• Due Sì per l’acqua pubblica

    Marcello ribadisce sul blog le sue posizioni sul referendum sull’Acqua Pubblica. E’ per il no, come del resto lo è un bel pezzo della dirigenza del PD, sul solco già tracciato in passato dallo stesso Bersani e dalla Lanzillotta. Marcello a sostegno delle sue convinzioni, ci fornisce una lettura della questione prettamente economica. Dice, in soldoni: il privato è più efficiente, e puo’ metter meglio mano al disastro dei nostri acquedotti, tornare al pubblico è peggio che tornare ai soviet (mi consentirete l’estremizzazione). Ora non voglio dilungarmi su questa lettura “economicista”, anche se è assolutamente discutibile: dalla “presunta” maggiore efficienza del privato (Cirio e Parmalat ci dicono qualcosa), al mito della concorrenza quando parliamo di un monopolio naturale, sino al problema degli investimenti che il pubblico non potrebbe fare (ma che, tutti dimenticano, già oggi sono interamente recuperati in bolletta) e degli acquedotti colabrodo per colpa della gestione pubblica (guarda caso quello messo peggio è Roma, gestito da una spa quotata in borsa e a forte capitalizzazione privata, mentre la percentuale di realizzazione degli investimenti non supera il 50/60% delle previsioni…).

    Ma è su un altro piano che questa partita va giocata. Un piano che per fortuna è stato più facile fra comprendere ai cittadini che a buona parte del centrosinistra italiano (Di Pietro incluso): l’acqua è un bene fondamentale per la vita. Senz’acqua non si vive, se non poche ore. E’ questo il punto: l’acqua è un bene comune assoluto, un diritto intrinsecamente connesso alla vita di ogni cittadino. Per questo non deve essere consentito privatizzarne anche solo la gestione, e consentito di trarne profitto. Anche senza cibo non si vive: ma mentre se il negoziante sotto casa non ci da mangiare possiamo sempre rivolgerci ad un altro (questa sì che si chiama concorrenza) o al peggio coltivarci noi il nostro orto, se il gestore dell’acqua non ci fornisce il servizio (perchè troppo caro o perchè già non paghiamo le bollette) non possiamo rivolgerci a nessun concorrente, e neanche possiamo realisticamente scavarci un pozzo o metterci a bere l’acqua del fiume di fianco a casa (nel nostro caso il Po, fate voi…).

    Ed è vero quello che dicono in molti: questi referendum propongono un altro modello società, che sa riconoscere quali sono i limiti del mercato – pensate un po’ – e che cerca di superare il modello della globalizzazione liberista assoluta per costruire una società in cui i beni comuni siano condivisi e pubblici, gestiti in modo trasparente e partecipato. Nessuno si sogna di ricostruire i vecchi carozzoni del passato, ma perchè dopo aver sperimentato per 20 anni il fallimento del privato (qualcuno mi deve ancora spiegare cos’è cambiato in meglio con ENEL e Telecom privatizzate), non possiamo sperimentare un nuovo modello di azienda speciale municipale (ma ce ne erano già tante che funzionavano bene), con amministratore unico, che garantisce che i primi 50 litri di consumo pro capite al giorno debbano essere garantiti a tutti, che risponde ai cittadini tramite il consiglio comunale, e che gestisce in modo efficiente e condiviso il bene comune investendo gli utili nelle reti pubbliche?

  • Lega Sprecona/1

    Via Marcello scopro fra le altre cose che quella stessa Lega che si è stracciata le vesti per la festa dell’unità d’Italia ha invece deciso di far perdere agli imprenditori lombardi un’ulteriore giornata di lavoro in occasione della Festa della Lombardia.

    La Lega Nord in Regione Lombardia ottiene l’istituzione di una festa regionale e la creazione di una bandiera. Durante la festa regionale, ha spiegato Galli “non si lavorerà”.
    La Lega ottiene la festa della Lombardia. “Quel giorno non si lavorerà”

    La Lega Nord in Regione Lombardia ottiene l’istituzione di una festa regionale e la creazione di una bandiera. A fronte di questa decisione il Carroccio ha deciso di ritirare i suoi emendamenti (una quarantina su 200) in merito alla legge per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia dopo che con il Pdl è stato raggiunto un accordo. La richiesta è stata avanzata in aula dal capogruppo in Consiglio regionale, Stefano Galli. “Entro 120 giorni -ha spiegato Galli- chiediamo sia istituita la Festa di Regione della Lombardia, come previsto dallo Statuto”, festa che, ha spiegato “vorremmo fosse istituita il 29 maggio, giorno in cui si ricorda la battaglia di Legnano, che per il Carroccio è particolarmente importante”. Durante la festa regionale, ha spiegato Galli “non si lavorerà” mentre per quanto riguarda la bandiera potrebbe rifarsi alla Croce di san Giorgio. Soddisfatto il presidente del Consiglio Regionale Davide Boni che ha sottolineato come “si tratti di un fatto simbolico ma di questi tempi anche i simboli possono offrire un segnale molto forte”.
    L’accordo per stabilire tempi stretti per l’adozione della bandiera e della festa della Regione Lombardia, come da statuto, “è un buon risultato, un impegno politico del Consiglio regionale di grande significato simbolico”. È il parere del presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Boni (Lega Nord). “Siamo la Regione più avanti nell’adempimento del dettato statutario – ha detto Boni ai giornalisti – e con questo impegno ci riappropriamo dei nostri simboli». Boni ha spiegato di prestare particolare attenzione alla composizione della nuova bandiera, nella quale dovrebbe trovare posto la Croce di San Giorgio, in quanto «la sola rosa camuna – ha concluso – è uno stemma, un artifizio, che dunque non è sufficiente”.

    Adesso voglio una festa dell’Emilia (in Romagna si facciano la loro!)

  • Succede di essere approssimativi quando ci si occupa di troppe cose

    Riprendo il titolo del post di Marcello di ieri, che citando la Gabanelli, commentava il caso di Veronesi all’Agenzia per il Nucleare.

    Oggi però la notizia è altra.

    L’energia prodotta con il sole costa già meno di quella prodotta dall’atomo.

    E tenderà a costare sempre meno, mentre il nucleare è destinato ad essere sempre più costoso.

    Cosa dite, puo’ bastare?

  • Chi di foto ferisce, di foto perisce

    Marcello ricostruisce il percorso che ha portato Olivieri Toscani a promuovere Nuovo Paesaggio Italiano…

    Oliviero Toscani che nel 2007 partecipa alla giuria di NonSoloPuntaPerotti. Oliviero Toscani che dopo le premiazioni dichiara che le foto in concorso fanno schifo (e che dovevano fare?). Oliviero Toscani che nel 2008 ci da e ci disdice appuntamenti per sei mesi perchè voleva organizzare insieme il concorso. Oliviero Toscani che nel 2010 lancia una campagna identica al concorso che per quattro anni abbiamo organizzato su scala prima lombarda e poi nazionale.

    E’ lo stesso Oliviero Toscani che in Toscana si è fatto questo:

    Al di là delle polemiche.  Lo dico senza malizia: sono felice che Toscani abbia “copiato” Nonsolopuntaperotti. Leggo che persino lo slogan è preso dal nostro ultimo comunicato: “Delatori per l’ambiente“. E leggo che si aspetta tante fotografie scattate dai giovani con il telefonino. Non si aspetti però immagini capolavoro. Si accontenti di denunciare i tanti ecomostri e le tante brutture che devastano il bel paesaggio italiano.

  • Il Saponaro querelato

    Marcello Saponaro è stato querelato per questo post relativo alla presunta vicenda Giammanco-Ryan Air, e nonostante il nostro abbia pubblicato nello stesso articolo la smentita dell’onorevole. Chissà se con lui è stato querelato anche il Corriere della Sera, da cui Marcello aveva tratto la notizia, ne dubito, ma tant’è.

    Solidarietà al Saponaro querelato, con l’augurio che la vicenda si risolva al più presto e che internet sappia reagire all’ennesimo esempio di tentativo di limitazione della libertà di espressione sulla rete.

    PS: E’ andata invece meglio a Daniele Sensi citato a sproposito da Furio Colombo sul Fatto. Che a questo punto, seguendo la linea Giammanco, potrebbe querelare comunque il Fatto, giusto per vedere se un tribunale considera il “dare del leghista” un’offesa punibile.

  • Sesso esplicito

    Da Marcello, per la serie “destra e sinistra sono tutti uguali”, l’assurda storia dei baci rubati in quel di Bergamo…

    A Tentorio non piacciono i baci. O forse è solamente omofobo, tra le altre cose. Oppure ha realmente paura che tra le fotografie della mostra Baci rubati che Bergamo contro l’omofobia voleva allestire sul Sentierone ci siano scene di “sesso esplicito”. In questo caso sarebbe solo un po’ ignorante, nel senso che ignora ma con dolo, perchè con una telefonata agli organizzatori poteva verificare che così non è. Solo baci Signor Sindaco.

    Qualunque sia la motivazione, Tentorio con questo divieto non ha rispettato un preciso impegno del Consiglio Comunale che lo scorso ottobre approvò l’adesione alla giornata mondiale contro l’omofobia. I Consiglieri comunali di Bergamo avranno la dignità di chiedere a Tentorio di rispettare il preciso mandato ricevuto?

    Lo vedremo quando il Consiglio Comunale discuterà l’interrogazione presentata da tutto il Centro Sinistra.

    Per l’occasione anche il blog di Elisa si è risvegliato 😉

  • Benchmarking elettorale

    Beh, sarà che rimangono amici, nonostante scelte che non ho condiviso, sarà che hanno avuto un po’ più di risorse di me per la campagna elettorale (e anche qualche probabilità in più di venire eletti 😉 però fra il prode Baruffi a Milano e il lavandaio Saponaro a Bergamo mi pare che i due la campagna elettorale l’abbiano azzeccata, e mi sa che qualche loro idea verrà buona per le prossime elezioni…

    http://www.youtube.com/watch?v=dw8nyy-dT38&feature=player_embedded

    In bocca al lupo (metaforicamente) a Maurizio e Marcello.

  • Ciclismo elettorale

    Dal blog di Saponaro:

    Formigoni per spostarsi a Milano su una Bmw all optional ha speso solo nel 2006-2007 la bellezza di 272.238 euro. Ovvero, 527 milioni delle vecchie lire. Ma quando c’è traficco l’elicottero è più comodo, quindi, recentemente si è dotato del secondo eliporto. E per la base stellare è ancora un po’ indietro… ma ci sta pensando. Altro che bici!

  • Non c’è solo Punta Perotti. Purtroppo…

    Marcello ci informa che è al via la quarta edizione nazionale di “NonSoloPuntaPerotti” il concorso fotografico che mette in gara i peggiori ecomostri d’Italia.

    La giuria quest’anno è compasta da: Angelo Naj Oleari, imprenditore nel settore della produzione e distribuzione di prodotti alimentari e tessili da Permacultura; Cristina Gabetti, giornalista e scrittrice, conduttrice della rubrica Occhio allo spreco in onda su Striscia la Notizia; Edoardo Raspelli, conduttore televisivo; Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la Notizia per animali ed ecologia; Fabio Fimiani, giornalista di Radio Popolare; Fabio Treves, fotografo e Bluesman; Guido Pollice, presidente nazionale di VAS Onlus; Luca Conti, consulente per i social media e blogger, Marcello Saponaro, consigliere Regionale in Lombardia, Presidente della Giuria; Massimo Mantellini, giornalista e blogger; Nicola Mattina, consulente ICT e blogger; Silvia Tenenti, fotografa; Walter Fornasa, Professore dell’Università degli Studi di Bergamo

    Le fotografie possono essere inviate fino al 30 gennaio 2010 esclusivamente via email all’indirizzo concorso@nonsolopuntaperotti.it.

    Insomma, armatevi di macchina fotografica e partite. Purtroppo i soggetti sono tanti, troppi nel nostro “belpaese”.

  • Cento passi ancora…

    Sul blog di Saponaro anche lo spot radiofonico della manifestazione del 26 settembre (sabato) a Ponteranica per ripristinare la targa e la memoria di Peppino Impastato.

  • Come il maiale

    maialeCome del maiale, anche del nostro Salvini non si butta via niente.

    Anche se poi sembra davvero di essere in pakistan

    ”Se lo stato spendesse soldi per convertire gli islamici ai valori cristiani sarebbero soldi sicuramente ben spesi. L’Italia parte tardi, il mio timore e’ che ad oggi non servirebbero comunque molto…”.Lo sottolinea l’europarlamentare leghista, Matteo Salvini, rispondendo alle domande di Klaus David durante la trasmissione KlausCondicio.

    Da Marcello, e prego tutti i rappresentanti suini di scusarmi per l’infelice accostamento.

  • Alla faccia di Gasparri!

    Mentre a Roma Gasparri pare abbia perso l’ultimo neurone per un colpo di sole (via Marcello), Roberto Codazzi ci informa – che ci crediate o no – che in qualche modo la catena di blog per l’ambiente pare abbia vinto ancora.

    Infatti sembra che l’obbligo di fonti rinnovabili su tutti gli edifici sia anticipato di 6 mesi!

    Fotovoltaico su tutti i nuovi edifici, i blog vincono ancora!

    Era il 12 febbraio quando nel decreto milleproroghe il Governo inseriva con la fiducia lo spostamento a gennaio 2010 dell’obbligo per gli edifici di nuova costruzione di utilizzare fonti rinnovabili. 65 blog avevano aderito al mio appello per chiedere il rispetto della norma originale introdotta da Prodi, cioè il decorrere dell’obbligo da gennaio 2009.

    Poi a marzo, in sordina, venne introdotto l’obbligo per regioni e provincie autonome, una parziale vittoria alla quale, scrivevo, sarebbe arrivata quella definitiva. E’ importantissimo che questo obbligo arrivi ora, prima del fantomatico piano casa.

    Oggi ho finalmente scovato la notizia tanto attesa: “A far data dal 25 giugno 2009 il DPR n° 59 del 2 Aprile u.s. rende obbligatoria l’installazione di impianti fotovoltaici in edifici di nuova costruzione, pubblici e privati, e nel caso di ristrutturazioni.”

    Il DPR recita testualmente: “Nel caso di edifici di nuova costruzione, pubblici e privati, o di ristrutturazione degli stessi conformemente all’articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo, è obbligatoria l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.” L’impianto termico deve produrre almeno il 50% (20% per gli edifici situati nei centri storici) dell’energia richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria.

    Ecco i 65 incatenati: ilKuda, CernuscoTV, Osservatorio sul Razzismo in Italia, Zadig, Follonica, Marcella Zappaterra, Alessandro Ronchi, Verdi Forlì-Cesena, Verdi Emilia Romagna, BaseVerde, Blog del Giorno, Letizia Palmisano, LETIZIA’S BLOG, Fiore Blog, Verdi di Ferrara, il Derviscio, Ciwati, PD Cogliate, Sale del mondo, Informazione senza filtro, Ladri di marmellate, Resistenza civile, Life in Italy, Ma’pe iabbu, Maurizio Baruffi, Dea Maltea, Eco, Sciura Pina, SpreadRSS, Tau2 Zero, BlogEko, Marcello Saponaro, Amico Fragile, Ambiental..mente, Pd Vedano, Writer, Voglio il fotovoltaico, No alla turbogas a pontinia, agorambiente, laStanzaDelBarone, Opinioni e Benessere, il Filo di Arianna, Maxso’s blog, Jacopo Fo, Evil Genius, Gianluca Aiello, YourPage, AttivAzione, Sostenibilitalia, Orlandi Energie, Verdi Treviglio, IlFerdinando, Grilli e Cicale di Latina, Giudo Elettrico, La Parola, Riciard’s, la Tana del Mostro, Fonte Live, the Wistleblower, Appunti e Virgole, Al massimo dell’energia, Pollodellavaldichianna, Agoravox, Nuclearenograzie, Solarenews, Ultras Cernùsk.

    Ripubblicate i link, che fa bene alla salute!

  • Saponaro fa lo sconto a Grillo

  • Non solo punta perotti: ecco i vincitori!

    fioriera fuori formato?

    fioriera fuori formato?

    Dal Blog di Marcello scopro i vincitori del concorso per il peggior ecomostro:

    Hanno vinto. Non per meriti ma per demeriti. Un po’ come avviene di solito in Italia, insomma. I demeriti, però, non sono dei fotografi – tutti bravissimi con la loro voglia di denunciare il brutto – ma dei soggetti immortalati. Anzi, di chi li ha costruiti.

    Questi sono i vincitori della terza edizione di Nonsolopuntaperotti, il concorso fotografico più copiato d’Italia :-) che va a caccia di ecomostri con i telefoni cellulari.

    Questa edizione del concorso è stata nazionale. L’anno prossimo chissà!

    Io avrei votato la fioriera gigante, ma tant’è…

  • Degli ordini

    Nonostante il mio statalismo innato, sugli ordini la penso un po’ come il libertario e Marcello, soprattutto se dopo aver letto i loro post, mi capita sotto il naso questo, dal Corriere della Sera:

    Cuochi, sessuologi, imam e stenotipisti. La febbre dell’albo che contagia l’Aula

    A istituire l’albo «dei cuochi professionisti» ci avevano già provato nel 2007. Senza fortuna. Non che le argomentazioni portate da quel gruppo trasversale di parlamentari (dai Verdi al centrodestra) a sostegno della loro proposta di legge non fossero solide: «Le cronache, soprattutto estive, rimarcano con frequenza infortuni gastro-intestinali di cui sono vittime i consumatori e ciò è spesso dovuto a una scarsa preparazione professionale e igienico-sanitaria di cuochi improvvisati a cui ricorrono imprenditori scarsamente scrupolosi».

    Ma a complicare la vita al disegno di legge ci si erano messi il calendario intasato, i provvedimenti più urgenti… Ecco quindi che nella nuova legislatura è toccato a Francesco Maria Amoruso, del Pdl, riproporre la nascita dell’Ordine degli chef.

    Certamente, non l’idea più stravagante. Nei due brevi anni che hanno preceduto le elezioni del 2008 se n’erano viste di tutti i colori. Daniela Santanché aveva proposto, provocatoriamente ma fino a un certo punto, di istituire l’albo degli imam. Il diessino Vincenzo Siniscalchi voleva l’Ordine degli stenotipisti. Il presidente onorario dell’Arcigay, Franco Grillini, quello dei sessuologi. Erminia Mazzoni, dell’Udc, si batteva per l’albo degli «antropologi esistenziali». Il senatore di An, Euprepio Curto, considerava invece indispensabile dare vita all’albo degli ex parlamentari. Ma a che cosa sarebbe servito? Dall’elenco avrebbero potuto attingere gli enti pubblici per gli incarichi in società pubbliche, municipalizzate, Asl. Come se già non fosse un’abitudine metterci i politici riciclati, pure senza avere un albo dei trombati…

    La febbre degli Ordini, dunque, non ha abbandonato il Parlamento nemmeno nella nuova legislatura. Per l’aennino Domenico Gramazio sarebbe fondamentale creare l’albo degli esperti in «medicina manuale vertebrale». Berselli, del Pdl, preferirebbe invece una disciplina della «professione intellettuale di ufficiale giudiziario». Rosario Giglio Costa scommette sull’albo professionale dei pedagogisti. Tommaso Foti (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd) puntano al contrario sull’Ordine degli «ottici e optometristi». Forse nella speranza di vedere meglio nel futuro delle rispettive formazioni politiche.

    Insomma, altro che farla finita con le «barriere di accesso» alle professioni, e la «sproporzionata regolamentazione » dei mestieri già messe sul banco degli imputati dall’ex presidente dell’Antitrust Giuseppe Tesauro e poi dal suo successore Antonio Catricalà. È o non è l’Italia il Paese delle corporazioni? Medici, ingegneri, geometri, giornalisti, ragionieri, commercialisti, geologi, psicologi, agronomi, ostetriche, chimici, notai. Perché allora non i traduttori, gli «informatori scientifici del farmaco», i logopedisti, e chi più ne ha più ne metta? D’altra parte, alla materia i parlamentari italiani sono sempre stati sensibilissimi. L’economista Francesco Giavazzi nel 2004 spiegò che il 31,4% di loro erano iscritti ad albi, contro il 16,4% dei membri del Parlamento britannico.

    Dal 1985 al 2005 gli iscritti agli Ordini professionali in Italia sono passati da 867.151 a 1.827.279. L’aumento è stato del 110,7%. I commercialisti sono cresciuti del 212%, i geologi del 174%. Gli Ordini e gli albi sono arrivati all’incredibile numero di 72: settantadue. Ma i benefici? I servizi sono diventati più efficienti? I prezzi sono diminuiti? Macché.

    Inoltre, ogni tentativo di liberalizzazione ha incontrato ostacoli insormontabili. Le tariffe minime, per esempio. Il ministro dello Sviluppo Pier Luigi Bersani era riuscito a far passare un provvedimento che eliminava i tariffari e cancellava l’anacronistico divieto di fare pubblicità. Per arrivarci c’erano voluti fatti di cronaca come quello di cui è stata protagonista la veterinaria torinese Laura Bertolazzi, responsabile di un’associazione che cura gli animali delle persone non abbienti a prezzi ben inferiori alle tariffe minime. Che per questa colpa si è beccata tre sospensioni dal suo albo.

    Questa battaglia sembrava finalmente vinta. E sapete com’è andata a finire? Che le tariffe minime, cacciate dalla porta, sono rientrate dalla finestra. Alcuni Ordini, come quello degli avvocati, hanno inserito nei codici deontologici delle pillole avvelenate, come il divieto di praticare prezzi tanto bassi da offendere il decoro della categoria. Chi decide qual è il livello che offende il decoro? L’Ordine. Quanto alla pubblicità, è stato introdotto una specie di diritto di veto: sarà ancora l’Ordine a vigilare sulle inserzioni. Fatta la legge, trovato l’inganno.

  • Controlli a campione.

    Da Marcello ho intuito che le Ferrovie Nord milanesi non brillano certo per efficienza.

    Ora scopro che per controllare i biglietti si fanno aiutare dai poliziotti…

    DEL FATTO CHE SIAMO IN UN REGIME MILITARE, E NESSUNO DICE NIENTE
    anche a volersi coprire gli occhi con le fette di salame, fare finta di niente,  dirsi che è tutto normale, non si può negare la realtà: la realtà è che in questa nazione, negli ultimi mesi, si sta sprofondando sempre più in un regime di polizia. tra soldati dell’esercito che passano il tempo a fumare in piazza, ronde padane e non che vigilano sui vostri sonni, poliziotti che non hanno soldi per mettere la benzina nell’alfettone, e medici che volendo possono denunciare stranieri senza permesso di soggiorno che si fanno curare (col risultato che un medico su mille denuncerà, ma uno straniero su due eviterà di farsi curare).
    ieri pomeriggio, treno che passa alle 16.52 da merone, direzione milano cadorna. ferrovie nord milano: un nome, una garanzia. si aprono le porte del vagone, e spuntano due poliziotti. con me, dalla stessa porta, entrano due ragazzi di colore, più un ragazzo, mulatto, con zaino in spalla. i due poliziotti, sulla porta, chiedono ai due ragazzi se hanno il biglietto, loro gli dicono di no, e i poliziotti allora fanno “ma cosa cazzo salite a fare, allora. state giù. dove cazzo volete andare se non avete il biglietto?”. nel frattempo, anche al ragazzo con lo zainetto, dall’altro poliziotto, viene controllato il biglietto, fronte e retro. io, che salgo di fianco a loro, vestito in giacca e cravatta, non vengo controllato. subito dopo, mentre mi siedo, e dico al ragazzo mulatto, mortificato per la scena, “dimmi te dove cazzo viviamo”, i due poliziotti iniziano a passeggiare. avanti e indietro per il vagone, e chiedono i documenti d’identità a due immigrati: parlottano con loro, fanno controlli, chiamano la centrale per le verifiche di rito. e, ad ogni fermata, si avvicinano alla porta, per controllare chi sale, e casualmente, chiedono sempre, solo ed esclusivamente alle persone che all’apparenza sembrano straniere, di mostrare un titolo di viaggio valido.
    io, nonostante abbia il pc acceso, non sto lavorando, ma continuo a fissarli, per capire cosa diavolo sta succedendo. ad ogni fermata, continuano a passeggiare per i vagoni, e chiedono sempre di mostrare il biglietto alle persone straniere, non chiedono solo se ce l’hanno, vogliono vederlo, lo scrutano attentamente, controllano sul retro che sia vidimato.
    quando arriva il controllore, un controllore donna, le chiedo come sia possibile che i poliziotti controllino i biglietti alla gente. lo faccio a voce alta. il controllore mi spiega che è un normale servizio di controllo, sul treno, da parte della polizia di stato, ed io gli obietto che possono tranquillamente fare il loro servizio di controllo, i poliziotti, ma che non è un loro diritto controllare il biglietto, che quello è il suo lavoro, non è il lavoro della polizia, e che se il poliziotto avesse chiesto a me il biglietto, mi sarei rifiutato di mostrarlo. la signorina riprova ad obiettare che è un loro diritto controllare che i passeggeri abbiano il biglietto, ma nel momento in cui le replico “non credo proprio che i poliziotti abbiano il diritto di controllare i biglietti, non è il loro compito”, il controllore, che capisce di non avere proprio tutte le ragioni di questo mondo, mi dice “deve chiederlo a loro, perché controllano i biglietti”, lavandosene le mani.
    “loro”, intanto, avendomi sentito parlare ad alta voce, si affacciano nel vagone, e chiedono se “il signore avesse da lamentarsi di qualcosa”. mi giro verso di loro, e gli dico “mi stavo chiedendo per quale motivo controlliate i biglietti, dato che quello non è il vostro compito, ma è il compito del controllore”, e lui replica che “a seguito di lamentele a proposito di cittadini italiani e stranieri che viaggiano senza biglietto, loro stavano effettuando questo controllo”. il colpo di genio del poliziotto, all’ennesima mia replica sul fatto che loro non avessero nessun diritto per controllare i biglietti del treno, è stato rispondermi che “noi non controlliamo i biglietti. il controllore, controlla i biglietti. noi, li osserviamo. OS SER VA RE. noi li osserviamo e basta. ma se lei ha il biglietto in regola, non ha niente di cui preoccuparsi”. ho riguardato in faccia il controllore, mentre i poliziotti continuavano ad osservarmi, e le ho detto “guardi che loro non possono controllare il biglietto. e lei lo sa bene. e non lo osservavano, ma controllavano fronte e retro. e stanno controllando il biglietto solo a quelli di colore. e infine, ultima cosa, non stanno facendo salire sul treno la gente senza biglietto: se io sono senza biglietto, fino a prova contraria, sulle ferrovie nord, posso fare il biglietto sul treno, con un sovrapprezzo. i due poliziotti non hanno il diritto di fare i buttafuori all’entrata, soprattutto con le persone che individuano loro. ma han fatto così per tutto il viaggio”.
    la cosa più triste, mentre la signorina mi guardava con uno sguardo tra il rassegnato e l’indifferente, i poliziotti tornavano nell’altro vagone per la loro ronda “paga biglietto”, è che, delle altre persone sul treno, nessuno ha detto niente, per appoggiare il mio discorso. solo un ragazzo di colore, alla fine, mi ha sorriso. ma a me non importava, ero incazzato nero, anche perché sapevo che i controllori (e così è stato), le altre volte che han continuato il loro giro (ma hanno smesso di chiedere i biglietti), se non mi han chiesto i documenti, per effettuare un controllo, era solo perché ero su quel treno in giacca e cravatta, e con un pc. se fossi stato vestito in “borghese”, come mi vesto al di là dell’orario lavorativo, sicuramente, in qualche modo, me l’avrebbero fatto pagare, quell’atto di “ribellione”.
    se non altro, ora so che la polizia di stato, per risolvere i problemi dovuti ai tagli dei fondi a loro destinati, si muovono con le ferrovie nord: quindi, se avete bisogno di un poliziotto, vedete di farvi rapinare, o violentare, in un paese dotato di stazione ferroviaria e, trattandosi di ferrovie nord, almeno dieci minuti di ritardo, metteteli in conto.
    adesso, com’è ovvio, anche se so che non serve a niente, questo post, viene spedito alle ferrovie nord, per protestare.

    Via wittgenstein links.

  • Proporzioni

    fioriera fuori formato?

    fioriera fuori formato?

    No, quella a fianco non è una fioriera.

    E’ uno dei tanti orrori edilizi e urbanistici che si vorrebbero far diventare norma in questo paese.

    Per fortuna c’è Nonsolopuntaperotti a vigilare, e se fossi nella giuria voterei per questa.

    Via Marcello, un po’ di immagini anche su Repubblica Milano:

    A Como una gru segnala che la vista sul lago dalla collina Cardina sta per essere compromessa da nuove costruzioni. A Milano la stazione di San Cristoforo ha tutto l’aspetto di un enorme treno in mezzo alla campagna. E c’è chi ritiene il nuovo Pirellone, che ospiterà la Regione, il principe delle brutture architettoniche. A Seregno, nella piazza stazione ferroviaria, una torre svetta nel cielo fino a confondersi con le nuvole. E poi c’è l’ennesimo centro commerciale (ad Assago), gli sfregi nelle montagne della Bergamasca, i palazzi che nascondono lago e monti nel Lecchese, il casermone che spunta alla Bicocca.

    “Il petrolio dell’Italia è la bellezza dei suoi paesaggi – commenta Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi e ideatore del concorso – Difenderla e valorizzarla significa rilanciare lo sviluppo del nostro Paese, e assicurarlo per il futuro, in maniera duratura. Esattamente l’opposto di quanto vuol fare il Governo in questi giorni. Con il concorso Nonsolopuntaperotti ci siamo riproposti di fare un’azione pedagogica al contrario: sono i giovani, i partecipanti al concorso, che istruiscono al bello schiere di Assessori, geometri e funzionari comunali”.
    Contro i provvedimenti previsti nel “piano case” annunciato da Berlusconi si schiera anche Paolo Pileri, docente del Politecnico: “Aumentare i volumi senza sapere quanto suolo consumiamo è folle”. Nell’ultimo numero della rivista Territorio Pileri fornisce dati molto allarmanti sulla Lombardia: “In cinque anni le superfici urbanizzate (che comprendono anche le infrastrutture) sono cresciute di 24.742 ettari (+8,6 per cento) che corrisponde a un incremento medio annuo di quasi 5000 ettari all’anno, ovvero 13,6 ettari al giorno. Per avere un’idea più concreta di cosa significhi tale crescita si tenga presente che è come se, in un anno solo, si fosse realizzata, ex novo, una città del calibro di Brescia”

  • Saltano fuori come funghi..

    pretesalutaAl post di Marcello aggiungo solo una nota: a vedere le foto di Repubblica c’era anche un prete lefebvriano al corteo di Forza Nuova a Bergamo.

    Ultimamente saltano fuori come funghi…

    Com’era? Ama il prossimo tuo…

    La violenza è una brutta cosa. Sempre e comunque, che sia di destra o di sinistra.
    Ed è proprio perchè la violenza va combattuta sempre e comunque che dobbiamo farci alcune domande sui cortei di sabato a Bergamo: quello dei neofascisti e quello di una parte, una minoranza, degli antagonisti.
    Perchè è stato caricato solo uno dei due cortei se entrambi non erano autorizzati? E’ vero che la carica del secondo è stata determinata da informazioni poi rivelatesi false su inesistenti devastazioni del centro di Bergamo?
    Guardiamo le foto su Bergamonews. Quelle degli apprendisti squadristi, ognuno con il casco in testa e tutti con la spranga in mano. Guidati da quel Fiore che fu latitante in Inghilterra perchè militante di Terza Posizione, e poi accusato anche dai suoi ex camerati di essere scappato con la cassa. Ma di tutto questo non si può leggere su Wikipedia Italia. Bisogna andare su quella in inglese.
    Si può leggere su Repubblica, invece, in un articolo di Paolo Berizzi,  che il capo bergamasco dei neofascisti di Forza Nuova, uno che si fa chiamare Dario Astipalio, altri non è che il figlio di Pietro Macconi, segretario provinciale di Alleanza Nazionale – PDL, mio collega in Consiglio Regionale.
    Macconi è una brava persona, un galantuomo. Macconi padre. Però vorrei sapere da lui se è vero che il figlio è stato “tutor” in un corso di formazione di Alleanza Nazionale del 2007. Spero non siano questi i modelli con cui si vuole far crescere i giovani del Pdl.

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    britishjobs_leafletSettimanina intensa questa. Al top delle notizie non puo’ che esserci la protesta dei lavoratori inglesi al suono di “Sporchi immigrati ci rubate lavoro“, ma soprattutto il silenzio assordante dei vari esponenti leghisti. Bossi, Calderoli e Maroni di solito intervengono su tutto, da 2 giorni si occupano rispettivamente di UDC, Fiat, e presunto traffico d’organi. Fenomeni.

    Nel frattempo in Italia continuano gli stupri, continuano le cacce alle streghe, in particolare se straniere. Come purtroppo ci testimonia il cittadino indiano bruciato vivo a Roma. Ci vuole Lori del Santo a ricordarci che la gran parte delle violenze sulle donne avviene, purtroppo, all’interno delle mure domestiche e nel silenzio dei benpensanti. E Gad Lerner.

    Doppio scandalo a sfondo canaposo in america: prima Phelps viene beccato con un bong in mano, poi il fratellastro del Presidente Obama arrestato in Kenya per uno spinello. Che fare, oltre alla solidarietà di circostanza? Forse ribadire quanto detto qui a proposito di Apodaca, e magari invitare Obama a prendere decisioni un po’ più coraggiose della nomina del nuovo Zar antidroga, ad interim (ma poteva andarci peggio).

    Apprendo poi da Marcello che a Genova Don Gallo si è ritrova nel camioncino uno zaino pieno di tritolo. Almeno questa è andata bene, per fortuna. E’ andata meno bene a Google che per 40 minuti ha messo in allarme il mondo intero. Io, sinceramente, non mi sono accorto di nulla: ecchediamine manco fosse l’oscuramento del “Grande Fratello” a causa degli innumerevoli problemi dello switch al segnale digitale terrestre in Sardegna.

    Chiudiamo almeno con una cosa divertente. Tipo i 2 (su 2) consiglieri comunali napoletani dell’Italia dei Valori che rispondono picche all’ultimatum del loro Capo di uscire dalle maggioranze campane:

    “Nel momento in cui – spiega Scala – poniamo la questione morale nell’ Idv in Campania, l’ obiettivo da Roma viene spostato sulla sfiducia alla giunta, senza darci alcuna risposta, questo non possiamo accettarlo nè lo capiamo. Se il presidente continua su questa linea significa che ce ne andremo, in fondo ci siamo già auto sospesi dall’Idv e quindi ci comporteremo con coerenza”