E tolleranza zero sia
Da Repubblica. Bambina a New York multata di 300 dollari per aver disegnato sul marciapiede a causa delle norme contro i graffittari. Addio a mondo e a qualsiasi altro gioco tradizionale. Ma se deve essere tolleranza zero è giusto così. Meditate gente, meditate..
Nessuna violenza, nessuna rappresaglia
Nessuna violenza, nessuna rappresaglia
Riflessione della Federazione provinciale dei Verdi dopo l’attacco agli Usa
Ora l’Occidente deve dimostrare di essere civile davvero. Violenza, odio, rappresaglia, vittoria guerreggiata non sono termini civili e preparano azioni che nulla hanno di civile. La scelta di applicare l’art. 5 del Patto Atlantico ci porta in guerra e ci trasforma in correi e in bersagli. L’orrore per il terribile attentato che ha colpito gli Stati Uniti non può farci smarrire la ragione e intrappolare il mondo intero in un circolo vizioso e oscuro.
Coloro che hanno organizzato un crimine così orrendo vanno individuati e assicurati alla giustizia, ad un Tribunale Internazionale. Il terrorismo va combattuto ed eliminato, ma se la risposta dell’occidente sarà l’attacco ad altri paesi, allora avremo perso tutti e la Storia sarà ancora una volta trascorsa invano. Armi e rappresaglie non portano la pace, non l’hanno mai portata. Occorre far prevalere la ragione e la politica. Il mondo così com’è non garantisce più nessuno ed è perciò necessario rifiutare di contrapporre violenza alla violenza, ma interrogarci a fondo e capire come costruire le condizioni per un mondo capace di globalizzare i diritti, il dialogo, la giutizia sociale; capace davvero di integrarsi, di mediare, di svilupparsi assieme. Capace di volere la pace e consapevole che la si ottiene con la non violenza. Dobbiamo riuscire ad isolare ogni fanatismo impedendogli di radicarsi nelle contraddizioni sociali ed economiche che feriscono la terra. Dobbiamo riuscire a risolvere quelle contraddizioni che danno linfa allo stesso terrorismo internazionale per eliminarlo davvero senza colpire, o mettere nelle condizioni di essere colpiti, donne, uomini, bambini, ragazzi. Non vogliamo più vedere qualcuno che gioisce per la morte di altri esseri umani, e non vorremmo nemmeno più assistere alla decimazione di intere comunità nell’indifferenza del mondo.
Oggi il 20% della popolazione mondiale, concentrato in Occidente, consuma l’83% delle risorse planetarie; nel Sud del mondo 11 milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione, 1 miliardo e 400 milioni di esseri umani non ha accesso ad acqua di qualità sufficiente alla vita e 1 miliardo e 300 milioni di persone ha meno di un dollaro al giorno per vivere.
Stanziare migliaia di miliardi per le armi, per la guerra, per organizzare rappresaglie non servirà a riequilibrare il pianeta e a sradicare l’odio
11 settembre 2001
Di fronte all’immane tragedia che ha colpito gli Stati Uniti d’America, non si può non manifestare l’orrore ed il più profondo cordoglio per le donne e gli uomini, purtroppo moltissimi, che hanno perso la vita.
Non si conosce ancora il numero preciso delle vittime né le menti che hanno messo in opera questo terribile piano.
Una cosa tuttavia è certa, si tratta di un avvenimento che ci tocca, tutti indistintamente, e ci invita alla riflessione.
Quale che sia la matrice di questo attentato, questi atti dimostrano la necessità che la società civile mondiale si faccia carico delle situazioni di conflitto permanente e di povertà in cui affondano le radici ed in cui tentano di trovare una giustificazione questi fenomeni.
Come GDA ci siamo mossi per richiamare l’attenzione sul G8, nel mese di Luglio, e ci stiamo mobilitando per il vertice NATO di settembre e per la Marcia Perugia Assisi che alla luce di cioò che è successo assume un valore fondamentale per tutti coloro che credono nella pace, nella giustizia ed in un mondo migliore. Con lo stesso spirito siamo presenti qui oggi, per dire no alla violenza ed al terrorismo ed affermare la necessità che le donne e gli uomini continuino a mobilitarsi per la costruzione di un mondo diverso, fondato sulla pacifica convivenza fra i popoli e sul rifiuto della violenza.
Questa tragedia sottolinea l’inutilità di avveniristici mezzi di difesa, che non possono garantire e tutelare l’incolumità dei cittadini.
E’ più sensato, in questo momento, investire risorse, le nostre risorse, per rimuovere le cause che generano il terrorismo ed i conflitti.
Riteniamo che ora si debba fare appello alla ragione ed evitare di farsi trascinare in una spirale di rappresaglia e violenza, che non può che radicalizzare ulteriormente la situazione.
E’ questo il momento di rispondere alla ingiustizia con la giustizia, alla guerra con la pace, alla violenza con la nonviolenza.
Resistenza – Nonviolenza
Gruppo di Affinità per l’Azione Diretta Nonviolenta – Ferrara