• della Scuola (e della Gelmini)

    A volte avere un blog serve almeno a ricordare cosa si è pensato e detto nei mesi precedenti. Un promemoria elettronico che a volte è utile.

    Utile ad esempio a ricordasi le dichiarazioni della neoMinistra Gelmini che, appena insediata, si lasciò andare alle classiche promesse da Ministro dell’Istruzione: più soldi per tutti.

    Peccato che Tremonti non sia troppo d’accordo, e che la politica del sinistro Governo Berlusconi sulla Scuola assomigli troppo a questa ipotesi, azzardata da Calamandrei nel lontano 1950:

    Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico”.

    Oggi manifestazione con fiaccolata con partenza alle 18,30 da Piazza Savonarola, in difesa della Scuola. Pubblica. I Verdi ci saranno.

  • questioni di metodo

    Da quando l’ultimatum per i sindacati è un “buon metodo”?

    Sulla vicenda Alitalia ho sempre meno parole.

    Marcello un po’ di più.

  • Politiche di sinistra…. (4)

    Il piano di AirFrance/KLM prevedeva 2100 esuberi. Apprendiamo oggi dal sinistro Presidente del Consiglio che quello della cordata da lui tanto voluta ne prevede 5000. Come prevedeva il precedente governo.

    Ma salva l’Hub colabrodo di Malpensa per far contento Bossi, che nel frattempo è testimonial involontario di Ryan Air.

    Saranno meno contenti i sindacati, che dopo aver contribuito a far saltare l’accordo con Air France, ora vengono ammoniti dal nostro sinistro Presidente del Consiglio: “sindacati non devono mettere il bastone tra le ruote, altrimenti salta tutto”.

  • La biga e l’autogestione

    stike-bikeE’ quasi un peccato che non sia possibile più fare ordini sul sito di strike-bike, l’iniziativa degli operai di una fabbrica tedesca di Nordhausen (in Turingia) che di fronte alla proposta di messa in liquidazione, da parte della multinazionale di turno, hanno deciso prima di occupare e quindi di autogestire la fabbrica per continuare a lavorare. Insomma un’iniziativa idealmente ispirata alle esperienze, ormai consolidate, di autogestione argentine. 1800 ordini era l’obbiettivo dei lavoratori appoggiati dal sindacato anarchico FAU (Freie Arbeiterinnen und Arbeiter-Union, “sindacato libero delle lavoratrici e dei lavoratori”). Gli ordini sono stati raggiunti, e si spera che i lavoratori possano continuare a costruire biciclette. Perchè le bici sono decisamente belle e neanche troppo costose (275 euro) se si pensa al valore sociale e politico dell’iniziativa. Grazie a ciclistica.it per aver postato l’iniziativa.