
A Ferrara altri “casi Aldrovandi”?
A Ferrara ci sono stati altri casi simili a quello che ha portato all’uccisione dei Federico Aldrovandi? E’ questa la domanda che pone Leonardo Fiorentini, consigliere comunale eletto come indipendente nelle liste di SEL, al Sindaco di Ferrara in una interpellanza depositata ieri in Comune a Ferrara.
Il consigliere partendo dalle parole di un funzionario della Questura estense che avrebbe affermato, durante la presentazione di un suo libro sul caso di Federico Aldrovandi, come riportato da Estense.com che “anche a Ferrara ci sono state altre situazioni molto dubbie risolte in modo abbastanza ‘in carrozza’”.
“Si tratta di affermazioni molto gravi – commenta Fiorentini – che pongono ulteriori ombre sulla gestione dell’ordine pubblico nella nostra città”. Per questo il consigliere ha interpellato il Sindaco, chiedendo se sia sua intenzione accertare, in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, la veridicità o meno delle dichiarazioni del funzionario di polizia.
“Questa città non ha certamente bisogno che si alzino altri polveroni mediatici – continua Fiorentini – ha bisogno di due semplici cose: verità e giustizia. La giustizia è arrivata a singhiozzo, anche a causa dei depistaggi accertati dalla magistratura, mentre la verità sembra venir fuori col contagocce, a seconda della convenienza del momento. Va fatta immediatamente chiarezza perchè ne va della fiducia dei cittadini verso le forze dell’ordine e dello Stato”.
Libertà e sicurezza – Quali tutele per i cittadini fragili?
Giovedì 4 dicembre, ore 16:00 – 19:00
Sala delle Feste – Consiglio Regionale della Toscana
via Cavour, 18 Firenze
“Libertà e sicurezza – Quali tutele per i cittadini fragili?”
Organizzazione: Gruppo Misto, Componente Sinistra Ecologia e Libertà
Introduce: Mauro Romanelli, Consigliere Regionale
Interventi di:
Ilaria Cucchi
Andrea Magherini
Grazia Serra
Fabio Anselmo, Avvocato
Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia
Lorenzo Guadagnucci, Giornalista
Luca Benci, Azione Civile Toscana
Leonardo Fiorentini, Consigliere Comunale di Ferrara
Tommaso Grassi, Consigliere Comunale di Firenze
Ornella de Zordo, Laboratorio politico PerUnaltracittà
Sono invitati i Consiglieri Regionali di tutti i Gruppi Politici
Info:
Segreteria Consigliere Mauro Romanelli
Consiglio Regionale delle Toscana
Via Cavour, 4 – Firenze
tel.055/2387506 – 664 – 665

La querela, il COISP e il comic sans
Mi pare che il Comic Sans dell’atto del Tribunale di Ferrara faccia da degna cornice e sufficiente commento all’ardire del COISP…
PS: immagino che sia per questa
https://www.leonardofiorentini.it/blog/2013/03/27/quella-non-e-la-mia-citta/

«Allontanate gli agenti violenti»
«Allontanate gli agenti violenti»
Aldrovandi, prime firme alla petizione contro gli abusi delle forze dell’ordine
La Nuova Ferrara del 04/07/2012 ed. Nazionale p. 15
La sentenza sul caso Aldrovandi è definitiva e così la Cassazione ha detto la parola fine sul piano giudiziale. «Resta però oggi una richiesta di giustizia più ampia che risponda alla necessità di dotare anche l’Italia di strumenti di tutela contro gli abusi delle forze dell’ordine» spiegano in una nota i firmatari di una petizione che vede impegnati la famiglia di Federico, il comitato Verità per Aldro, tanti che fin dall’inizio hanno partecipato alla richiesta di verità e giustizia: «una petizione per chiedere che vengano modificate le norme in modo che i condannati in via definitiva, anche a meno di 4 anni vengano automaticamente allontanati dalle forze dell’ordine, a cominciare dai quattro poliziotti riconosciuti colpevoli dell’omicidio di Federico». Una richiesta che si somma a quella di veder rispettata la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall’Italia nel 1988, per introdurre in concreto, anche nell’ordinamento italiano, il reato di tortura. Fra le prime adesioni, oltre a quelle dei genitori di Federico, Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, quelle di Haidi e Giuliano Giuliani, Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Rudra Bianzino e Domenica Ferulli, Don Andrea Gallo, il presidente nazionale dell’Arci Paolo Beni, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista ed ex Ministro Paolo Ferrero e gli ex Sottosegretari alla Giustizia Luigi Manconi e Franco Corleone, il vignettista Vauro, l’attore Valerio Mastrandrea e scrittori come Erri De Luca, i Wu Ming, Valerio Evangelisti e Girolamo De Michele, i giornalisti grazie ai quali la notizia venne portata sulla stampa nazionale (Checchino Antonini di “Liberazione”, Cinzia Gubbini de “Il Manifesto” e Dean Buletti di “Chi l’ha visto?”) e l’autore del documentario “E’ stato morto un ragazzo” Filippo Vendemmiati. Nonché, tra i tanti, esponenti di movimenti contro la repressione come Nicoletta Dosio dei NoTav, Lorenzo Guadagnucci, giornalista che subì le violenze al G8, nella caserma Diaz, Monica Pepe del Comitato “10×100”, Italo di Sabato dell’ “Osservatorio sulla Repressione”. Fra le adesioni locali, la presidente della Provincia Marcella Zappaterra, il segretario prov. Cgil Giuliano Guietti, esponenti Prc Irene Bregola, Elisa Corridoni e Stefano Calderoni, Leonardo Fiorentini di Costituente Ecologista, Pietro Pinna di Arci. Chi volesse aderire potrà farlo sul sito www.giustiziaperaldro.it o via mail a appello@giustiziaperaldro.it
Scarica l’articolo in formato pdf: nuova_fe_04072012.pdf.
Perchè non accada mai più
Ho firmato quest’appello, perchè ciò che è accaduto a Federico Aldrovandi non possa accadere mai più.
Il 21 giugno 2012 la Cassazione si è espressa in modo definitivo sul caso di Federico Aldrovandi, il diciottenne ucciso durante un controllo di Polizia all’alba del 25 settembre del 2005 a Ferrara. La Corte ha confermato la condanna dei quattro poliziotti per eccesso colposo in omicidio colposo riprendendo così le sentenze di primo e secondo grado.
Alla luce della sentenza, chiediamo:
– che i quattro poliziotti, condannati ora in via definitiva, vengano estromessi dalla Polizia di Stato, poiché evidentemente non in possesso dell’equilibrio e della particolare perizia necessari per fare parte di questo corpo;
– che venga stabilito in maniera inequivocabile che le persone condannate in via definitiva, anche per pene inferiori ai 4 anni, siano allontanate dalle Forze dell’Ordine, modificando ove necessario le leggi e i regolamenti attualmente in vigore;
– che siano stabilite, per legge, modalità di riconoscimento certe degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, con un numero identificativo sulla divisa e sui caschi o con qualsivoglia altra modalità adeguata allo scopo;
– che venga riconosciuto anche in Italia il reato di tortura – così come definita universalmente e identificata dalle Nazioni Unite in termini di diritto internazionale – applicando la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall’Italia nel 1988.
Primi firmatari:
Patrizia Moretti
Lino Aldrovandi
Stefano Aldrovandi
Comitato Verità per AldroSimone Alberti, account
Stefania Andreotti, giornalista
Checchino Antonini, giornalista
Alice Balboni, disoccupata
Paolo Beni, presidente ARCI
Rudra Bianzino
Gianni Biondillo, scrittore
Andrea Boldrini, operaio
Irene Bregola, ricercatrice e consigliera comunale Ferrara
Dean Buletti, giornalista
Stefano Calderoni, assessore provinciale Ferrara
Gigi Cattani, pensionato
Emanuela Cavicchi, insegnante
Franco Corleone, garante dei detenuti Firenze
Elisa Corridoni, pubblicitaria
Ilaria Cucchi
Erri De Luca, scrittore
Girolamo De Michele, scrittore
Barbara Diolaiti, insegnante
Italo Di Sabato, Osservatorio sulla repressione
Nicoletta Dosio, movimento No Tav
Valerio Evangelisti, scrittore
Paolo Ferrero, segretario nazionale PRC
Domenica Ferrulli
Leonardo Fiorentini, webmaster e consigliere di Circoscrizione Ferrara
Don Andrea Gallo
Haidi Giuliani
Giuliano Giuliani
Sergio Golinelli, insegnante
Luca Greco, sindacalista
Salvatore Greco, impiegato
Lorenzo Guadagnucci, giornalista
Claudia Guido, fotografa
Cinzia Gubbini, giornalista
Giuliano Guietti, segretario CGIL Ferrara
Luisa Lampronti, educatrice
Carla Leni, educatrice
Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice
Piero Maestri, portavoce SC
Giuliana Maggiano, insegnante
Luigi Manconi, presidente A Buon Diritto
Valerio Mastandrea, attore
Matilde Morselli, fotografa
Alice Orlandi, operaia
Laura Orteschi, impiegata
Matteo Parmeggiani, precario
Monica Pepe, giornalista
Pietro Pinna, ricercatore
Stefano Rossi
Fiamma Schiavi, impiegata
Vauro Senesi, vignettista
Lucia Uva
Filippo Vendemmiati, giornalista
Wu Ming, scrittori
Roberto Zanetti, operatore socio-sanitario
Marcella Zappaterra, presidente Provincia di Ferrara
Genova chiama… dieci anni dopo!
Segnalo questa iniziativa al Centro Sociale di Via Resistenza a Ferrara:
GENOVA CHIAMA…DIECI ANNI DOPO!
ore 18.30 aperitivo resistente
ore 20.00 incontro con Giuliano Giuliani e
proiezione del filmato “La Trappola”ore 22.00 Alessio Lega in concerto
Durante il G8 di Genova, incontro degli 8 paesi più industrializzati, si formò un grande movimento di donne e di uomini che si opponevano ad una gestione esclusivamente legata al profitto delle multinazionali proponendo una visione che mettesse al centro della discussione i bisogni primari e le esigenze dell’umanità. Come denunciato da Amnesty International in quel giorno ci fu in Italia la più grande sospensione dei diritti civili e del libero pensiero. Centinaia furono le violenze di piazza praticate dalle “forze dell’ordine” nei confronti di manifestanti inermi, che ebbero il culmine nell’assassinio di Carlo Giuliani; ad esse vanno aggiunti i soprusi del carcere di Bolzaneto e le menzogne che portarono alla “macelleria messicana” della scuola Diaz.
Se in Italia ci fosse il reato di tortura a Genova sarebbe stato applicato.
A dieci anni di distanza tanti sono ancora i buchi neri attorno al G8 genovese: l’archiviazione del processo per l’omicidio di Carlo; la condanna di 25 manifestanti a pene dai 10 ai 16 anni per devastazione e saccheggio e la contemporanea quasi totale impunità delle forze dell’ordine per i pestaggi in piazza; la chiara volontà politica di evitare la ricostruzione della catena di comando che guidò ed organizzò la repressione.
Quest’anno Genova tornerà a riempirsi delle persone e dei contenuti che la animarono dieci anni fa: mostre, film, incontri, dibattiti, concerti saranno l’occasione per tornare a riflettere su tutte queste tematiche, attualizzandone i contenuti e le prospettive.
Per tutto questo anche quest’anno noi torneremo a Genova……tante sono le cose che segnano una vita,
e tante vite sognano qualcosa che verrà…Il ricavato della serata verrà devoluto al Comitato Piazza Carlo Giuliani
in vista delle iniziative legate al decennale
Oggi a Venezia, il 25 settembre a Ferrara
Era una bella giornata, allegra, ricordo che a pranzo gli passai la mano tra i riccioli. L’ultimo ricordo di mio figlio è la sensazione dei suoi capelli tra le mie dita
Questo il racconto di Patrizia, nel giorno in cui viene presentato a Venezia il film su Federico Aldrovandi di Filippo Vendemmiati “E’ stato morto un ragazzo”.
A Ferrara la proiezione sarà il 25 settembre in occasione del quinto anniversario della morte di Federico Aldrovandi, ucciso durante un controllo di polizia da 4 agenti, condannati in primo grado per omicidio colposo.
Ecco il programma della giornata di mobilitazione, ancora in via di definizione:
ore 10 – sala Boldini, Via previati 18 – ferrara
tavola rotonda con “famiglie delle vittime”: Giuliani, Sandri, Bianzino, Cucchi, Uva, Rasman
ore 15.30 – sala Boldini, Via previati 18 – ferrara
iniziativa su forme di divulgazione artistica e new media
fra gli altri parteciperanno: Tassinari, Canali, Boari, Vendemmiati
ore 20.30 – sala boldini, via previati 18 – ferrara
presentazione di E’ stato ucciso un ragazzo, film di Filippo Vendemmiati
ore 22.30 – piazza trento trieste – ferrara
corteo/fiaccolata fino all’ippodromo
inoltre nelle grotte del boldini sarà possiile visitare una mostra di disegni sul ‘caso aldrovandi’
Sono stanco di provare ribrezzo per questo paese
117. Sono le pagine del file pdf (preso da Repubblica, ma scaricabile anche da qui, non si sa mai: sentenza_diaz.pdf) con le motivazioni della sentenza depositata ieri dalla Corte d’Appello di Genova, presieduta da Salvatore Sinagra.
Ribaltando la sentenza di primo grado, i giudici avevano condannato il 18 maggio scorso 25 imputati, tra i quali il capo dell’anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), l’ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini (5 anni), Giovanni Luperi (4 anni), Spartaco Mortola (3 anni e 8 mesi) Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi).
Leggerle da una sensazione strana: di ribrezzo prima, di rabbia poi. A volte anche di soddisfazione per le conferme, che dopo anni arrivano. Soddisfazione che svanisce una volta che tornano alla mente i ricordi: il dolore e la paura di quei giorni, le cariche, le fughe, la morte di Carlo Giuliani.
Poi repubblica ci ricorda chi sono ora due dei poliziotti condannati, e per cosa sono stati condannati:
Luperi e Gratteri, dirigente il primo dell’intelligence e il secondo dell’antiterrorismo, due dei più importanti poliziotti italiani: “preso atto del fallimentare esito della perquisizione, si sono attivamente adoperati per nascondere la vergognosa condotta dei poliziotti violenti concorrendo a predisporre una serie di false rappresentazioni della realtà a costo di arrestare e accusare ingiustamente i presenti nella scuola”
Ed eccola, quella sensazione di ribrezzo che torna ad assalirmi.
Ribrezzo per il mio paese. Ribrezzo per i suoi cittadini – me compreso – che consentono queste e tante altre cose ancora.
Ribrezzo per le foto della festa di compleanno di Rotondi, per un Governo che non ha il coraggio di presentarsi a Bologna il 2 agosto, per Bossi e per il figlio di Bossi,
Non so voi, ma io sono stanco di provare ribrezzo per questo paese (e non voglio provare ribrezzo per il figlio del figlio di Bossi).
Così non si trasportano nemmeno le bestie
Denuncia dei sindacati di polizia iulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl e Coisp, da Estense.com:
Viaggio al di là dei diritti umani
Protesta dei sindacati sul servizio di accompagnamento stranieriDove sono finiti i diritti umani? A quanto sembra lontano dalla direttrice Ferrara- Lamezia Terme, quella deputata all’accompagnamento degli stranieri non regolari sul territorio verso i centri di permanenza temporanea.
Già i Cpt, oggi ribattezzati Cie (Centri di identificazione ed espulsione), non brillano per qualità della permanenza. Ma che il viaggio verso il limbo che preannuncia l’espulsione debba essere costellato da qualcosa che viene definito al di là della “dignità delle persone” fa meditare.
La denuncia arriva dai sindacati di polizia Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl e Coisp, che riferiscono di un recente episodio, l’ultimo di una lunga serie a quanto pare, relativo a uno di questi viaggi lontano dai diritti umani.
“La modalità di organizzazione dei servizi di accompagnamento stranieri – affermano -dovrebbe mettere in primo piano non tanto il servizio stesso ma la vicenda umana che esso rappresenta nelle sue complesse contraddizioni, tra l’effettuare un servizio obbligatorio e il rispetto dell’uomo”.
E invece lunedì scorso qualcosa è andato “al di là del comune buon senso”, tanto da “porre dubbi sulla legalità del servizio svolto”.
Il 5 luglio una persona doveva essere accompagnata al centro di accoglienza di Lamezia Terme, l’unico posto messo a disposizione dal Ministero degli Interni, a oltre 1.000 km di distanza dal capoluogo estense.
Due poliziotti, che effettuavano il turno con orario 14/20, sono stati incaricati del servizio: accompagnare in auto lo straniero fino a Lamezia. “Sono quindi partiti alle 14,30 circa – ricostruiscono i sindacati – per un viaggio di oltre dodici ore, sotto un sole cocente, dentro una volante in cui lo straniero sedeva dietro, nel posto dei passeggeri, quelli da accompagnare in cella. Quest’uomo ha viaggiato su sedili di gomma, separato dall’abitacolo da un vetro interno di plexiglass, in uno spazio ridottissimo senza possibilità di aprire i vetri e con solo un piccolo bocchettone di areazione”.
“Così non si trasportano nemmeno le bestie – denunciano i sindacati di polizia -. Senza poter farlo uscire, senza poter uscire loro stessi, senza poter mangiare, bere, riposare. Un viaggio che somiglia a un’odissea, o al ladro di bambini, il film di Gianni Amelio”.
“Dove sono finiti i diritti umani? La dignità delle persone? Non sono forse gli stessi diritti che noi dovremmo difendere? Qualora fosse accaduto un incidente stradale dovuto alla stanchezza, chi ne avrebbe risposto?” si chiedono le sigle delle forze di polizia, che ritengono il questore “responsabile di aver organizzato un servizio con orari illegittimi. Noi lo accusiamo di aver messo in pericolo l’incolumità dei colleghi e della persona (di persona si tratta), da accompagnare”.
La segnalazione, oltre che alla stampa, è stata inviata anche alle rispettive segreterie nazionali, per far “pervenire questa nota al Servizio immigrazione e al Capo della Polizia, sempre molto attento alla difesa dei diritti delle persone, affinché simili episodi non accadano più, né a Ferrara né da altre parti”.
E presto questo viaggio “al di là dei diritti umani”, anticipano gli stessi sindacalisti, potrebbe finire sul tavolo di Amnesty International.
Solidarietà a Patrizia
Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, è stata di nuovo querelata.
Stavolta dalla PM che per prima avrebbe dovuto indagare sulla morte di suo figlio e che poi si dimise per motivi famigliari dall’incarico.
A Patrizia e Lino, che con lucidità e coraggio continuano nella loro battaglia per la verità e la giustizia va la mia solidarietà.
E chi l’ha mai messo in dubbio?
“Questi uomini hanno e continuano ad avere la piena fiducia del sistema sicurezza e del ministero dell’Interno”
Questo è il commento di oggi del sottosegretario agli Interni Mantovano.
Giusto per coloro che sono ancora alla ricerca dei mandanti politici delle violenze di Genova…
25 settembre
“Il prossimo 25 settembre sarà la prima commemorazione dopo la sentenza di condanna di chi ti ha strappato la vita.
Ma non sono riusciti a cancellarti dal mondo come avrebbero voluto. Non hanno potuto cancellare la tua memoria.
Tu sei un ragazzo come tanti. Cancellare te sarebbe stato come cancellare il futuro per tutti. La voglia di crescere di tutti i nostri ragazzi.”
VENERDI’ 25 SETTEMBRE 2009
ORE 21
IN VIA IPPODROMO
PRESIDIO PER FEDERICO ALDROVANDI A 4 ANNI DALLA SUA UCCISIONE
Alle 18.30 ci sarà una messa commemorativa celebrata da don Domenico Bedin presso la Parrocchia di S. Agostino, in v.le Krasnodar.
Dal blog di Patrizia e Lino.
E’ stata ingannata tutta Ferrara
Omissione di atti d’ufficio, falsa testimonianza, favoreggiamento. Sono le pesanti accuse che chiudono l’inchiesta bis sulla morte di Federico Aldrovandi avvenuto nel settembre 2005.
Gli imputati rischiano fino a sei anni per le omissioni, le false testimonanzie e le reticenze a favore dei quattro poliziotti condannati in primo grado per la morte del giovane ferrarese: Marco Zavagli su Estense.com.
La madre di Federico: “Oltre a noi come famiglia, è stata ingannata tutta Ferrara”