• Di notte, un megafono

    boato con il megafono

    Ai congressi nazionali dei Verdi Roggiolani non perde un’occasione per rompere.

    In questo caso il jack del microfono e così Marco Boato, a 30 anni dalla chiusura di LC si ritrova con un megafono in mano in una faticosa riunione notturna fra le mozioni anti Pecoraro/Francescato…

    Divertente. (in mezzo ad una tragedia ci si diverte con poco)

  • Tessere zero

    torniamoSul sito di Marcello anche un sondaggio

    TESSERE ZERO: IL NUOVO INIZIO DEI VERDI
    Domenica 20 aprile 2008 a Ferrara si sono riuniti una cinquantina di Verdi espressione di non piccole e non poche realtà territoriali all’opposizione della deriva personalistica superficiale e radical antagonista assunta dalla federazione negli ultimi anni. Ma che dai Verdi non sono usciti.

    E che non ne usciranno a patto che il prossimo Consiglio federale (10 e 11 maggio a Roma) definisca un percorso in netta discontinuità con il recente passato in termini di contenuti, forme, alleanze.

    Quattro le condizioni:

    1) azzerare l’attuale gruppo dirigente

    2) creare un comitato di garanzia congressuale che non veda la riproposizione di alcun esponente responsabile delle scelte (e degli stili di gestione interna) perseguite negli ultimi anni.

    3) decretare la fine dell’esperienza arcobaleno

    4) prevedere il congresso per ripartire DOPO le europee con espressione di delegati provinciali e regionali SULLA BASE DEI VOTI (dicasi VOTI, non iscritti) conseguiti alle europee 2009.

    La chiave ecologista di interpretazione della realtà ha trovato nel tempo continue conferme, ma non, in Italia, una forza politica Verde sufficientemente coraggiosa, coerente e intelligente da raccoglierle e da delineare un orizzonte possibile di cambiamento. La deriva degli ultimi anni rappresenta un punto di non ritorno. Pensare sia ancora possibile “cambiare tutto per non cambiare niente” con un veloce Congresso dagli esiti predeterminati sarebbe un delirio autoreferenziale incomprensibile per noi e per i cittadini.

    Far coincidere mezzi e fine, scelte collettive e comportamenti individuali, costruire un luogo aperto e democratico dove possa trovarsi bene chi nei Verdi è già da più o da meno anni, chi vi è stato in passato come chi arriverà per la prima volta; un luogo dove sia possibile ricostruire il pensiero ecologista e una classe dirigente adeguata: sono questi, per i partecipanti all’incontro di Ferrara, obiettivi irrinunciabili per un nuovo inizio.

    L’invito a tutti i Verdi (anche a chi non ha diritto al voto) é a non mancare il prossimo consiglio federale per segnalare con forza che i Verdi ci sono, che non sono disponibili a vedersi ingoiati nè dal Pd nè dalla Sinistra Arcobaleno, che hanno deciso come andare avanti.


    PROGETTO ECOLOGISTA

  • “Il Novecento ci è precipitato addosso”

    verdiLo ha detto Nichi Vendola, per cui non credo di rischiare di passare per lo “Strano” di turno se commento, a risultati ancora tiepidi per me che ero al seggio, l’esito elettorale per la Sinistra l’Arcobaleno. Un disastro.

    E lo dico con la morte nel cuore, dopo lo scrutinio più monotono della mia vita, e essendo cosciente di aver affidato ancora una volta l’Italia a Berlusconi.

    Chi cercava la falce e martello non l’ha trovata sulla scheda, chi cercava una nuova sinistra ha trovato Bertinotti candidato premier e Soffritti candidato capolista alla Camera in Emilia Romagna. A nulla sono valsi prima i tentativi di deviare almeno il metodo interno verso soluzioni più democratiche e poi gli appelli al voto utile (almeno al senato) in una campagna cristallizzata su due simboli che pero’ hanno fatto la fortuna dei loro alleati meno moderati (Lega e IdV, ovvero il cappio a destra e le manette a sinistra).

    Dopo oltre 20 anni di rappresentanza sparisce il sole che ride dal Parlamento Italiano. E’ una responsabilità pesante per chi ha intrapreso una strada della fantomatica unità a sinistra solo per conservarsi il posto di senatore o deputato. Questi dovrebbero, per onestà intellettuale, farsi definitivamente da parte, e spero che questo proponga Marcello all’esecutivo di oggi. Punita dagli elettori costretti a barcamenarsi in una legge elettorale ridicola, la Sinistra Arcobaleno ha dimostrato che non si possono fare i conti con la storia, il passato dei partiti e delle persone, le loro idee, solo con un simbolo nuovo.

    Se l’unità a sinistra è un miraggio da oltre un secolo un motivo ci sarà. Le scorciatoie non servono, in politica, da sempre, fanno solo danni. Forse fra dieci o vent’anni i tempi saranno maturi per una formazione unitaria della sinistra ecologista, nonviolenta, libertaria e sociale. Ma per ora ne conosco solo una: i Verdi.

  • Caro Alfonso

    Apprendo, e mi fa piacere nonostante non ami particolarmente la sua musica, che Luciano Ligabue ha donato una sua canzone al Ministero per l’Ambiente. Bene, ma sempre nel tuo blog, leggo della richiesta di introdurre la preferenze o di andare alle primarie per fare le liste. La preferenza non ce l’abbiamo, che facciamo? Andiamo almeno alle primarie della cosa rossa (anche se non previste per legge)? Consultiamo i livelli locali prima di fare i capilista (e quindi gli eletti)? Decidete tutto a Roma (ops)?

  • Di Pietro e gli inceneritori.

    di pietroDi Pietro ci casca, e non è la prima volta. La ricerca del consenso, che sia con spirito forcaiolo o con il fare pragmatico da Ministro delle Infrastrutture mette sotto gli occhi di tutti la sua incoerenza, con se stesso e con il suo partito. Grazie a Marcello per la segnalazione. Sia chiaro, sugli inceneritori c’è molto da dire, e certamente non è la migliore e certamente non l’unica soluzione al problema dei rifiuti (primo, produrne meno) ma mi piacerebbe che ogni tanto si facesse un ragionamento complessivo che permetta di risolvere i problemi d’oggi (e di ieri per quanto riguarda la campania) impostando un sistema efficiente per il futuro. Che certamente non può prescindere da una riduzione del rifiuto (che è la cosa più difficile in questa società dei consumi), la differenzazione e il recupero, anche spinto, della raccolta ma senza ideologismo (porta a porta vs cassonetto) perchè rimango convinto che esistano metodi di raccolta diversi adatti a situazioni diverse (e che si possa con serenità sperimentarne l’integrazione), e un sistema di smaltimento del residuo (che anche al 100% di differenziata rimane) con le migliori tecnologie possibili. Detto questo il problema campano è tutt’altro. E’ il problema di un sistema dello smaltimento fortemente infiltrato dalla camorra, con una raccolta differenziata ridicola e totale assenza di strutture per lo smaltimento, ma è questo anche il problema di un cercare di sfuggire al principio dell’autosufficienza (nello spazio e nel tempo): in qualunque posto ma non qui e ora. Così i rifiuti rimangono nelle strade, il presidente della regione scrive lettere imbarazzanti e un Ministro accusa un altro (che peraltro ha autorizzato forse più impianti in due anni che il centrodestra in cinque) di ambientalismo di facciata. Coda di paglia?

  • La neve nel bicchiere.

    terraFuori nevica. Che di gennaio è sempre un bel vedere. Questo inizio d’anno, dal punto di vista ambientale è stato caratterizzato da tre notizie su tutte: i rifiuti continuano a essere prodotti – in grande quantità – in Campania, e non avendo posti dove smaltirli ritorna l’emergenza rifiuti. Del resto se si fa fatica a spiegare nella nostra provincia  (a destra e a sinistra) come la riduzione, la differenziazione, il recupero e quindi lo smaltimento del residuo in maniera autosufficiente (e per ora, ahinoi, inquinante) siano l’unico modo per poter gestire oggi il ciclo dei rifiuti, figuriamoci laddove lo stesso ciclo è deviato da interessi ben poco pubblici. A Milano, nel frattempo, il Sindaco Moratti ha lanciato il ticket per entrare nel centro città. Sacrosanta decisione, discutibile l’applicazione, come dicono Baruffi e Monguzzi. Nella nostra città (Ferrara per chi si imbattesse in questo post per caso) facciamo fatica a convincere la maggioranza che difendere la ZTL con un sistema di accesso a varchi è cosa sensata, anche a protezione del centro storico patrimonio Unesco, indolore per chi rispetta le regole e utile perchè rende disponibili risorse (umane) da utilizzare in altri luoghi della città e non più a difesa del fortino ZTL dagli attacchi dei SUV. Infine prorogati gli incentivi per la rottamazione delle auto. Mi spiace, Ministro, ma le tue spiegazioni non mi convincono del tutto. Mi pare più una resa che un successo. Ma forse vedo il bicchiere mezzo vuoto. Fuori nevica cercherò di riempirlo così.