• Ci risiamo

    Ci risiamo. Tre senatori si sono accorti che in rete c’è un sito, legalizziamolacanapa.org, fra i tanti che promuovono la legalizzazione della canapa. E al grido di “noi siamo per la liberta’ di espressione”, chiedono al ministro Cancellieri di chiuderlo perchè reo di mettere “alla berlina scienziati come Garattini ed altri ancora” ed esaltare le qualità di una sostanza sulla quale “ci sono centinaia di pubblicazioni che parlano del rischio di indurre psicosi, e c’e’ una quotidianita’ clinica che lo dimostra”.

    Ora, non mi soffermerò troppo sulle centinaia di pubblicazioni che confutano i rischi legati alla cannabis (ne cito solo una, il rapporto della Beckley Foundation) soprattutto quando messi a confronto con le altre sostanze ricreative, legali ed illegali. Non mi soffermo nemmeno sugli scienziati, che spesso si mettono alla berlina da soli.

    Mi preme solo dire che probabilmente le psicosi più gravi, perchè provocate dall’ideologia proibizionista, securitaria e illiberale, sono quelle dei politici, che pur di dimostrare l’indimostrabile, ovvero che il consumo di droghe è un problema da risolvere con il codice penale, fanno carta straccia dell’art. 21 della costituzione e invocano la censura per le idee non conformi al loro disegno repressivo. A legalizziamolacanapa.org, per quel che conta, va quindi la mia solidarietà.

    (qui quella di fuoriluogo.it)

  • Energia e PDL, una coerenza disarmante

    La coerenza del PDL in materia energetica è disarmante: prima vogliono tornare al nucleare a qualsiasi costo, poi sgambettano quando possono le agevolazioni per l’efficienza energetica (leggi 55%), quindi azzoppano a più riprese le fonti rinnovabili e alla fine, alla loro festa nazionale, annunciano fieri nei manifesti: “STAND CLIMATIZZATI”.

    Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • Energia e PDL, una coerenza disarmante

    La coerenza del PDL in materia energetica è disarmante: prima vogliono tornare al nucleare a qualsiasi costo, poi sgambettano quando possono le agevolazioni per l’efficienza energetica (55%), quindi azzoppano a più riprese le fonti rinnovabili e alla fine, alla loro festa nazionale, annunciano fieri nei manifesti: “STAND CLIMATIZZATI”.

     

     

  • Fra rinnovabili e Nucleare: quello che Balboni dimentica di dire.

    Il Senatore Balboni si è recentemente fatto forte di alcune dichiarazioni del Ministro all’Agricoltura Galan per sostenere che così il governo “ha chiarito in modo inequivocabile che gli incentivi a favore del Fotovoltaico non sono in discussione” e che non poteva essere altrimenti “perché non si possono fare leggi retroattive che violerebbero il patto tra Stato e cittadini”.

    Ora, che non si debbano fare leggi retroattive – se non a favore dei rei – sappiamo essere cosa ben conosciuta dal Governo Berlusconi, ma forse uscendo dal campo penale qualcosa nel rapporto tra Stato e cittadini tende a scricchiolare. Che le norme del decreto legislativo fossero retroattive – pensate un po’ – lo ha capito anche il Ministro Romani che (cfr agenzie del 10 marzo) “ha assicurato, entro 15 giorni, l’emanazione di un nuovo decreto attuativo per il periodo transitorio, correttivo della retroattivita’ del decreto legislativo sul fotovoltaico”. E non è la prima volta che il Governo del Nucleare tenta di affossare retroattivamente le alternative all’atomo, siano esse fonti energetiche rinnovabili che interventi di efficienza energetica, come nel 2008 quando Tremonti tentò l’abolizione tout court del 55%.

    Non si comprende perchè le famiglie e le imprese che in questi mesi hanno deciso di investire per risparmiare o creare ricchezza, comunque per diminuire l’impatto dell’uomo su questo pianeta, debbano essere lasciate in balia delle miopi e probabilmente interessate decisioni del nostro Governo. Perchè, con buona pace di Ministri e Senatori per installare un impianto, anche piccolo, ci vogliono sicuramente mesi, a volte anche un anno, sempre che poi non si chieda anche un finanziamento in banca.

    Le tariffe incentivanti erano già state diminuite l’anno scorso, il tetto non ha senso di esistere, l’alibi del costo in bolletta non regge andando a vedere quanto sono nelle stesse bollette i costi relativi incentivi alle fonti cosiddette assimilate come i termovalorizzatori (il famigerato CIP6) o alla dismissione delle vecchie centrali nucleari, ben più alti. E tanto per chiarire definitivamente la questione, anche in termini economici, negli Stati Uniti già oggi il costo per kwh prodotto con energia solare è inferiore a quello prodotto con il nucleare (cfr. Solar and Nuclear Costs – The Historic Crossover di John O. Blackburn Sam Cunningham – NC WARN – luglio 2010).

    L’ulteriore incertezza posta dal decreto governativo quindi non solo mette a repentaglio gli obiettivi di diminuzione delle emissioni in atmosfera – facendoci rischiare non solo i polmoni ma anche le multe – ma soprattutto mette in difficoltà gli oltre 100.000 occupati di un settore in grande sviluppo ma ancora troppo fragile per essere sacrificato sull’altare dell’ideologia pro-atomo.

    Perchè, è ormai chiaro in queste drammatiche ore, l’assurdo obiettivo di questo governo è garantire al nostro paese l’uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili grazie a centrali nucleari che fra 20 anni forse produrranno energia da combustibili fossili, non risultando al momento alla comunità scientifica che l’uranio cresca sugli alberi. Un non senso che ci costerà ben 30 miliardi di euro. Investendo la stessa cifra nelle energie rinnovabili, ad esempio nel sole, avremmo in pochi anni più o meno la potenza delle centrali berlusconiane, con la sola differenza che un pannello fotovoltaico, in caso di terremoto, al massimo cade a terra (e solo perchè cade il tetto su cui è montato), magari continuando pure a funzionare, e non produce quelle scorie radioattive che poi non sappiamo dove mettere.

    E con la differenza, probabilmente decisiva, che le aziende interessate dallo sviluppo delle rinnovabili sono piccole e medie imprese, spesso artigiani, e non colossi del cemento e dell’acciaio in cerca di grandi appalti statali. Visti i precedenti, e la tragedia di queste ore, speriamo che almeno il cemento sia di quello buono.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista, Circoscrizione 1

  • Paladini della Cristianità in trasferta a Monaco

    http://www.youtube.com/watch?v=fUkWLqpEhlI

    OktoberFest, se non ci fosse bisognerebbe inventarle

    NB: i musulmani in teoria non bevono alcol

  • Un bacio alla panettiera di via immacolata

    Ecco, siccome di solito il pessimismo sullo stato del nostro paese straborda su questo blog, oggi voglio ritornare su una storia già raccontata la settimana scorsa.

    E voglio pubblicamente inviare un bacio alla panettiera di Via Immacolata a Francavilla che con la sua testimonianza ha scagionato il povero Osas.

    Signora Serafina Latartara, grazie di cuore, lei oggi mi ha regalato un sorriso.

    Un’altro sorriso, ben più amaro, me lo ha regalato Osas Friday, che una volta scagionato dalle accuse del consigliere pidiellino Proto, ha dichiarato:

    “Sono cristiano, non provo nessun rancore, conosco il valore del perdono”

    A Osas però, dopo 9 giorni di galera per un’accusa inventata di sana pianta, le scuse della PM servono a poco: deve andare a Brescia per rinnovare il permesso di soggiorno.

    E non ha un lavoro.

    In bocca al lupo.

  • Cogli la metafora /2

    Questa storia fa un po’ meno ridere della precedente ma vale la pena di essere ripresa.

    Francavilla, Italia, Mondo:

    È l’ora di pranzo di lunedì quando sia Proto (consigliere comunale PDL di Francavilla, ndr) sia Friday Osaf, clochard nigeriano di stanza a Francavilla, si trovano in via Immacolata. Il primo fa la spesa, il secondo chiede l’elemosina. A un certo punto si trovano l’uno vicino all’altro e, quando l’extracomunitario chiede un’offerta a Proto, questi lo scansa negandogliela e, a quanto pare, lo redarguisce invitandolo ad allontanarsi perché lì dà fastidio. Ne nasce un diverbio che, a detta di Proto, sfocia in aggressione durante la quale il nigeriano avrebbe estratto un coltello. I vigili, credendo alla versione del consigliere, arrestano Osaf dopo un inseguimento in cui uno degli agenti rimane ferito. Non sarebbe andata così, invece, secondo la commerciante Alessandra Latartara, che sostiene non ci sia stata aggressione alcuna e tanto meno la minaccia con un coltello da parte dell’uomo di colore. Nel vespaio di polemiche e indignazione, a decidere chi abbia ragione e chi torto, a questo punto, sarà probabilmente un giudice.

    Benedetto Proto, grande fan delle ronde, dopo le dichiarazioni alla stampa della fornaia e l’accerchiamento dei suoi colleghi in consiglio comunale ha annunciato le dimissioni da consigliere:

    questa città non merita il mio impegno

    La signora Alessandra Latartara, a seguito della posizione assunta, ha dichiarato in tv di aver ricevuto ‘avvertimenti’ in rapporto all’attività del suo esercizio commerciale.

    Di Friday Osaf non abbiamo notizie, ma temiamo sia ancora in carcere.

  • Libertà di sesso

    Se il capogruppo del PDL alla Camera oggi si scaglia contro il giustizialismo e inneggia alla libertà di sesso, questo blog, nel rispetto della neoritrovata curva editoriale, non può non adeguarsi immediatamente!

    E allora, spezziamole anche noi insieme a Cicchitto queste manette, e lasciamo spazio a questa copula delle libertà:

  • Perchè poi uno si preoccupa

    Da alcune settimane ho la netta sensazione di condividere molti dei contenuti dei corsivi sul Corriere della Sera.

    Sono io, o è il paese ad essere andato in vacca?

    Una banca vale più degli elettori?

    Non è facile capire la logica che ha spinto Denis Verdini a dimettersi da presidente della Banca del Credito Cooperativo Fiorentino, e a non lasciare la carica di coordinatore del Pdl. È come se si sentisse più responsabile nei confronti degli azionisti che degli elettori; o comunque ritenesse i primi più severi e temibili dei secondi. Ma la sua scelta non può non lasciare interdetti. Se ritiene che la magistratura lo abbia indagato ingiustamente, è comprensibile la resistenza alle richieste dell’opposizione e della minoranza di Fini.
    Nel momento però in cui getta la spugna come banchiere, non si comprende perché ritenga di poterla tenere in mano da dirigente politico. Si tratta di un cortocircuito fra sfera pubblica e privata che finisce per privilegiare la seconda; e per offrire agli elettori del centrodestra un’immagine sghemba di un loro rappresentante. Non si tratta di accreditare un suo coinvolgimento nei fatti dei quali viene sospettato; né di assecondare sentenze preventive; né, ancora, di sottovalutare gli aspetti strumentali degli attacchi di cui è destinatario: sono anche pezzi della faida nel Pdl in atto da mesi.
    Ma nello stesso tempo è difficile liquidare la questione sostenendo semplicemente di credere a Verdini, alle sue assicurazioni di non avere commesso nulla di illegale. Questa tesi, esposta ieri ad esempio dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa per puntellare il «no» alle dimissioni dall’incarico nel Pdl, è un segno di amicizia e di solidarietà fra coordinatori. Eppure rischia di apparire anche la dimostrazione di un’incomprensione, e di una involontaria mancanza di rispetto per l’elettorato: soprattutto dopo la decisione di Verdini di lasciare la banca per motivi di opportunità. A questo punto, la stessa preoccupazione dovrebbe suggerire un passo indietro dal vertice del partito. Certo non è facile, in un momento in cui la rissa fra berlusconiani e finiani ha imboccato un tornante pericoloso e probabilmente senza ritorno. L’esigenza di tenere unite le forze nel conflitto dentro il Pdl fa apparire anche la scelta più ragionevole come un gesto di debolezza, di cedimento alle ragioni nemiche. Il risultato è un irrigidimento, quasi un arroccamento su posizioni che a prima vista sono obbligate; ma alla lunga potrebbero rivelarsi imprudenti. Anche perché in politica le contraddizioni hanno un prezzo. E più a lungo vengono eluse, più si prendono una rivincita rapidissima nelle sue conseguenze. Un elettore non chiede o suggerisce, come un consiglio di amministrazione, di uscire di scena in attesa magari di tempi migliori. È più indifeso, e forse disposto a dare credito alla persona ed allo schieramento che ha votato e contribuito a portare in Parlamento. Proprio per questo merita una considerazione se non superiore, uguale a quella verso una banca.

    Massimo Franco

  • In difesa dei più deboli

    “Ma che casta e casta! Spesso è il politico a chiedere all’autista di accelerare, magari perché l’aereo è arrivato in ritardo e c’è un appuntamento importante. Non è giusto che la fretta del datore di lavoro ricada sull’autista”.

    Così il senatore del PDL Cosimo Gallo difende il suo emendamento al Codice della Strada volto all’esenzione dal ritiro dei punti della patente per gli autisti di auto blu. Da Repubblica.it.

    PS: per la cronaca l’emendamento è stato approvato. Senza parole.

  • Istruzioni per la presentazione delle candidature

  • Ma chi ci dice che a Roma in Tribunale ci fosse la “prescritta documentazione”?

    Ma chi ci dice che a Roma in Tribunale ci fosse la “prescritta documentazione”?
    Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, candidato ecologista nella lista SEL-Idee Verdi

    Non c’era bisogno dell’inverecondo esempio di venerdì sera per rendere evidente a tutti come il Governo Berlusconi pieghi le leggi alle proprie esigenze. Che siano quelle di mangiarsi un panino, o forse di cambiare le liste (già sottoscritte?) all’ultimo minuto, la maggioranza ieri ha però inferto una ferita insanabile alla correttezza formale, e sostanziale, del processo democratico delle elezioni. Ha infatti deciso di interpretare a sua immagine e somiglianza, ed in modo particolarmente estensivo, norme e disposizioni che altri hanno sempre seguito con rispetto e tanta attenzione. Se già la giurisprudenza dava come forse superabili alcune delle pur rilevanti mancanze nelle autenticazioni delle firme del listino di Formigoni, trovo particolarmente grave l’interpretazione (rigorosamente con il “senno” del poi) che nella volontà del Governo vorrebbe rendere possibile il presentare la lista del PDL a Roma. Nessun verbale ci può infatti dire se la “prescritta documentazione” fosse presente entro le 12 di sabato al Tribunale di Roma. Anzi, qualche dubbio ci viene dalle stesse, contraddittorie, dichiarazioni dei delegati PDL. Mi auguro che almeno la magistratura amministrativa laziale possa trovare il coraggio di decidere nel rispetto di coloro che le norme, simpatiche o antipatiche che siano, le seguono quotidianamente.

    Leonardo Fiorentini
    candidato ecologista nella lista SEL-Idee Verdi

  • Ma chi ci dice che a Roma in Tribunale ci fosse la “prescritta documentazione”?

    Non c’era bisogno dell’inverecondo esempio di venerdì sera per rendere evidente a tutti come il Governo Berlusconi pieghi le leggi alle proprie esigenze. Che siano quelle di mangiarsi un panino, o forse di cambiare le liste (già sottoscritte?) all’ultimo minuto, la maggioranza ieri ha però inferto una ferita insanabile alla correttezza formale, e sostanziale, del processo democratico delle elezioni. Ha infatti deciso di interpretare a sua immagine e somiglianza, ed in modo particolarmente estensivo, norme e disposizioni che altri hanno sempre seguito con rispetto e tanta attenzione. Se già la giurisprudenza dava come forse superabili alcune delle pur rilevanti mancanze nelle autenticazioni delle firme del listino di Formigoni, trovo particolarmente grave l’interpretazione (rigorosamente con il “senno” del poi) che nella volontà del Governo vorrebbe rendere possibile il presentare la lista del PDL a Roma. Nessun verbale ci può infatti dire se la “prescritta documentazione” fosse presente entro le 12 di sabato al Tribunale di Roma. Anzi, qualche dubbio ci viene dalle stesse, contraddittorie, dichiarazioni dei delegati PDL. Mi auguro che almeno la magistratura amministrativa laziale possa trovare il coraggio di decidere nel rispetto di coloro che le norme, simpatiche o antipatiche che siano, le seguono quotidianamente.

  • E portarsi dietro la carta d’identità, no?

    E io che mi pensavo che un qualche burocrate della Pubblica Istruzione fiero possessore del suo tesserino ministeriale fosse la causa di tutto il pandemonio sui voli nazionali di Ryan Air…

    Invece no, Saponaro ci informa che è la signorina onorevole PDL che dopo aver provato a far la scalata alle reti mediaset (vedi foto scovata su google) si è accontentata di scalare il parlamento italiano.

    Lei è Gabriella Giammanco, giovane parlamentare siciliana del PDL, più famosa per i bigliettini di Berlusconi che per il numero di interrogazioni presentate (2).

    L’ennesimo favore ad Alitalia, il tentativo di tagliare le ali a Ryanair e ad ogni possibile concorrenza al piccolo monopolista, l’incredibile vertenza sui documenti necessari per l’imbarco nei voli nazionali nasce da lei, dalla richiesta di essere identificata dal tesserino parlamentare (che se è uguale a quello del Consiglio Regionale è un pezzo di carta con incollata una foto tessera).

    Da lì il rifiuto di una dipendente Ryanair, da lì l’intervento del Presidente dell’ENAC Vito Riggio, da lì ricorso, etc…

    Lo sappiano i lavoratori bergamaschi che gravitano nel 7% di PIL prodotto e indotto da Orio al Serio. Lo sappiano gli studenti, i giovani, i manager che vorrebbero continuare a viaggare a 38 euro (di media). Lo sappiano anche gli altri semplicemente un po’ inc***ti. Sappiano che i ringraziamenti dovranno essere rivolti a una trentaduenne parlamentare per caso che non contenta di viaggiare gratis, non contenta di imbarcarsi senza coda dall’ingresso piloti (come tutti i parlamentari ed eventuale accompagnatore), non contenta di tornare a casa quel giorno, voleva pure esibire un documento diverso da quello che lei stessa aveva accettato con il check in telematico sul sito di Ryanair.

    PS: qui la smentita dell’onorevole.

    PS2: Saponaro è stato querelato.

  • Detrazioni per i figli usufruibili già al momento del concepimento!

    quagliarello

    Il disegno di legge, ha sottolineato Gasparri presentandolo, intende ”aiutare a definire i confini della legge, secondo le intenzioni che furono allora del legislatore, contro i tentativi di allargamento oggi in atto”.

    Ovvero Gasparri e Quagliarello, due geni del diritto, propongono che la capacità giuridica ad un individuo sia attribuita al momento del concepimento.

    Questi nostri fini giuristi (nella foto il più pacato dei due, Quagliarello), nonchè parlamentari da varie legislature, vorrebbero quindi che “l’attitudine di un soggetto ad essere titolare di diritti e doveri o più in generale di situazioni giuridiche soggettive (cito wikipedia, scusate ma i miei testi di diritto sono ancora chiusi negli scatoloni) sia attribuita al feto già al momento del concepimento. Ma orsù, quanto poco coraggio, già che ci siamo perchè non darla anche a spermatozoi ed ovuli? Che han fatto di male per essere uccisi a miliardi, ogni notte, nel nostro paese? Apriremmo così le porte al proibizionismo sulle masturbazioni (maschili) e finalmente metteremo al bando quelle odiose e sporche mestruazioni mensili. Pene dure, e via con un altro piano carceri…

    Scusate la divagazione, torno al punto.

    A parte il piccolo problema della prima spallata forte alla libertà riproduttiva della donne, che si risolve togliendo loro direttamente la capacità giuridica, ci sarebbe anche qualche lato positivo.

    Le detrazioni IRPEF per i figli, usufruibili già al momento del concepimento.

    Non me ne vengono in mente altri.

  • “fiduciosi che l’Amministrazione comunale riuscirà a trovare soluzioni alternative per ricordare l’opera di padre Baggi”

    peppino-impastatoDal blog di Marcello Saponaro la lettera dei Sacramentini che chiede che la biblioteca comunale di Ponteranica (BG) torni ad essere dedicata a Peppino Impastato.

    Congregazione del SS. Sacramento
    Curia Provinciale Italiana

    COMUNICATO STAMPA

    I Sacramentini: “la biblioteca comunale torni ad essere dedicata a Peppino Impastato”

    Prato, 11 settembre 2009

    In relazione agli articoli pubblicati oggi dalla stampa sulla decisione di dedicare la biblioteca del Comune di Ponteranica (BG) a un religioso sacramentino rimuovendo la targa di Peppino Impastato, P. Santi Rizieri, Superiore Provinciale della Provincia Italiana dei Padri Sacramentini, precisa che:

    questa decisione è stata presa in assoluta autonomia dall’Amministrazione di Ponteranica e i religiosi sacramentini ne sono venuti a conoscenza solamente dopo che la delibera in questione era già stata approvata;
    .
    la Comunità dei Padri Sacramentini riconosce e stima l’operato che contraddistinse il lavoro di padre Giancarlo Baggi, ma non può approvare che la memoria di un confratello sia usata in una logica di contrapposizione e di divisione, tanto più se questa contrapposizione riguarda un testimone di giustizia come Peppino Impastato, ucciso per il suo impegno civile.
    I religiosi sacramentini auspicano dunque che la biblioteca comunale torni ad essere dedicata a Peppino Impastato, fiduciosi che l’Amministrazione comunale riuscirà a trovare soluzioni alternative per ricordare l’opera di padre Baggi.

    Per ulteriori informazioni rivolgersi a
    p. Giuseppe Bettoni, vicario provinciale

  • Azienda Immobiliare o Ospedaliera?

    Pensate che sia una vergogna che il Direttore Generale di un’azienda Ospedaliera acquisti, tramite la moglie, gli immobili dell’Ospedale che amministra? E che sia altrettanto vegognoso che lo stesso lo faccia il Direttore dell’Area tecnica dell’Ospedale?

    Succede in Lombardia, Marcello gli sta addosso ed ora è nato il gruppo su Facebook. Aderite.

  • Le incredibili avventure del Signor Motti

    Chiara Sgarbossa, il merito di aver fatto fuori Motti dalle liste PDL

    Chiara Sgarbossa, il merito di aver fatto fuori Motti dalle liste PDL

    Vi ricordate l’editore Tiziano Motti che con i suoi  enigmatici manifesti 6*3 ha tappezzato l’Emilia Romagna?

    Dallo scorso post sapevamo che la sua collocazione politica era impostata di default su variabile (a seconda del vento che tira) ed infatti l’aspirante europarlamentare si è visto sbattere la porta in faccia dal PDL (e dategli torto, visto il livello politico della sostituta, nella foto) ed è quindi passato all’UDC.

    Un genio.

    Aspirante candidato reggiano alle Europee: va al comizio Pdl, scopre di essere escluso e allora va in lista con l’Udc
    E’ stato il primo a puntare all’Europa, e a presentare nelle città (Parma compresa) i suoi manifesti elettorali. E ha avuto ragione a non affiancarli a simboli di partito.

    Infatti, l’editore reggiano Tiziano Motti era convinto fino alla vigilia della presentazione delle liste che sarebbe stato candidato nelle file del PDL. Così convinto, che pochi giorni fa a Reggio aveva preso parte al comizio a sostegno di quel partito. Ma poi ha scoperto che in quelle liste il suo nome no ci sarebbe stato: pare a vantaggio di Chiara Sgarbossa, ex miss Veneto ed ex meteorina del Tg4. E allora ha pensato di cambiare “maglia”, prsentandosi alla porta dell’Udc. La porta romana, a quanto pare, viosto che l’Udc regiana è apparsa quanto meno sorpresa. Fatto sta che ora, salvo nuove sorprese, Motti sarà il numero undici della lista di Casini.  Puntando all’Europa: come aveva detto fin dall’inizio…

    Dalla Gazzetta di Parma, via Wittgenstein.

  • Siamo pronti alla morte (insomma)

    immagine-4Silvio Berlusconi è un genio della comunicazione, e certamente non lo scopro io.

    Con tutta la sfarzosità del congresso del PDL, con i coretti, il megaschercmo, con l’assenza di Fini il giorno conclusivo, con le mancate risposte nel discorso di chiusura, è bastato un gesto al nostro sinistro Presidente del Consiglio per accattivarsi la simpatia di metà del paese.

    Quel “insomma” o “così così” o come lo si voglia definire sul “siam pronti alla morte” del testo di mameli è un colpo di genio, magari destinato a irridere i più ferventi patriottici (ovvero ancora una volta i quadri dirigenti di AN), ma che – confessiamolo – abbiamo pensato e fatto tutti almeno una volta cantando, o ascoltando, l’inno italiano. E senza bisogno di essere necessariamente obiettori di coscienza.

    Berlusconi interpreta come al solito, quasi alla perfezione, il ruolo dell’italiano medio, che vuole ingrandirsi casa, evadere il fisco e non ha nessuna intenzione di farsi uccidere per un senso dello Stato che non riconosce. Alla faccia di AN che continua a rincorrerlo, e alla faccia del paese civile, che magari della patria non gliene interessa molto, ma che tiene a quel poco di territorio non ancora urbanizzato o all’equilibrio del bilancio dello Stato, o addirittura, perdonatemi il termine, alla giustizia sociale.

  • Svolta a destra

    Per chi non lo avesse ancora intuito, è AN che ha risvoltato a destra confluendo nel PDL.