• Basta bugie sulle rinnovabili

    Vi riporto qui sotto il comunicato stampa inviato come portavoce di Ecologisti e Reti Civiche di Ferrara

    Ecologisti: basta bugie sulle rinnovabili
    Nonostante gli incentivi stiamo già risparmiando sulla bolletta energetica grazie energie rinnovabili, e risparmieranno sino a 37,7 miliardi di euro al 2030

    E’ vergognosa la manovra a tenaglia che hanno dovuto subire in questi mesi le fonti energetiche rinnovabili nel nostro paese. Da una parte i Governi Berlusconi e Monti che grazie ai loro interventi sul conto energia hanno creato prima confusione e poi provvedimenti tali da porre a serio rischio un intera filiera produttiva che si è creata attorno alle rinnovabili. Dall’altra parte oggi troviamo organi di informazione che seguendo superficialmente le veline dell’AEGG addossano al recupero degli incentivi nelle bollette la causa dell’aumento dei costi per l’approvigionamento dell’energia elettrica da parte delle famiglie.

    Se l’intervento governativo del precedente esecutivo (ma anche dell’attuale) era scontato e doloso, l’accanimento dei mezzi di informazione nazionali sul tema incentivi-rinnovabili-bolletta si spera sia, come ha giustamente sottolineato l’Associazione Azione Solare in questi giorni, solo sintomo di leggerezza e non di malafede.

    Perché vi è, nei grossi gruppi industriali del settore energetico, un allarme rispetto al successo del fotovoltaico e dell’eolico nel nostro paese. Pochi sanno che proprio grazie alle rinnovabili in questi anni è diminuito il costo dell’energia nelle ore di punta, tanto da rendere non competitive le grandi centrali termoelettriche[1] nelle ore soleggiate della giornata. E la nostra bolletta energetica sta già godendo di questi risparmi nelle ore diurne. Infatti secondo uno studio di ASPO Italia[2], ogni GWp di fotovoltaico è in grado di generare una riduzione del prezzo dell’energia elettrica pari a 500 milioni di €, mentre costa in incentivi 450 milioni di €. Cioè per ogni GWp installato la bolletta energetica complessiva cala di 50 milioni di €! Ma non è tutto: secondo uno studio di Althesys[3] sommando costi e benefici si ricava un saldo positivo che vale, al 2030, tra i 21,8 e i 37,7 miliardi di euro. Insomma sui “costi” delle rinnovabili nella bolletta elettrica qualcuno ci sta marciando, e non sono certo le migliaia di cittadini che hanno installato sul loro tetto un impianto fotovoltaico.

    In effetti poi, su una bolletta media di 515 euro annue a famiglia, solo il 57% è rappresentato dal costo dell’energia. Ben 220 euro sono altre voci di costo (dal supporto alle ferrovie alla dismissione delle centrali nucleari): di queste però solo 55 euro sono imputabili direttamente agli incentivi alle fonti rinnovabili.

    Insomma neanche 5 euro al mese possono valere un enorme beneficio ambientale, migliore qualità della vita, più salute, maggiore indipendenza da fonti energetiche importate e dal costo del petrolio, un minor costo dell’energia nelle ore di punta, entrate fiscali create da una filiera che nonostante la crisi ha saputo costruire 150.000 posti di lavoro? Gli ecologisti, ma anche tutti coloro che hanno a cuore il proprio futuro e quello dei propri figli, credono di sì.

    E per questo come Ecologisti e Reti Civiche – Verdi Europei saremo al fianco delle Associazioni, delle imprese e dei lavoratori del settore per difendere le energie rinnovabili e per imprimere una decisa accelerazione alla svolta energetica nel nostro paese.

    Leonardo Fiorentini e Marzia Marchi
    Portavoce Ecologisti e Reti Civiche – Circolo di Ferrara


    [1] “I prezzi e i profili di offerta tipici degli impianti eolici e fotovoltaici hanno l’effetto di comprimere i prezzi di equilibrio su MGP (Mercato del Giorno Prima) in molte ore, riducendo significativamente il numero di ore in cui gli impianti termoelettrici hanno l’opportunità di coprire, oltre ai loro costi variabili, almeno parte dei loro costi fissi.” Rapporto AEGG 1 marzo 2012.

    [3] http://www.althesys.com/sviluppo-di-conoscenze/osservatori-e-centri-di-ricerca/irex-monitor/annual-report/

  • Ecologisti: basta bugie sulle rinnovabili

    Comunicato stampa
    Ecologisti: basta bugie sulle rinnovabili
    Nonostante gli incentivi stiamo già risparmiando sulla bolletta energetica grazie energie rinnovabili, e risparmieranno sino a 37,7 miliardi di euro al 2030

    E’ vergognosa la manovra a tenaglia che hanno dovuto subire in questi mesi le fonti energetiche rinnovabili nel nostro paese. Da una parte i Governi Berlusconi e Monti che grazie ai loro interventi sul conto energia hanno creato prima confusione e poi provvedimenti tali da porre a serio rischio un intera filiera produttiva che si è creata attorno alle rinnovabili. Dall’altra parte oggi troviamo organi di informazione che seguendo superficialmente le veline dell’AEGG addossano al recupero degli incentivi nelle bollette la causa dell’aumento dei costi per l’approvigionamento dell’energia elettrica da parte delle famiglie.

    Se l’intervento governativo del precedente esecutivo (ma anche dell’attuale) era scontato e doloso, l’accanimento dei mezzi di informazione nazionali sul tema incentivi-rinnovabili-bolletta si spera sia, come ha giustamente sottolineato l’Associazione Azione Solare in questi giorni, solo sintomo di leggerezza e non di malafede.

    Perché vi è, nei grossi gruppi industriali del settore energetico, un allarme rispetto al successo del fotovoltaico e dell’eolico nel nostro paese. Pochi sanno che proprio grazie alle rinnovabili in questi anni è diminuito il costo dell’energia nelle ore di punta, tanto da rendere non competitive le grandi centrali termoelettriche[1] nelle ore soleggiate della giornata. E la nostra bolletta energetica sta già godendo di questi risparmi nelle ore diurne. Infatti secondo uno studio di ASPO Italia[2], ogni GWp di fotovoltaico è in grado di generare una riduzione del prezzo dell’energia elettrica pari a 500 milioni di €, mentre costa in incentivi 450 milioni di €. Cioè per ogni GWp installato la bolletta energetica complessiva cala di 50 milioni di €! Ma non è tutto: secondo uno studio di Althesys[3] sommando costi e benefici si ricava un saldo positivo che vale, al 2030, tra i 21,8 e i 37,7 miliardi di euro. Insomma sui “costi” delle rinnovabili nella bolletta elettrica qualcuno ci sta marciando, e non sono certo le migliaia di cittadini che hanno installato sul loro tetto un impianto fotovoltaico.

    In effetti poi, su una bolletta media di 515 euro annue a famiglia, solo il 57% è rappresentato dal costo dell’energia. Ben 220 euro sono altre voci di costo (dal supporto alle ferrovie alla dismissione delle centrali nucleari): di queste però solo 55 euro sono imputabili direttamente agli incentivi alle fonti rinnovabili.

    Insomma neanche 5 euro al mese possono valere un enorme beneficio ambientale, migliore qualità della vita, più salute, maggiore indipendenza da fonti energetiche importate e dal costo del petrolio, un minor costo dell’energia nelle ore di punta, entrate fiscali create da una filiera che nonostante la crisi ha saputo costruire 150.000 posti di lavoro? Gli ecologisti, ma anche tutti coloro che hanno a cuore il proprio futuro e quello dei propri figli, credono di sì.

    E per questo come Ecologisti e Reti Civiche – Verdi Europei saremo al fianco delle Associazioni, delle imprese e dei lavoratori del settore per difendere le energie rinnovabili e per imprimere una decisa accelerazione alla svolta energetica nel nostro paese.

    Leonardo Fiorentini e Marzia Marchi
    Portavoce Ecologisti e Reti Civiche – Circolo di Ferrara


    [1] “I prezzi e i profili di offerta tipici degli impianti eolici e fotovoltaici hanno l’effetto di comprimere i prezzi di equilibrio su MGP (Mercato del Giorno Prima) in molte ore, riducendo significativamente il numero di ore in cui gli impianti termoelettrici hanno l’opportunità di coprire, oltre ai loro costi variabili, almeno parte dei loro costi fissi.” Rapporto AEGG 1 marzo 2012.

  • Energia e PDL, una coerenza disarmante

    La coerenza del PDL in materia energetica è disarmante: prima vogliono tornare al nucleare a qualsiasi costo, poi sgambettano quando possono le agevolazioni per l’efficienza energetica (leggi 55%), quindi azzoppano a più riprese le fonti rinnovabili e alla fine, alla loro festa nazionale, annunciano fieri nei manifesti: “STAND CLIMATIZZATI”.

    Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • Non ne posso più/1

    10. Allo scopo di ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese, a decorrere dal 1° gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010.
    11. In attuazione del comma 10, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, adottato su proposta dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas entro 90 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, è rideterminata l’entità degli incentivi, dei benefici e delle altre agevolazioni.

    Il nostro Governo, che evidentemente finge di non sapere quale sia l’importanza del sostegno alle fonti rinnovabili, ha deciso un taglio del 30% degli incentivi che “pesano” sulle bollette. Che non sono ovviamente solo gli incentivi al fotovoltaico, ma che sono anche quelli. Insomma con la scusa di alleggerire le bollette degli italiani (di pochi euro) si ipoteca il futuro dei loro figli. E evidentemente la Prestigiacomo era al mare quando veniva discussa la finanziari.

    Non ho più parole, ormai la condotta governativa è talmente inqualificabile che il giudizio viene autocensurato.

  • Fra rinnovabili e Nucleare: quello che Balboni dimentica di dire.

    Il Senatore Balboni si è recentemente fatto forte di alcune dichiarazioni del Ministro all’Agricoltura Galan per sostenere che così il governo “ha chiarito in modo inequivocabile che gli incentivi a favore del Fotovoltaico non sono in discussione” e che non poteva essere altrimenti “perché non si possono fare leggi retroattive che violerebbero il patto tra Stato e cittadini”.

    Ora, che non si debbano fare leggi retroattive – se non a favore dei rei – sappiamo essere cosa ben conosciuta al Governo Berlusconi, ma forse uscendo dal campo penale qualcosa nel rapporto tra Stato e cittadini tende a scricchiolare. Che le norme del decreto legislativo fossero retroattive – pensate un po’ – lo ha capito anche il Ministro Romani che (cfr agenzie del 10 marzo) “ha assicurato, entro 15 giorni, l’emanazione di un nuovo decreto attuativo per il periodo transitorio, correttivo della retroattivita’ del decreto legislativo sul fotovoltaico”. E non è la prima volta che il Governo del Nucleare tenta di affossare retroattivamente le alternative all’atomo, siano esse fonti energetiche rinnovabili che interventi di efficienza energetica, come nel 2008 quando Tremonti tentò l’abolizione tout court del 55%.

    Non si comprende perchè le famiglie e le imprese che in questi mesi hanno deciso di investire per risparmiare o creare ricchezza, comunque per diminuire l’impatto dell’uomo su questo pianeta, debbano essere lasciate in balia delle miopi e probabilmente interessate decisioni del nostro Governo. Perchè, con buona pace di Ministri e Senatori per installare un impianto, anche piccolo, ci vogliono sicuramente mesi, a volte anche un anno, sempre che poi non si chieda anche un finanziamento in banca.

    Le tariffe incentivanti erano già state diminuite l’anno scorso, il tetto non ha senso di esistere, l’alibi del costo in bolletta non regge andando a vedere quanto sono nelle stesse bollette i costi relativi incentivi alle fonti cosiddette assimilate come i termovalorizzatori (il famigerato CIP6) o alla dismissione delle vecchie centrali nucleari, ben più alti. E tanto per chiarire definitivamente la questione, anche in termini economici, negli Stati Uniti già oggi il costo per kwh prodotto con energia solare è inferiore a quello prodotto con il nucleare (cfr. Solar and Nuclear Costs – The Historic Crossover di John O. Blackburn Sam Cunningham – NC WARN – luglio 2010).

    L’ulteriore incertezza posta dal decreto governativo quindi non solo mette a repentaglio gli obiettivi di diminuzione delle emissioni in atmosfera – facendoci rischiare non solo i polmoni ma anche le multe – ma soprattutto mette in difficoltà gli oltre 100.000 occupati di un settore in grande sviluppo ma ancora troppo fragile per essere sacrificato sull’altare dell’ideologia pro-atomo.

    Perchè, è ormai chiaro in queste drammatiche ore, l’assurdo obiettivo di questo governo è garantire al nostro paese l’uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili grazie a centrali nucleari che fra 20 anni forse produrranno energia da combustibili fossili, non risultando al momento alla comunità scientifica che l’uranio cresca sugli alberi. Un non senso che ci costerà ben 30 miliardi di euro. Investendo la stessa cifra nelle energie rinnovabili, ad esempio nel sole, avremmo in pochi anni più o meno la potenza delle centrali berlusconiane, con la sola differenza che un pannello fotovoltaico, in caso di terremoto, al massimo cade a terra (e solo perchè cade il tetto su cui è montato), magari continuando pure a funzionare, e non produce quelle scorie radioattive che poi non sappiamo dove mettere.

    E con la differenza, probabilmente decisiva, che le aziende interessate dallo sviluppo delle rinnovabili sono piccole e medie imprese, spesso artigiani, e non colossi del cemento e dell’acciaio in cerca di grandi appalti statali. Visti i precedenti, e la tragedia di queste ore, speriamo che almeno il cemento sia di quello buono.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista, Circoscrizione 1

  • Fra rinnovabili e Nucleare: quello che Balboni dimentica di dire.

    Il Senatore Balboni si è recentemente fatto forte di alcune dichiarazioni del Ministro all’Agricoltura Galan per sostenere che così il governo “ha chiarito in modo inequivocabile che gli incentivi a favore del Fotovoltaico non sono in discussione” e che non poteva essere altrimenti “perché non si possono fare leggi retroattive che violerebbero il patto tra Stato e cittadini”.

    Ora, che non si debbano fare leggi retroattive – se non a favore dei rei – sappiamo essere cosa ben conosciuta dal Governo Berlusconi, ma forse uscendo dal campo penale qualcosa nel rapporto tra Stato e cittadini tende a scricchiolare. Che le norme del decreto legislativo fossero retroattive – pensate un po’ – lo ha capito anche il Ministro Romani che (cfr agenzie del 10 marzo) “ha assicurato, entro 15 giorni, l’emanazione di un nuovo decreto attuativo per il periodo transitorio, correttivo della retroattivita’ del decreto legislativo sul fotovoltaico”. E non è la prima volta che il Governo del Nucleare tenta di affossare retroattivamente le alternative all’atomo, siano esse fonti energetiche rinnovabili che interventi di efficienza energetica, come nel 2008 quando Tremonti tentò l’abolizione tout court del 55%.

    Non si comprende perchè le famiglie e le imprese che in questi mesi hanno deciso di investire per risparmiare o creare ricchezza, comunque per diminuire l’impatto dell’uomo su questo pianeta, debbano essere lasciate in balia delle miopi e probabilmente interessate decisioni del nostro Governo. Perchè, con buona pace di Ministri e Senatori per installare un impianto, anche piccolo, ci vogliono sicuramente mesi, a volte anche un anno, sempre che poi non si chieda anche un finanziamento in banca.

    Le tariffe incentivanti erano già state diminuite l’anno scorso, il tetto non ha senso di esistere, l’alibi del costo in bolletta non regge andando a vedere quanto sono nelle stesse bollette i costi relativi incentivi alle fonti cosiddette assimilate come i termovalorizzatori (il famigerato CIP6) o alla dismissione delle vecchie centrali nucleari, ben più alti. E tanto per chiarire definitivamente la questione, anche in termini economici, negli Stati Uniti già oggi il costo per kwh prodotto con energia solare è inferiore a quello prodotto con il nucleare (cfr. Solar and Nuclear Costs – The Historic Crossover di John O. Blackburn Sam Cunningham – NC WARN – luglio 2010).

    L’ulteriore incertezza posta dal decreto governativo quindi non solo mette a repentaglio gli obiettivi di diminuzione delle emissioni in atmosfera – facendoci rischiare non solo i polmoni ma anche le multe – ma soprattutto mette in difficoltà gli oltre 100.000 occupati di un settore in grande sviluppo ma ancora troppo fragile per essere sacrificato sull’altare dell’ideologia pro-atomo.

    Perchè, è ormai chiaro in queste drammatiche ore, l’assurdo obiettivo di questo governo è garantire al nostro paese l’uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili grazie a centrali nucleari che fra 20 anni forse produrranno energia da combustibili fossili, non risultando al momento alla comunità scientifica che l’uranio cresca sugli alberi. Un non senso che ci costerà ben 30 miliardi di euro. Investendo la stessa cifra nelle energie rinnovabili, ad esempio nel sole, avremmo in pochi anni più o meno la potenza delle centrali berlusconiane, con la sola differenza che un pannello fotovoltaico, in caso di terremoto, al massimo cade a terra (e solo perchè cade il tetto su cui è montato), magari continuando pure a funzionare, e non produce quelle scorie radioattive che poi non sappiamo dove mettere.

    E con la differenza, probabilmente decisiva, che le aziende interessate dallo sviluppo delle rinnovabili sono piccole e medie imprese, spesso artigiani, e non colossi del cemento e dell’acciaio in cerca di grandi appalti statali. Visti i precedenti, e la tragedia di queste ore, speriamo che almeno il cemento sia di quello buono.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista, Circoscrizione 1

  • Selezione del soggetto privato a cui affidare la realizzazione del progetto fotovoltaico a Ferrara

    Ferrara, 6 ottobre 2010

    A Girolamo Calò
    Presidente della Circoscrizione 1
    Comune di Ferrara

    Oggetto: interpellanza sulla “Selezione del soggetto privato a cui affidare la realizzazione del progetto fotovoltaico a Ferrara”.

    Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:

    premesso che
    il Comune di Ferrara ha recentemente promosso un bando di aggiudicazione per la “Selezione del soggetto privato a cui affidare la realizzazione del progetto fotovoltaico a Ferrara.”

    Rilevato che
    il bando è andato deserto nonostante il posticipo di un mese della scadenza per la presentazione delle offerte, e nonostante scadano a fine 2010 le attuali incentivazioni del Conto Energia (che su decisione del Governo Berlusconi sono state ridotte per i prossimi anni) e si è appreso dalla stampa che si è quindi avviata una contrattazione a trattativa privata con numerose ditte interessate.

    Considerato
    Che già quest’anno l’Amministrazione ha previsto lavori di rifacimento di coperture di stabili comunali, peraltro anche con necessità di bonifica da amianto (tipologia di intervento premiata ulteriormente dal Conto Energia) come quello della Piscina di Via Pastro

    Tenuto conto
    che esistono numerose esperienze in giro per l’Italia di Amministrazioni locali che direttamente o tramite le proprie aziende controllate hanno dato il via a programmi di installazione del fotovoltaico autonomi come ad esempio il progetto “Un Ettaro di Cielo del Comune di Peccioli, un impianto a partecipazione popolare da 1000 KWp finanziato e costruito grazie al contributo di 350 cittadini che hanno sottoscritto il prestito obbligazionario emesso dalla società comunale che ha quindi commissionato la realizzazione dell’impianto.
    Che esistono, anche nella nostra città Gruppi di Acquisto Solidale che potrebbero essere interessati a proporre ai propri iscritti l’investimento in impianti fotovoltaici su edifici messi a disposizione dall’ente pubblico.
    E, ancora, che recentemente è stato presentato il progetto “Provincia Eternit Free” promosso da AzzeroCO2 e Legambiente per aiutare gli enti locali a individuare e sostituire coperture in amianto ancora presenti in edifici pubblici e privati del nostro paese.

    Si interpella il Presidente della Circoscrizione e l’Amministrazione comunale per conoscere
    – le motivazioni, se conosciute, che hanno disincentivato la presentazione delle domande di partecipazione al bando di gara;
    – quali sia lo stato delle trattative in corso con ditte private;
    – se vi sia nell’intenzione dell’amministrazione, di vagliare altre ipotesi di sfruttamento fotovoltaico delle falde di immobili comunali, sia accollandosi direttamente l’onere, che con la partecipazione diretta e indiretta dei cittadini (prestito obbligazionario e coinvolgimento di gruppi d’acquisto di cittadini).

    Si richiede risposta scritta.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare
    Leonardo Fiorentini

    Scarica l’interpellanza in formato pdf: fotovoltaico.pdf.

    Scarica la risposta in formato pdf: risposta_fotovoltaico.pdf.

  • Balle nucleari

    Una recente analisi dell’agenzia di rating Moody’s sulle implicazioni finanziarie dell’investimento nucleare ci permette alcune riflessioni e confronti con la situazione italiana, dove Enel, in accordo con il governo e insieme con EDF (Electricité de France), ha proposto la realizzazione di ben quattro reattori nucleari da 1,6 GW a tecnologia EPR francese.

    La decisione del governo italiano di tornare al nucleare è in contrasto con molte analisi secondo cui non solo il nucleare è troppo costoso ma è anche rischioso sia per l’ambiente che per la salute dei cittadini.

    Per valutare su scala finanziaria ed economica gli effetti del nucleare in Italia siamo partiti da uno studio di Moody’s.
    Moody’s sviluppa la sua analisi definendo un’azienda elettrica “modello” statunitense, solida, denominata genericamente ‘NukeCo.’ e ha valutato gli effetti sui suoi conti della decisione di costruire un nuovo impianto nucleare.

    Nel documento di Moody’s si evidenziano le problematiche dell’investimento nucleare, sia per gli effetti sul rating dell’azienda elettrica, che tende a peggiorare, sia, più in generale, per la reale convenienza di un investimento ingente, rischioso e a lungo termine.
    Le conclusioni di Moody’s confermano tutte le perplessità del mercato ad investire sul nucleare. Tuttavia, riportando l’analisi al caso del possibile rilancio del nucleare in Italia, l’analisi puramente economica-finanziaria va integrata con considerazioni sul contesto nel quale Enel ed EdF si muovono. In Italia e in Francia, infatti, il peso della decisione politica è ancora in grado di incidere profondamente sulle scelte industriali dei due colossi dell’energia.

    Questa è la premessa del dossier predisposto dai Verdi italiani sull’inganno nucleare.

    Vai al dossier su verdi.it.

    Scarica il dossier in formato pdf.

  • I primi saranno gli ultimi…

    Grazie alla premiata ditta D’Alì-Gasparri-Orsi approvato dal senato l’dg per togliere i finanziamenti alla ricerca sul solare termodinamico del Nobel Rubbia, per la quale siamo i primi al mondo.

    Da Terra, cronaca di un delirio tutto italiano…

    Il Senato spegne il sole

    Simonetta Lombardo

    ENERGIA La maggioranza approva la mozione presentata da D’Alì – Gasparri che classifica il termodinamico come fonte costosa, poco utile e non «compiutamente ecologica». Così i finanziamenti rischiano la totale cancellazione.

    E proprio nel giorno in cui l’Enea presenta un piano per il taglio delle emissioni dei gas serra e della dipendenza energetica basato anche sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, il governo fa a se stesso la sorpresa di cancellare o almeno di offuscare il solare termodinamico. In altre parole, la più italiana delle scelte nel campo delle energie alternative: idee, ricerca, addirittura industrie sono di marca nostrana, visto che è stato il Nobel Carlo Rubbia a rimettere in pista una tecnologia basata sull’antica idea degli specchi di Archimede.

    Ieri il Senato ha infatti approvato la mozione proposta dal Pdl e firmata tra gli altri da D’Alì, Gasparri, Dell’Utri, Nania e Orsi che condanna senza mezzi termini il solare termodinamico o a concentrazione, bollandolo come tecnologia costosa, poco utile e addirittura non «compiutamente ecologica » e mettendo a rischio i finanziamenti al suo sviluppo. Una bella compagnia dell’ombrello, quella che individua nel sole un nemico da combattere.

    Il senatore siciliano D’Alì (Pdl) è stato l’interprete massimo della teoria negazionista in campo climatico, con la mozione che escludeva – di fronte al giudizio del mondo della scienza pressoché compatto e quasi in concomitanza con lo svolgimento del G8 Ambiente a Siracusa – la realtà del cambiamento climatico e del contributo dell’attività umana. Il senatore Orsi è l’autore della proposta di legge che consente la caccia ai minorenni e ne amplia i limiti di tempo e di carniere. La presenza di Maurizio Gasparri e Domenico Quagliariello, presidente e vicepresidente del gruppo Pdl, assicura l’imprimatur del governo a un’iniziativa che al di là delle formule ecologiste taglia le gambe al solare a concentrazione.

    Così, scorrendo la mozione votata a maggioranza dall’aula di Palazzo Madama, si scopre che il problema del termodinamico è legato al siting: occorrono 120 ettari per una produzione assimilabile a quella di due reattori nucleari che però occuperebbero – secondo i senatori Pdl – 65-70 ettari. Spazio, si potrebbe dire, sottratto alla costruzione di ville e villette, visto che – come ricorda la mozione – occorrono zone soleggiate e vicine a sorgenti d’acqua, ideali per un villaggio vacanze.

    Inoltre, la tecnologia non sarebbe «compiutamente ecologica» perché presupporrebbe la copresenza di un generatore di energia tradizionale, visto che durante le ore di buio la centrale non andrebbe. Ma il solare a concentrazione dovrebbe evitare proprio questo, attraverso il riscaldamento ad altissime temperature del fluido con il sistema degli specchi che appunto “concentrano” la radiazione solare.

    In altre parole, non c’è nessun bisogno di affrancare una centrale a combustibile fossile a quella termodinamica: un’informazione che manca ai senatori della maggioranza. E poi, ammoniscono i presentatori della mozione, la tecnologia trent’anni fa non ha funzionato ma anche qui pare che ci siano carenze informative. «Non si tratta della stessa tecnologia », ricorda Vincenzo Ferrara, dell’Enea. «In realtà il solare a concentrazione è uno dei pochi settori in cui abbiamo un vantaggio comparativo, nella ricerca e nella diffusione: a imporla all’attenzione del mondo è stato Rubbia all’epoca in cui era presidente dell’Enea».

    L’attuale presidente dell’Enea, Luigi Paganetto ritiene «singolare» che si riducano gli incentivi al termodinamico, su cui «siamo leader nel mondo». E singolare è anche il fatto che nella mozione si ricordi che «nonostante l’incentivazione introdotta dal governo italiano 15 mesi fa (ministro Pecoraro Scanio, ndr) non risulta che a oggi ci siano domande di erogazione dell’incentivo». Forse i senatori non sanno che quei fondi, circa 90 milioni, sono in attesa di determinazioni che dovrebbero provenire dalla direzione Ricerca e sviluppo del ministero dell’Ambiente. Sarebbe meglio informarsi prima di tagliare via il solare.

  • Pale sì, pale no

    PONTEDERA. Con le pale arrivano le prime polemiche. Per il momento sono ristrette all’ambito politico, ma c’è chi è pronto a scommettere che ci sono tanti cittadini pronti a manifestare il loro dissenso, seppur in evidente ritardo. Metro dopo metro, cilindro su cilindro, con la loro imponenza hanno già guadagnato i “gradi” di simbolo di Pontedera: sono le quattro torri del parco eolico, che sorge nei pressi del canale Scolmatore, in un’area industriale, a ridosso della Piaggio da una parte e della discarica Geofor dall’altra.

    Sarà, però premesso che non conoscendo bene Pontedera ed i suoi problemi non posso dare giudizi troppo sensati, mi pare che tra una discarica e la piaggio in un’area industriale ci possano stare anche 4 pale.

    Dal Tirreno via Wittgenstein.

  • Deficienza Nucleare

    blog action dayOrmai lo tirano fuori da destra e dal centro. E anche un po’ da sinistra, per ora molto sommessamente. Il Nucleare. Ormai è sicuro, non ci sono più pericoli, ne abbiamo bisogno. A parte il fatto che le prime due considerazioni sono tutte da dimostrare e che la terza è, purtroppo, lapalissiana (che abbiamo bisogno di energia), rimane un serio problema, sul quale pare che tutti sorvolino con curiosa noncuranza. Le scorie. Manco siamo riusciti ancora a trovare un posto per le scorie della nostra breve parentesi nucleare, pensare ora di produrne delle altre sembra da deficienti. Ma siamo in Italia e non solo per questo. Non si pensa infatti che le scorte di uranio nè sono infinite, nè sono abbastanza diffuse da non creare gli stessi problemi di approvigionamento che oggi abbiamo con petrolio e gas. I tempi di costruizione di una centrale poi sono decennali, e non risulta che Fini e Casini abbiano messo a disposizione il loro giardino di casa. Ma quello che è certo è oggi ci ritroviamo con un sistema energetico vecchio, inefficiente e troppo dipendente dai combustibili fossili. Riconversioni con recupero di efficienza del sistema (compresa la turbogas nel petrolchimico che i figliocci di fini, casini, berlusconi – e di pietro – manco vogliono), energie rinnovabili da vento e sole (e anche qui le resistenze sull’eolico sono chiarificatrici) e magari qualche chiusura, come quella della Centrale elettrica di Porto Tolle, in pieno Parco del Delta del Po. Vedremo nel frattempo questo è il post per il Blog Action Day.