• Mercato in centro, ok allo spostamento “ma dialogo aperto”

    Mercato in centro, ok allo spostamento “ma dialogo aperto”

    Serra: “Continuerà ad esserci confronto con i commercianti”

    Da Estense.com

    IMG_0788La delibera che sposta a partire dal prossimo anno il mercato del venerdì in piazza Trento-Trieste, approvata nei giorni scorsi dalla Giunta, è passata dopo un dibattito acceso anche in Consiglio comunale.

    I termini nel nuovo regolamento non cambiano rispetto a quanto già preannunciato ormai una settimana fa, ma ci sono delle aperture di carattere politico affinché prosegue il confronto tra amministrazione e venditori ambulanti alla ricerca di una soluzione soddisfacente per tutti.

    “Da un punto di vista politico – ha spiegato l’assessore Roberto Serra presentando la delibera ai consiglieri – sono stati portati due emendamenti di giunta per dare un segnale di disponibilità ulteriore agli operatori. Non vi è alcuna preclusione a rivedere l’attuale posizione, purché una formale proposta condivisa con l’amministrazione”. L’apertura c’è ma non è totale perché gli ambulanti dovranno comune riuscire a soddisfare le garanzie chieste dal Comune per poter tornare nella piazza principale della città. “Il dialogo c’è stato, c’è e continuerà ad esserci – ha proseguito Serra -, ma attualmente le distanze sono talmente rilevanti che non è stato possibile avviare un percorso diverso da quello illustrato”.

    La delibera lascia un certo margine ai commercianti: qualora gli operatori, minimo 25, rinunciassero alla presenza dei furgoni in favore di una struttura da concordare con l’Amministrazione comunale e la Sovrintendenza, con le modalità previste dall’Amministrazione stessa, ne verrà autorizzata la permanenza o il progressivo rientro in piazza Trento Trieste.

    L’opposizione, soprattutto Francesco Rendine (Gol), Paolo Spath (Fdi) e Giovanni Cavicchi (Lega Nord) hanno contestato la scelta della giunta asserendo, in sostanza, che l’assenza del mercato contribuisca a svuotare il centro. Rendine in particolare è stato il più duro nell’attaccare l’amministrazione: “Avete sbagliato a fare la pavimentazione, – ha affermato riferendosi ai problemi dovuti alle perdite di olio da parte dei furgoni denunciate dall’assessore – e gli errori li volete far pagare a chi esercita l’attività lì. Ancora una volta gli errori del Pd li paga il cittadino”.

    Vittorio Anselmi – che ha confermato, come da campagna elettorale, di essere favorevole allo spostamento in piazza Travaglio e corso Porta Reno – ha votato contro la delibera ritenendola non sufficiente soprattutto per via di una mancanza di programmazione sul futuro del centro storico, tema quest’ultimo su cui si è espresso in maniera più ampia anche Leonardo Fiorentini (Sel), comunque favorevole al trasloco.

    Prima del capogruppo forzista era intervenuto Luigi Vitellio del Pd che ha criticato la posizione assunta “da una parte dell’opposizione che ha deciso di sostituirsi a un sindacato senza dare merito ai commercianti e venendo meno al proprio mandato elettorale”. Si è poi rivolto direttamente ai rappresentanti degli ambulanti presenti nella sala del Consiglio: “Noi vogliamo rendere questa città più bella, non desertificarla, perché un turista in più che viene può essere un potenziale cliente anche per i commercianti, non vogliamo smantellare niente. Un mercato più bello e una dislocazione più bella pensiamo sia meglio per tutti quanti. Se ci chiedete di fare un passo indietro troverete porte chiuse – conclude Vitellio, sempre rivolto agli astanti -, se ci chiedete di fare due passi avanti troverete sempre porte aperte, perché è fondamentale capire che anche il mercato è una prospettiva per il futuro. La nostra volontà è costruire il mercato insieme, trovando anche finanziamenti per i commercianti”.

    A votare contro al M5S che nell’intervento del consigliere Claudio Fochi ha rilevato che lo spostamento possa comportare dei problemi di tipo economico per gli ambulanti e che l’eventuale reingresso in piazza sia ‘costoso’ dal punto di vista ambientale per via dei troppi viaggi (almeno quattro tratte) che i furgoni dovrebbero fare. Da notare che il gruppo, votando contro la delibera, si è espresso in maniera difforme rispetto al risultato del sondaggio promosso nel meetup dove, su venti votanti totali, il 55% (11) si sono dichiarati favorevoli allo spostamento. Il campione, probabilmente, avendo ridottissime dimensioni e differenze assolute molto contenute, non è stato ritenuto sufficientemente rappresentativo.

  • Il mercato, il listone e l’idea che abbiamo delle piazze centrali

    Schermata 2015-07-09 alle 12.09.40Intervento su ListoneMag di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale di Ferrara in risposta all’articolo di Eugenio Ciccone “Cosa dobbiamo farci, di grazia, sulla piazza cittadina?“.

    Qualche mese fa Eugenio Ciccone su ListoneMag si inserì nel dibattito sullo spostamento del mercato del Venerdì dal listone ponendo una domanda molto stimolante che va al nocciolo del problema: “Cosa dobbiamo farci, di grazia, sulla piazza cittadina?”.

    ListoneMag, come tradisce la testata stessa, ha sempre dedicato molto attenzione alla piazza principale di Ferrara, tanto da arrivare a promuovere una sorta di backup della piazza, ricostruendone la storia attraverso il vissuto delle persone.

    Ora il quesito è stimolante per due ragioni: in primis sposta l’attenzione dagli interessi di “bottega” di qualcuno (assolutamente legittimi peraltro) ad una visione più larga di impostazione della città. Poi perché finalmente mette in luce la necessità di prendere decisioni tenendo conto di un minimo di visione di quello che vogliamo che sia il centro della città in cui viviamo.

    L’attuale utilizzo delle piazze cittadine è infatti frutto di una stratificazione di usi, a volte storici, a volte recenti (e fra i più recenti ci sono proprio i camion-bancarella), spesso improvvisati. E non è solo questione di Piazza Trento e Trieste e del Listone: Piazza Municipale e Piazza Castello vivono lo stesso problema di intasamento del calendario, come chiunque abbia tentato di organizzare qualsivoglia iniziativa in centro sa benissimo.

    Perché spostare il mercato

    Per quanto mi riguarda sono da sempre favorevole allo spostamento del mercato del Venerdì. Non tanto per questioni di mera tutela del luogo (che comunque ritengo sensate e condivisibili), quanto per gli effetti che tale occupazione settimanale ha sul sistema città. Ad esempio le linee degli autobus deviate, con evidenti disagi dell’utenza e aumento dei costi del servizio (migliaia di km all’anno in più che vanno sprecati, in una situazione complessiva di grande difficoltà nel finanziamento del Trasporto Pubblico Locali), ma anche la saturazione dei parcheggi il venerdì che rende ulteriormente difficoltoso l’accesso al centro già “orfano” dei bus. Perché una cosa è occupare il Listone, una cosa è occupare anche Corso Martiri e Porta Reno, con gli effetti conseguenti.

    Poi ci sono i problemi legati alla pulizia della piazza, che nonostante gli sforzi di questi anni, anche con la promozione di iniziative di raccolta differenziata, al termine del mercato vive un momento più o meno lungo di impresentabilità (molto vicino ai picchi dei mercoledì sera alcolici), prima dell’intervento straordinario di Hera. Infine c’è il problema dell’ipoteca che un’occupazione tutti i venerdì (e qualche domenica in periodo natalizio) mantiene sugli altri usi possibili di quella piazza. Impossibile montare una struttura per una qualsiasi iniziativa nel week end se non dalle 15 del venerdì, ed impossibile spesso mantenerla per più di una settimana se interferisce in qualche modo con con gli stalli mercatali.

    Un breve passaggio meritano anche agli aspetti estetici. Se è evidente che veder vendere mutande di fianco al duomo non è il massimo per una città che vuole (deve) caratterizzarsi come città d’arte e di cultura, è altrettanto evidente che la qualità delle bancarelle (e del loro contenuto), tutte rigorosamente con il loro furgone al seguito, non è assolutamente paragonabile con quella delle poverissime bancarelle che impegnavano il listone nell’ottocento. Il vero paradosso è che oggi, almeno chi scrive, si bacerebbe i gomiti ad avere quel tipo di banchi al posto di tendoni bianchi elettrificati attaccati ad un camion.

    Dove mettiamo il mercato del Venerdì?

    L’ipotesi che va per la maggiore (lo spostamento su Porta Reno – Piazza Travaglio) e che è stata ormai fatta sua dall’amministrazione, è una soluzione che continua a non risolvere alcune delle questioni sollevate, in particolare quelle sulla funzionalità della città. Da un po’ di tempo penso che lo spostamento del mercato debba essere un momento di sperimentazione per un nuovo modo di vivere il centro. Sperimentazione sia per verificare gli effetti sugli operatori economici coinvolti, ma anche per testare soluzioni che possono venire utili per verificare visioni possibili della città nel lungo periodo. Per questo credo che sperimentare la presenza del mercato del venerdì nell’asse Cavour-Giovecca darebbe finalmente l’occasione alla città di capire se l’interruzione dell’asse principale, lasciato permeabile ai soli mezzi pubblici, è o meno sostenibile. Un mercato che parta dall’incrocio Cavour/Armari e che si snodi per Largo Castello e Giovecca, sino all’incrocio con Via Palestro (o via Montebello), che renda possibile l’accesso al centro ai soli mezzi pubblici, potrebbe esser l’occasione per verificare quali conseguenze sull’assetto della città in un giorno feriale quell’interruzione già sperimentata nei week end delle recenti festività natalizie e di questa primavera. Certamente una sperimentazione difficile nei giorni feriali ma credo a questo punto necessaria. Sono almeno 20 anni che si parla di interruzione degli assi principali di questa città. Oggi, che con la realizzazione della tangenziale ovest si è finalmente completato il sistema tangenziale a sud della città, possiamo finalmente ragionare, verificandone prima gli effetti, sull’allargamento del centro tutelato dal traffico privato (aree pedonali e ZTL) per comprendere tutta l’area monumentale della città.

    E poi cosa ce ne facciamo del Listone?

    Ciccone scrive: “Eppure con l’innocenza di un bambino che grida al re nudo bisogna ammettere che questa piazza così bella e suggestiva, con il listone che va su e poi giù e poi su di nuovo, l’illuminazione spettacolare e i lampioni d’epoca pure un po’ storti è ormai sempre più vuota, impoverita della sua funzione di pubblica piazza.” Si lamenta quindi l’assenza di funzioni di una piazza svuotata dal mercato. Fra teatri che non riaprono, pochi bar richiusi su se stessi, attività nascoste dai porticati in effetti quella lunghissima piazza sembrerebbe non esser altro che un (largo) collegamento fra una parte del centro e l’altra, ed il listone un grande palcoscenico vuoto.  Si potrebbe obiettare facilmente che non sono 6 ore di mercato alla settimana a determinare le funzioni di una piazza (anche se invece ne ipotecano l’utilizzo) ma è certo che la piazza, così come è strutturata, ancor oggi fa fatica a permetterne altre di funzioni.

    A suo tempo ero favorevole, fra i pochi, alla demolizione del Listone perché pensavo, e penso tuttora, che fosse di ostacolo ad una fruizione completa dello spazio, identificando la piazza come appunto due corridoi di passaggio intorno al Listone. Oggi, con la piazza rinnovata, non è cambiato molto. Se la permeabilità della piazza è stata migliorata dagli addolcimenti del rilevato, il disegno è rimasto lo stesso e gli usi si devono adeguare a questa conformazione.

    La piazza, ed il suo listone, devono secondo me certamente continuare ad essere luoghi di mercato, come è sempre stato. Magari di mercati qualificati nelle merci e nelle strutture (e per cortesia nessuna casetta di legno, grazie), che non ne ipotechino totalmente l’utilizzo in modo da poter sperimentare altro. Magari non le corse dei sacchi, ma certamente, vista la fame di spazi per eventi e manifestazioni idee ce ne saranno, senza timori di fare un salto nel buio.

    Fonte ListoneMag.

  • FerraravsFerrara: un contributo

    Schermata 2015-01-20 alle 07.11.50Messaggio inviato all’iniziativa FerraravsFerrara proposta da FerraraItalia.

    Care amiche e cari amici di FerraraItalia,

    purtroppo la concomitanza con il Consiglio Comunale mi impedisce di essere alla vostra interessante iniziativa. Interessante perché permette finalmente di guardare alla nostra città con gli occhi rivolti verso il futuro, e perché mette al centro alcune questioni che mi stanno particolarmente a cuore. Mi scuso, ma il poco tempo a disposizione nel scrivervi queste righe prima di andare in consiglio mi costringono ad andare per punti (a me più cari) e a tagliare con l’accetta i ragionamenti, ma spero ci sarà modo di ragionarci insieme anche in altre occasioni.

    Pensare in grande: riscopriamo il canale Panfilio per cambiare faccia al centro storico

    E’ una suggestione affascinante ed interessante, sia per l’aspetto paessaggistico e storico, che per i risvolti indiretti su uno degli assi di attraversamento della città (vedi sotto). Vedo solo una grande criticità, anche una volta riusciti a reperire i fondi per un’opera che non mi appare cmq di semplice realizzazione: le nostre acque non sono più quelle del ‘400 o del ‘700. Già il fossato del Castello è stato oggetto di interventi per garantire una qualità delle acque decente d’estate, mi preoccupa molto un canale con acqua di fatto ferma che attraversa la città che preleva l’acqua da un canale, il volano, piuttosto fermo di suo.

    Sculture, arredi floreali e caffetteria per il Giardino delle duchesse

    Essendo stato di fatto il primo custode del Giardino riaperto, quando come circoscrizione cocciutamente realizzammo la prima apertura estiva il tema mi sta ovviamente a cuore. Continuo a vedere quell’angolo di città come una riserva verde dentro la città costruita. Una riserva che fa da polmone e ristoro di giorno, e vive di cultura la sera. Per questo non vedo male, una volta finiti i cantieri di risistemazione del Palazzo municipale, un ragionamento che introduca la possibilità di apertura di attività all’interno del giardino (o anche solo la collocazione di tavolini delle attività che già esistono nel perimetro), mantenendone la caratteristica di luogo privilegiato delle attività culturali cittadine dalla primavera all’autunno.

    Un disegno unitario per rivitalizzare piazza Castello e piazza Repubblica, Un nuovo volto per piazza Cortevecchia e nuove ‘vasche’ in città, Strapaesana, Da mercatone a mercatini, ieri e oggi tutto un altro volto

    Le metto tutte insieme perché devono far parte di un ragionamento unitario. Credo sia venuto il tempo di porre fine alla cesura fra la città medioevale e quella rinascimentale. La zona pedonale deve poter varcare largo castello/giovecca e riunire le grandi ztl interrompendo, oggi che la tangenziale ovest è realizzata, un asse di attraversamento (Cavour-Giovecca) che deve rimanere permeabile ai soli mezzi pubblici. Il resto deve essere ricompreso in una zona pedonale progressivamente allargata. Come si è già sperimentato le scorse festività, la chiusura dell’asse principale è realizzabile (da S. Stefano a Palestro). Si può continuare nella sperimentazione, magari spostando il mercato del venerdì fra cavour, largo castello e giovecca, per verificarne l’impatto nei giorni feriali, ma è imprescindibile un ragionamento complessivo che coinvolge la mobilità pubblica (con linee bus che si attestano ai bordi della zona pedonale) e quella privata (spostando i parcheggi persi in cortevecchia sull’ultimo tratto di un viale cavour “chiuso”), un ragionamento sugli altri due assi (porta po/portamare e di riflesso arianuova), e finalmente un ragionamento complessivo sull’utilizzo razionale e condiviso delle piazze sia per le attività “mercatali” che per gli eventi.

  • tangenziale ovest ferrara

    Apertura Tangenziale OVEST: Fiorentini (SEL): bene, era ora.

    Comunicato Stampa
    Apertura Tangenziale OVEST: Fiorentini (SEL): bene, era ora.
    Ora cominciamo a pensare a come ridisegnare
    la mobilità in città

    Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente eletto nelle liste di SEL, in occasione dell’apertura del primo tratto della Tangenziale Ovest:

    “Da oggi pomeriggio apre, finalmente, la tangenziale ovest. E’ un’apertura attesa per troppi anni dalla città di Ferrara. Attendiamo con curiosità i dati sul traffico che saranno predisposti dall’assessorato alla mobilità di Aldo Modonesi, ma intanto possiamo finalmente cominciare a ragionare di cosa si potrebbe fare grazie all’alleggerimento (sperato) del traffico sul nodo di Viale Po/Costituzione e, perchè no, sugli assi di attraversamento Cavour-Giovecca e Po-Porta Mare.

    Dalla semplificazione del sistema di accesso alla città, dall’incrocio Via Modena/Padova/Lavoro sino al semaforo di Viale PO/Costituzione con particolare attenzione su quest’ultimo alla mobilità debole (pedoni e cicli) ora in secondo piano. Fino a suggestioni più ardite che dovranno essere confortate dai dati del traffico. Tipo: perchè finalmente non proviamo a spostare il mercato del Venerdì su Largo Castello/Giovecca sperimentando finalmente con continuità il ricongiungimento della ZTL verso Palazzo dei Diamanti spingendo il traffico di puro attraversamento sul sistema tangenziale a sud della città?”

  • Per un pugno di centesimi

    perunpugnodidollariSolo io rilevo un senso di inadeguatezza storica e politica leggendo dello sforzo del nostro sinistro governo per lo sconto di 2 centesimi della benzina?

    Benzina, le compagnie al governo “Prezzo giusto, nessun taglio”

    ROMA – Nulla da fare. Per le compagnie petrolifere non ci sono margini per una riduzione dei prezzi dei carburanti. Neanche di quei 2 centesimi di euro al litro che aveva chiesto il ministero dello sviluppo economico. Il responsabile delle relazioni esterne dell’Unione petrolifera, Marco D’Aloisi, al termine dell’incontro con il sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saglia, non lascia spazio alla speranza. “Le compagnie nella loro piena autonomia – afferma D’Aloisi – ritengono non ci sia spazio per una riduzione dei prezzi. Tuttavia su molti impianti si possono ottenere sconti fino a 11 cent al litro”.

    Per il rappresentante dell’Up “gli aumenti sono ampiamente giustificati perchè i mercati sono tornati a crescere” e punta il dito contro l'”ingiustificato” rilievo mediatico “innescato dalle associazioni dei consumatori”. (Da Repubblica.it)