Del Dito e della Luna
Capisco che la vicenda Sky faccia gioco a tutti i teorici del conflitto d’interessi come miglior arma odierna per colpire il Silvio nazionale, anche con effetti retroattivi.
Capisco che di fronte agli appelli dell’Ilaria nazionale molti si siano sentiti in dovere di intervenire.
Capisco, da abbonato sky, che un aumento del 10% sull’abbonamento possa far arrabbiare, soprattutto in tempi in cui ci si aspetterebbe una diminuzione e non un aumento dell’iva.
Ma detto questo a me poco importa dei 6 euro in più che pagherò sul superfluo e a volte dannoso (basti pensare alle partite del bologna…) abbonamento alla tv satellitare.
Come già detto mi importa molto di più invece – nonostante non abbia fatto recentemente investimenti di questo tipo – dell’assurdo, illogico, antistorico, antieconomico, antiambientale, idiota e ignorante (scusatemi, proseguirei per altre 10 righe e mi censuro un poco) provvedimento che toglie finanziamenti e rende più difficile l’iter per le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni volte al risparmio energetico.
Per fortuna non sono l’unico a pensarla così.
La battaglia in corso sull’IVA a sky ha il solo pregio di rappresentare in modo paradigmatico lo stato pietoso della nostra opposizione, che crea un caso Villari, si scandalizza e si mobilita sul Lodo Alfano e poi viene presa puntualmente in contropiede prima su scuola e università, ed ora sul clima. Certo anche l’informazione nostrana non ci fa una bella figura…
Per cortesia, nel frattempo, l’opposizione, parlamentare e non, smetta di guardare il dito e batta un colpo. Anzi meglio due o tre, grazie. Prima che la Luna ci caschi in testa.
PS: iniziativa dei Verdi di Ferrara giusto giusto sul tema, il prossimo 19 dicembre.
PS2: certo che Ilaria fa proprio paura…
Voi siete qui – Direttive per il corteo d’autunno
A tutti i compagni della sinistra. Direttive per il grande corteo d’autunno di lotta e protesta indetto dal Partito Democratico contro il governo Berlusconi. Attenersi alle disposizioni. Per dubbi e domande, rivolgersi al funzionario di zona. Non cedere alle provocazioni. Ingoiare questo articolo subito dopo la lettura.
Compagni del nord-est. Comporsi ordinatamente in corteo alle spalle della delegazione regionale capeggiata dal compagno Calearo. Evitare atteggiamenti minoritari e slogan improvvisati, evitare abbigliamento troppo casual o trasandato: è possibile che il corteo venga invitato a un’assemblea di Confindustria. Non facciamo figuracce.
Precari. Le forze produttive sottopagate o ricattate dal capitale si comporranno ordinatamente dietro lo striscione della componente Giavazzi. Visto che hanno molto tempo libero tra un contrattino e l’altro, si consiglia attenta lettura dei fondi del Corriere da cui ricavare gli slogan di riferimento (licenziare meno/licenziare tutti). Lo striscione con l’enorme scritta “Il liberismo è di sinistra” si collocherà immediatamente dopo lo striscione di apertura del corteo.
Metalmeccanici. Tutti dietro lo striscione della componente Colaninno. Evitare inutili slogan sul contratto che risulterebbero controproducenti, sottolineare il ruolo degli imprenditori illuminati.
Anziani e pensionati. Non dimenticare l’acqua minerale. Esibendo la social card del governo, i panini verranno scontati del dieci per cento.
Caduti sul lavoro. Questa componente del corteo sarà numerosa ma, per forza di cose, immobile. Sarà aperta dal grande striscione “Industrie Marcegaglia”, a sottolineare la sensibilità della classe imprenditoriale e il suo attivo contributo agli incidenti sul lavoro.
Comizio finale. Sul palco interverranno i maggiori esponenti del partito, a sottolineare la vivace democrazia interna. Aprirà Veltroni, poi interverrà Walter, e concluderà il comizio il compagno Walter Veltroni. Al termine, defluire ordinatamente.
Alessandro Robecchi da il Manifesto di oggi.
Il diritto di tornare all’opposizione
Sono rimasto piuttosto sorpreso dalle dichiarazioni del Presidente della Camera a Repubblica. Un’intervista dura, molto dura per una figura Istituzionale – come spesso ricorda lo stesso Bertinotti – che termina con una frase “Come vedo Prodi, mi chiede? Con tutto il rispetto, di lui mi viene da dire quello che Flaiano disse di Cardarelli: è il più grande poeta morente…” che è tutto un programma. Che il Governo dell’Unione non abbia mai vissuto grandi momenti e sia permanentemente sull’orlo di una crisi lo sappiamo tutti. Che ci voglia una svolta siamo d’accordo tutti (soprattutto a sinistra). Che questa debba passare per un referendum interno a Rifondazione mi pare un errore. Primo perchè si rischia di ripetere il fattaccio di qualche anno fa, non sto a ricordarlo, facendo fare, al solito, la figura degli angioletti a coloro che davvero hanno minato alla base il programma del governo (tutto cio’ che ruota intorno al PD ed in particolare, nell’ultimo periodo, Dini ed i suoi). Secondo perchè mi risulta che qualcuno stia proponendo un percorso di aggregazione a sinistra, e limitare una discussione così importante (che puo’ determinare la caduta del Governo) all’interno di un singolo partito è legittimo, ma pone dubbi sulla tenuta genetica di questo processo. Sulla cosa rossa (mai rosso-verde, chissà perchè) la penso più o meno così, sulle “centomila cose” non fatte da questo governo sono forse d’accordo, anche si mi accontenterei di tre o quattro (Riforma Bossi-Fini, Fini-Giovanardi, riforma del welfare e politica energetica sostenibile). Però i voti per stragovernare non ce li abbiamo, nè li avremo a breve termine e i corsi e ricorsi della storia mi fanno un po’ paura, perchè non impariamo mai dai nostri errori. E una frase come “voglio garantire a noi il diritto di tornare all’opposizione” mi fa anche un poco incazzare.