• Toh, chi si rivede

    da Alla macchina del caffè

    Ve lo ricordate l’onorevole Tiziano Motti? Sì, proprio quello lì. Eccolo di nuovo balzare agli onori delle cronache per un fondamentale atto di sindacato ispettivo al Parlamento Europeo.

    Dopo essersi occupato del pericolo dei “Videogiochi violenti americani e tutela del mercato europeo“, e dopo aver sponsorizzato il “log box”, come non intervenire sull’annosa questione delle “smart drugs”?

    Rivedere le direttive europee sulle sostanze illecite e assumere provvedimenti urgenti nell’interesse della salute dei consumatori: l’obiettivo è arginare la diffusione delle smart drugs, le cosiddette “droghe furbe“ vendute legalmente negli smart-shops per lo più come profumatori ambientali ma descritte e vendute sul web come simili alla cannabis, e che hanno una diffusione crescente.

    E’ quando chiede l’ eurodeputato Tiziano Motti (gruppo Ppe, eletto nella lista Udc del Nord Est) con un’interrogazione alla Commissione di Bruxelles. “Per le modalità di assunzione autonoma e senza sorveglianza medica da parte di giovani e meno giovani – sottolinea Motti – queste sostanze rappresentano una pericolosa tipologia di droghe prodotte da scarti di laboratorio, come recentemente appurato dai Nuclei Antisofisticazioni in Italia”. Fra gli esempi citati, quello della Salvia Divinorum venduta legalmente negli smart shpos come profumatore e “che le autorità italiane, dopo ricerche approfondite sugli effetti psicoattivi e allucinogeni della pianta, hanno deciso di mettere al bando, inserendo il suo principio attivo fra le categorie illegali“.

    Inoltre Tiziano Motti rivolge un appello ai media perché parlino di “trash drugs” e non più di smart drugs al fine di “evitare di promuovere positivamente il fenomeno e favorire indirettamente le aspettative dei giovani consumatori“.

    Assolutamente da sottolineare come l’eurodeputato reggiano abbia ricevuto addirittura il plauso del capo dipartimento delle Politiche antidroga di Palazzo Chigi, Giovanni Serpelloni, che non si è lasciato scappare la possibilità di lisciare l’ennesima possibile sponda politica e così

    “ha ringraziato Motti per la grande sensibilità dimostrata sull’argomento”.

     

  • Procedura contro l’Italia

    immagine-72Da un certo sollievo sapere che almeno in Europa i Verdi esistono, nonostante la Francescato.

    Ecco quindi che i Groenlinks (verdi di sinistra olandesi), aderenti al mio gruppo di riferimento al parlamento europeo, provano a pensare un poco al nostro sgangherato paese:

    Groenlinks: Processo contro Berlusconi

    GroenLinks sta considerando se iniziare una procedura contro l’Italia a causa della limitata libertà di stampa nel Paese. Il premier Silvio Berlusconi controlla sia le emittenti pubbliche che le emittenti private e impedisce da qualche tempo a giornalisti critici di accedere alle sue conferenze stampa.

    Questo secondo quanto affermato dalla capolista di Groenlinks Judith Sargentini. ‘Il Trattato europeo obbliga ogni Paese europeo a garantire la libertà di stampa. In qualità di frazione dei Verdi all’Europarlamento stiamo quindi considerando una procedura contro l’Italia’, ha detto Sargentini. ‘Se procediamo contro Bulgaria e Romania per le loro irregolarità, allora dobbiamo osare fare lo stesso con l’Italia.’
    Se la maggioranza dell’Europarlamento dovesse appoggiare questa causa legale, la procedura giungerebbe nelle mani della Corte Europea di Giustizia.

    Sargentini ha già in precedenza affermato che il capolista Wim van de Camp del CDA (Partito Cristiano-Democratico) deve affrontare Berlusconi sul tema del suo comportamento, come anche sul caso dei rifugiati rispediti in Libia. Il CDA e il partito di Berlusconi sono membri della stessa frazione del parlamento europeo.

    http://laltranotizia1.blogspot.com/2009/06/groenlinks-processo-contro-berlusconi.html

  • Un nuovo modo di far politica. Vota Motti.

    In molti avrete notato la città tappezzata di manifesti elettorali, fra i quali spiccano quelli di un tal Motti, candidato alle europee.

    In molti ci siamo chiesti chi era costui, e soprattutto con chi si candidava, vista l’assenza di simboli elettorali e con lo sbarramento al 4% che impedirà la presentazione di listine varie.

    Qualcuno ha pure insinuato che non c’era un simbolo perchè il candidato doveva ancora valutare le eventuali offerte, dopo la sua campagna promozionale.

    E guarda caso, RomagnaOggi, ci conferma:

    Singolare la presa di posizione dell’editore reggiano, che pur ospitando esponenti del Partito delle libertà ha evidenziato “di non essere ancora in una lista definita e di ammirare il lavoro che uomini politici di partiti diversi

    Se volete scoprire meglio il nuovo modo di far politica di Tiziano Motti leggete qui (da Romagna Oggi):

    REGGIO EMILIA – Il presidente di Europa dei Diritti e candidato al Parlamento Europeo, Tiziano Motti, fa il pieno di giovani. Più di mille i ragazzi e le ragazze che sabato scorso alla discoteca Joia di Rubiera hanno partecipato alla festa sponsorizzata da Europa dei Diritti in cui si è esibito lo show man Jerry Calà che ha riproposto il suo coinvolgente repertorio di musica “revival”. Nel corso della serata Tiziano Motti, è salito sul palco del Joia per  incontrare e presentarsi a giovani e giovanissimi. Niente dibattiti o comizi “vecchio stampo”, ma una serata “casual“, che ha unito il divertimento a un po’ di informazione sul candidato e sull’associazione.

    Come si diceva, la serata è stata animata da Jerry Calà, che ha stregato il popolo della notte con musiche intramontabili e dal tronista di Uomini e Donne Giorgio Alfieri, che è stato subissato di richieste di autografi da parte delle giovani fan. Dopo cena Motti ha preso la parola per salutare i presenti e la serata è proseguita con la musica tutta la notte. Tra i temi toccati da Motti, i diritti e la necessità di svecchiare la politica svincolandola dalle ideologie.

    Con la sponsorizzazione della serata alla discoteca Joia, Motti ha chiuso la giornata in cui ha ufficializzato la sua candidatura al Parlamento Europeo. Nella mattina di sabato, infatti, il presidente di Europa dei Diritti, all’hotel Classic di Reggio Emilia, davanti a una platea di oltre 300 invitati, alla presenza del presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Antonio Tomassini, del professor Fabrizio Trecca, conduttore del programma di Rete4 Vivere Meglio, e del candidato sindaco del Pdl di Reggio Emilia, Fabio Filippi, aveva ufficializzato la sua discesa in campo (nella circoscrizione del Nord-Est, che comprende Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia) illustrando le ragioni che lo hanno convinto a candidarsi, nonché il suo programma elettorale.

    Un programma innovativo e moderno, consapevole del cambiamento in atto nella politica italiana, sempre meno improntata alle ideologie, sempre più bisognosa di persone concrete, propositive, vicine alle esigenze e alle problematiche dei cittadini, determinate a dare risposte concrete ai bisogni che emergono dalla quotidianità. Singolare la presa di posizione dell’editore reggiano, che pur ospitando esponenti del Partito delle libertà ha evidenziato “di non essere ancora in una lista definita e di ammirare il lavoro che uomini politici di partiti diversi stanno svolgendo nell’interesse della collettività, indipendentemente dalla loro ideologia personale. Motti ha ricordato che da anni l’associazione di cui è presidente promuove le attività dell’oncologo Umberto Veronesi (Pd), che fa parte del comitato d’onore di Europa dei Diritti, così come l’onorevole Angelo Alessandri (LegaNord) e il senatore Tomassini (Pdl), presidente del Comitato d’onore medesimo.

    “Ritengo – ha dichiarato Motti – che oggi, più delle ideologie e gli scontri di classe, contino  i fatti con cui i politici riescono a rispondere alle esigenze della maggior parte dei cittadini. Perché non è vero che siamo tutti uguali, anzi, fortunatamente, siamo tutti diversi, pur avendo tutti i medesimi diritti. Dal nostro punto di vista tutti abbiamo ragione, occorre quindi trovare risposte concrete ai problemi che si trovano a dover fronteggiare nella loro quotidianità le fasce più deboli, smussando le posizioni ideologiche individuali”.

    Ed è la centralità della persona, in quanto cittadino, a prescindere dalle sue ideologie politiche, su cui è declinato il progetto politico di Tiziano Motti.

    “Con Europa dei Diritti, associazione senza fini di lucro, nata nel 2004, sto già rispondendo a donne, anziani, lavoratori che vedono l’occupazione a rischio, ma anche imprenditori che cercano di superare la crisi. Persone diverse, con punti di vista differenti, ideologie politiche opposte, ma tutti accomunati dalle problematiche del quotidiano, che, per quanto differenti, rimangono comunque difficoltà cui qualcuno deve dare risposte. La mia candidatura, sinora non inserita in alcuna lista politica, va in quella direzione: sono certo – sottolinea Tiziano Motti – che ci sia ancora molto da fare per il bene del cittadino, per consentirgli di essere davvero libero, consapevole di quelli che sono non solamente i suoi doveri ma, soprattutto, i suoi diritti”.

    Da anni impegnato nella diffusione della cultura dei diritti, “perché – sottolinea – solo un cittadino informato è libero”, Motti  ha deciso di portare il proprio impegno, la sua voglia di agire, la sua esperienza in un contesto che permetta di lavorare ancora di più nell’interesse dei cittadini: il Parlamento Europeo.

    “Molte leggi italiane che operano in difesa dei nostri diritti recepiscono normative comunitarie e a Strasburgo è necessario che siano interpretate le esigenze di chi abita nella nostra terra, nella nostra regione. Sono sicuro di rappresentare una sfida moderna alla politica sorpassata e deludente di un tempo: quella di portare in Europa le esigenze dei cittadini italiani. A prescindere da quelle che sono state sino a ora le loro ideologie politiche. Si tratta di un progetto ambizioso, ma realizzabile, come dimostra il successo di Europa dei Diritti: l’associazione senza fini di lucro, nata 5 anni fa, oggi conta 100mila associati e una rete di 140 studi legali convenzionati in molte regioni italiane, che gratuitamente offrono la propria consulenza agli associati. Dal 16 marzo, quindici emittenti televisive del Nordest trasmetteranno il nuovo ciclo del programma televisivo Noi Cittadini, realizzato in un nuovo format di 15 minuti, condotto dal professor Fabrizio Trecca e orientato a fornire ai cittadini informazioni e riflessioni sui diritti e sulle possibilità di difesa.

  • Nella botte piccola c’è il vino buono…

    Squadernando la classifica dei partiti, poi, si capisce perché i parlamentari del Pdl siano stati tra i pochi ad aver votato contro la proposta del radicale Marco Cappato, che costringerà nel futuro prossimo venturo le istituzioni a una maggiore trasparenza: se gli euroscettici della Lega non hanno rivali, grazie a un tasso di assenze medio del 43 per cento, i ‘virtuosi’ sono i Verdi, quelli di Sinistra democratica, i comunisti del Pdci e quelli di Rifondazione. Deputati diligenti che, a causa dello sbarramento al 4 per cento voluto da Berlusconi e Veltroni, alla tornata elettorale del 6 giugno rischiano il posto. A vantaggio di An, Forza Italia e Pd, partiti infarciti di fannulloni con percentuali di assenza che in qualche caso superano il 70 per cento.

    Dedicato a chi pensa che certe forze politiche siano troppo piccole per essere rappresentate all’Europarlamento.

  • semplificazioni

    Che il Pd si preoccupi di “semplificare” il Parlamento Europeo fa davvero sorridere dato che non si sa ancora in quale gruppo andranno i loro eletti ed è a oggi molto probabile che alla fine si divideranno di nuovo in due gruppi. Tanto per “semplificare”.

    Così Barbara a nome dei Verdi di Ferrara commenta l’ultimo accordino per far sopravvivere il PD.

    Anche per questo aderisco alla catena lanciata da Alessandro Ronchi:

    Per arrestare l’emorragia di voti che potrebbe avere il PD alle elezioni europee Veltroni si è fatto promotore di una proposta che inserisca uno sbarramento del 4%, che è tarato ad hoc per i partiti suoi concorrenti.

    Per contrastare questa iniziativa antidemocratica aderite ai gruppi su Facebook (il gruppo e la causa) e partecipate alla catena di blog, segnalandoci il link al vostro articolo (dove dovrete copiare questi link) che inseriremo in una lista qui:

    Alessandro Ronchi
    Baseverde
    Per la democrazia
    Verdi Emilia Romagna
    Verdi Forlì-Cesena
    Contro l’inciucio PD PDL sulla legge elettorale europee
    Informazione senza filtro

  • Il vero buco nero (della democrazia)

    Per un attimo vorrei che accontonaste il fatto che chi scrive milita in un partito che solo nei sogni ha superato la soglia del 5% in Italia.

    Vorrei che ragionaste un po’ con me sul significato delle elezioni europee: esse sono elezioni che, a differenza di quelle politiche o amministrative non devono garantire sia la rappresentanza che la governabilità. La commissione europea è infatti nominata dai Governi nazionali, il Parlamento Europeo ha solo funzione di rappresentanza e di indirizzo. Per capirci meglio vale la pena segnalare che addirittura la patria del maggioritario, la Gran Bretagna, ha introdotto nel ’98 il metodo proporzionale (senza sbarramento mi pare) per le elezioni del PE.

    Quindi a cosa serve mettere uno sbarramento al 5% (più alto che alle politiche)? A nulla perchè, allo stato attuale, l’unico effetto è quello di estromettere milioni di persone dall’essere rappresentate in europa. Peraltro in un momento in cui l’istituzione europea più che una risorsa e una prospettiva da perseguire è diventata, agli occhi di molti italiani, un pericolo. Direi quindi che si tratta di un geniale (e machiavellico) provvedimento, degno di questo sinistro governo: un buco nero in cui finiranno milioni di voti alla faccia della democrazia rappresentativa.

    E cosa dire dell’abolizione della preferenza? Vi ricordate i tanti “bisogna riavvicinare i cittadini alla politica”, “basta con gli eletti decisi dalle segreterie partitiche”? Eccoci qua, una volti giunti al successivo nodo da sciogliere, pronti a eliminare le preferenze pure dalle elezioni europee.

    Vergogna, roba da referendum. Questa sì.

    L. ELETTORALE: RONCHI, ACCORDO PER EUROPEE SU SOGLIA 5%
    Nel corso del vertice a Palazzo Grazioli si e’ discusso anche di legge elettorale per le europee e su questo si e’ trovato “un accordo sinergico, di tutti, sulla proposta che e’ gia’ stata presentata in Parlamento che prevede lo sbarramento al 5 per cento e senza preferenze”. Lo ha reso noto Andrea Ronchi (An) lasciando palazzo Grazioli al termine del vertice sul federalismo fiscale. Per riformare la legge elettorale europea “si partira’ dalle proposte presentate in Parlamento”. Quindi, non ci sara’ una proposta del governo? “Non serve”. Cosi’ Roberto Calderoli ha risposto ai giornalisti al termine del vertice a palazzo Grazioli sul federalismo fiscale nel quale si e’ parlato anche di riforma elettorale europea. “La proposta governativa – ha spiegato il ministro per la Semplificazione legislativa – voleva essere di stimolo. Ma visto che le proposte in Parlamento erano vicine o similari a quella governativa e visto che la Commissione competente era in grado di partire subito da quelle proposte, allora si partira’ da quelle”.

  • l’auto che meno inquina

    Le auto inquinano. Ma se proprio ne avete bisogno acquistatene una che inquini il meno possibile.

    Non sapete come trovarla? Ecco Greenpeace che ci viene in aiuto con una sua classifica delle auto meno inquinanti, ed una denuncia nei confronti dei costruttori “che dimostra come i costi finanziari e sociali di adeguamento alla normativa europea siano stati ancora una volta sovrastimati dalle case automobilistiche.”

    Foto via moto perpetuo (trovata su Dark Roasted Blend

  • legge elettorale per le europee

    PE

    PE

    Sia chiaro. La legge elettorale per le elezioni europee va benissimo com’è. Il PE non deve esprimere un Governo, ma invece deve rappresentare tutte le anime e le sensibilità politiche dei paesi membri.

    Se la si cambierà è solo perchè PDL e PD vogliono far fuori definitivamente le “piccole” formazioni politiche, ecologisti compresi.

    Che scelgano gli elettori se queste debbano essere o meno rappresentate nel Parlamento Europeo, non Silvio Berlusconi e il suo fido Veltroni (sì, con vw a questo giro ci vado giù un po’ duro, ma per meriti acquisiti sul campo in questi pochi mesi).

  • I Blog ed il Parlamento Europeo

    peIl Parlamento Europeo sta avviando la discussione su una mozione sul pluralismo dei media che vuole regolamentare i contenuti generati anche dai media non professionali (blog compresi).

    Quando si parla di regolamentare i contenuti a me viene sempre un attacco di orticaria. Devo ancora leggere il testo, ma passaggi come questo (segnalato da Luca Conti) mi lasciano perplesso:

    Proposes the introduction of fees commensurate with the commercial value of the user-generated content as well as ethical codes and terms of usage for user-generated content in commercial publications

    D’accordo sul codice etico, ma non comprendo la “violazione della concorrenza a danno dei professionisti dei media”. Ovvero la comprendo in una logica tutta italiana di difesa dell’Ordine dei Giornalisti, non la comprendo in un’ottica europea di apertura del mercato.

    Dopodichè su come garantire l’attendibilità delle notizie pubblicate e delle opinioni espresse sui blog, beh è tutto un altro discorso, che pero’ sottende alla libertà di espressione più che alla libera concorrenza.

    Ma queste considerazioni le butto qui ripromettendomi di leggere bene il documento e commentarlo con maggiore attenzione.

    VIa Pandemia.

  • Riusciranno i nostri eroi…

    riuscirannoRiusciranno i nostri eroi, dopo non essere riusciti a fare il Gruppo unico con Di Pietro al Parlamento Italiano, a rimanere nello stesso gruppo al Parlamento Europeo?

    Strasburgo, Schulz a Rutelli: «L’Europa non è l’Italia»
    Scontro sulla collocazione del Pd

    Da l’Unità

    Attenti, l’Europa non è l’Italia. A ricordarci che non possiamo esportare oltralpe qualsiasi formula nostrana è il capogruppo del partito Socialista europeo Martin Schultz. Non parla a caso, Schultz, ma a proposito del dibattito interno al Pd sulla collocazione del partito nel Parlamento di Strasburgo. La querelle si è riaccesa in questi giorni, in vista delle elezioni europee che si terranno il prossimo anno, ma il tempo che passa non sembra distendere gli animi. Anzi. A creare trambusto nel Loft, martedì, è soprattutto Francesco Rutelli, ex leader della Margherita. I “suoi” deputati ora siedono nell’Alde, l’Alleanza dei democratici e dei liberali europei, e non hanno nessuna intenzione di andare a finire nel Pse, dove stanno adesso gli ex Ds.

    Per Rutelli è «impensabile» che il Pd confluisca «in una delle famiglie del XX secolo». Per lui, «l’ambizione del Pd deve trovare una sua traduzione anche in Europa». Insomma, torna a parlare di quell’«autonomia» (un gruppo a sé nel Parlamento europeo) a cui aveva già accennato l’ex presidente del Senato Franco Marini e che non ha escluso nemmeno il segretario Walter Veltroni, comunque più propenso all’ipotesi di una federazione.Ma lo stop alle soluzioni “all’italiana” arriva direttamente dall’Europa. Martin Schultz prima ha rassicurato sul fatto che il Pd è benvenuto nel gruppo del Pse: «Possiamo fare un’offerta al Pd – ha spiegato – siamo disposti ad accogliere nel nostro gruppo tutte le forze socialiste e progressiste internazionali, abbiamo modificato il nostro statuto in questo senso. Penso – ha concluso Schultz – che possiamo fare questa offerta: aprirci a forze che condividono i nostri valori e che non vengono dalla socialdemocrazia tradizionale». Ma subito dopo mette in guardia chi vorrebbe ricorrere a inciuci che a Strasburgo non piacciono: «Se come auspica Rutelli facessimo un’alleanza con i Liberali non avremmo una maggioranza qualificata che è composta dal 50 per cento più uno. Non basterebbe. Avremmo bisogno dei Verdi e dei Comunisti, ma questo è proprio ciò che in Italia si vuole far finire. Non si può riprodurre in Europa – conclude Schultz – quello che si vuol far finire in Italia». E poi rincara la dose: «Gli uomini e le donne che oggi fanno politica in Italia – dice – devono rendersi conto che l’Europa non è una Italia ampliata: ho letto oggi una intervista a un ex sindaco di Roma – prosegue Schultz – il collega Rutelli è stato un paio di anni nel Parlamento europeo, e sono stupito di un passaggio della sua intervista. Nel Parlamento europeo non si tratta soltanto di posti, ma si tratta della legislazione. E per la legislazione – conclude – ci vuole una maggioranza qualificata: che vuol dire il 50% più un voto».

    Rutelli, però, è agguerritissimo. Replica a Schultz che «non si tratta di una discussione italiana, ma piuttosto di allargare il campo delle forze democratiche e riformatrici, non restringerla ma allargarla». E affila le armi: martedì mattina ha tenuto una sorta di revival dei “coraggiosi” organizzati al momento della nascita del Pd, un gruppo di suoi fedelissimi (Gentiloni, Lusetti, Vernetti, Giachetti, Bobba) chiamati a raccolta per definire la linea. Poi, l’incontro con Veltroni a Montecitorio, per spiegare al segretario la sua idea di «un’alleanza di centrosinistra» a Strasburgo, che coinvolga socialisti da una parte e liberaldemocratici dall’altra. Il prossimo 19 giugno, infine, Rutelli incontrerà l’Alde per verificare la disponibilità dei libdem a nuove alleanze. Per i giorni successivi, il 20 e il 21, è prevista l’assemblea del Pd per mettere la parola fine a questa ingarbugliata vicenda.