Mastichiamo amaro
Rispettiamo la sentenza del tribunale.
Prendiamo atto della condanna per sola omissione di soccorso, ma mastichiamo amaro.
Non volevamo contentini: sappiamo che nostro padre poteva essere salvato.
Lo ha dimostrato il processo. Sappiamo anche che i consulenti del PM si sono brutalmente smentiti sulle cause di morte di nostro padre.
Il tribunale non ha potuto disporre la perizia perchè il PM ha ostinatamente negato la modifica del capo di imputazione.
Ha vinto lui, ma secondo noi non dovrebbe esserne fiero.
Ci dispiace per nostro papà.I Figli di Aldo Bianzino.
La procura di Perugia non ha voluto indagare veramente sulla morte di Aldo Bianzino, non chiedendo la modifica del capo di imputazione e così impedendo ogni altra possibile perizia sulle cause della morte del falegname perugino.
E anche noi mastichiamo amaro.
(via fuoriluogo.it)
Libertà e sicurezza, per chi?
Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione, su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza il 25 e il 26 giugno 2010 per essere agenti di memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle “verità” di Stato, per costruire insieme delle buone pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità.
Fuoriluogo e Forum Droghe hanno aderito all’appuntamento. Sul sito di Fuoriluogo trovata sia il programma provvisorio della giornata che il comunicato stampa di presentazione.
Abbiamo bisogno di un’altra cultura
La Storia di Aldo Bianzino
Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre 2007 vengono arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, Roberta viene condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15 la polizia penitenziaria trova Aldo agonizzante che poco dopo muore. Di infarto secondo le prime “indiscrezioni”. Nonostante l’autopsia riveli una frattura alle costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello l’inchiesta sulla morte di Aldo è stata archiviata. “Cause naturali in seguito ad aneurisma” viene scritto nella sentenza. Aldo Bianzino è morto da più di due anni, Roberta si è spenta pochi mesi dopo.
In vista dell’udienza per la riapertura del caso Bianzino, che si terrà a Perugia il 28 giugno 2010 Arci e Forum Droghe di Ferrara organizzano un incontro pubblico insieme ai figli di Aldo Bianzino per mantenere alta l’attenzione su questa tragica vicenda.
Arci Ferrara | Forum Droghe Ferrara
Giovedì 22 aprile 2010 | ore 18
Cafè de la Paix | P.tta Corelli 24 | Ferrara
La storia di Aldo Bianzino
Che cosa succede nelle carceri italiane?
Incontro pubblico con:
Elia e Rudra Bianzino
Franco Corleone Forum Droghe
Fabio Anselmo Avvocato
presenta Marco Zavagli Giornalista
in collaborazione con fuoriluogo.it e Cafè de la Paix.
Scarica la cartolina: bianzino.pdf (in formato pdf)
Mostra d’arte per Aldo Bianzino
In occasione dell’ udienza per la riapertura del caso Bianzino (per informazioni: http://veritaperaldo.noblogs.org/), che si terrà a Perugia il 28 giugno 2010, l’associazione Verità e giustizia per Aldo, ha indetto una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica su un evento che,a tutt’oggi, è ancora carico di dubbi e perplessità ed è lungi da aver fugato le numerose e legittime domande riguardo alla vicenda.
Una delle azioni in programma sarà l’allestimento di una esposizione artistica per il 7, 8, 9 Maggio presso la Casa dell’Associazionismo di Perugia.
Il tema della mostra è rappresentato da un simbolo e non da parole, proprio per sottolineare l’esigenza di forme alternative per esprimere il rifiuto di atti repressivi,ad opera di alcuni membri delle istituzioni. Atti legittimati e supportati da una crescente e sempre più diffusa preoccupazione per la sicurezza, enfatizzata dai media e dalla situazione corrente.
Il soggetto dell’esposizione sintetizzato dall’ immagine presentata in testa, rimanda alla mania per la sicurezza, alla violenta repressione, al carcere e agli abusi di potere.
Invitiamo ad esporre qualunque artista sia interessato e sensibile all’argomento e voglia dare il suo apporto per rendere l’evento più ricco.
Sono accettati lavori pittorici, fotografici, performance, istallazioni, contributi musicali.
Non richiediamo alcuna quota monetaria ma solo volontà, partecipazione e una celere risposta, visti i tempi stretti; è inoltre previsto un piccolo rimborso delle spese per chiunque venga da fuori città.
Se desiderate prendere parte all’iniziativa scrivete a: veritaperaldo@noblogs.org, allegando foto o documentazione del lavoro esposto, purché attinente al tema, con relativo titolo e dimensioni, specificando eventuali richieste particolari;è facoltativo un breve curriculum vitae ed una foto personale per il catalogo in dvd.
Dal blog verità per aldo, via fuoriluogo.it.
Aldo Bianzino è stato ucciso.
Oggi l’udienza per l’opposizione alla richiesta di archiviazione per l’accusa di omicidio di Aldo Bianzino a opera di ignoti. Leggete l’articolo di Patti Cirino per la rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 10 dicembre 2009 e ascoltate la conferenza stampa per il presidio dell’ 11 dicembre davanti al tribunale (da radioradicale).
Per rimanere aggiornati visitate il blog del Comitato Verità per Aldo.
Dibattito sulla riduzione del danno a Perugia
Il 23 giugno, a Perugia si svolgerà un convegno organizzato dal CNCA Umbria col contributo della Regione Umbria e del comune di Perugia sul tema di scottante attualità della riduzione del danno. E’ un’occasione ghiotta perchè parteciperà tra gli altri il capo del dipartimento antidroga Giovanni Serpelloni, mentre Hugo Luck, a nome di IDPC, svolgerà una relazione sulle prospettive internazionali della riduzione del danno.
Scarica il programma in formato pdf.
Da fuoriluogo.
Sottoscrivo
dall’Amaca di Michele Serra di oggi su Repubblica: “La storia ce l´ha raccontata ieri su “Repubblica” Jenner Meletti. E´ morto in carcere, per cause ancora da accertare, un falegname umbro, Aldo Bianzino, arrestato il giorno prima perché coltivava cannabis per farne uso personale. Una persona mite, che viveva pacificamente in mezzo alla natura, certo non pericolosa per gli altri, che lascia un figlio minorenne e una compagna disperata.
Proprio in questi giorni e in queste ore, con l´atroce delitto di Roma che esaspera la questione già rovente della sicurezza, della violenza, dell´immigrazione rom fuori controllo, viene spontaneo domandarsi per quale assurdo criterio giudiziario, o politico, o culturale, un uomo debba morire in carcere perché gli piaceva farsi le canne (tra parentesi: ieri la Cassazione ha “depenalizzato” la coltivazione di cannabis per “uso ornamentale”…). C´è una specie di folle sproporzione, di abnorme iniquità tra le notizie di rapinatori o di assassini rimessi in libertà con evidente imprevidenza, e vicende come questa, dalle quali la legge e la giustizia escono con una patente di totale stupidità. Una stupidità che avrà certamente le sue spiegazioni “tecniche”, i suoi alibi procedurali. Ma lascia di ghiaccio. Uno Stato con i nervi saldi non se la prende con gli hippies: se non altro perché avrebbe cose più urgenti e più serie da fare.“
Verità per Aldo
Sempre a proposito di buone notizie. La storia di Aldo Bianzino è sconosciuta ai più. Riporto la ricostruzione dei fatti da un appello che sta girando in rete: “Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre sono stati arrestai con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, sono separati. Roberta condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15, la polizia penitenziaria entrata nella cella, trova Aldo agonizzante che poco dopo muore.”
La storia, oltre che assurda e tragica insieme, è purtroppo dannatamente simile a tante altre. E’ tragica perchè la morte di una persona detenuta dallo stato è inconcepibile in un paese civile. E’ assurda viste le recenti sentenze della Cassazione sulle coltivazioni ad uso personale. Di Carcere e di Marijuana non si puo’ morire. Per chiedere verità e giustizia a Perugia è stata indetta una manifestazione ed un’assemblea il prossimo 10 novembre. E’ stato anche aperto un blog: veritaperaldo.noblogs.org. Ne parlano anche Fuoriluogo e Lettera 22 e numerosi blog.
Qualche kilometro di pace
Bella giornata domenica. Tanta gente e bel clima generale. Pioggia evitata, il vantaggio di avere al proprio fianco dagli scout ai monaci buddhisti.
Qui in galleria un po’ di foto.