• Privatizzazioni. Fiorentini (Ecologisti) il PD dica se è con i cittadini o con gli interessi privati

    Privatizzazioni. Fiorentini (Ecologisti) il PD dica se è con i cittadini o con gli interessi privati

    Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, co-portavoce di Ecologisti e Reti Civiche – Verdi Europei di Ferrara:

    Non mi sorprende la reazione dell’Assessore Marattin, che del resto non ha mai nascosto le sue idee sul tema della privatizzazione dei Servizi Pubblici Locali. Il problema infatti non è l’Assessore al Biliancio. Marattin era a favore delle privatizzazioni prima del referendum, mentre la maggioranza del PD sosteneva il sì al quesito referendario. Dopo il successo del Referendum il Partito Democratico è stato ben presto colpito da amnesia, si è dimenticato le milionate dì voti contro le privatizzazioni dei servizi pubblici locali e non ha certo fatto le barricate contro i provvedimenti del Governo Berlusconi prima e Monti poi.

    E’ un po’ paradossale che negli stessi giorni in cui ci si prende la briga di annullare atti conseguenti ad un libero contratto dalle parti (leggi derivato), si metta in dubbio la necessità di fermare un processo, come quello di privatizzazione di alcuni servizi comunali, reso obbligatorio da una disposizione legislativa considerata illegittima dalla Corte Costituzionale.

    Ma forse, è qui il vero problema: è tutto il Partito Democratico, e non solo Marattin, che probabilmente rimane d’accordo con quella disposizione legislativa che prevedeva una privatizzazione forzata dei servizi pubblici locali a favore degli interessi privati, in barba al volere dei cittadini e, oggi, anche al pronunciamento della Corte Costituzionale.

  • Ecologisti all’attacco: fermate le privatizzazioni dei servizi

    Ecologisti all’attacco: fermate le privatizzazioni dei servizi
    La Nuova Ferrara del 22/07/2012 ed. Nazionale p. 13

    Esultano i difensori dell’acqua pubblica per il pronunciamento della Corte costituzionale contro il decreto Berlusconi che ripristinava l’obbligo di privatizzare i servizi pubblici, abolito dalla consultazione referendaria della primavera 2011. In realtà, il decreto teneva fuori dai nuovi obblighi proprio l’acqua, e quindi la discussione si concentra sul resto, dai rifiuti ai parcheggi. «Chiediamo che il Comune di Ferrara blocchi immediatamente ogni ulteriore privatizzazione dei servizi, prevista in ossequio alla normativa oggi abrogata, e apra, subito, una discussione con la città su quale modello di gestione dei servizi pubblici locale sia più utile a Ferrara e ai suoi cittadini» dice ad esempio Leonardo Fiorentini, a nome degli Ecologisti e civici. In effetti il Comune, dopo aver ceduto i servizi verde e disinfestazione e aver “salvato” la proprietà pubblica dell’Amsefc, stava preparando il bando per la cessione del 40% di Ferrara Tua. «Cosa faremo ora? Vediamo, anche se non c’è l’obbligo la cessione potrebbe comunque essere conveniente» ragiona l’assessore Luigi Marattin. Il decreto sulla spending review, tra l’altro, prevede un nuovo obbligo: sciogliere le aziende che fatturano più del 90% con la pubblica amministrazione. Sul fronte Hera sparisce l’obbligo di gara pubblica per il servizio acqua e rifiuti, anche se i soci avevano scelto questa strada rinunciando, un mese fa, a scendere al 40% del capitale. Il vincolo cade anche per la pubblica illuminazione e qui Marattin esprime un rimpianto, «avremmo voluto rivedere il contratto prima della scadenza, nel 2017: cercheremo di rinegoziare». Da vedere cosa succederà in Area, Soelia, Cmv o Cadf. E’ la rivincita per Marzia Marchi, ecologista del Comitato acqua, che ricorda la recente espulsione «con la forza dal Consiglio comunale, per aver chiesto l’applicazione del risultato referendario, attraverso un processo di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e lo stop del percorso di privatizzazione degli altri servizi pubblici locali, oltre all’adeguamento delle tariffe dell’acqua in seguito al secondo requisito referendario». Ora è giusto «autoridursi la bolletta dell’acqua e qui dichiaro che procederò immediatamente».
    Scarica l’articolo in formato pdf: lanuovafe_22072012.pdf.

  • Ci è voluto un anno in più

    Incredibile, sembriamo un paese civile. Sembriamo, perchè in un paese civile un governo non riscriverebbe pari pari le stesse norme abrogate due mesi prima dai cittadini pensando di farla franca.

    Ci è voluto un anno in più e una sentenza della Corte Costituzionale, ma alla fine il risultato del referendum finalmente entra a far parte del nostro impianto legislativo.

    Ora, cari privatizzatori selvaggi, come la mettiamo, volete proprio fare la figura dell’ultimo giapponese sull’isola deserta?

    (ASCA) – Roma, 20 lug – La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimita’ costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 (”Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”) convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, che disponeva la possibilita’ di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, quindi anche il sistema idrico integrato, su cui pochi mesi prima c’era stato il referendum. Il governo insomma avrebbe cercato di reintrodurre la normativa sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali abrogata dal referendum popolare.

    A fare ricorso erano state sei regioni: Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna.

    Nella sentenza, la Consulta spiega che ”la disposizione impugnata viola il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volonta’ popolare desumibile dall’art.75 Costituzione, secondo quanto gia’ riconosciuto dalla giurisprudenza costituzionale”.

    L’articolo 4, rileva ancora la Consulta, ”e’ stato adottato con d.l. n. 138 del 13 agosto 2011, dopo che, con decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2011, n. 113 (Abrogazione, a seguito di referendum popolare, dell’articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, e successive modificazioni, nel testo risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 325 del 2010, in materia di modalita’ di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica), era stata dichiarata l’abrogazione, a seguito di referendum popolare, dell’art. 23-bis del d.l. n. 112 del 2008, recante la precedente disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”.

    Con la richiamata consultazione referendaria ”detta normativa veniva abrogata e si realizzava, pertanto, l’intento referendario di ‘escludere l’applicazione delle norme contenute nell’art. 23-bis che limitano, rispetto al diritto comunitario, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house di pressoche’ tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica (ivi compreso il servizio idrico)’ (sentenza n. 24 del 2011) e di consentire, conseguentemente, l’applicazione diretta della normativa comunitaria conferente”.

    Ma, prosegue la sentenza, ”a distanza di meno di un mese dalla pubblicazione del decreto dichiarativo dell’avvenuta abrogazione dell’art. 23-bis del d.l. n. 112 del 2008, il Governo e’ intervenuto nuovamente sulla materia con l’impugnato art. 4, il quale, nonostante sia intitolato ‘Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dall’Unione europea’, detta una nuova disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, che non solo e’ contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata, in quanto opera una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti in house, al di la’ di quanto prescritto dalla normativa comunitaria, ma e’ anche letteralmente riproduttiva, in buona parte, di svariate disposizioni dell’abrogato art. 23-bis e di molte disposizioni del regolamento attuativo del medesimo art. 23-bis contenuto nel d.P.R. n. 168 del 2010”.

    Per queste ragioni la Corte ”dichiara l’illegittimita’ costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni”.

  • Come difendere il referendum

    Comitato Acqua Pubblica – Ferrara
    martedì 6 dicembre alle ore 21.00
    Sala della Musica c/o Complesso di San Paolo
    Boccaleone 19
    Ferrara (Ferrara, Italy)
    “COME ABBIAMO VINTO IL REFERENDUM”, e come lo difenderemo!
    Maggiori informazioni
    presentazione del libro di Marco Bersani,
    fondatore di Attac Italia e uno degli animatori più attivi del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua

    “COME ABBIAMO VINTO IL REFERENDUM,
    dalla battaglia per l’acqua pubblica alla democrazia dei beni comuni”
    ed. Alegre

    Sarà l’occasione per confrontarsi con MARCO BERSANI sul post referendum, sulle prospettive e per lanciare a Ferrara la CAMPAGNA DI OBBEDIENZA CIVILE “IL MIO VOTO DEVE ESSERE RISPETTATO”

    (via CAP Ferrara)

  • IL 26 NOVEMBRE IN PIAZZA PER L’ACQUA, I BENI COMUNI E LA DEMOCRAZIA

    Il Comitato Acqua Pubblica di Ferrara organizza il pullman per la manifestazione di Roma del 26 novembre,
    con partenza dall’Ex-Mof alle ore 7.00 (contributo di 20€ a persona).

    Abbiamo bisogno di tutti per costruire la partecipazione da Ferrara!

    Per informazioni e prenotazioni, chiamate entro DOMENICA 20 NOVEMBRE Marcella 327-0170698 e Laura 347-4448538

    Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l’uscita dell’acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.

    Un voto netto e chiaro, con il quale 27 milioni di donne e uomini – 180 mila nella sola provincia di Ferrara – per la prima volta dopo decenni, hanno ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica del nostro paese e hanno indicato un’inversione di rotta rispetto all’idea del mercato come unico regolatore sociale.

    Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione: la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari, gli enti locali – ad eccezione del Comune di Napoli – proseguono la gestione dei servizi idrici attraverso S.p.A. e nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.

    Non solo. Con l’alibi della crisi e dei diktat della Banca Centrale Europea, il Governo ha rilanciato, attraverso l’art. 4 della manovra estiva, una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici locali, addirittura riproponendo il famigerato ”Decreto Ronchi” abrogato dal referendum. Governo e Confindustria, poteri finanziari e lobby territoriali, resisi conto che il popolo ha votato contro di loro, hanno semplicemente deciso di abolire il popolo, producendo una nuova e gigantesca espropriazione di democrazia. L’anticostituzionale Maxiemendamento presentato dal morente Governo Berlusconi, come il programma annunciato dal neo Presidente Monti, non fanno altro che confermare questa tendenza.

    La verità è che le politiche di austerity colpiranno i cittadini e le cittadine italiane, lasciando tranquilli i poteri forti che da anni ci stanno proponendo la ricetta delle privatizzazioni, della messa a profitto dei beni comuni e delle nostre stesse vite. Riteniamo inaccettabili questi provvedimenti e sappiamo che vogliono ignorare la richiesta della popolazione italiana di cambiare rotta ed uscire da questo sistema.

    IL RISULTATO REFERENDARIO DEVE ESSERE RISPETTATO

    E TROVARE IMMEDIATA APPLICAZIONE

    Per questo il 26 novembre, con la Manifestazione nazionale a Roma, saremo di nuovo piazza per difendere il risultato referendario, chiedere l’approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico e lanciare la campagna di “Obbedienza civile”: se il referendum continuerà ad essere ignorato, verrà praticata dal basso l’abolizione dei profitti garantiti dalle bollette, obbedendo così al mandato della maggioranza assoluta dei cittadini italiani.

    Siamo convinti che l’acqua sia un paradigma e che il popolo italiano questo lo sappia e che, per la prima volta dopo anni, si sia espresso chiaramente. Chi fa finta di non vederlo o di dimenticarlo non fa altro che mettersi nel campo di chi impoverisce, privatizza e precarizza la nostra società.

    Noi abbiamo detto che bisogna cambiare. Con noi l’hanno detto 27 milioni di italiani. Indietro non si torna.

  • Vacatio legis e Costituzione (manovra agostana/2)

    Bisogna fare delle distinzioni, ribatte Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo: «Solo trasporti, ambiente e servizio idrico» sono direttamente liberalizzati. Anche l’acqua, dopo il referendum? «Per come è stato propagandato il referendum si chiedeva di scegliere: acqua pubblica sì o no. In realtà – risponde Saglia – abrogando l’articolo 23 bis si è creata una vacatio legis . Ma c’è confusione, liberalizzare non vuol dire cedere ai privati».

    Dietro alla “vacatio legis” si nasconde l’ennesimo imbroglio governativo. Il senso del referendum era chiarissimo, e andava oltre il puro articolato, e per fortuna la Corte Costituzionale di solito vigila su queste cose.

    Di certo poi l’attacco all’articolo 41 della Costituzione, quello che recita fra l’altro che l’attività d’impresa, pur libera, “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” è un tentativo di farci ancora bere il veleno della supremazia del mercato, quando ormai quel veleno sta uccidendo lo stesso “animale” da cui proviene.

    Anche per questo ho aderito all’appello lanciato dai giuristi promotori dei due referendum sull’acqua pubblica. Fatelo anche voi!

  • Di Pietro si beve l’acqua di tutti

    Eh sì, pare proprio che Di Pietro abbia presentato i suoi quesiti referendari, uno anche sull’acqua.

    Nonostante vi sia un movimento che da anni ha fatto fronte comune su questo tema e che negli ultimi mesi ha approntato tre quesiti che saranno sottoposti al giudizio dei cittadini dal 24 aprile, giorno dell’inizio della campagna di raccolta firme.

    Non sono servite le sollecitazione e gli incontri con il comitato promotore, volti a mantenere un fronte unitario anche con l’Italia dei Valori. Di Pietro, al suono (più o meno) del voi fate i preti (pare si stesse rivolgendo proprio ad un prelato, indovinate chi) io faccio il politico, ha deciso di andar dritto per la sua strada.

    Sembrerebbe un semplice episodio di consueta strumentalizzazione da parte di un politico drogato dal populismo in cerca della sua dose di visibilità quotidiana. Ma andando nello specifico è interessante vedere come il quesito presentato dall’IDV si limiti ad abrogare la norma del decreto Ronchi che obbliga l’affidamento del servizio idrico a società in maggioranza private. Nulla dice sulla effettiva pubblicizzazione del servizio idrico, nè sul ricarico in bolletta della remunerazione degli investimenti.

    Del resto, in un paese dove la memoria viene spesso lasciata fuori dalla porta insieme all’ombrello, chi era stato nella passata legislatura a osteggiare ogni tentativo di superamento della privatizzazione dei servizi pubblici locali mentre nel frattempo cofirmava questo testo?

  • L’acqua pubblica piace anche sul Listone

    Il Comitato contro la privatizzazione ha manifestato alla fontanella di piazza: va cambiato anche lo Statuto municipale. Volantini a ruba e tante domande in vista del referendum. Mercoledì match comunale.

    Scarica l’articolo de La Nuova Ferrara: nuova_15032010.pdf (in formato pdf)

  • Girotondo per l’acqua pubblica

    Girotondo per l’acqua pubblica
    A Ferrara 1500 famiglie non riescono più a pagare le bollette

    Articolo di Marco Zavagli da Estense.com

    Tutti per mano per un “abbraccio difensivo” attorno alla fontanella di piazza Trento Trieste, assunta per una mattina a simbolo dell’acqua pubblica. Una cinquantina di persone del Comitato per l’acqua pubblica di Ferrara ha scelto di manifestare così per sensibilizzare l’opinione pubblica e lanciare la manifestazione dei movimenti per l’acqua, che vedrà i vari comitati riunirsi nella capitale per un forum nazionale in piazza della Repubblica (a partire dalle 14).

    In attesa di sabato prossimo gli slogan riecheggiano già di fianco al Duomo. A partire da quelli mutuati dal padre comboniano Alex Zanotelli, tra i protagonisti a livello nazionale dei movimenti per l’acqua. Sono le sue parole che cita al megafono Marzia Marchi di Legambiente: “non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d’ Assisi (patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua”.

    Padre Zanotelli si riferiva al Consiglio dei Ministri che aveva approvato il 9/09/2009 delle “Modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008 . “Una prima parte di queste modifiche – spiega Marchi – riguardano gli affidamenti dei servizi pubblici locali, come gas, trasporti pubblici e rifiuti. La via ordinaria di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l’affidamento degli stessi, attraverso gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio “industriale”. In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso spa in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle spa quotate in borsa. E’ la vittoria del mercato, della merce, del profitto”.

    Una scelta politica “gravissima – accusa l’attivista di Legambiente – che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli. Basti pensare che solo a Ferrara ci sono 1500 famiglie che non hanno più accesso all’acqua, perché non riescono a pagare le bollette. Chiediamo che siano garantiti almeno 50 litri di acqua al giorno per tutti”.

    Viene poi il problema dei profitti delle spa, spesso distanti dai costi da sostenere per garantire la qualità del prodotto. “Con l’onda nera dei giorni scorsi – aggiunge Marchi – ci siamo accorti di quanto sia a rischio questo bene primario. Presto attorno a questa fontanella troveremo i poveri che non si potranno più permettere l’acqua in casa”.

    Una fontanella quasi simbolica quella di piazza Trento Trieste. “Un impianto che appena 3 o 4 anni fa – ricorda Leonardo Fiorentini, allora presidente della Circoscrizione Centro – sprecava un milione e 200mila litri all’anno; abbiamo sostituito quella vecchia con sette nuove con rubinetto sparse per la città e in grado di consumare tutte insieme moltissimi litri in meno. Fu un buon esempio di gestione efficiente dell’acqua pubblica”.

    Un esempio dal quale dovrebbe prendere spunto anche l’amministrazione comunale, secondo Davide Scaglianti, portavoce del comitato provinciale, che torna a chiedere la modifica dello statuto comunale nella direzione “di un riconoscimento dell’acqua come bene primario scevro da interessi economici. E su questo fronte è chiaro come la chiusura del laboratorio Hera di Pontelagoscuro abbia portato a una carenza notevole di possibilità di controllo; l’emergenza Po è finita ma le incertezze permangono nel lungo periodo”.

    “Tutti gli scienziati che abbiamo interpellato – gli fa eco Marchi – sono concordi nel dire che lo sversamento di idrocarburi ha compromesso l’ecosistema del fiume. Non dimentichiamolo e manteniamo alta l’attenzione”.

    Per prenotare il pullman è possibile telefonare ai numeri 0532/783154-783275.

  • 14 marzo. Andiamo a difendere l’acqua pubblica prima che sia troppo tardi…

    Dal sito dei Verdi di Ferrara ecco il bis dell’iniziativa alla fontanella di P.le San Giovanni. Domenica prossima il Comitato Acqua Pubblica sarà in Piazza Trento e Trieste, a presidiare proprio quella fontanella che – scusate l’aneddottistica da ex Presidente di Circoscrizione – è stata sostituita dall’allora Circoscrizione Centro Cittadino perchè sprecava ogni anno circa 1.200.000 litri d’acqua. Purtroppo la vecchia fontanella aveva anche altri problemi per cui non fu possibile sostituire il rubinetto, fatto sta che grazie a quell’intervento potemmo avviare un piccolo piano fontanelle, installandone altre 5 (Mercato Cavalli, Palazzo Schifanoia, Piazza Repubblica, Via Colomba e Via Camposabbionario) e mantenendo un largo saldo positivo sia come acqua consumata che come bollette pagate.

    APPUNTAMENTO
    DOMENICA 14 MARZO ALLE ORE 11.00
    PRESSO LA FONTANELLA DI PIAZZA TRENTO TRIESTE, PORTICI DEL DUOMO
    per una CATENA UMANA che circonderà la fontanella simbolo dell’accesso gratuito a un bene fondamentale alla vita.

    Dopo il successo dell’incontro alla fontanella di Porta Mare, esattamente un mese fa, ancora un gruppo di cittadini e cittadine si autorganizza per contrastare privatizzazione dell’acqua, che come, dimostrato dall’emergenza PO di questi giorni ci allontana anche dalla possibilità di controllo diretto della sua qualità, con la chiusura del prezioso laboratorio di analisi dell’acqua potabile

    MUNISCITI DI UN SEMPLICE CARTELLO DA INDOSSARE SCEGLIENDO SE VUOI UNO DEGLI SLOGAN DELLA MANIFESTAZIONE:

    DIFENDIAMO LA NOSTRA ACQUA DALLE SPECULAZIONI FINANZIARIE
    DIFENDIAMO LA NOSTRA ACQUA DALLA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO
    DIFENDIAMO LA NOSTRA ACQUA DALLE MULTINAZIONALI E MULTIUTILITY
    DIFENDIAMO LA NOSTRA ACQUA DALL’INQUINAMENTO
    DIFENDIAMO LA NOSTRA ACQUA DALLE SPA QUOTATE IN BORSA
    DIFENDIAMO LA NOSTRA ACQUA DAI CALCOLI DI COSTO BENEFICIO
    DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO DI AVERE ACCESSO GRATUITO ALL’ACQUA POTABILE PER ALMENO 50 LITRI AL GIORNO
    DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO DI AVERE ACQUA PULITA E ACCESSIBILE

    Partecipa anche tu e passa parola,
    ANCHE PER VENIRE A ROMA IL 20 MARZO PER UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE.
    INFO:0532/783154 -783275

    Comitato Acqua pubblica Ferrara

  • Finchè siamo in tempo

    Anch’io ieri ero insieme al Comitato Acqua Pubblica in Piazzale San Giovanni per prendermi la mia bottiglia di acqua pubblica, finchè siamo in tempo…

    Da Estense.com:

    “Fare la fila per riempire le taniche di acqua potabile potrebbe diventare parte della routine quotidiana delle persone indigenti”. Lo sostiene Marzia Marchi, referente del comitato “Ferrara acqua pubblica”. Alla fontanella di Porta Mare tanti cittadini ieri mattina si sono messi in coda muniti di bottiglie, taniche e barilotti, per dare il via alla campagna nazionale “Salva l’Acqua” del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

    “Lo scorso 19 novembre – spiega l’organizzatore Davide Scaglianti – la Camera ha approvato la fiducia sulla legge volta alla privatizzazione della gestione dell’acqua. Un provvedimento – evidenzia il referente – che porterà ad un aumento vertiginoso delle tariffe, nonché a servizi peggiori”.

    Scaglianti cita un elenco di casi di privatizzazione, tutti puntualmente falliti: dalla Francia alla Germania si torna infatti a rendere pubblica la gestione dell’erogazione dell’acqua – a Parigi, dallo scorso 1° gennaio -, poiché la privatizzazione aveva portato a bollette molto più alte, di pari passo con scarsi investimenti sul servizio. “Ma esistono – ricorda Scaglianti – già vari esempi nel nostro Paese”. Ad Aprilia (Latina), il servizio idrico è affidato ad una multinazionale, la Veolia che ha deciso di aumentare le bollette del 300%. A Ceccano, in provincia di Frosinone, l’acqua è privatizzata da 5 anni: le bollette sono schizzate alle stelle, i cittadini si sono auto-organizzati presentando 1500 reclami alla magistratura –  sostenuti anche dalla denuncia della GdF -, per contestare l’aumento spropositato delle bollette, addirittura con validità retroattiva, mentre le tubazioni perdevano e le fontane pubbliche venivano chiuse.

    “L’Italia – aggiunge Scaglianti – sembra non imparare dall’esperienza: entro due anni il servizio idrico dovrà essere messo in gara, ed entro il 2015, la quota pubblica delle SpA non potrà superare il 30%. Da diritto umano universale – sancisce il referente del comitato ferrarese -, l’acqua diventerà quindi una merce”. Sarà però salvaguardato, come disposto dalla legge, l’affidamento diretto per le società, ex municipalizzate, quotate in borsa al 1° ottobre 2003, come Hera. L’acqua è un diritto universale, ma anche un affare da 6 miliardi di euro. Non sembra allora tanto lontano un aumento anche del prezzo delle acque minerali, di cui gli italiani sono i primi consumatori al mondo. “Complice la crisi – continua il referente -, è alto il rischio di morosità da parte dei cittadini: la situazione degenererebbe a quel punto nella piombatura dei contatori dell’acqua”.

    Questo provvedimento non sembra quindi sostenere la gestione del bilancio familiare, già messo a dura prova dalla crisi economica. Continua allora la mobilitazione del Comitato Ferrara Acqua Pubblica, che si ritroverà con innumerevoli altri enti e istituzioni il prossimo 20 marzo a Roma, per la manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua indetta dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, in occasione della giornata mondiale dell’acqua. L’appello per chiedere il referendum abrogativo della legge di conversione del 20 novembre 2009, n. 166, partirà in quella sede: “Contiamo su una grande mobilitazione” auspica Scaglianti, e Marzia Marchi si dice intanto “soddisfatta per il successo del tam tam di questa prima azione diretta non violenta”.

    Nel frattempo, a livello locale, il Comitato Ferrara Acqua Pubblica chiede che sia modificato lo statuto comunale, in sede di commissione, affinché il Consiglio possa deliberare che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.

  • Acqua pubblica, finchè siamo in tempo…

    Andiamo a prendere l’acqua pubblica prima che sia troppo tardi….

    Così un gruppo di cittadini e cittadine si autorganizza per contrastare la sottrazione dell’acqua, bene comune e fondamentale alla vita, messa in atto dalla legge di privatizzazione dei servizi pubblici. A Ferrara Hera, società alla quale è affidato il servizio idrico integrato, perderà l’attuale carattere di società mista a maggioranza pubblica e potrà imporre le proprie condizioni di erogazione, qualità e prezzo dell’acqua.

    APPUNTAMENTO
    DOMENICA 14 FEBBRAIO ALLE ORE 11.00
    PRESSO LA FONTANELLA DI PORTA MARE
    VICINO AL TORRIONE DI SAN GIOVANNI
    MUNITI DI TANICHE E OGNI ALTRO GENERE DI CONTENITORE PER L’ACQUA.

    Partecipa anche tu e passa parola!
    Comitato Acqua pubblica Ferrara

  • Andiamo a prendere l’acqua pubblica prima che sia troppo tardi….

    PER DOMENICA PROSSIMA…
    Andiamo a prendere l’acqua pubblica prima che sia troppo tardi….
    Così un gruppo di cittadini e cittadine si autorganizza per contrastare la sottrazione dell’acqua, bene comune e fondamentale alla vita, messa in atto dalla legge di privatizzazione dei servizi pubblici. A Ferrara Hera, società alla quale è affidato il servizio idrico integrato, perderà l’attuale carattere di società mista a maggioranza pubblica e potrà imporre le proprie condizioni di erogazione, qualità e prezzo dell’acqua.

    APPUNTAMENTO
    DOMENICA 14 FEBBRAIO ALLE ORE 11.00
    PRESSO LA FONTANELLA DI PORTA MARE
    VICINO AL TORRIONE DI SAN GIOVANNI
    MUNITI DI TANICHE E OGNI ALTRO GENERE DI CONTENITORE PER L’ACQUA.

    Partecipa anche tu e passa parola!
    Comitato Acqua pubblica Ferrara

  • Goccia dopo goccia

    n55418167749_1715COMITATO LOCALE ACQUA PUBBLICA

    GIOVEDI’ 26 FEBBRAIO 2009
    ORE 21
    FERRARA|CASTELLO ESTENSE
    SALA ALFONSO I

    ACQUA PUBBLICA: PERCHE’ E’ POSSIBILE!
    tavola rotonda

    introduce
    DAVIDE SCAGLIANTI, Comitato Locale Acqua Pubblica

    partecipano
    ALBERTO LUCARELLI
    Ordinario di Diritto Pubblico, Università Federico II di Napoli

    CORRADO ODDI
    Fp Cgil – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

    GAETANO SATERIALE
    Sindaco di Ferrara

    coordina MARZIA MARCHI, Presidente provinciale Legambiente

    E’ previsto un intervento dei lavoratori del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro

    Sono stati invitati i Sindaci dei Comuni della provincia, ATO6, Hera e CADF

    L’iniziativa è organizzata in collaborazione con
    gruppi consiliari Verdi per la pace di Comune e Provincia di Ferrara
    gruppo consiliare Sinistra Democratica della Provincia di Ferrara

  • Fusione Hera-Iride-Enia: l’acqua rimanga pubblica!

    acuqIl comitato per l’acqua pubblica di Ferrara nell’ambito del percorso individuato per escludere la gestione dell’acqua dalla fusione Hera Iride Enia, ha chiesto un incontro con il Sindaco. Ecco la lettera con la quale si richiede l’incontro.

    Ferrara, 10 giugno 2008

    Alla cortese attenzione del Sindaco di Ferrara,

    dott. Gaetano Sateriale

    Oggetto: RICHIESTA INCONTRO URGENTE IN RELAZIONE ALL’IPOTESI FUSIONE HERA E ALLA POSSIBILITA’ DI ESCLUDERNE LA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

    Gentile Signor Sindaco,

    Le chiediamo un incontro urgente al fine di illustrarLe la nostra proposta.

    L’ACQUA è un bene comune ed è un bene finito indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi. La disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti umani inalienabili e inviolabili di ciascuno. Per questo è necessario sottrarre l’acqua alle leggi del mercato e della concorrenza ed è urgente delineare politiche pubbliche che garantiscano una quantità minima vitale di acqua, gratuita, a tutti gli esseri umani del mondo assieme al diritto delle persone a partecipare attivamente alla gestione di questo bene comune.

    Erano questi gli obiettivi di fondo della proposta di legge di iniziativa popolare sulla quale un anno fa sono state raccolte in tutta Italia oltre 400.000 firme di cittadine e cittadini, tremila dei quali ferraresi.

    Abbiamo deciso di riprendere quei contenuti e declinarli a livello locale per chiedere una diversa gestione dell’acqua anche nella nostra città e nel territorio provinciale.

    Come Lei sa bener, nel Comune di Ferrara l’intero servizio del ciclo idrico integrato è gestito dall’azienda HERA S.p.a., società multiutility a maggioranza pubblica, partecipata dai privati e quotata in Borsa. Acosea Impianti S.p.a., società interamente pubblica (72% Comune di Ferrara 28% diviso tra altri Comuni del territorio), è invece proprietaria delle reti idriche e degli acquedotti, come prevede la legge in vigore (D.lgs 267/2000).

    Il fatto che sia HERA a gestire l’acqua non ha portato a nostro avviso alcun vantaggio alla nostra comunità locale: la legge Galli del 1994 prevede che le tariffe debbano coprire i costi degli investimenti e garantire al gestore, chiunque esso sia, almeno un 7% di utili aggiuntivi. Anche per questo avrebbe oggettivamente più senso che il servizio idrico integrato venisse gestito da un Ente di diritto pubblico.

    Gli svantaggi derivanti dalla gestione Hera sono inoltre evidenti: aumento delle tariffe e una riorganizzazione interna che ha portato al depotenziamento del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro, struttura all’avanguardia ed indispensabile per garantire la qualità dell’acqua utilizzata nel territorio.

    Hera risponde principalmente a logiche di mercato, come qualunque società quotata in Borsa. Riteniamo sia illusorio pensare o sperare che essendo a maggioranza pubblica sia più preoccupata della gestione democratica dell’acqua anziché di produrre utili.

    Negli ultimi mesi la stampa ha dato notizia di iniziative finalizzate alla fusione di Hera con altre Società multiutility italiane per dare vita ad una megasocietà in grado di stare sui mercati nazionale e internazionale. Enia e Iride sono le altre società con le quali Hera sta definendo il piano di fusione che verrà poi portato al voto dei Consigli Comunali, Ferrara compresa.

    Siamo molto preoccupati e abbiamo elaborato una proposta che vorremmo appunto illustrarLe e che, in sintesi, si articola in alcune richieste a Lei e ai consiglieri comunali di Ferrara (e ai sindaci e ai consiglieri degli altri 10 Comuni la cui gestione dell’acqua è affidata a Hera):

    1. operare affinché l’Agenzia di Ambito (ATO 6) definisca un nuovo sistema tariffario che penalizzi chi spreca l’acqua e garantisca 50 litri gratuiti al giorno ad ogni persona

    2. agire per una trasformazione di Acosea da s.p.a. in Ente di diritto pubblico

    3. avviare un percorso per riportare la gestione dell’acqua da Hera ad Acosea trasformata.

    E’ un percorso che potrebbe, per altro, coinvolgere non solo il nostro territorio, ma tutti gli Enti locali soci di Hera; ed è un percorso che potrebbe coinvolgere anche il CADF.

    Certi della Sua attenzione e consapevoli della sensibilità che in più occasioni Lei ha dimostrato sul tema dell’Acqua intesa come bene comune, restiamo in attesa di un riscontro e La salutiamo cordialmente.

    Davide Scaglianti Referente Comitato Locale Acqua Pubblica