Il Governo dei lacci e lacciuoli (e delle tasse)
Ieri l’allarme sul Decreto Romani, che a parte i dispetti a sky, prevede che la disciplina dei siti Internet che trasmettono immagini non occasionalmente venga assimilata a quella delle emittenti televisive.
Oggi scopriamo che aumenta l’equo compenso sui dispositivi di archiviazione elettronica da versare alle Siae per farsi una copia privata di materiale coperto da diritti. Che di per sè è già aberrante, ma che diventa assolutamente pazzesco se pensiamo che molti dei terabyte tassati sono pieni di documentazione personale di cui noi deteniamo i diritti, oppure di dati di lavoro, ovvero di inutili mail di spam.
Ma evidentemente alla SIAE hanno problemini a pagare un assegno decente per i diritti d’autore ad Apicella (e gli stipendi ai dirigenti).
E questi si spacciano ancora per il Popolo delle Libertà. Ah sì, forse di tassare e vessare i poveri cristi.
Nuovi orizzonti
Bisogna spiegare ai manager di Sky, che la trovata di abbassare il volume del commento delle partite di calcio in concomitanza con la sovrimpressione pubblicitaria e il suo insopportabile effetto sonoro – che ai più ingenui potrebbe anche apparire una geniale risposta alla disposizione del Garante che ha vietato che il volume delle pubblicità abbia “una potenza superiore a quella ordinaria dei programmi” – apre solo nuovi orizzonti al significato della parola “incazzo”.
Non c’è proprio paragone…
Basterebbe il ritorno dei Jefferson in TV su FOX Retrò (uno dei canali sorti per “rimpiazzare” il pacchetto di raisat) per quanto mi riguarda a far pendere la bilancia del braccio di ferro RAI-SKY a favore di Murdoch.
Ma non c’è solo questo: da piovono rane il tentativo di Paragone di accaparrarsi il posto di cameriere (in questo caso del self man made in arcore), quasi in simbolica opposizione alla mitica Florence Johnston…
Ma. mi spiace, non c’è proprio paragone…
Si dice che durante la guerra contro l’Iraq, gli ayatollah iraniani mandassero i ragazzini a camminare davanti ai carrarmati: così, se c’era una mina, saltavano loro e il cingolato era salvo.
Bene: ora, in Italia, Berlusconi sta usando la Rai esattamente nello stesso modo. Nella sua guerra contro Murdoch, manda avanti la tivù di Stato facendole perdere ascolti e denaro, al solo scopo di preservare il suo cingolato, cioè Mediaset.
Se volete una prova plastica di questa strategia realizzata a spese nostre – visto che la Rai la manteniamo noi- leggetevi l’articolo su “Libero” di oggi del nuovo vicedirettore di Raiuno, Gianluigi Paragone. Un misto di bugie e di incompetenza che ha dell’incredibile.
Paragone infatti spiega che la Rai fa benissimo a togliere i suoi canali satellitari a Sky perché, se inclusi nel pacchetto Sky, – «regalano opportunità di raccolta pubblicitaria a un concorrente. Come se uno vendesse un giornale fatto per un terzo da articolo scritti dai suoi giornalisti, per un terzo da articoli di Libero e per un terzo da articoli del Corriere, poi lo porta in edicola e presso gli inserzionisti pubblicitari piazzandolo come un suo prodotto. In poche parole quelli di Sky salgono sulla giostra di viale Mazzini e non pagano il biglietto: geni loro o pirla gli altri».
Ora, in questo capoverso Paragone è riuscito a infilare tre balle – o tre grezze – spaventose.
Primo, gli spot pubblicitari che passano sui canali Rai attraverso la piattaforma Sky non vengono pagati a Sky ma alla Rai. E’ stupefacente che Paragone non lo sappia, o finga di non saperlo. La Rai fa il sei per cento di audience sulla piattaforma Sky e quindi incassa circa 140-150 milioni di euro l’anno grazie al passaggio sulla piattaforma Sky.
Secondo, sulla “giostra della Rai” quelli di Sky pagavano il biglietto eccome. Cinquanta milioni di euro l’anno, secondo l’ultima proposta rifiutata da viale Mazzini al solo scopo di fare un favore a Berlusconi. Cinquanta milioni di euro che ora la Rai non incasserà più, peggiorando vistosamente i suoi conti già in rosso.
Terzo, per legge in Italia la Rai è un servizio pubblico (so che fa ridere ma è così). E per legge il servizio pubblico deve raggiungere tutti. Quindi ha l’obbligo di andare via satellite nelle zone non raggiunte dal digitale terrestre. Pur di impoverire il pacchetto Sky, ora quindi la Rai è costretta a pagare di tasca propria una nuova piattaforma satellitare, Tivùsat, fatta in joint venture con una’azienda che in teoria dovrebbe essere una concorrente, cioè Mediaset.
Nella sua sesquipedale ignoranza, tutto l’articolo di Paragone ha in realtà un solo scopo: quello di andare contro Sky, che Berlusconi considera il suo vero concorrente.
In altre parole: il proprietario di Mediaset, entrato a Palazzo Chigi, usa il suo potere politico per nominare alla Rai uomini che facciano la guerra al suo concorrente privato, Sky. E, pur di combattere Murdoch, fa perdere centinaia di milioni alla Rai, che tanto non è mica sua, la pagano i contribuenti.
Poi qualcuno dice che il conflitto d’interessi non esiste.
(tutto ciò tralasciando il fatto che da oggi con il nostro canone paghiamo pingue stipendio, auto blu e chauffeur a uno che, com’è evidente, non sa una mazza di televisione. In compenso capisce tutto di Internet, essendo autore tra l’altro del seguente sublime pensiero: «Fino a che punto è giusto che internet sfugga a un qualsivoglia controllo? Mi dicono: fermare la rete è impossibile. E’ talmente vero che infatti ci riescono solo i cinesi, spesso maestri di censura. Ci sarà una via di mezzo oppure siamo costretti ad assistere al declino di un mezzo potenzialmente stupendo e aperto in una sorta discarica? Internet copre sconcezze e barbarie (un solo esempio: la pedofilia) perché garantisce l’anonimato».
Del Dito e della Luna
Capisco che la vicenda Sky faccia gioco a tutti i teorici del conflitto d’interessi come miglior arma odierna per colpire il Silvio nazionale, anche con effetti retroattivi.
Capisco che di fronte agli appelli dell’Ilaria nazionale molti si siano sentiti in dovere di intervenire.
Capisco, da abbonato sky, che un aumento del 10% sull’abbonamento possa far arrabbiare, soprattutto in tempi in cui ci si aspetterebbe una diminuzione e non un aumento dell’iva.
Ma detto questo a me poco importa dei 6 euro in più che pagherò sul superfluo e a volte dannoso (basti pensare alle partite del bologna…) abbonamento alla tv satellitare.
Come già detto mi importa molto di più invece – nonostante non abbia fatto recentemente investimenti di questo tipo – dell’assurdo, illogico, antistorico, antieconomico, antiambientale, idiota e ignorante (scusatemi, proseguirei per altre 10 righe e mi censuro un poco) provvedimento che toglie finanziamenti e rende più difficile l’iter per le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni volte al risparmio energetico.
Per fortuna non sono l’unico a pensarla così.
La battaglia in corso sull’IVA a sky ha il solo pregio di rappresentare in modo paradigmatico lo stato pietoso della nostra opposizione, che crea un caso Villari, si scandalizza e si mobilita sul Lodo Alfano e poi viene presa puntualmente in contropiede prima su scuola e università, ed ora sul clima. Certo anche l’informazione nostrana non ci fa una bella figura…
Per cortesia, nel frattempo, l’opposizione, parlamentare e non, smetta di guardare il dito e batta un colpo. Anzi meglio due o tre, grazie. Prima che la Luna ci caschi in testa.
PS: iniziativa dei Verdi di Ferrara giusto giusto sul tema, il prossimo 19 dicembre.
PS2: certo che Ilaria fa proprio paura…
Caro Signor Sky…
Anche Luca Sofri se n’è accorto. La nuova rivista programmi di Sky costa (0,90 euro a numero secondo la letterina di gennaio, ma secondo questo 1,10 euro). E per non riceverla devi fare qualcosa: telefonare al numero verde, o cliccare su skylife.it, ma soprattutto accorgerti di quel che sta succedendo. Insomma un affaretto potenziale da 45 milioni di euro, secondo l’articolo di Federico Ferrazza sull’Espresso domani in edicola anticipato da Alessandro Giglioli.
Ecco, puntuale, la lettera aperta:
Caro signor Sky, mi rivolgo direttamente a lei sperando di non disturbarla. Le volevo scrivere da tempo, da quando quel trillo di telefono tanto simile a quello di casa, nel bel mezzo di una partita di calcio, puntualmente avvicina le mie coronarie all’infarto. Pensandoci meglio ancor da prima, quando ha scaricato la serie B al suo destino, insieme agli abbonati che volevano vedere la serie cadetta (e non, ad esempio, un doppione della formula 1).
Però ora avete passato il limite. Pensi, addirittura da quei “comunisti” della Coop, fai l’abbonamento al giornalino solo se lo richiedi espressamente (e poi ti regalano anche la pasta). Io la rivista non la leggevo prima – sa, sono pigro – si figuri se mi metto pure a pagarla. E poi ho sempre preferito perdermi da solo i programmi interessanti.
Insomma, se volete fare un investimento editoriale, fatelo. Però fatelo a vostre spese e con i vostri rischi, e non contando sin dall’inizio di una platea di 4 milioni di abbonamenti automatici…
PS: non le sembra che gli spot sulla home di skylife siano un poco invadenti?
NB: i tifosi del Palermo discutono della disdetta di massa sul sito di sky.