• Intitolazione ponticello ciclopedonale ad Alex Langer

    Piccolo ricordo di Alex Langer

    In ricordo di Alex LangerInnanzitutto mi preme ringraziare la Vulandra che ci ospita questa mattina, l’arci, la Cgil di Ferrara che ci hanno aiutato ad organizzare questo piccolo ricordo di Alex Langer.

    Quando l’anno scorso, a vent’anni dalla scomparsa di uno dei padri dell’ecologismo politico italiano, ci siamo chiesti come ricordarlo degnamente la prima cosa è stata cercare un ponte da intitolargli. Perché Langer, come sapete, era un costruttore di ponti, fra le persone e fra i popoli. Ma quale ponte? Volendo avremmo potuto chiedere di dedicargli il Ponte della Pace, ma era pur sempre stato il ponte dell’impero ed è pur sempre un ponte che serve solo alle auto. Così ci è venuto in mente il ponticello di accesso al Parco urbano. Sì è piccolo, ma forse proprio perché così piccolo pensiamo sarebbe piaciuto a Langer. Ma soprattutto è ciclopedonale e permette di accedere a migliaia di cittadini ogni anno ad un luogo di svago e riposo qual è il Parco Urbano. Il luogo degli aquiloni, delle mongolfiere, ma soprattutto delle corse sui prati dei bambini. Un po’ il futuro di Alex: più lenti, più profondi, più dolci.

    Ci sono volte in cui mi trovo un po’ spaesato a essere definito quello più a sinistra in consiglio comunale. altre volte invece penso al fatto che sono l’unico rappresentante nelle istituzioni della nostra città che raccoglie direttamente l’eredità politica che è stata anche di Alex Langer ed allora dallo spaesamento passo direttamente al senso di inadeguatezza.

    Non ho conosciuto personalmente Langer. Ho cominciato a far politica poco prima del 1995, l’anno in cui ci ha lasciato. Ma ho potuto conoscerlo successivamente, con i suoi scritti e le sue idee. Sono sicuro che Daniele Lugli e Marzio Marzorati a cui lascerò subito la parola sapranno raccontarlo meglio di me.

    Prima però c’è una citazione di Langer che mi piacerebbe ricordare oggi: “Le cause dell’emergenza ecologica non risalgono a una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e di distruzione, bensì ricevono quotidianamente un massiccio e pressoché plebiscitario consenso di popolo.”

    Una frase attualissima che oltre a smontare qualsiasi complottismo latente ci riporta da un lato alla responsabilità individuale dell’accettazione di un modello di sviluppo che non conosce il concetto di limite, dall’altra alla responsabilità collettiva di cambiare strada. Una responsabilità individuale che Langer traduceva anche nel suo modo di far politica. 20 anni prima delle polemiche sulla casta Alex Langer rendicontava minuziosamente dove e come spendeva il suo compenso da europarlamentare. Quella che oggi chiamiamo antikasta allora per lui era semplicemente ecologia della politica.

    Una responsabilità collettiva che tradusse in un tentativo, forse utopico, di un soggetto politico ecologista in Italia. Alex Langer fu anche quello che 30 anni fa per primo, riferendosi ai Verdi appena nati, li definì “né di destra né di sinistra”. Una affermazione che crea polemiche oggi, figuriamoci allora, ma che per come la rileggo io oggi, voleva semplicemente significare come l’ecologismo politico non fosse necessariamente inquadrabile nella sinistra italiana così come storicamente individuata nel blocco di ispirazione socialista, ancorato allora (ma in parte anche oggi) alle ideologie ottocentesche ed agli schemi marxisti. Langer scriveva che non necessariamente il pensiero ecopacifista dovesse passare nella cruna del dogma rosso. Perché la sinistra, era – e forse ancora è – legata ai dogmi dello statalismo, del centralismo, dell’industrialismo, del “lavorismo”, e dalla diffidenza verso l’individuo non organizzato (sia economicamente che politicamente, dal lavoratore autonomo al libero pensatore), e dalla diffidenza rispetto ai temi ambientali nella misura in cui mettono in crisi i dogmi precedenti. Ma, e qui stava l’utopia di Langer, lui immaginava una forza politica ecologista e pacifista capace di diventare attrazione, non essere attratta. Purtroppo i Verdi in Italia non hanno mai raggiunto la massa critica per esserlo. Altrove sì. Non ci resta che sperare che qualcuno raccolga il testimone.

  • Il ponte di Alex anche a Ferrara

    langerIl ponte di Alex anche a Ferrara
    Più lento, più profondo, più dolce: anche a ??Ferrara? un ponte, rigorosamente ciclopedonale, sarà intitolato ad Alexander Langer.

    A 20 anni dalla morte di uno dei padri dell’ecologismo politico europeo è arrivato ieri l’ok della Giunta comunale dopo la richiesta avanzata da un gruppo di cittadini (me compreso) di intitolare all’ex capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo il ponticello di accesso al Parco Urbano.

    Può sembrare forse un piccolo ponte quello che permette di attraversare il canale di fronte alle mura ed entrare nel Parco Urbano dedicato a Bassani. Ma forse proprio per questo più di altri si avvicina a rappresentare il pensiero di Alex Langer, l’uomo dei ponti, fra le persone e fra i popoli. Perchè lo si può attraversare, lentamente, solo a piedi od in bicicletta. E anche perchè permette ai cittadini ferraresi di accedere ad un luogo di pace, svago e riposo come il Parco Urbano unendo così la città alla sua addizione verde.

    Più lento, più profondo, più dolce diceva Langer.

    Ringrazio l’amministrazione per aver accolto la richiesta e vi rimando a presto per i dettagli sull’inaugurazione.

  • Un’altra difesa è possibile: l’adesione del Comune di Ferrara

    Comunicato stampa
    Un’altra difesa è possibile: l’adesione del Comune di Ferrara
    Il consiglio comunale della città estense ha approvato a larga maggioranza (SEL. PD, FC, M5S) un ordine del giorno presentato dai consiglieri SEL e PD.

    Con 23 voti a favore dei gruppi consiliari SEL. PD, FC, M5S (e 7 voti contrari dei gruppi FI, Lega nord, GOL, FdI-AN) il Consiglio comunale di Ferrara ha approvato l’Ordine del giorno sull’adesione alla campagna “Un’altra difesa è possibile” presentato dai gruppi consiliari SEL e Partito Democratico.

    Dopo la presentazione del consigliere Fiorentini (SEL) nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Bazzocchi (M5S), Maresca (PD), Fornasini (FI), assessora Annalisa Felletti, consiglieri Cavicchi (Lega nord), Rendine (GOL), Bova (FC). Per dichiarazioni di voto sono intervenuti i consiglieri Rendine (GOL), Fiorentini (SEL), Anselmi (FI), Bazzocchi (M5S), Spath (FdI-AN), Maresca (PD).

    L’ordine del giorno impegna Sindaco e Giunta ad aderire alla campagna di raccolta firme per l’istituzione del Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta, a richiedere al Governo italiano una concreta diminuzione degli stanziamenti per spese militari e a sostenere nelle sedi opportune e presso il governo la completa affermazione del processo di difesa europea.

    Leggi l’intervento di presentazione del documento del consigliere Fiorentini (SEL)
    https://www.leonardofiorentini.it/consiglio/2015/03/30/intervento-di-presentazione-dellodg-unaltra-difesa-possibile/

    Leggi il documento approvato
    https://www.leonardofiorentini.it/consiglio/2015/03/29/ordine-del-giorno-sulladesione-alla-campagna-unaltra-difesa-e-possibile/

    L’ufficio stampa

  • Intervento di presentazione dell’Odg “Un’altra difesa possibile”

    Grazie Presidente,

    Inizio questa presentazione con una citazione, perché mi sembra perfetta, oggi, per introdurre il documento in discussione.

    Non si può pensare di risolvere i problemi del terzo mondo senza un grande dirottamento di risorse dagli impieghi militari agli impieghi civili. Anche per questi motivi la via di disarmo proposta da Gorbaciov interessa l’Europa: il terzo mondo non è lontano da noi. Già sta tracimando in Europa. Aspetteremo? Ci difenderemo con il razzismo?” Questo si domandava profeticamente nel 1989 Pietro Ingrao, un grande padre di questo paese al quale vanno i miei auguri visto che proprio oggi compie 100 anni.

    Ed ancora Ingrao: “Senza un sostanziale spostamento di mezzi materiali e culturali dal terreno militare a quello civile, non vedo come si possa affrontare l’emergenza ecologica. Non si tratta più di futuribile. La questione ecologica sta entrando nel nostro vissuto quotidiano

    Perché, lasciando Pietro Ingrao e parlandoci un po’ più terra terra, è questo il succo del discorso: ogni volta che avviene una catastrofe in questo paese, ed ultimamente succede almeno una volta all’anno, si invoca l’invio dell’esercito e si spendono miliardi per la ricostruzione. E’ forse venuto il tempo di prevenire prima, sarebbe la vera grande rivoluzione per questo nostro martoriato paese, e eventualmente avere dopo persone formate e pronte ad intervenire come solo in parte è oggi il sistema della protezione civile.

    Oggi discutiamo un documento che è stato presentato da una parte politica ma che vuole essere aperto a tutto il consiglio, che chiede all’amministrazione comunale di aderire alla campagna “Un’altra difesa è possibile” per l’istituzione del Dipartimento della Difesa Civile, non armata e nonviolenta. Si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare lanciata da una miriade di reti ed associazioni del mondo pacifista italiano, del volontariato, della cultura e della promozione sociale nel nostro paese. Associazioni laiche e cattoliche, ambientaliste e di volontariato che si sono messe insieme per fare una proposta legislativa che dia un incardinamento stabile ad un principio, quello del diritto/dovere di “servire la patria” anche in modo non armato e, possibilmente, nonviolento.

    Si tratta – come scrivono i promotori – di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra per la risoluzione dei conflitti internazionali, e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale – come richiamato nel documento – cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

    Cosa intendiamo per Difesa civile? La Difesa Civile è la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati: significa preparare mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; significa difendere l’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – piuttosto che finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle reali minacce che lo colpiscono ormai quotidianamente e lo rendono invece inutilmente minaccioso agli occhi del mondo.

    Perché mentre le spese militari del nostro paese continuano a rimanere sostanzialmente invariate, in questi anni sono stati progressivamente tagliati i fondi per il servizio civile nazionale, come rimarchiamo nel dispositivo del documento che richiama, testuali parole, la posizione già presa a larga maggioranza da questo consiglio lo scorso giugno.

    Le foto dei tremila carri armati e blindati lasciati arrugginire nei boschi piemontesi, che molti di voi avranno potuto vedere immortalare nelle foto dell’inchiesta de l’Espresso, sono solo l’ultima, scioccante e scandalosa evidenza dello spreco di risorse che continuiamo imperterriti a generare.

    Abbiamo presentato questo Ordine del Giorno perché crediamo che Ferrara, così come scritto nello statuto di questo Comune, ha posto da tempo proprio l’importanza della pace come “bene essenziale per tutti i popoli”.

    Fra l’altro Ferrara è stata pioniera in questo campo. Già durante la seconda guerra mondiale, quando la nostra provincia fu teatro di uno dei primi atti di difesa civile non armata con il blitz al municipio di Bondeno del 18 febbraio 1945, da parte delle donne che impedirono la deportazione di figli e mariti con un’azione di sabotaggio che aveva come obiettivo la distruzione dei registri di leva. E proprio da Ferrara, negli anni 2000, partirono i primi volontari caschi bianchi che si recarono a Cipro per intraprendere azioni per rafforzare e

    promuovere il dialogo, la comprensione e la cooperazione tra le comunità greco-cipriota e turco-cipriota e tra gli altri gruppi etnici dell’isola dilaniata da un conflitto decennale.

    Si vis pacem, para bellum (se vuoi la pace, prepara la guerra) diceva una famosa locuzione latina presente nel suo senso anche già negli scritti di Platone. Di acqua sotto i ponti ne è passata, guerre morti e tragedie si sono susseguite per centinaia di anni, ed ancora oggi sono una trentina i conflitti in corso. E’ proprio venuto il tempo, se vogliamo davvero la pace, di prepare la pace.

    Odg approvato con 23 fav (SEL, PD, Ferrara Concreta, M5S) e 7 no (FI, FdI, Lega Nord, GOL).

  • Un’altra difesa è possibile

    Anche a Ferrara ci si attiva a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile”.

    L’idea è stata lanciata all’Arena di Verona il 25 aprile scorso. Si è concretata in un testo pubblicato sulla G.U. n.153 del 4 luglio 2014. Si intende mettere in campo una difesa non armata e nonviolenta, sulla base delle migliori esperienze compiute, per contribuire alla risoluzione dei conflitti senza aggravarli, come spesso avviene, con puri strumenti militari. Il Dipartimento per la Difesa civile sarà finanziato da un fondo costituito da destinazione del sei per mille dell’Irpef dei cittadini e dai risparmi nel campo delle spese militari, che l’iniziativa di Corpi civili di pace e di interventi alternativi a quelli armati incentiverà.

    A sostenere l’iniziativa sono numerose e importanti associazioni della società civile.   Si tratta ora di raccogliere le firme. E’ già possibile firmare presso l’Ufficio Protocollo, nella sede del Municipio di Ferrara. Altri momenti di raccolta saranno predisposti. Per una miglior conoscenza della legge e delle iniziative in corso è convocato un breve incontro per domenica 21 dicembre prossimo alle ore 10.30 presso la Galleria del Carbone, via del Carbone 18/a (g.c.). Sarà anche l’occasione per uno scambio di auguri.

    L’invito è rivolto a quanti, amanti della pace, vogliono contribuire alla ricerca delle forme migliori per ottenerla.

  • Trova le differenze

    pertini-napolitano“L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire.” (Sandro Pertini, dal discorso d’insediamento alla Presidenza della Repubblica)

    “Soddisfare le esigenze di rigore e di crescente produttività nella spesa per la difesa senza indulgere a decisioni sommarie che possono riflettere incomprensioni di fondo e persino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni antimilitariste.” (Giorgio Napolitano, dal discorso per la celebrazione del 69° anniversario del 25 aprile)

    http://www.repubblica.it/politica/2014/04/25/news/spese_militari_napolitano_s_a_rigore_ma_senza_decisioni_sommarie-84439665/

  • Una città viva e accogliente

    vivaeaccoglienteSui diritti possiamo fare grandi passi in avanti. Bisogna continuare nel percorso di accoglienza dei migranti, non solo dei richiedenti asilo e riprendere il filo un perso delle politiche per la Pace e della Cooperazione decentrata. Affermare i nuovi diritti, da quelli delle coppie di fatto a quelli dell’era digitale.

    Vanno garantiti i bisogni essenziali delle persone più in difficoltà: un tetto, un pasto e una coperta per tutti perchè non si ripetano le tragedie dello scorso inverno.

    Solidarietà tra le generazioni: i giovani, studenti, lavoratori o disoccupati che siano devono vivere in una città viva e accogliente, che non ne sfrutti solo la capacità di pagare affitti e definisca postribolo i luoghi in cui vivono la sera. Dobbiamo (ri)costruire una città che permetta ai più giovani di esprimere la loro identità, le loro passioni ed anche, nel rispetto di tutti, la loro voglia di divertimento. Una città in cui sia piacevole costruirsi un futuro sereno.

    Alcune proposte

    • il registro delle Unioni Civili deve avere valore per tutte le graduatorie comunali;
    • l’Europa che vogliamo non è solo moneta unica: dobbiamo riconoscere i matrimoni e le adozioni, anche fra persone dello stesso sesso: come successo per via giudiziaria a Grosseto, il Comune deve per via amministrativa accettare la trascrizione nei registri degli atti di Stato Civile avvenuti all’interno dell’UE.
    • spazi e opportunità per la creatività giovanile: una bando pubblico per l’affidamento degli immobili comunali (e provinciali?) in disuso a realtà associative, culturali e imprenditoriali innovative costituite da giovani;
    • più risorse all’accoglienza dei senza tetto e senza fissa dimora perchè non si ripetano le tragedie dello scorso inverno;
    • i detenuti vanno accompagnati nel ritrovare cittadinanza mentre scontano la loro pena e alla loro uscita dal carcere: un alloggio e un impiego aiutano ad uscire dal circolo vizioso della recidiva.
    • diritti digitali: va assicurato a tutti, nonostante il disimpegno governativo, imprese, studenti e cittadini l’accesso alla banda larga. Per questo i Piani Operativi Comunali devono prevedere fra le infrastrutture da implementare anche quelle telematiche, rendendo così possibile l’ampliamento dell’utenza raggiunta sia dalle reti a fibre ottiche che dalle reti WIFI pubbliche. Il RUE deve prevedere di predisposizione alle reti di fibra ottica per le nuove costruzioni e per le grandi riqualificazioni urbanistiche.
  • Seminario tematico “DISARMO, DIRITTI UMANI, IMMIGRAZIONE E COOPERAZIONE”

    GUBBIO

    3-4 settembre 2011

    SEMINARIO TEMATICO

    DISARMO, DIRITTI UMANI, IMMIGRAZIONE E COOPERAZIONE

    Prosegue il percorso di elaborazione partecipata dei contenuti programmatici, già avviato a Roma durante la Convention del 21 e 22 maggio.

    Per il 3-4 settembre è fissato il Seminario tematico, aperto a tutti, che darà continuità al lavoro avviato nel workshop sui “Nuovi diritti“.

    In particolare si svilupperanno la riflessione e i contenuti relativi a “Disarmo, diritti umani e nuove politiche sull’immigrazione, d’integrazione e di cooperazione”.

    L’incontro si terrà a Gubbio (località S.Cristina) nella meravigliosa cornice della struttura di Alcatraz immersa fra le colline umbre, dove è possibile alloggiare.

    Il costo è di 30 euro per la notte e prima colazione e di 15 euro a pasto.

    E’ prevista anche la partecipazione di Jacopo Fo, responsabile della struttura e sostenitore del percorso di “Ecologisti e civici”!

    Abbiamo prenotato tutta la struttura, ma i posti non sono comunque illimitati.

    E’ necessario quindi prenotare per tempo, presso la segreteria di Alcatraz:

    tel. 075/9229938/14

    mail: info@alcatraz.it

  • «La verità è che si lotta per il petrolio»

    La Nuova Ferrara del 21/03/2011 ed. Nazionale p. 7

    «La verità è che si lotta per il petrolio»
    Sulla guerra in Libia i ferraresi hanno le idee molto chiare – LA CRISI I pareri dei cittadini dopo le prime bombe

    Il sole e la bella stagione che ieri mattina hanno accolto i ferraresi sono stati guastati dalle tragiche notizie in arrivo dall’altra sponda del Mediterraneo. Venti di guerra soffiano sempre più forte dal deserto libico e quella che sembrava la “primavera” di un popolo oppresso da 40 anni di feroce dittatura si sta trasformando, giorno dopo giorno, in una cruenta e terribile guerra civile. Ora arrivano anche le “bombe umanitarie” su mandato dell’Onu che, almeno nelle intenzioni della comunità internazionale, dovrebbero fermare la tremenda rappresaglia di Gheddafi sulle popolazioni della Cirenaica.
    Un intervento annunciato da settimante che arriva tardi e lascia numerosi dubbi anche tra i ferraresi.
    «La guerra non è mai una soluzione e poi sento puzza di petrolio: i discorsi di Sarkozy e soci non mi convincono», spiega Antonio Maccanti. Gli fa eco Alessandra Schiavi: «Sono una pacifista convinta, anche se non ho alcuna simpatia per Gheddafi penso che la via diplomatica sarebbe stata una scelta migliore». Sono solo alcune delle voci raccolte dalla Nuova nella piazza cittadina: unanime è la condanna degli intervistati verso il sanguinario regime libico ma nessuno si fa illusioni sull’intervento militare occidentale. Non mancano le preoccupazioni per la posizione del nostro Paese: il governo ha offerto appoggio logistico e militare alla coalizione ma non ha ancora liquidato il trattato di amicizia siglato con il raìs di Tripoli nel 2008. «La nostra posizione internazionale è troppo ambigua: Berlusconi doveva rompere subito i rapporti con Gheddafi», denuncia la giovane studentessa Melodie Fornasier. Opinione condivisa anche da Andrea Pavanello che ricorda i complessi e controversi rapporti economici tra Italia e Libia, mentre la sua amica Irene Zappaterra accusa: «Ora i media tessono le lodi dell’intervento umanitario in Libia, perchè non hanno richiesto con la stessa attenzione un’azione umanitaria in Giappone?». «Prima baciano l’anello di Gheddafi, poi lo bombardano, la verità è che vogliono solo il petrolio: chi prima arriva meglio alloggia», commenta disillusa Alice Balboni. E la politica ferrarese che dice? Alessandro Bratti, deputato del Pd che si era astenuto sul famigerato trattato italo – libico, non nasconde le forti perplessità verso la soluzione militare: «La situazione è drammatica, penso che si sarebbe potuta evitare isolando economicamente e diplomaticamente Gheddafi anziché sdoganarlo con trattati di amicizia». Un opinione condivisa anche dall’ecologista Leonardo Fiorentini, che non ha mai fatto mistero del suo pacifismo: «L’Italia doveva muoversi prima per aiutare concretamente i civili ma il governo è rimasto a guardare».
    Intanto a tutti gli effetti la base aeronautica di Poggio Renatico è già coinvolta nelle operazioni: iL Cofa/Caoc5, infatti, – confermava anche ieri il generale Fabio Mini, ex capo di stato maggiore Nato per il Sud Europa, ha «il controllo delle linee aere avanzate», in pratica del traffico degli aerei militari.

    Scarica l’articolo in formato pdf: nuova_fe_2132011

  • Il rototom, l’unesco, fini e giovanardi

    In Italia possono succedere davvero tante cose. Anche che un evento musicale di livello mondiale come il Rototom Sunsplash Festival venga costretto a espatriare sotto i colpi repressivi della legge sulle droghe di Fini e Giovanardi, proprio mentre l’UNESCO lo riconosce come “Evento Emblematico del Decennio Internazionale per una Cultura di Pace e Non Violenza (ONU – UNESCO dal 2001 al 2010) e come attività connessa di Cultura Sin Fronteras, CSF, e del Seminario Interdisciplinario Mundial permanente de “La Cultura de Paz y No Violencia” dell’ONU (UNESCO-IPT-UCM).”

    In particolare nell’ultimo anno del Decennio Internazionale della “Cultura di Pace e Non Violencia”, dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno Internazionale della Biodiversità”, è stato concesso il riconoscimento perchè le attività del Rototom Sunsplah Festival “favoriscono il dialogo e la pace tra le civilizzazioni e i popoli del mondo”, danno “voce a iniziative di critica e cultura sulla Pace e ciò che la rende possibile e impossibile”, danno particolare attenzione “all’ambiente e allo sviluppo dell’arte, ecologia e sviluppo sostenibile”.

    Eh sì, in Italia possono davvero succedere tante cose…

  • A Ferrara per la Pace

    Ferrara ospiterà nei prossimi giorni l’Assemblea Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani che avrà come titolo “Costruiamo le città dei Diritti Umani”.

    L’Assemblea si svolgerà il 14 e il 15 Novembre 2008, mentre il 13 si svolgeranno le sessioni preparatorie.

    Tutte le informazioni, il programma e la scheda di partecipazione on line sul sito della Provincia di Ferrara.

  • Una Moschea in regalo

    don galloAuguroni a Don Andrea Gallo che compie 80 anni giusto oggi.

    Il vero peccato è il consumismo che ci ha cambiati tutti” dice, e chiede un regalo: “Ecco, vorrei che si smettessero i litigi per dare la moschea ai fratelli islamici. Genova l´ha sempre avuta, sin da quando era la Repubblica, perché adesso no? Sono colpito come uomo prima di tutto, perché come Einstein che, a chi gli chiedeva la razza, rispose umana, io credo alla fratellanza“.

    La canzone con gli auguri di Manu Chao e Carotone la trovate su XL di Repubblica, è un dovere però visitare anche il sito della Comunità di San Benedetto al Porto e se passate da Genova partecipare alle iniziative di festeggiamento.

  • Al bando le bombe a grappolo

    clusterBuona notizia vorrebbe essere quella giuntaci da dublino: non fosse che al solito mancano, fra le delegazioni dei 109 paesi riuniti per la Conferenza internazionale, giusto i principali utilizzatori di questo tipo di bombe.

    San Marino, Andorra e Mali?

    No, Stati Uniti, Israele, India, Pakistan, India, Russia e Cina.

  • Addio alle armi

    azione nonviolentaElena Buccoliero mi ricorda che ricomincia la Scuola della Nonviolenza. Io sono troppo impegnato (e un po’ troppo pigro) per frequentarla, ma magari qualcuno passando per queso blog si incuriosisce. Il primo incontro sarà Venerdì 11 gennaio alle ore 21 c/o sede Aias g.c. (via Cassoli 25/i). titolo L’antimilitarismo preso sul serio con Mao Valpiana, Direttore di Azione Nonviolenta. All’incontro sarà possibile firmare per sostenere la legge di iniziativa popolare contro le armi nucleari in Italia. Sarà inoltre possibile rinnovare direttamente con il Direttore l’abbonamento ad Azione Nonviolenta.

    Regione Emilia Romagna Pace e Diritti Umani – Associazione-Gruppo Ferrara Terzo Mondo – Movimento Nonviolento

    Scuola della Nonviolenza
    anno scolastico 2007/08

    Addio alle armi
    presso la sede AIAS, g.c., via Cassoli 25/i – Ferrara

    Venerdì 11 gennaio ore 21
    L’antimilitarismo preso sul serio
    con Mao Valpiana, Direttore di Azione Nonviolenta

    Venerdì 18 gennaio ore 21
    Difendersi dalle armi.
    con Massimiliano Pilati, Movimento Nonviolento – Rete italiana disarmo

    Venerdì 25 gennaio ore 21
    Il diritto contro la guerra
    con Cristiana Fioravanti, Università di Ferrara

    Tutti gli incontri rientrano nell’ambito del progetto: “Nonviolenza, Femminile Plurale: la scuola della nonviolenza, l’Onu dei popoli e la Memoria e il Dialogo a Ferrara”, realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna.

    In collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara
    Con il patrocinio di Comune e Provincia di Ferrara – Progetto Ferrara Città per la Pace

  • Ma mi faccia il piacere…

    papaNuovo anno, vecchio Papa. Ratzinger: “la negazione o anche la restrizione dei diritti della famiglia, oscurando la verità dell’uomo, minaccia gli stessi fondamenti della pace“. Ora, a parte che non mi risultano progetti di legge che aboliscono l’istituto del matrimonio o restringono i diritti della famiglia (peraltro costituzionalmente tutelata), l’idea che la famiglia sia la culla della pace mi pare una piccola grande forzatura: nel mentre il papa diceva queste sue pillole di saggezza i TG davano notizia di x morti ammazzati in faide familiari, giusto il giorno di capodanno. Ma non è solo questo: la crisi culturale e sociale del mondo come lo conosciamo oggi non puo’ essere anche dovuta a quella sensazione di intoccabilità di diritto (divino e costituzionale) del contesto familiare, che permette che si verifichino le peggio cose all’interno ed al contempo deresponsabilizza la famiglia dai suoi compiti (come, ne dico uno, educare al vivere civile i figli)? Ovviamente senza far di tutt’un’erba un fascio…

    PS: ecco un altro link succoso: J. Ratzinger Fan’S Club.

  • Dietro il passamontagna

    promediosC’è chi, nel Chiapas zapatista sconvolto in questi giorni dalle inondazioni, tenta di documentare la storia e la vita di queste comunità. Non come un corpo estraneo che assiste alle difficoltà della popolazione e le filma, ma come promotore e formatore di una cultura della comunicazione comunitaria. Un progetto di diffusione ed educazione all’uso delle nuove tecnologie (video, foto e internet) promosso da Promedios, e sostenuto in Italia da Oltreconfine. Nei prossimi giorni sarà nella nostra città il fondatore dell’ONG Francisco Esau Vazquez Mota ospitedel Tavolo provinciale sul Chiapas. Per chi fosse interessato ecco gli appuntamenti dal sito di oltre|confine.

  • Qualche kilometro di pace

    Libreria - 1495Bella giornata domenica. Tanta gente e bel clima generale. Pioggia evitata, il vantaggio di avere al proprio fianco dagli scout ai monaci buddhisti.
    Qui in galleria un po’ di foto.

  • Perché diciamo grazie ai monaci del Myanmar

    Ricevo questa lettera di Daniele Lugli sulla lezione dei monaci birmani. Mi pare vada pubblicata…

    “In questi giorni molti si interrogano su come non lasciare soli i monaci e i cittadini birmani che lottano in modo nonviolento per un’esistenza libera e dignitosa. Credo che in primo luogo vada espressa la nostra gratitudine perché loro non ci hanno lasciati soli. Ci indicano una strada per uscire dalle strettoie, dai riti della politica e dell’antipolitica, urlati da differenti pulpiti, palchi e teleschermi, con scomuniche e invettive reciproche.

    L’ascolto, la parola, la riflessione, il silenzio, la testimonianza mostrano la loro capacità di incidere in profondità anche nella difficilissima situazione birmana.

    I monaci dicono che non si può realizzare né ottenere nulla di buono se non si ha sufficiente pace nell’anima. «Offrire aiuto ad un intero popolo senza abbracciare le armi è un dovere», affermano, «ogni monaco deve essere partecipe e sapersi sacrificare per lenire le sofferenze del popolo dove vive e pratica. Preghiamo perché tutto questo finisca e la Birmania possa contare su di un governo democratico».

    Marciano a piedi scalzi. Hanno rovesciato le loro ciotole, perchè non vogliono accettare l’elemosina dai militari: “Io ti rispetto come persona, ma non accetto nulla dalla tua struttura di violenza”.

    Manifestano senza bandiere di parte, solo quella con il pavone, simbolo di libertà e democrazia. Hanno rinunciato a segni distintivi per identificarsi nella sofferenza del popolo. Dai loro cortei non si levano slogan e proclami, ma una sola frase, in forma di preghiera: “viva la democrazia”. Non portano cartelli, né striscioni, perchè il loro corpo disarmato è il messaggio.

    Nella nostra situazione di grande privilegio non vediamo comportamenti paragonabili da chi si pretende guida spirituale o è chiamato a responsabilità di potere, né comportamenti significativamente migliori ci sembrano provenire da quanti, in modo a volte clamoroso, li contestano.

    Siamo grati ai monaci birmani, ai cittadini che li accompagnano e proteggono, perché ci ricordano il valore di un metodo e di scelte sottolineate da due date vicine: 2 ottobre, anniversario della nascita di Mohandas Gandhi, “Giornata internazionale della nonviolenza” indetta dall’ONU, e 4 ottobre, anniversario della morte di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, ricordato come inventore del presepe piuttosto che come costruttore di pace in tempi di crociate e difensore di ogni forma di vita.

    Siamo vicini ai fratelli monaci birmani e li ringraziamo ancora per la loro lotta che fa tanto bene anche a noi, che dobbiamo trovare la forza per liberarci dalle basi militari e dalle bombe atomiche presenti sul nostro territorio, per uscire dai conflitti armati nei quali il nostro paese è coinvolto, per costruire una democrazia degna di questo nome.

    Daniele Lugli”