la lega, la coerenza e il figliolo di Bossi
Gli slogan sono sempre stati quelli di “Roma ladrona”, di “paga somaro del nord”, contro gli enti inutili e pensioni d’invalidità.
Più recentemente, contro lo scippo di Malpensa.Tutto questo fino al 14 aprile 2008.
Poi deve essere successo qualche cosa perché, nel silenzio di Maroni & c., ci sono stati i soldi regalati a Catania, il blocco della spesa di tutti i comuni tranne Roma libera di sforare il bilancio a piacimento, il funerale di Malpensa, i fondi per l’Expo che non arrivano, 5 miliardi di euro regalati ad un dittatorello africano, l’addebito ai contribuenti del nord del dissesto di Alitalia, la lauriana e sudista social card, il differente trattamento tra i 20.000 lavoratori di Alitalia e le centinaia di migliaia di lavoratori del nord oggi a casa per la crisi, la tassa indiretta chiamata monopolio Linate-Fiumicino, l’aumento della spesa pubblica corrente, la moltiplicazione delle poltrone a mezzo della creazione di nuove province.
E così via, fino ad arrivare alla nomina del figlio del capo ad una poltrona del sottobosco governativo.