• Dalla padella alla brace

    Articolo per fuoriluogo.it sulla nomina di Fedotov a capo dell’UNODC

    Yuri Fedotov, ambasciatore russo di lungo corso, con una quarantennale carriera nella diplomazia ed ora di stanza a Londra, sarà il nuovo direttore esecutivo dell’UNODC. Si ferma dunque l’ultradecennale monopolio italiano antidroga che aveva vista prima Pino Arlacchi e poi Antonio Maria Costa darsi il cambio alla guida della War on Drugs globale.

    L’Onu si affida ora alla Russia: dalla padella alla brace. Perche come scriveva Grazia Zuffa nella rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 30 giugno “nel “pugno duro”, la Russia è più realista del re americano. Sostiene che i diritti umani non devono intralciare la war on drugs. Si oppone con determinazione alla prevenzione Hiv.”

    E’ una pessima nuova anche per Transform e TNI che per primi hanno dato la notizia della conferma della nomina da parte di Ban Ki-moon del rappresentante russo alla guida dell’UNODC. Tom Blickman sul blog del TNI sostiene che la “politica russa sulle droghe è una delle peggiori, se non la più orribile, nel mondo”. Per fare un esempio ricorda come il rifiuto russo di accettare le terapie sostitutive degli oppioidi – come il metadone che è ancora fuorilegge nonostante sia inserito nella lista dei farmaci essenzi dell’OMS – ha portato a oltre 2 milioni i dipendenti da sostanze da iniezione, con oltre l’80% dei nuovi casi di HIV causati da pratiche di iniezione non sicure. Si è passati dai 40.000 casi di AIDS del 1997 ai 940.000 casi del 2007, un incremento del 2350%.

    Molte associazioni nazionali (fra cui la Hungarian Civil Liberties Union (HCLU)) e organizzazioni internazionali avevano lanciato appelli per evitare questa nomina. Ecco il video della campagna lanciata dall’associazione ungherese:

  • dello stato gassoso degli elementi e delle dichiarazioni dei ministri

    Chissà se vi ricordate le affermazioni del ministro Scajola sulla vicenda gas:

    GAS: SCAJOLA, NESSUN PROBLEMA APPROVVIGIONAMENTO

    L’acuirsi del contenzioso tra Ucraina e Russia sul gas non preoccupa il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che comunica di aver gia’ predisposto tutte le misure preventive in grado di garantire un adeguato livello delle scorte nazionali e di aumentare gli approvvigionamenti da altri fornitori. “L’inverno e’ stato mite, le nostre scorte di gas sono ai massimo”, sottolinea il ministro in una nota. “Dal punto di vista diplomatico, insieme all’Europa”, aggiunge, “stiamo intervenendo su Russia e Ucraina per contribuire a risolvere il contenzioso ed evitare rischi per Paesi terzi. Stiamo monitorando costantemente la situazione e siamo pronti a intervenire con ulteriori misure ove fosse necessario. I cittadini non devono dunque preoccuparsi. Il ripetersi di queste situazioni di rischio energetico conferma, comunque”, conclude Scajola, “la necessita’ di varare al piu’ presto un Piano energetico nazionale con l’obiettivo di diversificare le fonti energetiche e le aree geografiche di approvvigionamento”.
    (23 dicembre 2008)

    e ancora

    Gas/ Scajola: Seguiamo crisi, ma per Italia nessun problema
    01/01/2009 12:28

    La crisi del gas fra Russia e Ucraina non creerà problemi all’Italia perché gli stoccaggi sono ai massimi livelli, ma dimostra l’urgenza di trovare fonti alternative di energia: lo afferma in una dichiarazione il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. “Il ministero dello Sviluppo economico sta seguendo costantemente la crisi del gas fra Russia e Ucraina e sta collaborando con l’Unione “uropea per trovare una soluzione che garantisca la regolarità degli approvvigionamenti” afferma Scajola. “Non vi sono problemi per l’Italia. Gli stoccaggi del gas sono ai massimi livelli, oltre il 90%, e abbiamo già disposto tutte le misure per aumentare, ove necessario, le importanzioni di gas attraverso gli altri gasdotti” prosegue il ministro, sottolineando però che “Questa nuova crisi conferma in ogni caso l’urgenza di varare un piano energetico nazionale che diversifichi le fonti energetiche e le aree geografiche di approvvigionamento”.

    Beh, oggi siam messi così:

    gazprom accusa l’ucraina: non ha aperto i gasdotti. Kiev conferma
    Gas, non arriva il flusso diretto in Europa
    La Commissione Ue: è quasi inesistente, «situazione molto difficile, violati gli accordi»

    MOSCA – La guerra del gas continua, nonostante gli accordi firmati da Ue, Russia e Ucraina. La Russia, che oggi doveva riprendere le consegne, per bocca del numero due del colosso russo Gazprom, Aleksandr Medvedev, ha infatti accusato l’Ucraina di non avere aperto i gasdotti al metano pompato da Gazprom per riprendere i rifornimenti all’Europa. Secondo il colosso energetico russo, l’Ucraina starebbe di nuovo prelevando il metano destinato al Vecchio continente, e sarebbe pertanto «fisicamente impossibile» per Gazprom riprendere le consegne.

    LA CONFERMA DI KIEV – La compagnia del gas ucraina Naftogaz ha ammesso di bloccare il metano russo destinato all’Europa, in ragione delle «condizioni del transito inaccettabili» imposte dalla Gazprom. Lo ha dichiarato il portavoce della compagnia ucraina Valentin Zemlianski.

    LO SDEGNO DI BRUXELLES – Sale intanto lo sdegno della Commissione europea per la quale il flusso di gas russo verso l’Europa in transito sull’Ucraina è attualmente scarso o del tutto inesistente in violazione degli accordi firmati. «La situazione è molto difficile, i delegati della Commissione stanno lavorando duramente per persuadere le autorità russe e ucraine a pompare quanto più gas possibile attraverso tutte le condotte disponibili. L’Europa ha bisogno urgentemente del gas» ha dichiarato un portavoce di Bruxelles. La Commissione europea parla quindi di «situazione inaccettabile». Bruxelles punta il dito contro Mosca e Kiev soprattutto per il fatto che gli osservatori della missione Ue non hanno ancora avuto pieno accesso nelle sale operative delle centrali di smistamento site nelle due capitali, «in chiara violazione dell’accordo raggiunto tra le parti».
    LA SITUAZIONE – E dire che, almeno ufficialmente, come ordinato lunedì dal premier Putin, alle 8 italiane la Gazprom aveva inizialmente riaperto i rubinetti del metano diretto ai consumatori europei attraverso l’Ucraina, immettendo 3 milioni 126 mila metri cubi all’ora per i consumatori della regione dei Balcani, la Turchia e la Moldavia, dall’impianto di Sudzha sul confine russo-ucraino. «Il volume della prima consegna di gas è di 76,6 milioni di metri cubi al giorno di metano – aveva spiegato Gazprom -. Di questi, 62,7 milioni di metri cubi vengono inviati in direzione dei Balcani attraverso lo snodo di Orlovka, e 13,9 milioni di metri cubi ai consumatori in Moldavia». Ma qualcosa è poi subito cambiato, visto che il gas in Europa non arriva.
    A sbloccare in teoria la situazione era stato l’accordo raggiunto qualche giorno fa a Bruxelles sul monitoraggio internazionale lungo la via del metano. Accordo che però deve ancora trovare applicazione sul campo.

    Ah, giusto per la cronaca, quando parla “diversificazione delle fonti energetiche”, credo che Scajola intenda risolvere i problemi energetici di oggi fra una decina d’anni con il Nucleare…

  • Gesti di distensione…

    olimpia

    olimpia

    GEORGIA: RUSSIA CHIEDE A ONU RITIRO OSSERVATORI ABKHAZIA
    La Russia avrebbe sollecitato le Nazioni Unite a ritirare i propri osservatori dall’Abkhazia, Repubblica autonoma compresa entro la Georgia ma in lotta per la secessione, al pari della provincia autonoma dell’Ossezia del Sud. L’accusa e’ venuta da Shota Utiashvili, portavoce del ministero dell’Interno georgiano: “I russi hanno chiesto agli osservatori dell’Onu di lasciare le loro postazioni nel territorio compreso tra l’Abkhazia e il distretto di Zugdidi”, ha denunciato il portavoce ministeriale. Poco prima lo stesso Utiashvili aveva affermato che Mosca avrebbe inviato quattromila uomini in Abkhazia, e che altri seimila avrebbe fatto entrare in Georgia dall’Ossezia del Sud, con l’obiettivo di attaccare propro l’area di Zugdidi, che si estende nel nord-ovest della Georgia, a ridosso del confine abkhazo.

    Da Repubblica.it. Qui la diretta.

    Nella foto da Repubblica.it l’abbraccio sul podio della pistola da 10 metri tra la russa Natalia Paderina (a sinistra) e la georgiana Nino Salukvadze.

    Lo spirito olimpico, spazzato via dalle bombe…

  • Tregua olimpica

    “Li costringiamo alla Pace”.

    Così Mosca onora la tregua olimpica bombardando Tblisi.

    Da Repubblica e Corriere.

    Approfondimento su Limes.