
Interrogazione sugli effetti del processo di esternalizzazione dei servizi scolastici comunali
Il sottoscritto consigliere comunale
PREMESSO
che nel corso del 2014 è stato avviato un percorso che ha portato, a partire dall’anno scolastico 2015/2016, ad ulteriori esternalizzazioni dei servizi educativi comunali che andranno a regime nel corso dell’a.s. 2017/2018.
TENUTO CONTO
che tale processo ha già avuto un suo riscontro nei bilanci consuntivi 2015 e 2016.
INTERROGA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
al fine di conoscere:
- gli effetti per ogni anno, rispetto al bilancio consuntivo per il 2015 e 2016 e preventivo per il 2017 e 2018, delle ulteriori esternalizzazioni in termini di diminuzione di spesa di personale (educatori e ausiliari) e di aumento di costo dei servizi relativi in appalto e di tutti gli altri effetti sui centri di costo interessati dal processo;
- in particolare, per quello che riguarda il personale relativo ai servizi esternalizzati, il dato numerico delle posizioni cessate (per pensionamenti o altre motivazioni), quello dei dipendenti trasferiti ad altre mansioni all’interno dell’Istituzione Scuola e quello di quelli trasferiti ad altri servizi comunali.
Ferrara, 2 maggio 2017
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini

Intervento sul Bilancio consuntivo 2016 dell’Istituzione Scuola
Devo confessare che sono molto in imbarazzo nell’intervenire su questo bilancio consuntivo dell’Istituzione Scuola del 2016.
Per tre motivi.
Il primo motivo, recente e del tutto inaspettato, è l’assenza oggi dell’assessora all’approvazione della delibera del bilancio consuntivo dei servizi di propria principale competenza. Ovvero al momento in cui si da conto delle politiche e delle azioni intraprese dall’amministrazione, in questo caso nella forma Istituzione, sotto la propria responsabilità. Non è la prima volta che succede nel corso di questo mandato. E proprio per questo, senza nulla togliere alla presenza del Presidente dell’Istituzione, la trovo un’assenza grave, irrispettosa nei confronti dei colleghi di giunta, dei consiglieri, di maggioranza e di opposizione e quindi di tutti i cittadini.
Resta che ci è impossibile oggi un confronto con chi ogni giorno segue le politiche educative e scolastiche per conto dell’amministrazione comunale. Non credo peraltro sia un’assenza dovuta alle imbarazzanti notizie uscite oggi sulla stampa locale – pur subito smentite dagli organi nazionali di MDP – rispetto al nuovo presunto coordinatore locale della forza politica a cui ha recentemente deciso di aderire.
A questo però è legato il secondo motivo, tutto politico, di imbarazzo per me.
Peccato che l’assessora non sia qui, perché le avrei semplicemente chiesto chi rappresenta. Questo gruppo consiliare non credo l’abbia mai rappresentato, anche nella sua denominazione originale. E parlo di rappresentanza e condivisione nelle politiche applicate direttamente dall’assessorato, come del mancato contributo politico alla dialettica di giunta rispetto al governo complessivo della città. Non solo rispetto alla forza politica ma più in generale rispetto alla sinistra di questa città. Finché è stato nelle mie disponibilità, ho favorito le condizioni perché venisse impedito a personaggi politicamente incompatibili, certamente con me, credo anche con questa maggioranza, di assumere un ruolo decisionale all’interno della forza politica che rappresentavo e che rappresento. Oggi, a quanto ne so, non è ancora giunta alcuna smentita diretta rispetto al legame fra l’assessora e l’ex Sindaco di Ferrara, corresponsabile politico del Palazzo degli Specchi, del Piano Regolatore che ha distrutto la campagna periurbana e ci ha consegnato migliaia di alloggi vuoti ed un settore edilizio al collasso e della collocazione del nuovo Ospedale a Cona, giusto per citarne tre. E questo, per me, ma credo anche per altri, è un grosso problema. E non è, sia chiaro, un problema di rapporto con MDP che è una forza politica con la quale il sottoscritto ed il gruppo consiliare che rappresento ha interesse ad aprire dialogo, confronto e anche collaborazione. Ma con quei personaggi, che a prescindere da qualsiasi pensiero politico, passano da una parte all’altra pensando solo a salvaguardare sé stessi.
Il terzo motivo di imbarazzo è tutto amministrativo. Ci ritroviamo, per il secondo anno consecutivo, con un bilancio dell’istituzione in avanzo. Ed ovviamente il problema non è l’essere in avanzo in sé, bensì l’entità di questo. 1,8 milioni di euro di avanzo libero nel 2016, su un bilancio complessivo di competenza di 25 milioni fanno un avanzo, libero, che arriva a rappresentare oltre il 7% del bilancio (5% considerando l’avanzo accantonato dall’anno scorso). Quasi il doppio del dividendo di Hera. Ora il problema è proprio qui. Capisco le novelle frequentazioni (o del futuro molto prossimo) dell’assessora, ma i servizi scolastici non sono una spa. Noi infatti raccogliamo i soldi dei cittadini-utenti di quei servizi, aggiungiamo una quota – 5,5 milioni se non ricordo male (vuol dire che l’avanzo libero rappresenta oggi quasi metà del contributo del comune all’Istituzione), e forniamo appunto servizi, alcuni a pagamento, altri no.
Fondamentalmente da due anni abbiamo, per una serie di ragioni, in primis la nuova ISEE e il secondo processo di esternalizzazioni dei servizi scolastici, raccolto di più e speso di meno un avanzo strutturale di 1 milione di euro. E, riguardato velocemente il bilancio triennale, a dati endogeni ed esogeni invariati, replicabile da qui al 2019.
In commissione, a domanda, credo del consigliere Fornasini, l’assessora ha risposto che “si sta valutando”. Ora, detta come va detta, è davvero imbarazzante venire a sapere che chi ha la responsabilità politica di un servizio fondamentalmente non sappia ancora cosa farsene non solo dell’avanzo del 2016, ma anche di gran parte quello del 2015. Sarò di vecchia scuola ma, al netto di tutte le comprensibili prudenze di bilancio, se si hanno disponibilità di risorse – e si hanno idee – queste si usano. Si può decuplicare l’investimento in manutenzione ordinaria delle scuole e dei loro giardini, si possono diminuire le tariffe, si possono offrire maggiori aperture dei servizi per le famiglie, si possono aumentare i posti ai nidi e alle materne comunali, si possono investire in maggiore qualità di ciò che esce dalle mense oppure – dico quasi una cosa blasfema – venuto a mancare la principale motivazione, ovvero la mancanza di risorse, si può – se davvero vogliamo ragionare al di fuori delle ideologie – ripensare al processo di esternalizzazione che ha scaricato sui lavoratori, in termini di stipendi più bassi, i risparmi dell’amministrazione. Insomma, di cose se ne possono fare tante. Ed io fra queste preferirei offrire maggiori e nuovi servizi visto che finalmente, anche grazie ad una ritrovata equità contributiva, abbiamo le risorse per pensarli e realizzarli. Purtroppo però, sino ad oggi, c’è solo assenza e silenzio.
Per queste ragioni non parteciperò al voto su questo bilancio, uscendo dall’aula, e nel contempo chiedo al Sindaco e a tutta la maggioranza di aprire un confronto serio su questioni che non mi paiono più rimandabili.

Autocertificazione per Famiglie Arcobaleno nelle scuole comunali
Al Sig. Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
OGGETTO: INTERPELLANZA SULLA PREDISPOSIZIONE DEI MODULI AUTOCERTIFICATIVI PER FAMIGLIE ARCOBALENO CON VALIDITA’ PRESSO NIDI E MATERENE
PREMESSO
- che il Comune di Ferrara ha intrapreso, nei mesi marzo, aprile, maggio del 2015, un percorso partecipativo, promosso dall’Assessorato Pari Opportunità, chiamato Nuovi Diritti Nuove Famiglie;
- che tale percorso ha avuto lo scopo di promuovere la cultura del rispetto delle differenze, tramite la conoscenza reciproca e il superamento di stereotipi spesso alla base di ingiustificabili discriminazioni [recita infatti l’incipit del progetto: “1 – Creare spazi di dibattito in città sul tema della convivenza tra persone. 2 – Raccogliere proposte e avere un quadro delle esigenze e delle posizioni presenti in città per supportare due ordini di decisioni da parte dell’Amministrazione Comunale: l’azione di aggiornamento dell’Elenco delle unioni civili; le azioni di promozione delle pari opportunità e dell’educazione alle differenze”];
- che l’azione di aggiornamento dell’Elenco delle Unioni Civili si rendeva necessaria in quanto detto Elenco, dalla sua istituzione, era privo di regolamento, quindi, di fatto, improduttivo di effetti reali.
CONSIDERATO
- che una delle esigenze espresse dalle famiglie omogenitoriali riguarda la cogestione dei figli nel loro rapporto con le istituzioni scolastiche, necessitando il genitore sociale, in assenza di diverse previsioni normative, di apposita delega da parte del genitore biologico per il ritiro dei figli a scuola (così come per qualsiasi attività, dall’accompagnamento alle gite alla partecipazione alle assemblee);
- che, pertanto, uno degli obiettivi del percorso partecipato voleva, fin dall’inizio, poter superare tale differenza di trattamento di bambini e genitori (per quel che di competenza di un Comune, quindi con riferimento alle scuole di infanzia);
- che nel maggio del 2016 è stata approvata la legge 20 maggio 2016 n. 76, cd Cirinnà, che disciplina le unioni civili tra persone dello stesso sesso e le convivenze;
- che il testo di legge succitato non contiene alcun riferimento ai figli e quindi nulla dice rispetto a diritti e doveri del genitore sociale nelle famiglie omogenitoriali;
- che, pertanto, il tema della necessità della delega da parte del genitore biologico al genitore sociale per qualsiasi attività inerente i figli, permane, non essendo stato affrontato in sede legislativa;
- che il percorso partecipato ha trovato la sua definitiva conclusione nella delibera di Giunta del 21 giugno 2016, nella quale si legge “di rimandare la restituzione sulle proposte avanzate dai gruppi di discussione e di lavoro sul tema “Unioni Civili”, previa emanazione e pubblicazione dei Decreti attuativi della Legge 20 Maggio 2016 n.76 recante “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” entrata in vigore il 5 giugno scorso”.
TENUTO CONTO
- che tale questione, per quanto concerne i nidi e le materne, è stata affrontata e risolta dal Comune di Bologna tramite un modulo di autocertificazione di famiglia omogenitoriale, nel quale entrambi i genitori, congiuntamente, a inizio anno, dichiarano di voler condividere le funzioni genitoriali rispetto ai figli minori;
- che dell’introduzione di tale possibilità, e del relativo modulo, si è discusso nella Commissione Pari Opportunità del 22/9/2015 allorchè, durante l’audizione dei rappresentanti di Famiglie Arcobaleno di Ferrara, fu illustrata la problematica e indicate le possibili soluzioni per ovviarla;
- che, pertanto, è già in possesso di codesta Amministrazione il canovaccio cui poter fare riferimento per la predisposizione di una modulistica da fornire a inizio anno scolastico per ovviare al problema della delega.
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI INTERPELLANO IL SINDACO E L’ASSESSORE COMPETENTE
AL FINE DI CONOSCERE
Se l’Amministrazione sia intenzionata ad adottare un semplice ed immediato sistema di autocertificazione come quello in uso da almeno un anno nel Comune di Bologna.
Si richiede risposta scritta.
Ilaria Baraldi
Partito Democratico
Leonardo Fiorentini
Sinistra Italiana

Quale Scuola per il Paese?
Martedì 17 novembre alle 17 alla Sala dell’Arengo tavola rotonda sulla scuola promossa dall’Istituto Gramsci in collaborazione con il gruppo consiliare SEL del Comune di Ferrara
MARTEDI 17 NOVEMBRE 2015 ore 17
SALA DELL’ARENGO
Tavola rotonda
“Quale Scuola per il Paese?”
NE PARLANO
Giancarlo Cerini, Dirigente Tecnico MIUR E.R.
Giovanni Fioravanti, già Dirigente Scolastico
Girolamo De Michele, Insegnante di filosofia, Scrittore
Coordina Daniela Cappagli

Interpellanza: Imposta sugli immobili destinati ad attività didattiche
Interpellanza: Imposta sugli immobili destinati ad attività didattiche.
Il sottoscritto consigliere comunale
Premesso
che recentemente la Corte Suprema di Cassazione con sentenze 14225 e 14226 depositate l’8 luglio ha sancito l’applicabilità dell’imposta sugli immobili (ICI nel caso di specie oggetto della sentenza) per gli immobili gestiti da enti religiosi utilizzati per finalità didattiche con pagamento di retta.
Tenuto conto
che l’esclusione dalla tassazione sugli immobili, in particolare quelli a destinazione non esclusivamente religiosa, è stata oggetto nel passato di indagine da parte della Commissione Europea tanto da giungere, dopo numerosi interventi legislativi, alla definitiva formulazione normativa dell’art. 91-bis del d.l. n. 1 del 2012 che esclude dall’imposizione solo gli immobili detenuti da enti senza fine di lucro “destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive” nonché per le attività religiose e di culto.
Considerato
che la Corte nelle sentenze succitate ha inteso confermare che sia sufficiente a definire l’attività commerciale l’idoneità tendenziale dei ricavi a perseguire il pareggio di bilancio, e che non sia sufficiente ad escludere la finalità di lucro la qualità di congregazione religiosa dell’ente;
Richiamato
che la Costituzione della Repubblica italiana all’articolo 33, comma 3 recita: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”
interpella l’amministrazione comunale
per sapere se vi siano casi nel nostro Comune di immobili destinati ad attività didattiche (paritarie e non) escluse dall’imposizione, quale sia la loro posizione rispetto alla tassazione comunale sugli immobili passata e presente, quanto sia l’eventuale valore di imposta non versato nelle casse comunali e nel caso come il Comune intenda procedere all’applicazione delle sentenze della Corte di Cassazione.
Si richiede risposta scritta.
Con osservanza.
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini

La Lega, gli stranieri la Scuola e le nascite (italiane)
La Lega, gli stranieri la Scuola e le nascite (italiane)
Tagliani vigili sui reparti contraccettivi delle Farmacie comunali
Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente di SEL a Ferrara
“Dopo il giro elettorale dei campi nomadi ieri la Lega Nord ci ha lasciato qualche indizio per la prossima iniziativa politica: sembrerebbe sia in preparazione il prossimo tour di Alan Fabbri armato di spillo in tutte le farmacie della regione. Chiedo al Sindaco di Ferrara di farsi carico della richiesta di maggiore vigilanza nelle farmacie comunali, individuando e perquisendo le persone che indossando cravatta o fazzoletto verde, o felpa equipollente, si avvicinino al settore dei contraccettivi.
Tornando seri, la richiesta della Lega sulla limitazione delle presenze “straniere” nelle classi parte dal presupposto che l’integrazione “appare sempre più impossibile”, presupposto facilmente assumibile solo quando si smette di guardare agli esseri umani in quanto esseri umani, e nel caso particolare, ai bambini in quanto bambini. Presupposto peraltro smentibile semplicemente frequentando le scuole della nostra regione, dagli Asili Nido alle Università, dove grazie al lavoro delle Istituzioni e del personale docente e non docente, l’integrazione nel rispetto delle differenze è un fatto tangibile, sicuramente migliorabile, ma certo non un principio semplicemente affermato. Per fortuna la società è più avanti di alcuni suoi rappresentanti.
Su una sola cosa ha ragione Fabbri: “il problema è tutto politico, e riguarda la nostra idea di società, ciò che siamo e ciò che vogliamo essere”. Appunto.”
Leonardo Fiorentini
consigliere comunale SEL Comune di Ferrara

Intervento in consiglio comunale sul Bilancio dell’Istituzione Scuola
Non sono mai stato ideologicamente contrario alle esternalizzazioni dei servizi, a parte forse per l’acqua, ma anche lì non la reputo una posizione ideologica. Certo preferirei esternalizzare le biblioteche che gli asili, ma oggi ci troviamo nella paradossale situazione (per me) che mentre il Comune esternalizza le scuole dell’infanzia, allo stesso tempo reinternalizza la gestione delle biblioteche con il personale che non è più in grado di lavorare con i bambini.
Oggi che il blocco delle assunzioni è acqua passata, la scelta sull’esternalizzazione appare meramente economica. Potrei alzare la bandiera della demagogia, e dire che è sufficiente azzerare i contributi alle scuole private per coprire il fabbisogno dell’Istituzione Scuola. Non lo faccio, perché mi pare inutile alzare bandiere che si sciolgono al sole del primo voto in consiglio (e anche perché probabilmente poi si aprirebbe un problema con altri genitori che non sanno più dove portare i figli).
Non lo faccio perché vorrei dare quindi un contributo propositivo nonostante le mie personali perplessità, stante che l’impegno preso in campagna elettorale, ovvero non superare la soglia immaginata nel protocollo d’intesa con i sindacati, appare mantenuto.
Credo, e la reazione dei genitori interessati, ma direi di una buona fetta di città lo dimostra, come la presenza a questo consiglio di oggi del resto testimonia ampiamente, che sia necessario un percorso di informazione e partecipazione rivolto alla città, che dia conto dello stato delle esperienze fatte nelle scuole già esternalizzate e che spieghi a tutti il perché delle proposte e le motivazioni, anche quelle economiche, dell’esternalizzazione.
Un percorso di dialogo che permetta di salvaguardare le peculiarità e risolvere i problemi di ciascun plesso, che sono diversi non solo per collocazione geografica ma anche per composizione sociale e storia didattica.
Un percorso che permetta di valutare anche ipotesi di esternalizzazione progressiva delle scuole interessate in modo da garantire per quanto possibile la continuità didattica nel breve periodo ai bambini che oggi sono all’interno delle scuole.
La continuità didattica va però garantita anche nel lungo periodo: se già non vi è, va inserito nel bando un sistema di controllo del turnover. Posso immaginare che la mobilità dei lavoratori nel privato (visto peraltro il jobs act) sia superiore rispetto al pubblico e per questo dobbiamo trovare un sistema, se non c’è, per garantire i bambini di non cambiare troppo spesso maestra.
Credo, e credo sinceramente che sarebbe utile sia ai genitori che all’amministrazione, vada costituito un sistema di controllo trasparente: una sorta di “autorità” garante che coinvolga i consigli di partecipazione: sarebbe una garanzia per i genitori rispetto alla efficacia dei controlli, ma anche per l’amministrazione contro il diffondersi di leggende metropolitane.
Per quel che riguarda invece i lavoratori credo che vada ascoltata una delle richieste più pressanti, ovvero il riconoscimento professionale degli educatori. Va ascoltata non solo perchè mi pare giusto che il lavoro effettuato in una scuola pubblica esternalizzata valga quanto quello in una scuola privata ai fini delle graduatorie, ma anche perché questi lavoratori, in gran parte giovani (e molto spesso mal considerati e bistrattati nelle riflessioni che ho letto in questi giorni sui giornali), hanno il sacrosanto diritto di vedersi riconosciuta la propria professionalità.
Come credo che non sia possibile far vivere ad una persona una doppia precarietà: quella di non sapere se fra x anni la sua cooperativa rivincerà l’appalto e quindi se manterrà il suo lavoro e quella, giornaliera, di rischiare di non lavorare se il bambino che affianca resta malato per più di n giorni. E’ necessario in qualche modo garantire la continuità lavorativa per gli educatori che lavorano nel sostegno, ed aprendo una parentesi che meriterebbe una riflessione più ampia, ed in una sede e con interlocutori più appropriati, anche ripensando (ovviamente a seconda dei singoli casi) il modello che ora vede l’educatore legato al singolo bambino.
Un’ultima riflessione infine: dal prossimo anno avremo un nuovo indicatore ISEE che non sappiamo come andrà a modificare il livello delle rette per le famiglie. Credo sia necessario aprire sin da subito aprire un riflessione sulla rimodulazione rette, valutare quale sia il livello di copertura del servizio per ogni fascia di reddito che garantisca il principio di solidarietà ma che allo stesso tempo eviti di trasformare la scuola pubblica in una scuola di classe.
Finendo con le questioni economiche. Non è demagogico oggi ripensare a ciò che solo un anno fa è stato deciso in quest’aula, io non c’ero, ma scusate resta un mio pallino. Un taglio dell’addizionale irpef di 20 euro l’anno di media cui non si è accorto nessuno, mentre ci accorgiamo oggi come quelle risorse sarebbero state utili, e non solo per la scuola. Ci apprestiamo ad approvare il bilancio comunale con la spada di damocle della legge di stabilità, e forse dovremo rimetter mano alla tassazione locale per far fronte alla scure del cosiddetto buon-governo.
Pensiamoci.
La mensa non è obbligatoria
http://www.youtube.com/watch?v=rGqXbjI1_Sc
A proposito di un’altra cultura…
Un infinito patrimonio di dignità
Via Marcello la lettera di un cittadino di Adro:
Io non ci sto
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
– Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
– So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papa di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varra la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
Niente sesso, siamo milanesi
La Asl vieta ai suoi operatori di fare educazione sessuale agli studenti sotto i sedici anni. Da ora potranno solo istruire mamme e insegnanti, a cui spetterà poi il compito di rispondere alle domande dei giovani. Una circolare, datata 18 giugno, cancella infatti gli incontri fra i ragazzi e gli esperti, chiamati da 30 anni a parlare alle classi senza la presenza dei professori.
Da Repubblica.
L’ho sempre detto…
A scuola dopo le undici
Secondo una ricerca britannica al mattino presto le capacità di memorizzazione sono minori
e forse non c’era neppure bisogno di spender soldi per una ricerca…
del grande fratello
La Scuola è sempre più vista come Istituzione Totale.
Come nel carcere al diavolo il ruolo educativo, in nome della lotta al bullismo viva il controllo, ovunque e comunque, anche in classe. Pensare a rimuovere le cause che portano ai comportamenti “devianti” è ormai un’utopia da poveri stolti. Più facile controllare, seduti, un monitor.
E purtroppo non stanno scherzando.
Da Repubblica.
Il ministro “favorevole” all’introduzione della misura
“Un deterrente in più, anche se da sola, comunque, non basta”Il Grande Fratello della Gelmini “Bullismo, telecamere in classe”
ROMA – Sport, disciplina, ma soprattutto un giro di vite contro gli episodi di bullismo sempre più frequenti, e in certi casi anche violenti, che si ripetono nelle scuole italiane. In un’intervista al Giornale, il ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, detta l’agenda della riforma scolastica e si dice favorevole all’introduzione di telecamere all’interno della aule, con effetto dissuasivo rispetto agli episodi di violenza fra studenti.
“Favorevole”, dunque, “anche se – dice il ministro – quella delle telecamere è una misura che non basta”. Tuttavia, sono “un deterrente in più”, e “gli istituti hanno l’autonomia di usare l’occhio elettronico”. Ogni preside dunque potrebbe decidere di piazzare le telecamere nella propria scuola: il problema, precisa il ministro, “non sta in una telecamera in più o in meno, ma nell’esigenza di rimettere al centro lo studente, rivisto nella sua formazione a 360 gradi”.
Il problema, osserva il ministro, “è che la famiglia è cambiata, così come la società: i giovani sono sempre più soli e c’è un definict di dialogo fra scuola e genitori. E’ un trend che vogliamo cambiare”.
Gelmini propone inoltre “meno ore al pc” per gli studenti e “più esercizio fisico, d’intesa con il Coni”. Sul ritorno del voto in condotta, il ministro sottolinea che “ha già ridato autorevolezza a chi sta dietro alla cattedra”.
Infine, nei confronti dell’Ue che l’ha criticata per aver dato troppo spazio all’inglese a scapito delle altre lingue straniere, il ministro risponde: “A Bruxelles mi piacerebbe vedere la stessa solerzia quando si tratta di difendere la lingua italiana”.
eh, ma allora…
Il figlio del leader leghista respinto dopo la prova orale da privatista
Aveva presentato la richiesta di appello dopo la bocciatura di luglio
Renzo Bossi, terzo stop alla maturità
Bocciato all’esame anche dopo il ricorsoRenzo Bossi, terzo stop alla maturità Bocciato all’esame anche dopo il ricorso
VARESE – E tre. Ancora una volta esame di maturità non superato per Renzo Bossi. Il figlio del leader leghista è stato infatti bocciato all’esame orale sostenuto da privatista al liceo scientifico del Collegio Arcivescovile Bentivoglio di Tradate in provincia di Varese.L’esame era stato ripetuto dopo un ricorso presentato a seguito della bocciatura nel luglio scorso quando aveva presentato una tesi su Carlo Cattaneo.
Quest’anno, dopo il secondo stop (Bossi jr. era già stato respinto nel 2007), alla prova era presente oltre alla commissione anche un ispettore del ministero dell’Istruzione.
Senti chi parla. Adesso.
SCUOLA: GELMINI, SERVE PIANO STRAORDINARIO PER EDILIZIA
Governo, Regioni ed Enti Locali condividono la necessita’ di avviare un piano straordinario per l’edilizia scolastica anche attraverso il finanziamento di mutui finalizzati alla messa a norma, alla ristrutturazione e alla nuova costruzione di scuole e che, in analogia con il Patto per la sicurezza del triennio 2007/2009, preveda la compartecipazione dello Stato e delle stesse Regioni ed Enti Locali. E’ quanto emerso nell’incontro avvenuto oggi tra il ministro Mariastella Gelmini con gli assessori regionali all’Istruzione che ha visto tra i temi in discussione quello sull’edilizia scolastica. Le Regioni hanno chiesto che gli investimenti sulle scuole vengano sottratti al patto di stabilita’. Il ministro ha dato la sua disponibilita’ ad effettuare le verifiche a riguardo.
Da Repubblica.it.
Nodi che vengono, tragicamente, al pettine
Quanti soldi il Governo Berlusconi ha stanziato per l’edilizia scolastica?
Ovvero quanti soldi il Governo Berlusconi (non che i precedenti abbiamo fatto molto meglio) ha tagliato a Comuni e Province che si occupano direttamente di gran parte del patrimonio scolastico nazionale?
La tragedia in una scuola di Rivoli. I vigili del fuoco ipotizzano un cedimento strutturale
Una ventina i ragazzi rimasti feriti di cui quattro gravi: uno di questi rischia la paralisiTorino, crolla tetto di un liceo muore studente di 17 anni
Procura apre inchiesta per disastro e omicidio colposi
di FEDERICA CRAVERO e MEO PONTETORINO – Un giovanissimo studente del liceo scientifico Darwin a Rivoli, comune della prima cintura torinese, è morto questa mattina in seguito al crollo di un soffitto di un’aula. Altri venti ragazzi sono rimasti feriti, di cui quattro in gravi condizioni.
La vittima si chiamava Vito Scafidi, aveva 17 anni e abitava a Pianezza, località a pochi chilometri dalla scuola. Il giovane frequentava la quarta G e si trovava nella sua classe, al primo piano, durante l’intervallo, quando il soffitto è crollato. Già nella notte un albero ad alto fusto era caduto nel cortile del complesso scolastico. I soffitti delle aule vicine hanno retto ma ci sono vistose crepe.
Un cedimento strutturale – non il vento o il maltempo – sarebbe la causa del crollo, forse il cedimento di un tubo di ghisa tra il soffitto e la controsoffittatura. E’ questa una delle ipotesi ora al vaglio dei tecnici che stanno effettuando i rilievi all’interno dell’aula in cui si è verificato l’incidente. C’è anche chi ha parlato di scricchiolii avvertiti prima del crollo. Tutti i giovani e i docenti sono stati evacuati mentre le ambulanze continuano a portare via i ragazzi feriti o contusi.
I giovani feriti sono stati portati in quattro ospedali diversi: i più gravi sono quattro, tre dei quali sono stati trasportati all’ospedale Cto di Torino e un quarto all’ospedale Molinette. Altri 14 feriti meno gravi sono stati trasportati al san Luigi di Orbassano e all’ospedale di Rivoli.
Andrea M., il più grave tra i tre ricoverati al Cto, ha riportato la frattura e la lussazione della terza vertebra lombare con lesione del midollo spinale e sarà sottoposto a intervento per togliere l’osso che comprime il midollo. I medici hanno confermato che il rischio di una paralisi completa è concreto ma per capire se ci sarà il recupero della mobilità bisognerà aspettare da alcune settimane a sei mesi. A Federica A. è stata diagnosticata una prognosi di 60-90 giorni per fratture alla prima vertebra ma senza lesione del midollo. Cinzia P. ha invece contusioni e una trauma cranico lieve. Tutti e tre i ragazzi sono sotto choc post traumatico ma sanno che un loro compagno è morto.
Il crollo del soffitto è avvenuto nella sede principale del liceo scientifico Darwin, in viale papa Giovanni XXIII (ha anche una succursale in via san Bartolomeo). La scuola è un edificio dei primi anni del Novecento, situato sulla collina di Rivoli. Nato come seminario, ha subito l’ultima ristrutturazione negli anni Settanta quando è stata realizzata una nuova ala dell’edificio.L’incidente, che si è verificato nella parte vecchia dell’istituto, potrebbe essere avvenuto in relazione al fortissimo vento che tira da ieri sul torinese, ma secondo Gerardo Ferito, del comando provinciale dei vigili del fuoco di Torino, il crollo “potrebbe non essere stato provocato dal maltempo”. “Tutti i feriti sono stati estratti dalle macerie e sono in zona sicura”, ha detto il funzionario. “Dai primi elementi visibili – secondo i vigili del fuoco – sembra che la causa non sia da imputare alle forti raffiche i vento”. Il crollo ha interessato “un’unica aula dove è crollato il controsoffitto, fatto di laterizi”. La tragedia potrebbe quindi essere dovuta a un crollo strutturale le cui cause sono ancora da accertare.
Sul posto si sono recati i carabinieri della compagnia di Rivoli e il questore di Torino, Aldo Faraoni. Anche il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e il sostituto procuratore Cesare Parodi sono arrivati a Rivoli per fare un primo sopralluogo. “Abbiamo il dovere di dare spiegazioni a questo nuovo dramma, abbiamo il dovere di dare risposte a quanto è accaduto innanzitutto alla famiglia della vittima e a tutti gli altri genitori” ha detto Guariniello che ha aperto un’inchiesta procedendo per disastro colposo e omicidio colposo a carico di ignoti. Cesare Parodi ha quindi spiegato “la morte è avvenuta per un trauma violento,ma abbiamo comunque disposto l’autopsia. Ora l’importante è capire perché questa tragedia si è verificata”.
in fuga
La segreteria del ministro giustifica con ”motivi istituzionali”
Niente visita a Ferrara per la GelminiIl ministro Gelmini non sarà a Ferrara. La titolare del dicastero all’istruzione era stata invitata dall’ateneo estense al seminario di studi “La Ssis rapita: la formazione docente nel guado” organizzato dall’università di Ferrara in via Savonarola per martedì 11 novembre.
Alla notizia della possibile presenza in città della tanto contestata autrice dell’altrettanto discussa riforma, gli studenti universitari di Ferrara avevano lanciato una sorta di gemellaggio con i colleghi di Bologna, Forlì e Cesena per organizzare una contestazione ad hoc con tanto di corteo, lezioni all’aperto e concerto finale nella Sala Estense.
Oggi invece è arrivata la notizia dalla segreteria del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca che ha informato che “per motivi istituzionali l’on. Mariastella Gelmini non sarà presente al seminario di studi”.
Da Estense.com.
a futura memoria
“l’ombelico di fuori non dovrebbe essere consentito”
A futura memoria, da repubblica.it. Il commento lo lascio volentieri ad Alessandro Robecchi.
Conferenza stampa a Firenze dell’ex Gran maestro della P2 alla presentazione del programma ‘Venerabile Italia’, in onda da lunedì su Odeon Tv
Gelli, la P2 e il Piano di rinascita nazionale
Scoppia il caso sull’ex Venerabile in tv
“Solo Berlusconi può proseguire il mio progetto. Usi la sua maggioranza”. Il Pd insorge e attacca: “Il presidente del Consiglio non ha nulla da dire?”FIRENZE – Nell’attuazione del Piano di rinascita democratica “l’unico che può andare avanti è Berlusconi”. Lo ha detto l’ex Gran maestro della P2. Licio Gelli, a Firenze, dove ha presentato il programma tv ‘Venerabile Italia’. Gelli sarà protagonista di una ”ricostruzione inedita” della storia del Novecento in Italia: dalla Guerra di Spagna agli anni Ottanta, dalla P2 al crack del Banco Ambrosiano. La conduttrice e autrice del programma Lucia Leonessi ha raccolto le testimonianze di Gelli a Villa Wanda, di Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Marcello Dell’Utri. Lo stesso Gelli sarà in studio per l’ultima puntata, dedicata alla sua attività di poeta. Le otto puntate da lunedì prossimo fino a dicembre andranno in onda su Odeon Tv.
Gelli, nel corso della conferenza stampa, ha risposto alle domande dei cronisti su passato e presente d’Italia, passando dalla riforma della scuola alla politica, fino alle vicende giudiziarie di Marcello dell’Utri.
Politica. A proposito del giudizio di Berlusconi e del suo Piano di rinascita democratica, Gelli ha chiarito che il premier è “l’unico che può andare avanti non perché era iscritto alla P2 ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora è in momento di debolezza perché usa poco la maggioranza parlamentare”. Gelli ha quindi precisato di non condividere il governo Berlusconi “perché se uno ha la maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza”. Gelli ha anche commentato il cosiddetto ‘Lodo Alfano’: “L’immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, perché al Governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai”.
Fini. ”Avevo molta fiducia in Fini – ha detto Gelli – perché aveva avuto un grande maestro, Giorgio Almirante. Oggi non sono più dello stesso avviso, perché ha cambiato”.
Partiti. Quanto ai partiti, ai giornalisti che gli chiedevano se ci sia una forza politica che ha messo in pratica il Piano rinascita democratica, Gelli ha risposto che ”tutti si sono abbeverati, tutti ne hanno preso spunto”, però, ha notato, ”i partiti veri non esistono più, non c’è più destra o sinistra. A sinistra ci sono 15 frange e la destra non esiste. Se dovesse morire Berlusconi, cosa che non gli auguro perché la morte non si augura a nessuno, Forza Italia non potrebbe andare avanti perché non ha una struttura partitica”.
Riforma Gelmini. “In linea di massima sono d’accordo con la riforma Gelmini perché ripristina un po’ di ordine”, ha detto l’ex Gran maestro della P2. “Il maestro unico è molto importante – ha spiegato – perché, quando c’era, conosceva l’alunno. Poi il tema dell’abbigliamento è importante perché l’ombelico di fuori non dovrebbe essere consentito, e poi la confidenza tra alunno e professore dovrebbe essere limitata”.
“Studenti in aula e non in piazza”. E a proposito della manifestazioni di piazza “non ci dovrebbero essere, gli studenti dovrebbero essere in aula a studiare – ha sottolineato Gelli -. Nelle piazza non si studia; se viene garantita la libertà di scioperare dovrebbe essere tutelato anche chi vuole studiare, e molti in piazza non ne hanno voglia. Dovrebbe essere proibito di portare i bambini in piazza perchè così non crescono educati”.
“Dell’Utri? bravissimo”. “Marcello Dell’Utri è una bravissima persona, onesta e di profonda cultura, non credo che sia mafioso”, ha detto l’ex Gran maestro. “C’è una sentenza che Dell’Utri si trascina dietro – ha aggiunto – e che sarà tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato. La magistratura prende decisioni su teoremi e non su prove e su Dell’Utri il processo non ha fatto chiarezza”.
Magistratura. “Se oggi in Italia c’è un potere forte, costituzionale, è la magistratura, perché quando sbaglia non è previsto risarcimento del danno”.
Stragi e terrorismo. “Le stragi ci sono sempre state e ci saranno sempre perché non c’è ordine: infatti sono arrivate dopo gli anni ’60. Se domani tornassero le Br ci sarebbero ancora più stragi: il terreno è molto fertile perché le Br potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della povertà che c’è nel paese”. Secondo Gelli “le stragi sono frutto di guerra tra bande”.
Massoneria. “In Italia – ha sottolineato Gelli – poteri forti ora non ce ne sono e non ce ne sono mai stati. Oggi la massoneria non esercita nessun potere. Ci sono tre, quattro comunioni che contano e che dovrebbero chiedere che gli elenchi dei massoni non debbano essere consegnati al commissariato”. “La P2 era riservata, non segreta, ed è stata perseguitata per distogliere l’attenzione da altre questioni”.
Reazioni. Per Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd
al Senato, è “sconcertante che dal Popolo delle Libertà non giunga una parola a commento delle dichiarazioni di Gelli che, tra le tante cose gravi dette, indica nell’attuale capo del governo l’unico erede del Piano di rinascita democratica”. “E’ dall’inizio della legislatura che sosteniamo questa tesi: il programma di governo di Berlusconi ed il piano di Gelli sono la stessa cosa”, afferma il capogruppo alla Camera dell’Idv, Massimo Donadi. “Tornano i fantasmi del passato ed è inquietante che in vada in onda l’autocelebrazione di Licio Gelli e un nuovo tentativo di inquinare la vita pubblica”, afferma Rosy Bindi, del Pd, vicepresidente della Camera.
vi ricorda qualcosa?
Del resoconto di Curzio Maltese sui fatti di piazza Navona di ieri, vorrei evidenziare, giusto perchè mi ricorda qualcosa, un passaggio:
È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un’azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. “Lei dove va?”. Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: “Non li abbiamo notati”.
Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: “Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!”. L’altro risponde: “Allora si va in piazza a proteggere i nostri?”. “Sì, ma non subito”. Passa il vice questore: “Poche chiacchiere, giù le visiere!”. Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.
Da Repubblica.it