• Disarcioniamo il Cavaliere!

    gr-InsegnacavlavSinceramente non me ne frega niente che Silvio vada o meno il carcere o ai domiciliari o a spazzare le strade. Anzi trovo che l’incandidabilità/ineleggibilità sine die (anche dopo l’espiazione dell’interdizione dai pubblici uffici) sia una lesione dei diritti fondamentali della persona.

    Berlusconi bisogna batterlo alle elezioni. Anche se non so se ne saremo mai capaci.

    Detto questo pero’ mi scoccia un poco (da nipote di un Cavaliere e Ufficiale della Repubblica Italiana) che il Cavaliere Silvio Berlusconi continui a portarsi in giro un’onorificenza della quale mi pare si possa dir tutto fuorchè che ne sia degno.

    O truffare il fisco fa parte dei requisiti?

    Dal regolamento dell’Ordine:

    13. Incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno. La proposta di revoca della onorificenza è comunicata all’interessato affinché, entro il termine di decadenza di giorni trenta, presenti per iscritto le difese da sottoporre alla valutazione del consiglio dell’Ordine, che esprime il proprio parere nei successivi sessanta giorni. Sono vincolanti per il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato le richieste di revoca indirizzategli dai soggetti di cui all’articolo 5, comma 1, della presente legge. Previo parere del consiglio dell’Ordine e su proposta motivata del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, la revoca è disposta con decreto del Presidente della Repubblica.

  • Ci è voluto un anno in più

    Incredibile, sembriamo un paese civile. Sembriamo, perchè in un paese civile un governo non riscriverebbe pari pari le stesse norme abrogate due mesi prima dai cittadini pensando di farla franca.

    Ci è voluto un anno in più e una sentenza della Corte Costituzionale, ma alla fine il risultato del referendum finalmente entra a far parte del nostro impianto legislativo.

    Ora, cari privatizzatori selvaggi, come la mettiamo, volete proprio fare la figura dell’ultimo giapponese sull’isola deserta?

    (ASCA) – Roma, 20 lug – La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimita’ costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 (”Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”) convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, che disponeva la possibilita’ di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, quindi anche il sistema idrico integrato, su cui pochi mesi prima c’era stato il referendum. Il governo insomma avrebbe cercato di reintrodurre la normativa sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali abrogata dal referendum popolare.

    A fare ricorso erano state sei regioni: Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna.

    Nella sentenza, la Consulta spiega che ”la disposizione impugnata viola il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volonta’ popolare desumibile dall’art.75 Costituzione, secondo quanto gia’ riconosciuto dalla giurisprudenza costituzionale”.

    L’articolo 4, rileva ancora la Consulta, ”e’ stato adottato con d.l. n. 138 del 13 agosto 2011, dopo che, con decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2011, n. 113 (Abrogazione, a seguito di referendum popolare, dell’articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, e successive modificazioni, nel testo risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 325 del 2010, in materia di modalita’ di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica), era stata dichiarata l’abrogazione, a seguito di referendum popolare, dell’art. 23-bis del d.l. n. 112 del 2008, recante la precedente disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”.

    Con la richiamata consultazione referendaria ”detta normativa veniva abrogata e si realizzava, pertanto, l’intento referendario di ‘escludere l’applicazione delle norme contenute nell’art. 23-bis che limitano, rispetto al diritto comunitario, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house di pressoche’ tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica (ivi compreso il servizio idrico)’ (sentenza n. 24 del 2011) e di consentire, conseguentemente, l’applicazione diretta della normativa comunitaria conferente”.

    Ma, prosegue la sentenza, ”a distanza di meno di un mese dalla pubblicazione del decreto dichiarativo dell’avvenuta abrogazione dell’art. 23-bis del d.l. n. 112 del 2008, il Governo e’ intervenuto nuovamente sulla materia con l’impugnato art. 4, il quale, nonostante sia intitolato ‘Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dall’Unione europea’, detta una nuova disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, che non solo e’ contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata, in quanto opera una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti in house, al di la’ di quanto prescritto dalla normativa comunitaria, ma e’ anche letteralmente riproduttiva, in buona parte, di svariate disposizioni dell’abrogato art. 23-bis e di molte disposizioni del regolamento attuativo del medesimo art. 23-bis contenuto nel d.P.R. n. 168 del 2010”.

    Per queste ragioni la Corte ”dichiara l’illegittimita’ costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni”.

  • La strategia della moka

    Michele Serra oggi nella sua rubrica l’Amaca su Repubblica

    Prego amici e conoscenti di sospendere telefonate e mail contenenti, da mesi, sempre la stessa domanda: ma quando cade, quand’è che si leva di torno? Perché questo mi costringe a ripetere sempre la stessa risposta: e come faccio a saperlo? Propongo di ribellarci a questa ossessione affidandoci alla famosa, più volte sperimentata e mai smentita legge della moka, secondo la quale se uno fissa la moka in attesa che il caffè salga, il caffè non sale. Mentre se uno si distrae e pensa ad altro, allora il caffè erompe con il suo allegro borbottio. Oltrettutto restare qui (per quanto ancora, poi?) a fissare in crocchio la stessa vecchia moka, continuando a darci di gomito e dirci, ogni giorno, “ecco, vedrai che ci siamo”, è piuttosto umiliante, e dà l’idea che non si abbia di meglio da fare, nella vita. Che siamo un vecchio branco (vecchio come la moka) di maniaci ossessivi rassegnati a passare la vita nell’attesa che l’attesa finisca. Come terapia, ognuno pensi al tanto di bello e di utile che ha continuato a fare in tutti questi anni, e ancora deve fare. Persone e cose da amare, viaggi, libri, fiori, cassetti, lavori, progetti, fango da spalare, castagne da raccogliere (è stagione). E anche per la deplorevole trascuratezza di noi stessi e della vita vera che ci siamo fatti sequestrare, per tutti questi anni, da quel signore.

  • Scaiola cacchio vuoi?

    http://youtu.be/hhzf6iAwht8

  • La vera telefonata di Berlusconi a Ballarò

  • Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani

    Al posto di tagliare le spese militari, o inutili ponti sugli stretti, ecco cosa fa il governo delle libertà di Silvio:

    (da lavoce.info)

    PS: ed ovviamente non si tiene conto del prossimo aumento delle imposte locali a causa dei tagli ai trasferimenti agli enti locali

  • Siamo una barzelletta internazionale

  • Berlusconi dal balcone di Palazzo Venezia

    Oggi alle prime luci dell’alba attivisti di Greenpeace hanno scalato il balcone di Palazzo Venezia e hanno aperto uno striscione per protestare contro le recenti affermazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul ritorno all’energia nucleare in Italia. Sullo striscione, al fianco di una immagine del Primo Ministro che sogna il nucleare, si legge: “Italiani, il vostro futuro lo decido io”.

  • Vi prego, fateglielo dire in parlamento

    C’è grande dibattito, fra alcuni costituzionalisti di lungo corso e molti altri di primo pelo, sull’effetto che le norme in via di approvazione sullo stop nucleare voluto dal Governo avranno sul referendum di Giugno. Io, costituzionalista di primo pelo, sono fra quelli che vedono nel cappello e nella chiusura dell’emendamento governativo un portoncino spalancato per qualche giudice coraggioso. Non so, sinceramente, se questo basti per fermare la porcata berlusconiana.

    Di norma si dice “ponti d’oro ai nemici in fuga”: ma qui si tratta di una ritirata strategica, neanche troppo dissimulata viste le dichiarazioni del nostro di oggi:

    “L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare” dice il Cavaliere. “Siamo assolutamente convinti che nucleare sia il futuro per tutto il mondo – aggiunge Berlusconi – L’energia nucleare è sempre la più sicura”. Anche perché, assicura, il disastro giapponese si è verificato perchè la centrale di Fukushima era stata edificata su un terreno che non lo permetteva.

    Quel che è certo, continua il premier, è che il futuro dei contratti tra Enel e Edf sul nucleare non pare compromesso: “Non vengono abrogati, non vengono annullati e stiamo decidendo di mandare avanti molti settori di questi contratti come quelli relativi alla formazione”.

    Ora, non per altro, ma perchè dubito che il giudizio sulla permanenza del referendum possa basarsi sulle conferenze stampa del nostro e perchè in fondo le cose dette e verbalizzate in Parlamento hanno ben altro valore nei confronti dei cittadini, qualche deputato di buona volontà, cortesemente, glielo fa ripetere in Parlamento? A chiunque, anche allo Scilipoti di turno.

    Così, giusto per poter citare i verbali degli atti preparatori in una memoria scritta, e perchè no, per dimostrare ai nostri figli, quando saranno ancora alla ricerca di un posto dove mettere le scorie nucleari, che in fondo le abbiamo provate tutte per liberarci di questa folle idea.

  • Amici come prima

    http://www.youtube.com/watch?v=6IHmzPrLUMQ&feature=player_embedded

  • Silvio e le carte false…

    Ma non si è ancora accorto che il vero problema non è la scopata ad Arcore bensì la telefonata in Questura?

    Il premier: «In un Paese normale questo processo durerebbe mezz’ora».

    «Ho le prove, Ruby non era minorenne»

    Berlusconi ai deputati: registrata due anni dopo la nascita, sarò assolto con formula piena

    Il premier: «In un Paese normale questo processo durerebbe mezz’ora».

    «Ho le prove, Ruby non era minorenne»

    Berlusconi ai deputati: registrata due anni dopo la nascita, sarò assolto con formula piena

    Il premier Berlusconi (Ansa)
    Il premier Berlusconi (Ansa)

    ROMA – «Abbiamo le prove che non era minorenne!». Berlusconi ormai parla di Ruby con molte persone. Lo fa con toni confidenziali, in appuntamenti privati. Lo fa in pubblico, come ieri pomeriggio alla Camera, con i suoi deputati, per sfogarsi o per scherzare, certamente per ribadire che la ragazza «ha detto di non avere mai avuto rapporti sessuali con me e dunque non si capisce proprio dove stia il reato».

    Ma nella mole di confidenze, argomentazioni e commenti del presidente del Consiglio negli ultimi giorni è emersa anche una novità: secondo il premier esisterebbero le prove che la ragazza soprannominata Ruby Rubacuori, che secondo i magistrati ha avuto con lui almeno un rapporto sessuale a pagamento mentre era minorenne, era invece all’epoca dei fatti più che maggiorenne. «È stata registrata all’anagrafe due anni dopo essere nata», rivela in queste ore Berlusconi. Se così fosse e se fosse dimostrabile ovviamente la novità sarebbe di rilievo e avrebbe conseguenze sul processo. Il capo del governo mentre la racconta la aggiunge a tutti gli altri motivi per cui ritiene che in ogni caso verrà «assolto con formula piena», sempre che a sentenza si arrivi. La prova verrebbe opposta ai magistrati soltanto dopo l’inizio del processo e sarebbe insomma il fatto che taglia la testa al toro: «Sostiene il premier che lui non ha mai fatto sesso con la ragazza, sosterrà la difesa che in ogni caso non si trattava di una prostituta, ma se veramente fosse dimostrabile che Ruby ha conosciuto Berlusconi quand’era maggiorenne non ci sarebbe nemmeno bisogno di dover dimostrare le prime due cose, il processo finirebbe in quel momento», argomenta nel Pdl chi le confidenze di Berlusconi ha ricevuto.

    Sembra che alla prova di cui parla in privato il Cavaliere si sia arrivati anche con un sopralluogo nel paese di origine della ragazza, che le indagini difensive si siano spinte sino ad un verifica nel luogo di nascita, in Marocco, un Paese dove storicamente non esiste un tradizione di denuncia delle nascite efficiente, o quantomeno puntuale, come in Occidente.

    Se la novità costituisce veramente uno degli assi nella manica della difesa del Cavaliere lo vedremo nelle prossime settimane, intanto la strategia difensiva continua a passare per un ventaglio di misure che coinvolgono in primo luogo il conflitto di attribuzione fra toghe e Parlamento.
    Anche qualcuno nel Pd ieri si è spinto a condividere la tesi del Pdl, ovvero che la richiesta di sollevare un conflitto debba essere votata quanto prima dall’Aula di Montecitorio e questo vuol dire che verosimilmente, nel giro di poche settimane, lo scontro sulla competenza con i magistrati di Milano potrebbe trasferirsi di fronte ai giudici della Corte costituzionale.

    «In un Paese civile un processo così durerebbe mezz’ora mentre lo portano per le lunghe trasformandolo in un processo mediatico. Io nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno e non c’è una sola persona che può dimostrare il contrario», ha detto ieri il Cavaliere parlando con i suoi deputati, durante le votazioni sul federalismo.
    «Trovo assurdo questo processo – ha proseguito – perché mi si accusa di un qualcosa che non esiste. La concussione è un’accusa che non sta in piedi, perché il diretto interessato ha smentito di avere subito pressioni di qualsiasi tipo. Così come Ruby ha smentito di aver avuto rapporti sessuali con me. Si tratta di una cosa assurda, semplicemente assurda».

    Marco Galluzzo

  • Il sito ufficiale di Palazzo Grazioli?

  • Oh, mamma, piace pure a Lele Mora

    http://www.youtube.com/watch?v=81JXQ4o2ZB4

  • Ecco la compagna di Silvio!

    Silvio ha una compagna stabile.

    Da iersera i siti dei giornali si stanno sbizzarrendo con ipotesi e teorie varie.

    Ma noi l’abbiamo scovata.

    eccola:

    Di origine svedese, é fatta di silicone…. l’altezza varia tra 1.50 m a 1.75 m. La tessitura della pelle é un 99.8% come la pelle umana. É completamente snodabile, ha 100 sensori distribuiti nel corpo, 30 zone erogene. Ogni sensore la fa muovere lentamente in 20 combinazioni distinte. A penetrarla emette un sussurro lieve di piacere al nostro udito. Viene con una sonorizzazione vocale a scelta e riconosce 16 comandi strettamente personalizzati (massimo 2 m di distanza dal tuo udito) Quando esiste un tipo di pulsazione nelle sue zone erogene, emette un gemito di stimolo. Diventa umida con una semplice carezza su qualsiasi sensore. (da we love mercuri)

  • Il Governo dei lacci e lacciuoli

    Guido Scorza sull’ultima trovata di Silvio&C., da wired.it:

    L’Europa impone a tutti i Paesi di liberalizzare il mercato della vendita dei terminali di comunicazione e della relativa installazione e un Paese Membro risponde – peraltro con molta calma – dimenticando di liberalizzare il primo dei due mercati e ingessando il secondo e, dunque, restringendo, ulteriormente, la concorrenza nel mercato nazionale e, ancor di più in quello europeo.

    No, perchè poi sembra che sia io il prevenuto.

  • Inception Berlusconi

  • un avvocato all’antica

    Dopo un colloquio con un magistrato di Modena che mi spiegò bene i termini della sua situazione legale, ho preferito lasciare la difesa. Io sono un avvocato all’antica.

    Carlo Taormina al Fatto Quotidiano

    Ecco, insomma.

    E’ a leggere Taormina dichiarare che lui è “un’avvocato all’antica”, che insomma certe cose non le fa, che ci si rende conto che dopo aver toccato il fondo, abbiamo cominciato a scavare.

  • Tantissima Af(r)ica

    http://www.youtube.com/watch?v=aOy21oUxASw

  • Ecco a cosa servirebbe un Ministro allo Sviluppo Economico

    Gli uffici tecnici del Ministero dello Sviluppo economico proporranno ai Ministri competenti una proroga della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici – in scadenza il 31 dicembre 2010 – e una ricalibratura della misura che, con l’esperienza di questi anni, promuova maggiormente gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico e riduca l’onere per lo Stato.

    Lo ha confermato alla redazione di Edilportale, Roberto Moneta, funzionario del Dipartimento Energia del Ministero per lo Sviluppo Economico, dopo averlo annunciato ad un workshop sulla “sfida energetica”, organizzato la scorsa settimana dall’Ance. Per il momento – ha precisato Moneta alla nostra redazione – si tratta una proposta tecnica da porre all’attenzione dei decisori pubblici.

    Se poi quei “decisori pubblici” sono ad interim e da sempre pensano solo ai propri guai personali, alla proprietà delle case di amici ed ex amici e a raccontare barzellette (e quelli che dovrebbero incalzarli pensano solo a commentare i guai personali, abitativi e le barzellette dei primi) beh, è dietro l’angolo il rischio di mancare clamorosamente l’obiettivo di risparmio energetico fissato dal Piano d’Azione nazionale (42.000 gw al 2016) e nello stesso tempo di mettere in ginocchio un intero settore (un miliardo d’euro il ridimensionamento previsto).

    Ecco a cosa servirebbe un Ministro allo Sviluppo Economico.

  • Questione di cucine, armadi e scheletrini succulenti

    Immagine da kalimat u tasawir

    Immagine da kalimat u tasawir

    E Bravo Feltri! Sempre detto del resto che dei venditori di mobili non bisogna fidarsi.

    Però, devo confessarlo, questo gioco al massacro mi diverte molto.

    Ed in fondo a Gianfranco, al posto che andare a cercare dove diavolo ha messo la cucina su misura acquistata a Roma, gli basterebbe aprire anche uno solo – a caso – degli armadi di Silvio.

    Non vogliamo mica la luna. Ci accontentiamo, vero?

    Ci basta uno scheletrino, anche piccolo piccolo, ma succulento.

    Dai su ragazzi, nessuna tregua. Continuate così, fatevi del male!

    E fateci divertire…