L’uselin de la comare
Importiamo l’esportato?
La metro a Copenaghen, a memoria, non costa pochissimo, anzi.
Ma in compenso c’è il wifi, come ci racconta Fabio Fimiani.
E indovinate chi la gestisce?
Sorpresa delle sorprese l’ATM di Milano.
Chissà se dover aver esportato la capacità di spuntare gli appalti importeremo mai le buone pratiche?
Sig. Salvini, mi permetta una domanda.
Matteo Salvini è ormai un esponenti di spicco della Lega Nord per meriti sul campo. Da quando esternò “Carrozze metro solo per milanesi” di acqua sotto ai ponti ne è passata e il nostro è cresciuto tanto da causare scandalo in tutta la nazione con i suoi canti da “stadio” durante la festa padana…
Ma tant’è, veniamo al dunque. Il Sig. Salvini oggi si scaglia contro la sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano che ha dato ragione all’aspirante autista di Metro extracomunitario che era stato escluso in virtù di un Regio Decreto del 1931, imponendo all’ATM di “rimuovere la richiesta di cittadinanza italiana o europea tra i requisiti per l’assunzione”:
“la sentenza è aberrante”: “E’ arrivata l’ora che questi giudici si trasferiscano in Marocco – dice – dove potranno assaporare le virtù del sistema giudiziario marocchino. A Milano i mezzi pubblici dovranno essere guidati solo da cittadini italiani. Chiamerò immediatamente Elio Catania (presidente di Atm, ndr) perché Milano e i milanesi siano rispettati e tutelati e gli fornirò centinaia di curricula di aspiranti autisti lombardi”
Ricordiamo che la “motivazione forte” dell’applicazione del decreto era che gli stranieri, per il semplice fatto di essere ‘non cittadini’, sono fonte di rischi per la sicurezza pubblica, come scritto a pag. 41 della memoria scritta di ATM:
“Il servizio di pubblico trasporto involge delicati aspetti di sicurezza pubblica, ed è particolarmente esposto, ad esempio, a rischi di attentati. È proprio di questi giorni la notizia, apparsa sulle maggiori testate giornalistiche, che cinque terroristi magrebini avrebbero organizzato un attentato nella metropolitana milanese che avrebbe dovuto realizzarsi prima delle elezioni del 2006”. E ancora: “Il legame personale del cittadino allo Stato dà maggiori garanzie in relazione alla sicurezza e incolumità pubblica”
Giusto qualche giorno fa, lo stesso Sig. Salvini ha difeso con forza l’appalto alla Blue Berets per la “sicurezza” (SI-CU-REZ-ZA) all’interno della Metropolitana, nonostante l’organizzazione, presieduta da tal Vincenzo Scavo, iscritto all’MSI di Saja, utilizzi personale extracomunitario, come riporta l’inchiesta di Repubblica Milano (un cubano ed un ecuadoriano, nel caso specifico), sparandola grossa:
“Qualcuno mi deve spiegare perché dovremmo togliere l’appalto Blue Berets. Solo perché c’è uno del Msi dentro? Ma chissenefrega. Per me – spiega il deputato del Carroccio – potrebbero essere pure coordinate da Rifondazione Comunista. Ogni euro speso per la sicurezza è speso bene. E ogni berretto, di qualunque colore, in giro sui mezzi pubblici è benvenuto. L’altra sera – racconta Salvini – ero in metropolitana e gli ho visti ed è meglio che ci siano. Probabilmente gli amici del Pd hanno preso i mezzi pubblici quattro anni fa. Non mi interessano le simpatie politiche e non vado a chiedere ai volontari che cosa hanno votato l’ultima volta. L’essenziale è che facciano un buon lavoro”
Ora, Sig. Salvini, mi permetta una domanda e mi spieghi bene, perchè non capisco proprio bene il suo ragionamento sulle due vicende: l’attenuante che secondo lei permetterebbe ad un extracomunitario di lavorare presso la Metropolitana di Milano garantendo la SICUREZZA del servizio è l’essere grosso e nerboruto, l’essere di carnagione bianca (o al massimo olivastra) o più semplicemente l’essere fascista?