• Parlare di premi è insostenibile

    A Rimini è partita in questi giorni una mobilitazione, lanciata dal consigliere comunale Fabio Pazzaglia, contro l’assegnazione a San Patrignano del Sigismondo d’Oro, massima onoreficienza della città della riviera adriatica. Sostenuta da un gruppo di associazioni e partiti (LABORATORIO PAZ, SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ RIMINI, GROTTAROSSA SPA, FEDERAZIONE SINISTRA, ASSOCIAZIONE CARLO GIULIANI, LA FABBRICA/RIMINI PER NICHI VENDOLA, ASSOCIAZIONE JACQUERIE) l’iniziativa vorrebbe convincere il Sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, a soprassedere:

    Con un passato di gravi violenze ed abusi. Una persona uccisa, tre suicidi misteriosi. Fortissimi dubbi sui metodi di recupero e ancora oggi situazioni strane, come la fuga di massa dalla succursale di Trento nel 2007 inducono a ritenere la decisione del Sindaco Ravaioli affrettata (soprattutto perchè giunge alla fine del suo mandato di undici anni).

    Così è scritto nella petizione lanciata on line in queste ore, mentre nel comunicato degli organizzatori della proteste si legge:

    “Ricordare è un esercizio che nessuno oramai pratica in Italia; al limite il passato si mistifica a seconda delle convenienze, come accadeva in 1984 di Orwell. Anche la ragione non va di moda: dati scientifici, verificabilità delle fonti, possibilità di ripetere l’esperimento sono vuoti concetti spesso impraticati. Per non parlare del rispetto delle normative, dei regolamenti, delle prescrizioni che questo stato, seppur estremamente fragile, cerca di fare applicare. Quindi non stupisce che il Sindaco di Rimini Dott. Alberto Ravaioli abbia deciso di assegnare a San Patrignano il Sigismondo d’Oro, massima onorificenza della città. Non stupisce neppure (sempre premesso quanto sopra) la risposta che lo stesso ha dato ai parenti delle vittime di San Patrignano, Giuseppe Maranzano e Sebastiano Berla, che gli chiedono conto di questa assegnazione: “Non sapevo ci fossero stati dei problemi nel passato… comunque il Sigismondo d’Oro è già assegnato”. Risposta incredibile.”

    Ma non c’è solo il passato da rivangare. Anche episodi recenti, che hanno coinvolto San Patrignano e le sue sedi distaccate, pongono per i promotori dei dubbi sul “lifting” della comunità dei Muccioli, così da accusare il Sindaco di uniformarsi

    “all’adagio generale che non considera i tossicodipendenti come persone portatrici di tutti i diritti ascrivibili a una persona, ma uomini e donne da dovere sottomettere per cercare di sostituire la volontà “purificatrice” muccioliana alla loro, in quello che si è già detto essere un DELIRIO DI ONNIPOTENZA teso a ripristinare la normalità (con una violenta e pervasiva forza moralizzatrice) in persone che, invece, versano in grave difficoltà esistenziale e, spesso, devono combattere, oltre che con se stesse anche con chi “vuole salvarle”.”

    Mentre domani pomeriggio è previsto un volantinaggio di protesta e un banchetto informativo sulle vicende storiche di san patrignano e sui dubbi in merito alla validita’ del metodo di recupero in occasione della consegna del Sigismondo d’Oro a San Patrignano nella sala dell’Arengo del Comune anche Don Gallo, dalla Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, ha inviato ai promotori un messaggio:

    Gli ultimi quarantanni di “tossicodipendenza”si possono definire: “strage mafiosa” di cui siamo tutti responsabili. Parlare di premi è insostenibile.

    (Articolo per il blog di fuoriluogo.it)

  • Paese che vai, usanze che trovi.

    A Rimini 4 giovani bruciano un senzatetto per divertimento, in Basilicata l’MSI offre 1500 euro per ogni figlio che sarà chiamato Benito, in Abruzzo il candidato del PDL offre colloqui di lavoro ai giovani che lo voteranno…

    Proprio un Belpaese.