• Palaspecchi

    Palaspecchi, almeno smettiamo di prenderci in giro

    Oggi si vota in Consiglio comunale la delibera sul Palaspecchi. Chiariamo subito una cosa: non cambia nulla rispetto al progetto di trasformazione urbanistica dell’area. Uno può essere o meno d’accordo sulla scelta di destinare a 200 alloggi di edilizia residenziale sociale il grosso del complesso che fu di Graci e nel contempo in parte a commerciale e, a fronte della demolizione delle costruzioni a sud, una serie di edifici di iniziativa privata; ma rimane tutto come deciso ormai 6 anni fa.

    Nessuna complessa valutazione urbanistica da fare, o altro studio o analisi da compiere sulla delibera, quindi. Cambiano solo le modalità di corresponsione del contributo per la valorizzazione da riconoscere al Comune. Prima era prevista la cessione dell’edificio del comando dei Vigili Urbani (finito entro maggio 2017, con un piano al grezzo) garantito da una fidejussione che scade nel 2018 ed escutibile da maggio di quest’anno. Oggi, visti i ritardi, dovuti più a note cause esogene, si propone di avere subito la proprietà dell’edificio al comune e il versamento della somma necessaria per realizzare il Comando dei Vigili. Si tratta di fare una somma di valori, fermi al 2011, tenendo conto che la fidejussione copriva anche il valore degli standard da cedere al Comune. Una somma aritmetica, complessa da qualche valutazione finanziaria se proprio vogliamo, ma pur sempre una somma.

    Chi ieri protestava contro le ruspe (dopo averle invocate per mesi) sono gli stessi che oggi chiedono addirittura un referendum, senza avere nessuna proposta alternativa realmente percorribile. Sono coloro che svelano, ce ne fosse ancora bisogno, la propria ipocrisia. Perchè in assenza di alternative possibili su un immobile che – ricordiamolo – è privato, l’unico quesito referendario possibile sarebbe: volete voi la riqualificazione secondo l’accordo approvato nel 2011 dal Consiglio comunale (senza nessun voto contrario, nda) oppure no, ovvero volete lasciare tutto così com’è? Credo che non ci sia più tempo da perdere per domande retoriche sul Palaspecchi.

    Chi poi oggi chiede di aspettare maggio per escutere la fidejussione fondamentalmente propone di condannare quel complesso privato, che mai – ripeto – avrebbe dovuto esser costruito, all’oblio ed al degrado per altri 30 anni. O forse non all’oblio, ma solo al degrado.

    Perchè è ormai evidente che coloro che oggi chiedono di aspettare ancora vogliono semplicemente arrivare alle elezioni del 2019 con il problema del Palaspecchi in piedi. Poi è chiaro che sarà la maggioranza a prendersi la responsabilità delle proprie decisioni. Ma almeno smettiamo di prenderci in giro.

  • Palazzo degli specchi (fonte Estense.com)

    Palaspecchi. La Lega getta la maschera: non sa che fare (o forse sì?)

    Dichiarazione sulla vicenda del Palaspecchi di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente eletto nella lista di SEL:

    “Ho dovuto rileggere 4 volte il comunicato stampa del segretario leghista Alan Fabbri per capire cosa vogliono fare del Palaspecchi di Ferrara. Un comunicato che già “stranisce” per lo scomposto attacco alla dirigente della Questura che è intervenuta martedì in Commissione consiliare, alla quale va invece il mio ringraziamento per la disponibilità e la correttezza istituzionale e professionale, nonchè la mia personale solidarietà. Insomma mentre Salvini a Roma si erge a estremo difensore delle Forze dell’Ordine, Fabbri a Ferrara attacca la Polizia perchè semplicemente prende atto dei fatti e comunica al Consiglio comunale quale è la situazione al Palaspecchi, come confermato oggi dal Questore.

    Ed è tutta qui la questione. Sul Palaspecchi la Lega si è ormai talmente incartata che non può evitare di litigare con i fatti. Per cui nello stesso comunicato propone varie soluzioni, una in contraddizione con l’altra per il Palaspecchi. Sarebbe materia per il DSM VI, se non fosse che su questa campagna mediatica la Lega Nord di Ferrara ha investito tutto il suo agire politico negli ultimi 8 mesi, quando per gli altri 28 anni se ne è invece ampiamente infischiata. Oggi infatti Fabbri propone l’abbattimento del Palaspecchi, per poi ricostruire residenza e commerciale, come del resto già prevede il progetto di riqualificazione del Palaspecchi. Non si capisce bene dove il privato ricostruirebbe, e con che soldi (visto che quelli della Cassa Depositi e Prestiti andrebbero altrove, vedi sotto), ma soprattutto perchè dovrebbe prima abbattere quando il progetto su cui è stato fatto il piano economico dice altro.

    E poi tutta l’operazione, secondo un Fabbri improvvisamente ecologista, dovrebbe essere realizzate senza “nuovo cemento”. Quindi, in linea con il Fabbri ecologista, il Fabbri cementificatore prima fa abbattere il Palaspecchi, il cui progetto di riqualifcazione ha vinto un premio di Sostenibilità Urbana anche in virtù del mancato abbattimento, e poi fa ricostruire tutto con altro cemento. Perchè evidentemente recuperare il patrimonio edilizio va bene, basta che non sia il Palaspecchi. Anzi meglio: basta che i 32 milioni della CDP siano spesi altrove. Il dove lo possiamo solo intuire, perchè anche se sono circa 6/8.000 gli alloggi non utilizzati nel nostro Comune, i 200/300 a cui pensa la Lega sono forse già individuati. Altrimenti non si spiegherebbe tutta questa tranquillità sul fatto che CDP sia disponibile a spostare l’investimento. Allora i casi sono due: o Fabbri non sa che fare, o lo sa anche troppo bene e non sono certo gli interessi dei residenti vicino al Palaspecchi quelli che sta tutelando. In tutte e due i casi la Lega ha ormai gettato la maschera.”

     

     

  • Specchi, la provocazione di Vitellio

  • Palazzo degli Specchi. «Chiudere i varchi e bonificare costerebbe come il nuovo stadio»

    Palazzo degli specchiPalazzo degli Specchi
    «Chiudere i varchi e bonificare costerebbe come il nuovo stadio»


  • Palazzo degli specchi (fonte Estense.com)

    Palazzo degli Specchi. Chi esulta oggi lo fa perchè tutto rimanga lì com’è.

    “E’ evidente come l’arresto dell’imprenditore Vittadello, per vicende che nulla c’entrano con il Palazzo degli Specchi, ponga un serio ostacolo al progetto di riqualificazione di quell’insieme di ferro, cemento e vetro che mai avrebbe dovuto essere costruito. Ma che oggi è lì a ormai perenne memento della bulimia edilizia del nostro paese.

    Oggi però – vorrei che sia chiaro – chi esulta, non lo fa perchè potremo evitare che un imprenditore con delle ombre (e comunque innocente fino a sentenza passata in giudicato) sia coinvolto in una importante operazione di riqualificazione, ma esulta per la comparsa di un ostacolo quasi insormontabile a pochi giorni dallo scadere dei tempi per l’avvio del progetto di riqualificazione di quel pezzo di città. Esulta perchè il problema resterà (quell’involucro di ferro, cemento e vetro), e così potrà continuare a essere oggetto di becera campagna pre-elettorale. Esulta perchè il Comune, ovvero i cittadini, si dovrà sobbarcare l’onere di intervenire direttamente, senza però avere alcuna sicurezza della risoluzione definitiva del problema.

    A questo punto non mi resta che sperare che fra una decina d’anni, quando il Palaspecchi sarà lo stesso involucro fatiscente, con porte murate, divelte e poi rimurate, almeno qualcuno si ricordi le dichiarazioni di coloro che oggi esultano.”

    L’Ufficio Stampa

    Ferrara, 13 marzo 2016

  • Palazzo degli Specchi - Ferrara (foto di Aldo Gessi da Ferrara Italia)

    Palazzo degli Specchi. L’odg approvato dal Consiglio Comunale

    O.d.g. presentato il 9/2/2016 dai Gruppi Consiliari “Partito Democratico”, “Sinistra Ecologia Libertà” e “Ferrara Concreta” sull’intervento di riqualificazione del fabbricato “ex direzionale pubblico in Via Beethoven” denominato “Palazzo degli Specchi”.

    PREMESSO

    • che il complesso attualmente di proprietà della Soc. FERRARA 2007 r.l., ex Direzionale Pubblico di Via Beethoven, versa da molti anni in uno stato di forte degrado, e poiché sin dalla sua realizzazione tra il 1987 e il 1990 non è mai stato in alcun modo utilizzato/abitato, in quanto sovradimensionato per gli usi richiesti;
    • che oggi questo edificio è di fatto uno scempio per il quartiere ove è inserito e per l’intera città, nonché per le problematiche igienico sanitarie e di sicurezza per i cittadini che in quell’area vivono e per le persone che abusivamente lo occupano

    PRESO ATTO

    • che dall’esame degli atti risulta che sin dal 2007 l’Amministrazione Comunale, preoccupata delle conseguenze che questo stato di prolungato abbandono provoca, in accordo con la proprietà, ha sottoscritto un accordo di programma con la Società di Trasformazione Urbana, appositamente costituita a questo scopo, per lo studio e l’attuazione degli interventi di recupero e riqualificazione
    • che dopo numerosi passaggi istituzionali, di confronto e trattativa con la proprietà, di verifica e rispetto delle normative ambientali ed urbanistiche-edilizie, delle condizioni strutturali e dei costi relativi ad una ipotetica demolizione e ricostruzione, si è giunti alla definizione di un piano di recupero che rispondesse non solo agli interessi privati, ma anche quelli pubblici, condizione evidentemente indispensabile per portare a compimento  il progetto ed impedire il perpetuarsi di un immobilismo su quell’area che ha generato il degrado che oggi vediamo ed una ferita per la città;
    • che il Consiglio Comunale nella seduta del 22.12.2011 ha approvato con 24 voti a favore, 9 astenuti e 0 contrari, l’attuazione del Piano di Recupero di iniziativa Pubblica in variante al PRG dell’Area ex DIREZIONALE PUBBLICO di Via Beethoven, che prevede la riqualificazione dell’intero comparto mediante un intervento edilizio che prevede, tra l’altro:
    • la costruzione di una palazzina da destinare a sede della Polizia Municipale da cedere interamente al Comune;
    • l’adeguamento della vecchia struttura a più moderni sistemi costruttivi con nuovi edifici da destinare alla residenza;
    • una nuova “piastra” a destinazione commerciale;
    • che successivamente a tale approvazione la proprietà ha segnalato al Comune l’interesse da parte di Cassa Depositi e Prestiti al progetto di recupero e la disponibilità di quest’ultima ad intervenire finanziariamente per realizzare un importante intervento di edilizia sociale, tramite CDP Investimenti Soc. di Gestione del Risparmio SPA;
    • che con delibera di G.C. 409 del 24/06/2014 è stato approvato lo schema del Protocollo d’Intesa per l’attuazione di un intervento di ERS nell’ambito di uno stralcio del Piano di Recupero “Ex Direzionale pubblico di Via Beethoven” attraverso la costituzione di un Fondo Immobiliare;
    • che in data 25 giugno 2014 in occasione della manifestazione tenutasi a Milano EIRE (Expo Italia Real Estate, principale appuntamento annuale in Italia sul Real Estate e del sistema industriale immobiliare), è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa dalla Soc. Ferrara 2007 s.r.l. (società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Parsitalia Real Estate srl), CDP Investimenti Società di Gestione del Risparmio S.p.A., Intercantieri Vittadello S.p.A., Azienda Casa Emilia-Romagna (ACER) Ferrara e dal Comune di Ferrara;
    • che l’Amministrazione Comunale, con la firma del suddetto Protocollo d’Intesa, ha voluto condividere e sostenere gli obiettivi e la qualità del piano di recupero previsto che consentirà di offrire un importante intervento di edilizia sociale e porterà anche alla riqualificazione e rigenerazione di un importante comparto della città. Città che in questi ultimi venticinque anni è cresciuta e si è sviluppata proprio anche attorno a questa grande area incompiuta ed abbandonata;

    CONSTATATO

    • che avvicinandosi sempre più all’avvio dell’intervento di riqualificazione e alla contemporanea soluzione al degrado provocato dal lungo stato di abbandono, da più parti si riscontrano azioni che sembrano voler ostacolare per interessi privati il recupero dell’area, senza una verifica reale di fattibilità, creando un danno per la collettività e mettendo a rischio l’accordo faticosamente costruito;
    • che, come appreso dalla stampa, il Comune ha ricevuto notifica di un ricorso al TAR dell’ing. Roberto Mascellani contro il Comune di Ferrara e la società Ferrara2007s.r.l. contro il progetto di recupero che i rappresentanti dei cittadini hanno approvato nel Consiglio Comunale del 22 dicembre 2011;
    • che questa iniziativa, presa oggi dopo più di quattro anni dall’approvazione, rischia di causare un allungamento dei tempi di attuazione dell’intervento, fino a comprometterlo rispetto agli impegni sottoscritti dalle parti, sostenendo un «diritto morale d’autore» che Mascellani rivendica come progettista di un fabbricato scempio per la città e privo di qualunque tipo di riconoscimento di valore culturale, vincolo e tutela;
    • che lo stesso ing. Mascellani poche ore dopo il deposito del citato ricorso ha dichiarato sulla stampa locale di offrirsi “gratuitamente, di aiutarlo [il Sindaco] ad organizzare l’appalto” per la demolizione dell’immobile di cui ha rivendicato poco prima dinanzi alla magistratura amministrativa il “diritto morale d’autore” (RdC 30 gennaio 2016)

    CONDIVIDENDO

    • i contenuti e le finalità del Piano di Recupero di iniziativa pubblica “Direzionale pubblico di via Beethoven” approvato dal Consiglio Comunale nel 2011 e successiva variante approvata dalla Giunta Comunale del 09/11/2015;
    • che una eventuale demolizione della struttura presuppone la volontà, non della Pubblica Amministrazione, ma da parte della proprietà, che non è mai stata avanzata;

    PRESO ATTO

    che nonostante il difficile momento economico del paese e della città si sia riusciti faticosamente a costruire una opportunità di impresa, di riqualificazione, di rigenerazione che impiegherà risorse sul nostro territorio per circa 40 milioni;

    IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA

    IL SINDACO E GIUNTA

    • a porre in atto ogni azione che consenta di portare a termine la riqualificazione dell’area in tempi brevi, con una soluzione che possa rispondere alle più adeguate esigenze abitative della città avendo un’attenzione particolare alle persone che hanno minore capacità economica, per far fronte alle esigenze abitative così come previsto dall’Accordo del social housing;
    • a contrastare ogni azione diretta ad impedire strumentalmente obiettivi di pubblico interesse;
    • si invita inoltre l’Amministrazione ad attuare di concerto con i soggetti proprietari, la Pubblica Sicurezza e il servizio sanitario, le azioni più adeguate affinché lo sgombero delle persone che hanno occupato abusivamente i locali avvenga nel più rigoroso rispetto della dignità delle persone stesse e della legge, con l’intento di impedire che il problema si sposti in altra area della città.
  • Oggi in consiglio

    ex mofOggi il Consiglio Circoscrizionale della Centro è convocato in seduta congiunta con il Consiglio della Circoscrizione Giardino Arianuova Doro e aperta al pubblico presso la sala del Consiglio comunale della Residenza Municipale (P.tta Municipale 2) alle ore 21,00 per la presentazione del Master Plan per la riqualificazione dei comparti Ex Mof-Darsena-ExAmga e Palaspecchi, oggetto di intervento della Società di Trasformazione Urbana. Sarà presente l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Ferrara, Raffaele Atti.

    Chi fosse curioso di vedere come potrebbe trasformarsi la città è invitato stasera a farsi un giro sullo scalone…

    Scheda (dal sito del comune):
    LA SCHEDA – Masterplan aree ex Mof, darsena, ex Amga ed ex direzionale di via Beethoven

    Il team di progetto
    Behnisch Architecten e Politecnica Ingegneria e Architettura in associazione, a seguito di gara pubblica bandita dalla STU Ferrara Immobiliare SpA, sono impegnati nello sviluppo della progettazione urbanistica delle aree ex MOF-Darsena-ex AMGA, ricomprese all’interno della zona di rispetto della città storica, sito UNESCO, dove fra la metà dell’800 ed i primi del ‘900 si insediarono grandi servizi urbani oggi dismessi (mercato ortofrutticolo, officina del gas, darsena industriale) e l’area dell’ex direzionale di via Beethoven (Palazzo degli Specchi), collocata più a sud.

    Le tappe
    La prima fase di lavoro prevede la redazione di un Masterplan che ha il compito di definire un disegno unitario e complessivo dei nuovi tessuti urbani.
    Sulla base del Masterplan, che sarà approvato dal Consiglio Comunale, si definiranno i contenuti dell’Accordo di programma in variante alla strumentazione urbanistica. Successivamente saranno redatti i piani urbanistici attuativi e sarà approfondita la progettazione relativa alla risistemazione di via Darsena.

    L’approccio al progetto
    La “sostenibilità” nella sua declinazione di sostenibilità sociale, economica ed ambientale è assunta quale matrice delle scelte progettuali.
    In particolare il team di progetto ha operato secondo alcune linee guida:
    À¾ Realizzare una rete di spazi pubblici collegati con la città, assicurandone un utilizzo “continuo” nell’arco della giornata
    À¾ Prevedere nuove attività attrattive e funzioni urbane in grado di rivitalizzare gli spazi recuperati
    À¾ Prevedere un mix funzionale tipico dei centri antichi e oggi da riproporre come modello di “urbanità”
    À¾ Cogliere tutte le opportunità perché le operazioni di riuso delle parti della città esistente creino nuova qualità urbana ed ambientale.
    Nel percorso di costruzione del progetto assume rilievo, quindi, la comprensione delle specifiche condizioni del luogo in cui si opera al fine di potere determinare quali soluzioni progettuali “sostenibili” possono essere effettivamente adottate, a quali costi e condizioni.

    Sintesi delle proposte
    Sostenibilità significa anche capacità di integrare vecchio e nuovo: così nell’area ex MOF la Palazzina del vecchio mercato potrà diventare un punto di riferimento per il nuovo quartiere ed ospitare una caffetteria ed altri spazi di uso pubblico. Di grande importanza, sotto questo profilo, sarà anche l’intervento sull’ex direzionale, le cui strutture potranno essere mantenute, pur con i necessari adeguamenti, mentre la modifica delle facciate con la creazione di terrazze e spazi verdi privati potrà assicurare un ambiente adatto al lavoro e alla vita contemporanea.
    L’area dell’ex mercato ortofrutticolo costituirà la principale connessione fra il centro della città e la darsena, che a sua volta sarà riservata principalmente ad usi ricreativi, realizzando un vero e proprio distretto urbano per il tempo libero. Nell’area troverà posto la nuova sede del Comune ubicata tra la nuova piazza cittadina proiettata sulla darsena e la piazzetta antistante la palazzina storica dell’ex mercato. Un grande parcheggio pubblico interrato consentirà di rispondere alle esigenze indotte dalla collocazione di funzioni generatrici di traffico e di eliminare i parcheggi che oggi insistono su queste aree.
    Contrariamente alle ipotesi preliminari, il gruppo di progetto ritiene che la qualità della connessione spaziale fra la città e la darsena non verrà accresciuta dall’interramento della strada, perché le rampe rappresenterebbero una significativa barriera tra il parco sul fiume e la cintura verde attorno alle mura estensi. Il progetto propone invece che la via Darsena diventi un “boulevard”, una strada cioè con ampi marciapiedi, pista ciclabile, fermate dell’autobus, spazi di parcheggio regolamentato (a rotazione) ed una corsia per senso di marcia per i veicoli..
    Particolare attenzione viene dedicata alla costruzione dello “spazio urbano” sia attraverso una diversificata rete di spazi pubblici, che definiscono il carattere dell’area (il sistema delle piazze, le aree a verde che qui formano quasi della “dita verdi” che connettono il verde delle Mura estensi alla darsena), sia attraverso la multifunzionalità delle funzioni proposte, quale strumento per favorire l’interazione sociale e lo sviluppo di quella che viene chiamata “urbanità”. Gli edifici residenziali sono studiati per offrire un’ampia gamma di tipologie e le residenze prossime alle mura estensi disporranno di un livello seminterrato per i parcheggi privati, mentre i loft disporranno di un proprio verde privato realizzato con balconi, terrazze e tetti giardino dai quali si potrà avere la vista verso il fiume e il parco della darsena.
    Per quanto riguarda l’ex direzionale, il primo intervento riguarderà il recupero e la trasformazione per funzioni prevalentemente residenziali del “Palazzo degli Specchi” in modo da dare un nuovo volto all’insediamento e creare uno spazio urbano attrattivo. Saranno demolite alcune strutture esistenti e saranno realizzati nuovi volumi per uffici ed anche un albergo. La zona sud dell’insediamento è destinata, da un lato, ad un rafforzamento dell’esistente polo sportivo, incrementando particolarmente lo spazio per attività sportive all’aria aperta (per questo è prevista una grande spina centrale a verde sportivo-ricreativo su cui si affacciano le residenze e gli uffici), ed una nuova zona commerciale.
    Le aree, pur avendo una loro precisa identità, sono progettate con un’edilizia che consente un uso flessibile, che può assecondare la diversità di funzioni necessarie per assicurare un utilizzo dei volumi e degli spazi gradevole ed economicamente sostenibile.
    Si tratta di dare avvio ad una complessa operazione di parti estese ed importanti della città di Ferrara; la sfida è quella di costruire un progetto che generi qualità urbana, che si ispiri ai principi di sostenibilità e che, al contempo, risulti realizzabile dal punto di vista del bilancio economico-finanziario.

    Le quantità del programma

    Area Ex MOF/Darsena:
    Direzionale pubblico: 18.000 m²
    Residenza: 26.000 m² (*)
    Uffici privati: 500 m² (***)
    Commercio e pubblici esercizi: 5.000 m²
    Attrezzature per lo sport e la cultura: 2.000 m²
    Aree a verde: 27.500 m² (**)
    Piazze: 11.000 m²
    Parcheggio pubblico interrato (2 livelli): 15.300 m²
    (*) All’interno di questa quantità potrebbe essere previsto anche un albergo (4.000 m²).
    (**) Il Masterplan propone di interessare anche due aree esterne al comparto per
    realizzare due grandi parchi pubblici di connessione fra il verde delle mura e la
    Darsena, con funzioni anche di rafforzamento della rete ecologica.
    (***) Potrebbero aumentare recuperando parte della direzionalità pubblica

    Area ExAMGA/Kennedy:
    Residenza: 5.000 m² (*)
    Commercio e pubblici esercizi: 700 m²
    Superfici a verde: 2.900 m²
    Parcheggio pubblico interrato (2 livelli): 7.000 m²
    (*) Al posto della residenza potrebbe essere previsto un albergo.

    Area Ex-Palazzo degli specchi:
    Residenza: 16.400 m² (*)
    Uffici privati: 9.000 m²
    Commercio e pubblici esercizi: 10.800 m²
    Attrezzature per lo sport: 6.000 m²
    Albergo: 5.800 m²
    Verde pubblico: 6.200 m²
    Piazze: 11.000 m²
    Parcheggio pubblico interrato: 17.000 m²
    (*) Si ipotizza una quota significativa di edilizia residenziale sociale

    Gli studi incaricati del masterplan

    Behnisch Architekten è uno studio internazionale che sviluppa una gamma completa di servizi di progettazione avendo particolare attenzione alla dimensione sociale del progetto nella convinzione che l’architettura sia generata dai bisogni intellettuali, spirituali e materiali delle persone. Non solo gli edifici ma anche la qualità del progetto urbanistico ha a che fare con il benessere e ciò si ottiene avendo attenzione al contesto in cui si progetta, alla cultura ed allo spirito del luogo. Behnisch Architekten ha consolidato inoltre una reputazione internazionale per la sensibilità sviluppata in direzione della sostenibilità ambientale che non viene affrontata come aspetto settoriale ma che è parte della concezione architettonica complessiva.

    Politecnica, Ingegneria e Architettura, è una Società di progettazione in forma cooperativa nata da un processo di integrazione di diverse Società con patrimonio umano e strategico eterogeneo ed esperienze pluriennali nei diversi settori della progettazione. Politecnica vanta una grande esperienza multidisciplinare; la presenza di personale tecnico specializzato consente l’integrazione fra i vari aspetti architettonici, strutturali, impiantistici, urbanistici e di completamento, anche su commesse molto complesse.