• Il polline che contamina

    PORDENONE, 30 luglio 2010 — Dopo aver ottenuto da un laboratorio accreditato le prove dell’esistenza di un secondo campo di mais transgenico in Friuli, venti attivisti di Greenpeace hanno tagliato, isolato e messo in sicurezza la parte superiore delle piante di mais OGM, che produce il polline, responsabile della contaminazione su vasta scala. Il campo di mais geneticamente modificato, precisamente MON810 brevettato dalla statunitense Monsanto, si trova nelle vicinanze di Vivaro (in provincia di Pordenone).

    «Greenpeace sta facendo quello che le autorità hanno rimandato per settimane: bloccare la fonte della contaminazione transgenica. Siamo di fronte ad un atto assolutamente irresponsabile – denuncia Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace – anche in questo campo il mais è fiorito e sta già disseminando il proprio polline sulle coltivazioni circostanti».

    Vai al sito di Greenpeace italia.

  • OGM in Friuli?

    In questi giorni stiamo rischiando la prima estesa contaminazione da OGM in Italia, a causa di una presunta semina – che sarebbe assolutamente illegale – di mais transgenico in un campo in Friuli, nel Comune di Fanna (Pn). Di fronte a questa emergenza, con la Task Force OGM ci siamo appellati al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

    Dal sito di greenpeace Italia: aderisci anche tu.

  • OGM free

    Avendola sottoscritta rilancio questa campagna di pressione contro gli OGM segnalata dai Verdi Europei:

    Egregio Ministro,

    a breve lei e suoi colleghi europei sarete confrontati a delle decisioni cruciali riguardo alla coltivazione di piante geneticamente modificate (OGM) nell’Unione europea. Le vostre scelte incideranno sul futuro del nostro cibo, la nostra salute e l’ambiente.

    La Commissione europea propone, infatti, di approvare la coltivazione di due tipi di mais (Syngenta Bt11 e Pioneer 1507) e di costringere l’Austria, la Francia, la Grecia e l’Ungheria a rimuovere la clausola di salvaguardia che hanno fatto valere nei confronti della Monsanto, vietando sul loro territorio la coltivazione del mais MON 810, l’unico attualmente autorizzato a livello europeo.

    Considerando  che:

    Aumentano le prove scientifiche dell’imprevedibilità delle conseguenze per la nostra salute e l’ambiente  della diffusione degli OGM;
    Le due varietà di mais OGM sulla quale sarà chiamata a votare presentano numerose incognite. Non vi sono certezze scientifiche sull’assenza di pericoli per l’ambiente  e la salute umana ed animale. Si tratta di  varietà geneticamente modificate allo scopo di produrre una Bt-Tossina che colpisce anche specie non nocive come farfalle e insetti benefici, e mette a rischio la salute dei suoli e degli ecosistemi acquatici. Si tratta inoltre di varietà rese resistenti ad erbicidi che verranno a breve vietati secondo le nuove regolamentazioni europee;
    Un crescente numero di ricerche, pubblicate su riviste scientifiche negli ultimi anni, dimostra che vi saranno effetti ambientali dannosi se le varietà di mais OGM resistenti agli insetti dovessero diffondersi a larga scala in Europa;
    La presenza di casi noti di contaminazione e studi scientifici indicano che le coltivazioni di OGM danneggeranno le coltivazioni tradizionali e  quelle biologiche. Inoltre, non esistono leggi di armonizzazione in Europa concernenti la responsabilità delle aziende agrochimiche  in caso di contaminazione di coltivazione non OGM, vale a dire che  chi inquina non pagherà mai il coltivatore danneggiato;
    A dicembre scorso, tutti i 27 Stati membri, all’unanimità, hanno richiesto la revisione dell’attuale sistema di approvazione degli OGM. In particolare hanno richiesto un sostanziale miglioramento della valutazione del rischio per le culture OGM, l’armonizzazione delle procedure di valutazione del rischio per i pesticidi e gli OGM, la valutazione degli aspetti socio economici ed ambientali a livello locale e le caratteristiche agronomiche;
    L’attuale proposta della Commissione di autorizzare la coltura delle varietà di mais  Bt11 e 1507 GM  e di costringere quattro Stati membri a coltivare MON 810 è in chiara contraddizione con il mandato degli Stati membri.
    La esorto a votare contro le proposte della Commissione e le chiedo di dichiarare pubblicamente la sua posizione e la sua intenzione di voto su queste questioni chiave relative agli OGM,

  • Non ci posso credere…

    In verità ci posso credere eccome.

    Da un po’ di tempo con la scusa della fame del mondo si stanno distruggendo gli ecosistemi di mezzo mondo a forza di Ogm.

    Ora la colpa è pure delle balene.

    Ma al peggio non c’e’ mai limite?

    Al 60esimo summit a Santiago del Cile, processo ai grossi cetacei
    La denuncia dei paesi “balenieri”, Giappone, Norvegia e Islanda. Al Wwf affidata la difesa

    I cacciatori accusano le balene “Rubano il pesce ai poveri”
    Gli ambientalisti: “Assurdo, la carenza di risorse ittiche è colpa dell’uomo”

    ROMA – Il processo alle balene è iniziato. L’accusa, rappresentata dai tre grandi paesi cacciatori – Giappone, Norvegia e Islanda – sostiene che i grossi cetacei “rubano” i pesci ai paesi in via di sviluppo intaccando le risorse ittiche dei mari. La difesa, rappresentata dal Wwf, replica affermando che la denuncia è “assurda”. Lo scontro si annuncia feroce al sessantesimo summit della Commissione baleniera internazionale che si apre oggi a Santiago del Cile presenti ottanta paesi.

    La prima questione sul tavolo sarà proprio il calo delle risorse ittiche. “Giappone, Norvegia e Islanda – spiega Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic e specie del Wwf Italia – continuano ad affermare che i cetacei stanno intaccando le risorse ittiche dei nostri mari, causando un calo del pescato. Assurdo. La colpa è dell’uomo e della pesca selvaggia. La tesi dell’accusa serve solo per giustificare la caccia alle balene e per sviare l’attenzione dal vero problema, quello della pesca che sta letteralmente ripulendo i mari, provocando un calo preoccupante di tonni, merluzzi e salmoni”.

    I difensori dei giganti dei mari stanno affilano le armi: “Nel summit – continua Rocco – smentiremo le tesi dell’accusa con studi scientifici, dimostrando come sia l’uomo il vero responsabile dell’overfishing, cioè l’eccessivo sfruttamento delle risorse attraverso la pesca”.

    Ma i paesi “cacciatori” non si fermano. La loro arringa prevede un’accusa ancor più precisa: le balene-imputate sarebbero colpevoli di sottrarre pesce ai paesi in via di sviluppo. “Si tratta ancora una volta di un’assurdità”, ribadisce l’esponente del Wwf Italia. “Presenteremo un dossier Who’s eating all the fish? (Chi sta mangiando tutto il pesce?) con cui dimostreremo come oltre il 60% del pesce pescato in paesi poveri non rimane nei mercati locali ma finisce in quelli europei, giapponesi, nord-americani e cinesi”.

    Anche l’Italia avrà voce in capitolo al summit che deciderà le sorti dei giganti dei mari, e sarà rappresentata da una delegazione mista costituita da esperti dell’Icram (l’istituto per la ricerca sul mare), del ministero dell’Ambiente e delle Politiche agricole.

    (23 giugno 2008)

  • OGM? No grazie!

    Ventotto organizzazioni, mille delegati territoriali, tre milioni di voti. Questi i numeri che saranno messi in campo dalla Coalizione ItaliaEuropa – Liberi da Ogm nel suo primo Meeting nazionale, che si svolge oggi a Roma, presso il Teatro Capranica, alle ore 10. Riunite insieme per la prima volta, le maggiori organizzazioni degli agricoltori, della moderna distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale – tra cui ACLI, Adiconsum, AIAB, Alpa, CIA, Coldiretti, Coop, Fondazione diritti genetici, Greenpeace, Legambiente, Slow Food, e WWF – presentano la prima Consultazione Nazionale su Ogm e modello di sviluppo agroalimentare, che si svolgerà dal 15 settembre al 15 novembre 2007 su tutto il territorio nazionale. Articoli su Repubblica. Per info, www.liberidaogm.org.