• Quattrocentoventidue vaffanculo

    L’Italia spende poco per gli armamenti. Al convegno Pd sulla politica estera, Massimo D’Alema ha detto una cosa che un tempo avremmo definito “di destra”, ma che in realtà è saggia, ragionevole e controcorrente rispetto alle posizioni del suo partito (che chiede tagli alla Difesa) e dell’informazione di area («Manovra di guerra», ha esagerato l’Unità). Internet e il sistema di navigazione Gps nascono dalla ricerca e dallo sviluppo finanziato dal complesso militare-industriale, così come decine di soluzioni medico-sanitarie che hanno allungato la nostra vita.

    Le scelte di politica estera di D’Alema sono andate maturando con la sua esperienza personale e politica. È passato dalla protesta con-figlio-in-spalla di piazza San Pietro contro la guerra sotto egida Onu anti Saddam (1991) alla partecipazione come premier nella coalizione che mise fine ai conflitti etnici nei Balcani e al regime di Milosevic, raid su Belgrado inclusi. È stato criticato perché troppo «amico degli americani» (Cermis), ma è anche andato a braccetto con Hezbollah. Il D’Alema odierno è lungimirante e capace di dire scomode verità sull’utilità degli investimenti per la Difesa. Amici e avversari farebbero bene ad ascoltarlo.

    Non so se sia peggio D’Alema o il commento del Sole 24 Ore.

    Perchè non solo

    Tagliando la commessa per 131 i caccia bombardieri F-35 si possono risparmiare 15 miliardi di euro. Altri 5 miliardi si possono recuperare dall’ultima trance del programma per l’acquisto di 121 caccia Eurofighter (per il quale sono già stati spesi 13 miliardi). Fermando l’acquisto delle 10 fregate ‘FREMM’ per la marina militare si risparmiano altri 5 miliardi di euro e fermando la commessa per 100 elicotteri NH90 restano a disposizione altri 4 miliardi di euro.

    Complessivamente si possono reperire ben 29 miliardi di euro, di più di quanto Tremonti sia riuscito a mettere nella sua Manovra di ‘lacrime e sangue‘ per i cittadini più deboli.

    ma quegli stessi 29 miliardi di euro – che sia ben chiaro non sono investimenti diretti in ricerca, bensì semplici forniture militari – sono 422 volte i fondi raccolti da AIRC e FIRC per la ricerca sul cancro nel 2009. Quattrocentoventidue. In un anno.

    Ma vaffanculo! 422 volte.

    Non rivolto a D’Alema, sia beninteso: questo è per promemoria personale, per quando penserò “ma in fondo D’Alema è un politico intelligente”.

    Mi è capito, nel passato, lo confesso.

    Anche su Civati, Metilparaben, Rangle.