base a quei principi deve essere sempre lasciato al giudice uno spazio di valutazione dell’indagato-concreto nel caso-concreto. Ma l’assurdità e al tempo stesso la contraddizione più clamorose arrivano da quella politica che, negli arresti domiciliari all’indagato per stupro, censura l’assenza di «pene esemplari senza pietà » (come da destra il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna), o si duole che «così passi un messaggio di non gravità dello stupro» (come da sinistra la sua collega del Pd, il ministro-ombra Vittoria Franco).

    Assurdo, perché il compito dei magistrati non è lanciare «messaggi» sui «fenomeni», e nemmeno produrre «esemplarità», ma giudicare singole persone in casi concreti. E contraddittorio, perché una magistratura che lanciasse «messaggi», o producesse «esempi», farebbe non il proprio lavoro ma supplenza della politica o della sociologia: cioè proprio quello che la politica critica, e a ragione, quando è la politica a subire quella «messaggistica» o quegli aneliti di «esemplarità» che talvolta affiorano nelle pieghe di provvedimenti giudiziari confusi, sovrabbondanti, sproporzionati. Più utile forse del rituale invio di ispettori ministeriali alla Procura di turno, forse sarebbe dare concretezza ai tante volte annunciati, e altrettante volte rimandati o tenuti a bagnomaria, interventi pratici per velocizzare la celebrazione dei processi. Anche nel caso dello stupro romano, infatti, è su questo terreno che si giudicherà davvero la capacità dello Stato di dare una reale risposta alla ragazza violentata: non sulla manciata in più o in meno di giorni in carcere preventivo per il suo violentatore adesso, ma sulla rapidità di approdare al dibattimento, di celebrarne con le ordinarie garanzie il giudizio, e di assicurare l’effettività della pena definitiva.

    Altri commenti da blogbabel: Blog senza qualità, Stampa rassegnataLeibniz, Federica Sgaggio, Quadernino, Patchwork, Far finta di essere sani.

  • la mara che non ti aspetti (o sì?)

  • Prostituzione: arriva la franchigia?

    “Metto all’asta la mia verginità per un milione di euro. Voglio proprio vedere se c’è qualcuno che tiri fuori questa somma per avermi”. Questo l’annuncio scandalo di Raffaella Fico, 20 anni, showgirl ed ex-concorrente dell’ultima edizione del “Grande Fratello”, in un’intervista a “Chi”, in edicola domani. Forse l’idea le è venuta sentendo l’impresa di una giovane australiana, che pochi giorni fa aveva deciso di mettere all’asta la propria verginità per un milione di dollari. Raffaella, appena uscita dalla casa del Grande Fratello, aveva dichiarato di essere vergine. “Non so che cosa significhi fare sesso”, dice ora la Fico. “Se qualcuno pagherà un milione di euro per me, sarò di certo imbarazzata. Ma con questi soldi potrò realizzare i miei sogni. Comprarmi una casa a Roma e pagarmi un corso di recitazione”. E se “lui” non sarà esattamente una bellezza? “Se lui non mi piacerà, manderò giù un bicchiere di vino pazienza”. In questa galleria alcuni scatti tratti da uno dei calendari realizzati da Raffaella.

    Chissà cosa diranno la signorina Ministra Mara Carfagna o il Sindaco Alemanno (città nella quale la signorina Fico vorrebbe andare ad abitare) di questa boutade?

    Forse troveranno il modo di inserire una franchigia nel ddl prostituzione, all’incontrario ovviamente: salve tutte coloro che chiedono più di x euro (1.000/10.000/100.000?) a prestazione, oltre ovviamente a chi si offre gratuitamente in cambio di una facile carriera…

  • e se lo dice lei (4)

    Il Ministro per le Pari Opportunità

    Il Ministro per le Pari Opportunità

    La prostituzione in luoghi chiusi non è legale e non è reato…

    e ancora

    Come donna impegnata in politica e nelle istituzioni, la prostituzione mi fa rabbrividire. Mi fa orrore, non comprendo chi vende il proprio corpo. Ma mi rendo conto che è fenomeno che esiste e che purtroppo non può essere debellato, come la droga

    Per chi non lo avesse capito questa è il nostro Ministro per le Pari Opportunità.

    Su fuoriluogo qualche considerazione più seria su un provvedimento potenzialmente tragico. Qui valga quanto han detto le associazioni (del sociale e delle prostitute):

    «ANCHE IL MINISTRO HA USATO IL SUO CORPO» – Un po’ stupita un po’ sarcastica la reazione di Carla Corso, una delle fondatrici del Comitato dei diritti delle prostitute, alle affermazioni del ministro Carfagna che ha detto di provare «orrore per chi vende il proprio corpo». Eppure – afferma Corso – «la signora ha usato il suo corpo per arrivare dove è arrivata, facendo calendari. Basta aprire internet per vedere le sue grazie».

    ERRORE VIETARLA IN STRADA – Vietare la prostituzione in strada significa spingere chi si prostituisce nel sommerso degli appartamenti, dove chi è sfruttato lo sarà ancora di più, invisibile per forze dell’ordine e operatori sociali. Lo scrivono in una nota congiunta le associazoni Asgi, Gruppo Abele, On the Road, Caritas Italiana, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Comune di Venezia, Consorzio Nova, Dedalus, Save the Children. «Dinanzi all’allarme e al disagio che diversi cittadini manifestano nei confronti della prostituzione non ci sono scorciatoie: occorre tenere insieme la tutela dei diritti delle vittime di sfruttamento sessuale, il sostegno all’inclusione sociale per chi si prostituisce e vorrebbe una alternativa, il contrasto delle organizzazioni criminali, le esigenze di sicurezza».

    Commenti anche su Marcello Saponaro, Wallynius, Bioetica, Dioblog, Sotto l’ombra degli olmi, Luciano Giustini, Appunti italiani, Intersezioni, La voce del pigrone e tanti altri.

  • Le gallerie fotografiche ed i politici

    Saponaro si lamenta (giustamente): la neoMinistra Garfagna ha censurato la sua galleria fotografica sul web, che potrebbe essere ricca di tante altre foto..

    Ma diciamocelo, forse è meglio che i politici si censurino un poco: vi immaginate una galleria senza veli del Saponaro?!?!?

    ministre