
«Che battiquorum!» la vittoria del sì fa ripartire la festa
«Che battiquorum!»
Ritrovo spontaneo sul Listone dei comitati, i partiti si accodano: “un altro segnale che la gente ha voglia di cambiare”
QN – Il Resto del Carlino del 14/06/2011 , articolo di STEFANO LOLLI ed. Ferrara p. 2
ACQUA pubblica? Non scherziamo; per il brindisi, saltano i tappi di spumante metodo classico, e solo dopo qualche minuto al Comitato Referendario c’è chi si attacca al rubinetto per frenare il rischio d’ebbrezza. Sono le 15,40 quando il sito del Ministero dell’Interno riporta l’affluenza della Calabria e della Sicilia, ed in via Resistenza (ritrovo dei militanti ferraresi) esplode l’entusiasmo: «E’ fatta! E’ fatta!», gridano i referendari sciamando nel cortiletto, bottiglia alla mano. Squillano i telefonini, scatta la convocazione per la festa in piazza – che si è svolta a partire dalle 18.30 -, l’energia sembra contagiare tutti i presenti: «Ma è roba sana, non nucleare…», ammonisce un militante. Ricordando subito la fatica degli ultimi due anni, dalla raccolta delle firme a sostegno delle iniziative per l’acqua pubblica, trasformate poi nell’ampolla del referendum. Nel Comitato, si sono distinti dall’inizio gli esponenti di Legambiente, Sinistra e Libertà, Rifondazione e Pdci, la Cgil ma anche varie sigle pacifiste, i ‘grillini’: il brindisi ideale è «al 57% di italiani che ha evidenziato come sia possibile un altro modello di sviluppo – affermano i referendari -, incentrato sull’energia pulita e le fonti rinnovabili, sulla salvaguardia di beni comuni come l’acqua e la tutela dei servizi pubblici, oltre che sulla difesa della giustizia e dell’etica politica».
E SONO proprio loro, i referendari con bandiera e maglietta blu, i primi a salire sul palco di piazza Trento e Trieste: Marzia Marchi e Davide Scaglianti, promotori di numerose iniziative svolte in questi ultimi due anni (tra le più curiose il… presidio delle fontanelle pubbliche), concluse con lo striscione stile Greenpeace lungo dieci metri, esposto pochi giorni fa dalle torri del Castello. «Oggi è un giorno di grande festa», affermano. Scaglianti aggiunge, sommessamente, «che sarebbe anche il momento di ricordare al Comune la petizione, ferma ormai da due anni, in cui si chiede il riconoscimento dell’acqua bene pubblico nello Statuto municipale; ma in questo momento non facciamo troppa polemica…». Si smorzano i toni, c’è addirittura chi scherza (Elisa Corridoni del Prc e Leonardo Fiorentini dei Verdi fingono di picchiare l’assessore Luigi Marattin, colpevole di non essere allineato sui quattro Sì a prescindere).
TRA CHI esulta apertamente, c’è invece il segretario provinciale dell’Italia dei Valori Massimiliano Fiorillo; si presenta in piazza ‘descamisado’, con un adesivo sul petto. Si dice «doppiamente contento, perchè questo referendum lo volevamo vincere e perché l’abbiamo promosso». I quesiti lanciati dai ‘dipietristi’ sono stati quelli sul nucleare e sul legittimo impedimento: «E’ stata una battaglia avviata in perfetta solitudine, e che ci ha visto impegnati allo stremo per raccogliere le firme. Ma già quel primo traguardo è stato esaltante – dice Fiorillo -, oggi è un giorno storico. Siamo talmente felici da lasciare che persino il… Pdl provi a saltare sul carro dei vincitori!». Infine un buffetto lieve al Pd: «Siamo stati alleati nella battaglia finale per il quorum, ma all’inizio gli amici democratici avrebbero potuto risparmiarci tanta fatica nel raccogliere le firme; comunque, meglio tardi che mai», saluta Fiorillo.
IN PIAZZA anche i dirigenti del Partito Democratico, con il segretario Paolo Calvano che parla «di un’altra svolta storica, dopo quella delle amministrative: è il segnale che c’è una maggioranza forte di italiani che basa sull’universalità dei beni pubblici, sulla tutela dell’ambiente e sulla giustizia le fondamenta dell’azione civile e politica. Ora ai partiti spetta sostanziare questo programma». Ma c’è chi più semplicisticamente vede nell’esito del referendum una sorta di spallata al governo: Calvano, e così gli altri più smagati esponenti della sinistra (tra cui l’ex sindaco Roberto Soffritti, dirigente nazionale del Pdci), dice però di non illudersi. «Attendiamo sviluppi ma ci sarà ancora da patire: è un altro… battiquorum!».