Raccolta differenziata: cambio di rotta della Provincia e del Comune di Ferrara?
Hanno stupito molto le dichiarazioni dell’Assessore provinciale Bellini, durante un Forum organizzato da un quotidiano locale, riguardanti la difficoltà di “mantenere le promesse”, ovvero gli obiettivi previsti da Piano Aria e Piano Rifiuti della Provincia. Lo stupore deriva sia dal fatto che si dimentica (o si vuole ignorare) che tali obiettivi non sono altro che la traduzione nella pianificazione locale di provvedimenti legislativi o accordi sovranazionali e che i Piani stessi indicano modalità ed azioni utili a raggiungerli, ma soprattutto dal fatto che essi sono obiettivi posti dal precedente Consiglio Provinciale non certo per vezzo o sbadataggine, bensì per migliorare la salute del nostro ambiente e di chi lo vive.
Purtroppo si tratta di un’operazione, quella di dichiarare impossibili obiettivi che mettono in primo piano la sostenibilità ambientale e la salute dei cittadini (ed in secondo gli interessi economici), che pare andare di gran voga di questi tempi – tempi in cui l’ecologismo politico è stato messo in un angolo dal vociare inconcludente del nostro paese – ed in modo assolutamente bipartisan. Tanto che Filippo Bernocchi, delegato ANCI alle Politiche ambientali, nonché Assessore ai rapporti istituzionali e alle grandi opere del PDL a Prato, Avvocato e membro fisso delle Commissioni VIA dei Governi Berlusconi, nelle settimane scorse ha potuto tranquillamente dire rappresentando i Comuni italiani che per quanto riguarda la differenziata “l’obbligo di legge che ci impone di arrivare al 65% non è sostenibile nè utile”.
Per questo ho presentato un’interpellanza presso il consiglio circoscrizionale 1 chiedendo in primo luogo all’Assessore all’Ambiente del nostro Comune se condivida o meno le dichiarazioni dell’Assessore provinciale e del delegato Anci. Ma non solo. Al di là dell’interesse di conoscere quali siano i dati delle sperimentazioni avviate negli anni scorsi, anche su stimolo delle circoscrizioni (raccolta del vetro tramite i bidoncini nel centro medioevale, la raccolta porta a porta della carta nell’entromur, la concessione gratuita delle compostiere ai cittadini e alle scuole) e quali siano i dati di raccolta della nuova stazione ecologica (ed i tempi per la realizzazione delle nuove) credo che sia di interesse comune conoscere quali strade si intendono percorrere per raggiungere l’obiettivo di progressivo aumento della raccolta differenziata e diminuzione della produzione dei rifiuti che mi auguro sia ancora condiviso.
In particolare riterrei utile continuare nella realizzazione di un sistema di raccolta integrato e misto, che preveda l’estensione del porta a porta nei quartieri la cui struttura edilizia e urbanistica lo permetta, la sistematizzazione della raccolta differenziata a livello condominiale, l’estensione delle raccolte puntuali (bidoncini, cassonetti interrati) nel centro storico, la sperimentazione di “compostiere sociali” da affidare ad esempio alla cura dei Comitati di gestione degli orti, ai Centri Sociali, ai condomini o a gruppi di cittadini. Senza poi dimenticare le azioni già avviate per la riduzione dei rifiuti, come il progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna di realizzazione di un centro del riuso e del recupero presso i locali dell’ex Macello di Ferrara (di cui si chiedono i tempi di realizzazione) e quali altre azioni siano state previste volte alla riduzione dei rifiuti alla fonte.
Leonardo Fiorentini
Presidente Gruppo Verdi per la Pace Circoscrizione 1
Scarica il testo dell’interpellanza in formato pdf: piano_rifiuti
Scarica l’articolo in formato pdf del Forum de La Nuova Ferrara: forum_nuova
Piano casa. Due considerazioni, tre proposte e quattro voti.
Pubblico l’intervento di ier sera in Consiglio di Circoscrizione sulla delibera comunale sul Piano Casa. Un pippotto politico, 3 proposte (a mio parere di assoluto buon senso), 3 voti contrari a larghissima maggioranza, un voto di astensione sulla delibera (il mio).
“Il “piano casa” di B. non l’ha applicato lui, ma le regioni. Se questo non è regime, è almeno egemonia.” Così scrive Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, su La Repubblica il 2 settembre 2009
Insomma, sul piano casa (come su tante altre cose) Berlusconi ha lanciato il sasso e nascosto la mano. Il Governo infatti, dopo i proclami, non ha fatto ancora il decreto promesso da lì a 10 giorni (del resto era pur sempre il 1° aprile). Siamo già a settembre e non ce ne è traccia.
Non posso non essere d’accordo con Settis, ed è anche facile capire che le forze della betoniera facile in queste occasioni spuntano come funghi ovunque. Però mi pare ormai innegabile che il centro sinistra ha, come al solito, abboccato alla finta e fatto il lavoro sporco: vuoi spinti dall’orrore della prima versione del piano berlusconiano, vuoi spinti da un sincero desiderio di qualificare dal punto di vista energetico il nostro patrimonio edilizio, vuoi sulla pressione dei costruttori…
Sia chiaro, altre Regioni, come la Lombardia hanno fatto cose ben peggiori e disastrose. Ma prego le forze della coalizione in cui mi riconosco e che magari si augurano un aumento di consenso per il provvedimento sull’ampliamento, di ricordarsi che – nonostante tutti gli sforzi – fra 1 o 4 anni che siano, il Piano Casa sarà nell’immaginario collettivo “quello di Berlusconi”. Nonostante non abbia fatto nulla, e a conferma della sua egemonia sulla politica degli ultimi vent’anni.
Non ci si nasconda poi troppo dietro alla qualificazione energetica degli edifici, prevista per fortuna dalla nostra regione. Perché quasi in contemporanea c’è stato l’attacco governativo agli incentivi proprio riferiti agli interventi di qualificazione energetica, salvati solo in extremis dagli emendamenti al decreto anticrisi, il che la dice lunghe sulle reali intenzioni di questo governo.
Detto questo nella scorsa legislatura abbiamo giustamente approvato una variante al Regolamento Edilizio che anticipa molto di quella sburocratizzazione dell’iter edilizio promessa dal Governo, ma abbiamo anche approvato, con tanta fatica, un PSC che prevede una diminuzione della volumetria complessiva rispetto alle previsioni del PRG vigente. E’ evidentemente grottesco come ora ci troviamo a dover subire un provvedimento che scarica sul territorio inteso come bene comune (e sulla domanda di cemento) l’incapacità della politica di dare risposte nuove alla crisi economica in atto (-5% di PIL, ricordarlo ogni tanto fa bene).
Fatte queste considerazioni politiche su un provvedimento che ritengo geneticamente sbagliato sono ovviamente tendenzialmente favorevole a qualsiasi limitazione possa prevedere l’amministrazione, e per questo avevo presentato in luglio un’interpellanza sul tema.
Però vorrei integrare le ulteriori limitazioni proposte, e precisamente:
Condono
Si propone, riprendendo una norma fatta propria dalla regione toscana, di escludere dall’applicazione delle norme del piano casa gli edifici che negli anni passati hanno già usufruito del loro “piano casa fai da te”. Premiare chi in sfregio delle norme urbanistiche ha edificato o ampliato, con una nuova possibilità di ampliamento mi sembra un po’ troppo. Per rispetto del Territorio, della legalità e degli altri cittadini rispettosi delle norme.
Piano Aria
La proposta è di prevedere anche l’esclusione per gli edifici residenziali collocati all’interno delle fasce di rispetto individuate dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria. All’art. 25, comma 3 delle NTA infatti lo strumento di pianificazione della nostra provincia prevede, e qui cito, “la definizione di distanze minime degli insediamenti dalle fonti emissive di notevole entità, comprese le infrastrutture di trasporto, idonee alla riduzione della popolazione esposta, attenendosi in linea di massima al principio di non approvare nuove previsioni urbanistiche che prevedano la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, sanitari o scolastici a distanze (calcolate su proiezione orizzontale) inferiori alle seguenti:
• m 50 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete di base di interesse regionale, della viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale o interprovinciale e delle strade classificate come strade di scorrimento;
• m 150 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete autostradale e “grande rete” di interesse nazionale/regionale”
Tutela degli immobili da PSC
Come si pone la norma rispetto alle classificazione di tutela degli immobili/categoria di intervento del nuovo PSC? Vale la categoria del vecchio PRG finchè non è approvato il RUE. Siccome è possibile che ci siano edifici per cui ora sono previsti “interventi di ripristino edilizio e di ristrutturazione edilizia e urbanistica” mentre nel PSC sono stati definiti di “interesse storico-architettonico” (si pensi solo a tutta l’architettura del novecento) la proposta, per esser certi di non dilapidare il lavoro fatto negli ultimi 10 anni di pianificazione urbanistica di escludere anche gli immobili definiti dal PSC vigente di “interesse storico-architettonico” (quelli maggiormente tutelati dal PSC).
Voti sulle proposte di integrazione alla delibera:
– escludere gli edifici che hanno usufruito di condono edilizio per aumento di superficie.
3 favorevoli (Verdi, IDV, 1 PD), 16 contrari
– escludere gli edifici residenziali collocati all’interno delle fasce di rispetto individuate dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (art. 25, comma 3 delle NTA)
1 favorevole (Verdi), 18 contrari
– escludere gli immobili definiti dal PSC vigente di “interesse storico-architettonico”
1 favorevole (Verdi), 18 contrari
Vista l’indisponibilità ad accettare neanche una delle proposte all’interno del parere non vincolante della Circoscrizione mi sono visto costretto all’astensione sulla delibera (passato poi con 11 voti favorevoli e 8 astenuti).