• Tortura: l’Italia non può più aspettare. Il 13 ottobre in piazza per il reato

    Tortura: l’Italia non può più aspettare. Il 13 ottobre in piazza per il reato.

    A dicembre saranno 28 anni che l’Italia aspetta l’introduzione del reato di tortura nel proprio codice penale.

    Tanti ne sono passati da quando il nostro Paese ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, impegnandosi ad inserire questo delitto nella propria legislazione.

    All’inizio di questa legislatura una proposta di legge aveva iniziato il suo iter parlamentare. Approvata al Senato nel marzo 2014, successivamente fu approvata alla Camera, all’indomani della condanna dell’Italia per le torture nella scuola Diaz da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, nell’aprile del 2015. Il testo, qui modificato, fu spedito nuovamente al Senato dove è stato affossato.

    Eppure in Italia non sono mancati i casi di tortura per i quali, le vittime, non hanno ricevuto giustizia. Oltre alla scuola Diaz, anche gli episodi di violenza avvenuti nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001 e le torture avvenute nel carcere di Asti nel 2004 sono attualmente all’attenzione della CEDU che, a breve, si pronuncerà su entrambi. Lo Stato italiano aveva proposto una composizione amichevole, patteggiano le torture per 45.000 a testa per ogni ricorrente, lasciando intendere quanta consapevolezza ci sia, anche da parte del governo, rispetto al fatto che quegli atti si possano qualificare come tortura. Torture per le quali, in Italia, esiste l’impunità.

    Perciò Antigone ha promosso il 13 ottobre, a partire dalle ore 10.00, un sit-in in Piazza Montecitorio, per chiedere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, di farsi garanti dell’approvazione del reato di tortura.

    L’Italia non può più aspettare.

    Hanno finora aderito: A buon diritto, ACAT Italia, ACT, Amnesty International Italia, Arci, BIN Italia, Camera Penale di Roma, CILD, CIR, Cittadinanzattiva, CNVG, Associazione Federico Aldrovandi, Forum Droghe, Fondazione Franca e Franco Basaglia, Fuoriluogo, FP CGIL, Giuristi Democratici, associazione radicale Il detenuto ignoto, L’altro diritto, Magistratura Democratica, Medici contro la Tortura, Naga, Progetto Diritti, Radicali Italiani, Ristretti Orizzonti, SIPP, Società della Ragione, Unione delle Camere Penali Italiane.

  • “Reato di tortura: legge annacquata, meglio non approvarla”

    “Reato di tortura: legge annacquata, meglio non approvarla”

    “Nel nostro Paese avviene un processo diverso che è quello dell’insabbiamento”

    Leonardo Rosa da Estense.com

    Stefano Anastasia, Leonardo Fiorentini e Sergio Lo Giudice

    Alla quattro giorni della festa Pd di via Bologna viene affrontato un tema dibattuto e quanto mani delicato, specie nel decennale della morte di Federico Aldrovandri, come l’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento.

    I relatori sono il senatore democratico Sergio Lo Giudice e Stefano Anastasia (Presidente onorario Antigone) mentre a moderare il dibattito è stato chiamato il consigliere di Sel Leonardo Fiorentini. E proprio quest’ultimo introduce l’incontro “Quando sono stato contattato per questo appuntamento non ho avuto dubbi sulla data – confessa Fiorentini -, l’11 settembre ha visto svolgersi fatti storici particolarmente significativi per questo tema. Nel ’73 il golpe di Pinochet mise fine al governo di Salvador Allende e per il Sudamerica si aprì il periodo più tragico dal dopoguerra in avanti in termini di torture e repressioni per decine di migliaia di attivisti di sinistra. Poi è arrivato il 2001, l’attentato delle Torri Gemelle a cui seguirono, nel corso della gestione Bush, i casi di Abu Ghraib e di Guantanamo, recentemente chiuso. La Convenzione Onu contro la tortura risale addirittura al 1984, ratificata dal nostro Paese nel 1989, seppure non sia mai entrata nel nostro ordinamento una legge per disciplinare questo reato. In mezzo numerosi casi eclatanti, cominciando da Federico Aldrovandri, dato che siamo a Ferrara, senza dimenticare Bolzaneto e la vicenda Cucchi, tornato di cronaca in questi giorni per le novità processuali. Il disegno di legge sull’introduzione del reato è fermo al Senato per le pressioni delle forze dell’ordine e per una certa ignavia della politica. E visti gli ultimi emendamenti comincio a pensare se non sia meglio ritirare il disegno di legge piuttosto che avere una norma totalmente annacquata e priva del suo intento iniziale”.

    Parere molto simile a quello del senatore Sergio Lo Giudice che ripercorre il difficile iter della legge. “Quando si passa più volte da una Camera all’altra e ciascuna apporta modifiche, spesso si arriva a un testo accidentato, come per questa proposta di legge che ora è ferma al Senato. È bene però ricordare che la tortura non disciplina le ferite o la morte di un prigioniero, perché per quello esistono già altre norme. Il nocciolo è il rapporto tra lo Stato e i cittadini. Si tratta – spiega il senatore democratico – della difesa del diritto all’incolumità del cittadino nel momento in cui è affidato nelle mani dello Stato, cioè nel momento in cui dovrebbe ricevere la massima tutela. Nelle prime bozze il ddl aveva come destinatari solamente i pubblici ufficiali, quindi gli esponenti delle forze dell’ordine. Poi è stato esteso ad altre figure che detengono autorità o potere su persone indifese, tra cui gli operatori di strutture di case di riposo, giusto per fare un esempio. E se anche sono previste aggravanti per i membri delle forze dell’ordine, ciò ha sviato lo spirito della legge. Così come l’emendamento che prevede “atti di violenza gravi e reiterati”. A volte – sottolinea Lo Giudice – una tortura può essere tale senza bisogno di essere reiterata. Più in generale questa legge che tenta di nascere ha dei forti limiti. Il primo è dato dal fatto che in Parlamento ci sono maggioranze composte da partiti che hanno sensibilità diversissime sui diritti umani. La seconda è per via delle forti resistenze delle forze dell’ordine. Nel corso dell’audizione in Senato il capo della Polizia Pansa, insieme al pari grado della polizia penitenziaria, hanno fortemente contestato il testo inizialmente proposto definendolo un attacco diretto alle forze dell’ordine anche se sappiamo bene che lo spirito è ben altro, oltre al fatto che è la comunità internazionale a chiederci di prevedere questo reato nel nostro ordinamento. Al momento quindi non sappiamo che tipo di proposta emergerà dai successivi passaggi parlamentari”.

    È poi il turno di Stefano Anastasia che sottolinea come “nessuno in Italia abbia avuto il coraggio di definire legittima la tortura, cosa invece che è capitata in America. Nel nostro Paese però avviene un processo diverso che è quello dell’insabbiamento. Non dimentichiamo che nella Costituzione è presente un solo richiamo diretto alla punizione, è quello dell’articolo 13, relativo alle violenze sulle persone comunque sottoposte a restrizione della libertà, perché molti dei costituenti avevano subito torture in carcere. Il problema italiano – rincara la dose Anastasia – è che non si vuole dire che questo è un reato contro le forze dell’ordine, perché non si ammette che dentro le forze dell’ordine esistono singoli che possono fare errori, commettendo dei reati. È per questo motivo che un disegno di legge su questo reato non è ancora stato approvato dal 1989. Senza contare il fatto che tutti i ddl presentati su questo punto sono stati di iniziativa parlamentare, mentre la ratifica di convenzioni internazionali spetterebbero al Governo”.

  • Il reato di tortura. La tortura esiste, manca il reato

    PDiritti-circolo-lambertini_A3_webPDiritti
    Festa del Circolo PD “Lambertini”
    Parco Bacilieri (angolo Via Bologna-Via Passega)
    Ferrara

    VENERDÌ 11
    Ore 21.00

    PDIAMO VOCE
    “Il reato di tortura. La tortura esiste, manca il reato”

    A 31 anni dalla Convenzione ONU siamo ancora in attesa dell’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano

    Intervengono
    Sergio Lo Giudice (Senatore PD)
    Stefano Anastasia (Presidente Onorario di Antigone Presidente de La Società della Ragione ONLUS)
    Leonardo Fiorentini (Direttore di Fuoriluogo. Consigliere Comunale SEL)

    In caso di maltempo l’incontro si terrà presso la sede del Circolo “Nuovo A. Lambertini” in via Bologna 218 a Ferrara

  • Carcere. Serve una sessione parlamentare straordinaria

    Appello-3leggiE’ stata pubblicato sabato sul settimanale LEFT la lettera aperta delle Associazioni che hanno dato vita al comitato promotore delle #3leggi su Tortura, Carcere e Droghe rivolta al Ministro della Giustizia e ai Parlamentari della Repubblica Italiana.

    Dopo l’attenzione istituzionale e mediatica sul carcere, prima grazie al messaggio del Presidente della Repubblica, e poi per il caso “Ligresti” pare infatti tornato il silenzio sulla drammatica situazione nelle nostre prigioni. Nel testo le associazioni ricordano che entro la primavera del 2014 l’Italia dovrà non solo dar vita ad “un organismo terzo di garanzia nei luoghi di detenzione” ma soprattutto “dare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che è pronta a condannare per tortura l’Italia e a risarcire migliaia di detenuti per il trattamento subito nelle nostre carceri sovraffollate”.

    Vista l’urgenza umanitaria, sociale e politica determinata dall’inazione di Governi e Parlamenti che si sono succeduti negli anni, sono state depositate alla Camera dei Deputati quattro proposte di legge (PdL Camera 1799/1800/1801/1802 a prima firma Coccia, Migliore, Raciti e Scalfarotto) che riprendono le proposte di iniziativa popolare e contengono “provvedimenti seri ed efficaci” per risolvere in modo duraturo il problema del sovraffollamento carcerario.

    Le Associazioni propongono “un cambio radicale della legislazione sulle sostanze stupefacenti per smettere di reprimere i consumatori e far uscire i tossicodipendenti dal carcere; politiche di decongestionamento delle carceri a partire dall’abrogazione della legge Cirielli sulla recidiva, da un minore uso della custodia cautelare e dalla depenalizzazione di tutto ciò che riguarda l’immigrazione; l’introduzione del delitto di tortura nel codice penale; l’istituzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti”. Per questo propongono di “finirla con gli interventi retorici o le polemiche strumentali” e avviare una sessione parlamentare straordinaria sulle carceri che permetta di incardinare ed approvare in tempi brevi “riforme che durino nel tempo” come quelle contenute nelle #3leggi.

    Sul testo della lettera aperta è stata inoltre avviata in queste ore una raccolta di adesioni on line reperibile all’indirizzo www.3leggi.it/sessioneparlamentare

  • Carcere. Serve una sessione parlamentare straordinaria

    Appello-3leggiE’ stata pubblicata sabato sul settimanale LEFT la lettera aperta delle Associazioni che hanno dato vita al comitato promotore delle #3leggi su Tortura, Carcere e Droghe rivolta al Ministro della Giustizia e ai Parlamentari della Repubblica Italiana.

    Dopo l’attenzione istituzionale e mediatica sul carcere, prima grazie al messaggio del Presidente della Repubblica, e poi per il caso “Ligresti” pare infatti tornato il silenzio sulla drammatica situazione nelle nostre prigioni. Nel testo le associazioni ricordano che entro la primavera del 2014 l’Italia dovrà non solo dar vita ad “un organismo terzo di garanzia nei luoghi di detenzione” ma soprattutto “dare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che è pronta a condannare per tortura l’Italia e a risarcire migliaia di detenuti per il trattamento subito nelle nostre carceri sovraffollate”.

    Vista l’urgenza umanitaria, sociale e politica determinata dall’inazione di Governi e Parlamenti che si sono succeduti negli anni, sono state depositate alla Camera dei Deputati quattro proposte di legge (PdL Camera 1799/1800/1801/1802 a prima firma Coccia, Migliore, Raciti e Scalfarotto) che riprendono le proposte di iniziativa popolare e contengono “provvedimenti seri ed efficaci” per risolvere in modo duraturo il problema del sovraffollamento carcerario.

    Le Associazioni propongono “un cambio radicale della legislazione sulle sostanze stupefacenti per smettere di reprimere i consumatori e far uscire i tossicodipendenti dal carcere; politiche di decongestionamento delle carceri a partire dall’abrogazione della legge Cirielli sulla recidiva, da un minore uso della custodia cautelare e dalla depenalizzazione di tutto ciò che riguarda l’immigrazione; l’introduzione del delitto di tortura nel codice penale; l’istituzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti”. Per questo propongono di “finirla con gli interventi retorici o le polemiche strumentali” e avviare una sessione parlamentare straordinaria sulle carceri che permetta di incardinare ed approvare in tempi brevi “riforme che durino nel tempo” come quelle contenute nelle #3leggi.

    Sul testo della lettera aperta è stata inoltre avviata in queste ore una raccolta di adesioni on line reperibile all’indirizzo www.3leggi.it/sessioneparlamentare

  • Droghe, carcere e diritti umani: depositate alla Camera le #3leggi

    camera-dei-deputatiIl 12 novembre sono state depositate alla camera dei Deputati i testi delle proposte di legge di iniziativa popolare della Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe a firma degli Onorevoli Laura Coccia (Pd – Giovani democratici), Gennaro Migliore (Sel), Fausto Raciti (Pd – Giovani Democratici) e Ivan Scalfarotto (Pd).

    Vista l’urgenza dei temi trattati, su richiesta del Comitato promotore della Campagna e in attesa della verifica della regolarità formale delle firme raccolte nelle centinaia di banchetti organizzati nei mesi passati, si è deciso di anticiparne la presentazione. Nello specifico l’On.le Coccia ha presentato la proposta riguardante L’introduzione del garante nazionale dei detenuti e norme per la tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti; l’On.le Migliore quella riguardante Norme contro il sovraffollamento carcerario e per la legalità negli istituti di pena, l’On.le Raciti quella riguardante l’Introduzione del reato di tortura, l’On.le Scalfarotto, infine, quella recante Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope recanti la depenalizzazione del consumo e la riduzione dell’impatto penale. I testi completi sono disponibili sul sito 3leggi.it e presto anche in quello della Camera dei Deputati.

    Tutte le proposte hanno l’obiettivo di ripristinare la legalità nella carceri e di contrastare in modo sistemico il sovraffollamento agendo anche su quelle leggi che producono carcerazione senza produrre sicurezza.

    La proposta per L’introduzione del garante nazionale dei detenuti e norme per la tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti si muove nella direzione dell’istituzione della figura del Garante nazionale delle persone private della libertà da intendersi come organo di garanzia, autorità autonoma e indipendente, con funzioni di tutela delle persone private o limitate della libertà personale. In Europa una figura analoga esiste già negli ordinamenti di Austria, Ungheria, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Spagna, Portogallo, Inghilterra e Francia.

    Il disegno Norme contro il sovraffollamento carcerario e per la legalità negli istituti di pena vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Nella proposta è presente anche la richiesta di abrogazione del reato di clandestinità.

    Con la proposta dell’Introduzione del reato di tortura nel codice penale, si vuole sopperire ad una lacuna normativa grave mancando in Italia il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.

    L’ultimo disegno di legge Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope recanti la depenalizzazione del consumo e la riduzione dell’impatto penale propone la modifica dell’attuale legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese: chiedendo il superamento del paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, la depenalizzazione dei consumi, la diversificazione del destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene e restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.

    A Ferrara il comitato è composto da Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Cgil, Cgil – Fp, Forum droghe, Società della Ragione, Camera penale ferrarese, Cittadini del Mondo e dal Garante dei diritti dei detenuti di Ferrara.

  • Un digiuno per 3 leggi: domani è il turno di Leonardo Fiorentini

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    Un digiuno per 3 leggi: domani è il turno di Leonardo Fiorentini

    Molte le adesioni all’iniziativa di sensibilizzazione su droghe, carcere e diritti umani in vista del 26 giugno.

    E’ giunto al settimo giorno il digiuno a staffetta lanciato dal garante dei diritti dei detenuti di Firenze Franco Corleone, a sostegno della campagna delle 3 leggi su droghe, carcere e diritti umani. Il promotore dell’iniziativa che continua il diguno ha dichiarato: “La mobilitazione per il giorno 26 giugno per una grande raccolta delle firme sulle tre proposte di legge di iniziativa popolare sta prendendo corpo, con l’obbiettivo di raggiungere le 50mila firme da consegnare in Parlamento proprio per fine giugno. E’ confermata l’intenzione del Governo di emanare un decreto legge sulle questioni del carcere nei prossimi giorni. E’ uno strumento unico e irripetibile che non può essere sprecato con provvedimenti minimali e parziali. Per questo suggerisco che con le associazioni e con i movimenti si faccia il massimo di pressione affinché il decreto legge contenga le proposte elaborate dal Cartello per le leggi di iniziativa popolare e integralmente i contenuti della Commissione del CSM presieduta dal professor Giostra.”

    Oggi è quindi partito il digiuno a staffetta con l’adesione del giornalista Renzo Magosso, mentre domani raccoglierà il testimone Leonardo Fiorentini, webmaster di Fuoriluogo.it e del sito www.3leggi.it. Fiorentini, che è anche consigliere ecologista della Circoscrizione 1, ha dichiarato: “anche nella nostra provincia i continui arresti per la coltivazione di poche piante di canapa dimostrano come la repressione sulle droghe colpisca troppo spesso anche i semplici consumatori, mentre purtroppo le morti per overdose di questi giorni testimoniano come proprio la legge Fini-Giovanardi non permetta di tutelare la salute delle persone. E’ quindi necessario far fronte al più presto con misure serie e durature al sovraffollamento carcerario, non solo abolendo le leggi criminogene (come la Fini-Giovanardi o la Bossi-Fini) ma anche permettendo finalmente di dare attuazione al dettato costituzionale che vuole il reinserimento del detenuto nella società. Le misure alternative alla detenzione, messe in secondo piano dal ventennio securitario, vanno oggi rimesse in gioco anche perchè le statistiche provano un crollo della recidiva per coloro che, in tutto o in parte, accedono a forme alternative di pena. Le sentenze sulla Diaz e su Bolzaneto, la vicenda di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva e tanti altri sono lì a dimostrare che è necessario che il nostro paese finalmente introduca il reato di Tortura nel Codice Penale. come gli obblighi internazionali ci impongono. Per questo ho aderito al digiuno a sostegno della campagna delle 3 leggi in vista dell’appuntamento del 26 giugno”.

    Ricordiamo che a Ferrara e provincia è possibile firmare ogni giorno presso i comuni (dettaglio e orari su http://www.3leggi.it), mentre il 26 giugno, in occasione della giornata mondiale contro la tortura e l’abuso di droghe sarà possibile firmare presso il Volto del Cavallo.

  • Bolzaneto, promotori #3leggi: introdurre reato di tortura

    BOLZANETO, PROMOTORI #3LEGGI: INTRODURRE REATO DI TORTURA

    IL REGISTA DI “DIAZ” A SOSTEGNO DELLE LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE SU TORTURA, CARCERI, DROGHE
    Schermata 2013-06-14 alle 19.53.31“La conferma in Cassazione della sentenza della Corte d’Appello sui gravissimi fatti di Bolzaneto ribadisce ancora una volta l’urgente necessità di introdurre il reato di tortura nel codice penale italiano, un obbligo al quale l’Italia si sottrae ormai da quasi 25 anni”, lo dichiarano in una nota i promotori delle “#3leggi per la giustizia e i diritti”.
    La campagna sulle tre proposte legge di iniziativa popolare per introdurre il reato di tortura nell’ordinamento italiano, intervenire sulle norme che producono sovraffollamento carcerario e modificare la legge Fini-Giovanardi sulle droghe incassa oggi il sostegno del regista del film “Diaz” Daniele Vicari, protagonista di uno spot-appello nel quale invita a firmare le proposte perché farlo è “una questione di civiltà”.
    A questo link lo spot del regista di Daniele Vicari a sostegno della campagna “#3leggi”: http://www.youtube.com/watch?v=Wn4vxGjSv5c
    La campagna “Tre leggi per la giustizia e i diritti” è promossa da un ampio cartello di associazioni e organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti umani, tra cui: A Buon diritto, Acat Italia, L’Altro Diritto, Associazione 21 luglio, Associazione difensori di Ufficio, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Consiglio italiano per i rifugiati – Cir, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Rete della Conoscenza, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.
    Il prossimo 26 giugno, in occasione della concomitanza della Giornata Mondiale contro la Tortura e sulle Droghe, si terrà una manifestazione nazionale e sarà possibille firmare le #3leggi nelle più grandi piazze d’Italia.
    Tutte le informazioni sulla campagna, i punti di raccolta firme e le iniziative in programma sono disponibili al sito: www.3leggi.it.

  • Il reato di Tortura e l’ordinamento italiano

    locandina-14giugno-ferraraCAMERA PENALE FERRARESE
    “AVV. FRANCO ROMANI”

    IL REATO DI TORTURA
    E L’ORDINAMENTO ITALIANO
    Riflessione su una proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del reato di tortura

    Ferrara, 14 giugno 2013, ore 17.00
    Castello Estense – Sala dei Comuni

    Intervengono:
    Dott. Luca Marini
    Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Ferrara
    Avv. Fabio Anselmo
    Avvocato del Foro di Ferrara
    Dott. Daniele Lugli
    Difensore Civico dell’Emilia Romagna

    Introduce e modera:
    Avv. Alessandra Palma
    Avvocato del Foro di Ferrara – Presidente della Camera Penale Ferrarese “Avv. Franco Romani”

    Per la partecipazione all’evento è stato chiesto il riconoscimento di n. 3 crediti formativi per gli avvocati.
    Iscrizioni attraverso una mail all’indirizzo camerapenaleferrarese@gmail.com

    Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Ferrara
    Con la collaborazione del Comitato promotore locale delle 3 Leggi
    ARCI, Associazione Federico Aldrovandi, CGIL FP, Cittadini del Mondo, Forum Droghe, Società della Ragione e Garante dei diritti dei Detenuti di Provincia e Comune di Ferrara

    Nel corso della Tavola Rotonda sarà possibile sottoscrivere tre proposte di legge di iniziativa popolare su “carcere, droghe e tortura” – #3leggi

  • Ascanio Celestini a sostegno delle 3 leggi per la Giustizia e i Diritti

    celestini2

    CARCERI: SPOT DI ASCANIO CELESTINI A SOSTEGNO DELLE 3 LEGGI PER LA GIUSTIZIA E I DIRITTI
    Dall’attore un appello a firmare le leggi di iniziativa popolare per l’introduzione del reato di tortura, le legalità nelle carceri e la modifica della legge sulle droghe

    L’attore Ascanio Celestini si schiera a sostegno delle tre leggi di iniziativa popolare sulla tortura, le carceri e la droga con uno spot lanciato oggi sul sito www.3leggi.it e sui profili facebook e twitter della campagna “Tre leggi per la giustizia e i diritti”.
    Nel suo inconfondibile stile da menestrello, Celestini racconta le drammatiche condizioni di vita nelle nostre carceri sovraffollate, dove i detenuti hanno a disposizione meno spazio di quello previsto dalle normative europee per i maiali negli allevamenti, e dove spesso “non possono scendere contemporaneamente dai loro letti a castello su quattro livelli, perché tutti in piedi non c’entrerebbero”. Dove oltre il 40 per cento dei reclusi è in attesa di giudizio, e quindi “sconta una pena senza aver ricevuto una condanna”, e un terzo è tossicodipendente e quindi continua ad andare in cerca di droga o, in alternativa, di psicoformaci, perché “la finalità di questa tipologia di carcere è tenere buoni i detenuti e stordirli”.
    “Per questo – spiega Celestini – stiamo raccogliendo le firme su tre proposte di legge di iniziativa popolare” per l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, il rispetto dei diritti e della legalità nelle carceri attraverso misure come il numero chiuso e l’istituzione del Garante nazionale dei detenuti, e per la modifica della legge sulle droghe responsabile di tanta inutile carcerazione.
    “Dateci un mano!”, è l’appello finale di Ascanio Celestini per raggiungere il traguardo delle 50 mila firme.
    La campagna “Tre leggi per la giustizia e i diritti” è promossa da un ampio cartello di associazioni e organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti umani, tra cui: A Buon diritto, Acat Italia, L’Altro Diritto, Associazione 21 luglio, Associazione difensori di Ufficio, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Consiglio italiano per i rifugiati – Cir, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Rete della Conoscenza, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.
    Il prossimo 1° giugno il coordinamento nazionale dei garanti dei detenuti organizzerà una raccolta firme dentro e fuori le carceri, mentre l’8 e il 26 giugno sarà possibile firmare le tre proposte di legge in tutte le piazze d’Italia.
    Tutte le informazioni sulla campagna, i punti di raccolta firme e le iniziative in programma sono disponibili al sito: www.3leggi.it.
    Il link allo spot di Ascanio Celestini: http://www.3leggi.it/?p=694

     


    Ecco lo spot:

  • Una firma per il fronte dei diritti

    lecce 4Continua la mobilitazione sulle tre leggi di iniziativa popolare per l’introduzione del reato di Tortura, per la salvaguardia dei diritti umani in Carcere e per una completa riforma della legge Fini Giovanardi sulle droghe. La prima giornata nazionale di raccolta firme del 9 aprile ha visto oltre diecimila persone fare pazientemente la fila ai banchetti davanti ai tribunali; il 9 maggio si replica davanti alle Università italiane.
    I promotori hanno così voluto venire incontro alle migliaia di giovani che con entusiasmo si sono recati a firmare le proposte di legge, a volte facendo chilometri. Come ricordano i promotori, queste leggi “nei fatti costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario”. Non è solo la riforma della legge sulle droghe, con la completa depenalizzazione del consumo e la non punibilità della coltivazione di cannabis, a mobilitare le nuove generazioni. Le norme sul reato di Tortura detengono sinora il primato delle adesioni con quasi 15.000 firme: segno che il G8 di Genova e i casi Aldrovandi, Cucchi, Uva (e purtroppo tanti altri) sono ferite ancora aperte nella società; e segno che forse i giovani italiani, su cui spesso si scaglia la repressione di Stato, sono più sensibili al tema della salvaguardia dei diritti umani di quanto non lo siano i loro rappresentanti in Parlamento. L’introduzione del reato di tortura è prevista da una convenzione internazionale ratificata dal nostro paese. Tuttavia, l’iniziativa è finora naufragata di fronte a interessi corporativi delle forze dell’ordine e per la pavidità delle forze politiche, succubi della deriva giustizialista degli ultimi vent’anni.
    Il carcere è sempre più un buco nero in cui annegano i principi costituzionali e in cui trionfa l’illegalità. Il neo premier Letta ha denunciato l’insostenibilità della situazione e la ministra Cancellieri ha dichiarato che il sovraffollamento delle carceri è una priorità. Da molto tempo le grida di allarme si sprecano, ma rischiano di ridursi a pura retorica se non si affrontano le cause di fondo che alimentano la bulimia carceraria. Le tre leggi sono l’unica risposta, coerente.
    Ci auguriamo che, sotto l’onda dell’entusiasmo popolare, si crei in Parlamento un nuovo e inedito “fronte dei diritti” che sappia scardinare il processo di autoreferenzialità e di involuzione democratica degli ultimi anni: forse il vasto salto generazionale farà il miracolo.
    D’altronde, nella prima repubblica, pur in presenza di governi con egemonia della Dc furono approvate le leggi sul divorzio e sull’aborto.
    Con questa speranza e con la semplice e rivoluzionaria convinzione di fare la cosa giusta, invito tutti a recarsi oggi a firmare, dalle 9 alle 14, davanti alle università di Bari, Campobasso, Roma, Bologna, Ferrara, Napoli, Milano, Parma, Pescara, Modena, Torino, Trento, Padova, Cassino, Reggio Emilia, Lecce e tante altre città ancora. Le indicazioni per trovare i banchetti presso cui firmare con l’indirizzo dell’ateneo e l’elenco dei comuni nei quali si può firmare, si possono trovare sul sito www.3leggi.it e sulla pagina facebook.com/3leggi.

    Articolo per la rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 9 maggio 2013.

     

  • Il 9 maggio si firma anche a Ferrara per la Campagna sulle 3 leggi

    roma8Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe
    Il 9 maggio si firma per la Campagna nelle Università di tutta Italia

    Bari, Campobasso, Roma, Bologna, Ferrara, Napoli, Milano, Parma, Pescara, Modena, Torino, Trento, Padova, Cassino, Reggio Emilia, Lecce e tante altre città ancora: il 9 maggio 2013, dalle ore 9 alle ore 14, nelle Università di tutta Italia i promotori della Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe raccoglieranno le firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. Proposte che costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario.

    A Ferrara l’appuntamento è dalle 9 alle 13 di Giovedì 8 maggio presso il banchetto in Corso Martiri, a fianco del Volto del Cavallo, mentre si puo’ firmare in Comune all’Ufficio Protocollo negli orari di apertura (dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00; martedì e giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:00).

    La prima, Introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.
    La seconda, Per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità.
    Infine la terza proposta, Modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto penale, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.

    Al sito www.3leggi.it la mappa di tutti luoghi dove sarà possibile sottoscrivere le tre proposte, che sono promosse da: A Buon diritto, Acat Italia, L’Altro Diritto, Associazione 21 luglio, Associazione difensori di Ufficio, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Rete della Conoscenza, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere. (info@3leggi.it)

    Vai all’elenco delle città dove si potrà firmare il 9 maggio:
    www.3leggi.it/evento/3-leggi-il-9-maggio-si-firma-davanti-alle-universita-di-tutta-italia/

    Vai all’elenco dei Comuni dove è possibile firmare negli orari d’apertura degli uffici:
    www.3leggi.it/dove-firmare/

    Vai all’elenco dei banchetti dove è possibile firmare:
    www.3leggi.it/eventi/mese/

  • Il 9 maggio si firma per la Campagna sulle 3 leggi nelle Università di tutta Italia

    lecce 4Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe
    Il 9 maggio si firma per la Campagna nelle Università di tutta Italia

    Bari, Campobasso, Roma, Bologna, Ferrara, Napoli, Milano, Parma, Pescara, Modena, Torino, Trento, Padova, Cassino, Reggio Emilia, Lecce e tante altre città ancora: il 9 maggio 2013, dalle ore 9 alle ore 14, nelle Università di tutta Italia i promotori della Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe raccoglieranno le firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. Proposte che costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario.

    A Ferrara l’appuntamento è dalle 9 alle 13 di Giovedì 8 maggio presso il banchetto in Corso Martiri, a fianco del Volto del Cavallo, mentre si puo’ firmare in Comune all’Ufficio Protocollo negli orari di apertura (dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00; martedì e giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:00)

    La prima, Introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.
    La seconda, Per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità.
    Infine la terza proposta, Modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto penale, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.

    Al sito www.3leggi.it la mappa di tutti luoghi dove sarà possibile sottoscrivere le tre proposte, che sono promosse da: A Buon diritto, Acat Italia, L’Altro Diritto, Associazione 21 luglio, Associazione difensori di Ufficio, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Rete della Conoscenza, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere. (info@3leggi.it)

    Vai all’elenco delle città dove si potrà firmare il 9 maggio:
    www.3leggi.it/evento/3-leggi-il-9-maggio-si-firma-davanti-alle-universita-di-tutta-italia/

    Vai all’elenco dei Comuni dove è possibile firmare negli orari d’apertura degli uffici:
    www.3leggi.it/dove-firmare/

    Vai all’elenco dei banchetti dove è possibile firmare:
    www.3leggi.it/eventi/mese/

  • Campagna per tre leggi di civiltà: Tortura, Carcere, Droghe

    bannerDIGNITÀ E DIRITTI UMANI
    Campagna per tre leggi di civiltà: Tortura, Carcere, Droghe

    Con una sentenza all’inizio dell’anno la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti, in relazione allo stato delle carceri. L’Italia ha un anno di tempo per ripristinare le condizioni dello stato di diritto e l’osservanza della Costituzione. Il Presidente Napolitano ha definito il sovraffollamento carcerario una questione di “prepotente urgenza” e di recente ha rivolto l’ennesimo invito perché siano approvate misure strutturali per porre fine alle disumane condizioni delle carceri.

    Il sovraffollamento non è una calamità naturale né un mostro invincibile: basta cambiare le leggi criminogene alla radice del fenomeno, prima fra tutte la legge sulla droga. Solo l’anno scorso sono entrate in prigione per violazione della normativa antidroga 28.000 persone (fra consumatori e piccoli spacciatori), mentre sono oltre 15.000 i tossicodipendenti ristretti su un totale di 67.000: la metà dei detenuti ammassati e stipati nelle patrie galere hanno a che fare con la legge sulle droghe. E’ urgente la cancellazione delle norme più deleterie e “affolla-carcere” della legge sulle droghe, al fine di evitare l’arresto agli accusati di detenzione di sostanze stupefacenti per fatti di “lieve entità” e per far uscire i tossicodipendenti e destinarli a programmi alternativi (oggi preclusi da vincoli assurdi e dall’applicazione della legge Cirielli sulla recidiva).

    Occorre dare applicazione alle proposte del Consiglio Superiore della Magistratura, in particolare eliminando le norme di tipo emergenziale, dagli automatismi sulla custodia cautelare alla legge Cirielli sulla recidiva, dal reato di clandestinità alle misure di sicurezza e prevedendo un meccanismo di messa alla prova, di misure alternative e di numero chiuso.

    Su queste linee sono state elaborate tre proposte di legge di iniziativa popolare, sostenute da un vasto Cartello di organizzazioni e associazioni impegnate sul terreno della giustizia, del carcere e delle droghe: la prima propone l’inserimento nel Codice Penale del reato di tortura secondo la definizione data dalla Convenzione delle Nazioni Unite; la seconda interviene in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario. La terza si propone di modificare la legge sulle droghe nei punti più odiosi che provocano tanta carcerazione inutile. Sosteniamo le tre proposte di legge e invitiamo tutti e tutte a sottoscriverle.

    Il 15 marzo si riunirà il nuovo Parlamento e inizia una legislatura certamente difficile. Ci auguriamo che nell’agenda del nuovo governo siano presenti punti precisi e qualificanti. Fra questi, i temi della giustizia, del carcere, della droga dovrebbero entrare nell’agenda delle priorità. Ci appelliamo con forza al Parlamento perché dedichi subito una sessione speciale all’esame di provvedimenti urgenti per il carcere.

    Chiediamo infine la nomina di un ministro della Giustizia capace di rompere le logiche di potere e corporative che hanno fin qui impedito di operare le scelte necessarie e indifferibili. Pretendiamo una netta discontinuità nella responsabilità del Dipartimento delle Politiche Antidroga, che ha perseguito politiche dannose e fallimentari in nome dell’ideologia punitiva e proibizionista.

    Le condizioni inumane delle nostre carceri mettono in gioco la credibilità democratica del nostro paese. Noi non intendiamo essere complici, neppure per omissione, dell’illegalità quotidiana. Invitiamo tutti e tutte a fare altrettanto.

    Sostenete la campagna “Carcere, droghe e diritti umani” aderendo on line e firmando ai banchetti e alle iniziative le tre leggi di iniziativa popolare: www.3leggi.it.

    Associazioni Promotrici: A Buon diritto, Acat Italia, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere

  • Parole e Musica per Federico

    Verità grido il tuo nome
    Parole e Musica per Federico

    Sabato 22 settembre 2012
    Dalle 16 a mezzanotte
    Ippodromo comunale di Ferrara (via Ippodromo 31)

    http://www.giustiziaperaldro.it/

    Pietre in Tasca
    Bitter coconut Deathfire
    Icoman
    Hamson Straunt
    FEV (falce e vinello)
    Pedrini Cantastorie+Nicola Banchio
    Alessio Lega
    Modotti
    Digital Monkey
    Silver rocket
    Tre allegri ragazzi morti
    Giorgio Canali e i Rossofuoco

    Evento su Facebook:
    https://www.facebook.com/events/415151291876058/

  • «Allontanate gli agenti violenti»

    «Allontanate gli agenti violenti»
    Aldrovandi, prime firme alla petizione contro gli abusi delle forze dell’ordine
    La Nuova Ferrara del 04/07/2012 ed. Nazionale p. 15

    La sentenza sul caso Aldrovandi è definitiva e così la Cassazione ha detto la parola fine sul piano giudiziale. «Resta però oggi una richiesta di giustizia più ampia che risponda alla necessità di dotare anche l’Italia di strumenti di tutela contro gli abusi delle forze dell’ordine» spiegano in una nota i firmatari di una petizione che vede impegnati la famiglia di Federico, il comitato Verità per Aldro, tanti che fin dall’inizio hanno partecipato alla richiesta di verità e giustizia: «una petizione per chiedere che vengano modificate le norme in modo che i condannati in via definitiva, anche a meno di 4 anni vengano automaticamente allontanati dalle forze dell’ordine, a cominciare dai quattro poliziotti riconosciuti colpevoli dell’omicidio di Federico». Una richiesta che si somma a quella di veder rispettata la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall’Italia nel 1988, per introdurre in concreto, anche nell’ordinamento italiano, il reato di tortura. Fra le prime adesioni, oltre a quelle dei genitori di Federico, Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, quelle di Haidi e Giuliano Giuliani, Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Rudra Bianzino e Domenica Ferulli, Don Andrea Gallo, il presidente nazionale dell’Arci Paolo Beni, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista ed ex Ministro Paolo Ferrero e gli ex Sottosegretari alla Giustizia Luigi Manconi e Franco Corleone, il vignettista Vauro, l’attore Valerio Mastrandrea e scrittori come Erri De Luca, i Wu Ming, Valerio Evangelisti e Girolamo De Michele, i giornalisti grazie ai quali la notizia venne portata sulla stampa nazionale (Checchino Antonini di “Liberazione”, Cinzia Gubbini de “Il Manifesto” e Dean Buletti di “Chi l’ha visto?”) e l’autore del documentario “E’ stato morto un ragazzo” Filippo Vendemmiati. Nonché, tra i tanti, esponenti di movimenti contro la repressione come Nicoletta Dosio dei NoTav, Lorenzo Guadagnucci, giornalista che subì le violenze al G8, nella caserma Diaz, Monica Pepe del Comitato “10×100”, Italo di Sabato dell’ “Osservatorio sulla Repressione”. Fra le adesioni locali, la presidente della Provincia Marcella Zappaterra, il segretario prov. Cgil Giuliano Guietti, esponenti Prc Irene Bregola, Elisa Corridoni e Stefano Calderoni, Leonardo Fiorentini di Costituente Ecologista, Pietro Pinna di Arci. Chi volesse aderire potrà farlo sul sito www.giustiziaperaldro.it o via mail a appello@giustiziaperaldro.it

    Scarica l’articolo in formato pdf: nuova_fe_04072012.pdf.

  • Perchè non accada mai più

    Ho firmato quest’appello, perchè ciò che è accaduto a Federico Aldrovandi non possa accadere mai più.

    Aderite anche voi.

    Il 21 giugno 2012 la Cassazione si è espressa in modo definitivo sul caso di Federico Aldrovandi, il diciottenne ucciso durante un controllo di Polizia all’alba del 25 settembre del 2005 a Ferrara. La Corte ha confermato la condanna dei quattro poliziotti per eccesso colposo in omicidio colposo riprendendo così le sentenze di primo e secondo grado.

    Alla luce della sentenza, chiediamo:

    – che i quattro poliziotti, condannati ora in via definitiva, vengano estromessi dalla Polizia di Stato, poiché evidentemente non in possesso dell’equilibrio e della particolare perizia necessari per fare parte di questo corpo;

    – che venga stabilito in maniera inequivocabile che le persone condannate in via definitiva, anche per pene inferiori ai 4 anni, siano allontanate dalle Forze dell’Ordine, modificando ove necessario le leggi e i regolamenti attualmente in vigore;

    – che siano stabilite, per legge, modalità di riconoscimento certe degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, con un numero identificativo sulla divisa e sui caschi o con qualsivoglia altra modalità adeguata allo scopo;

    – che venga riconosciuto anche in Italia il reato di tortura – così come definita universalmente e identificata dalle Nazioni Unite in termini di diritto internazionale – applicando la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall’Italia nel 1988.

    Primi firmatari:

    Patrizia Moretti
    Lino Aldrovandi
    Stefano Aldrovandi
    Comitato Verità per Aldro

    Simone Alberti, account
    Stefania Andreotti, giornalista
    Checchino Antonini, giornalista
    Alice Balboni, disoccupata
    Paolo Beni, presidente ARCI
    Rudra Bianzino
    Gianni Biondillo, scrittore
    Andrea Boldrini, operaio
    Irene Bregola, ricercatrice e consigliera comunale Ferrara
    Dean Buletti, giornalista
    Stefano Calderoni, assessore provinciale Ferrara
    Gigi Cattani, pensionato
    Emanuela Cavicchi, insegnante
    Franco Corleone, garante dei detenuti Firenze
    Elisa Corridoni, pubblicitaria
    Ilaria Cucchi
    Erri De Luca, scrittore
    Girolamo De Michele, scrittore
    Barbara Diolaiti, insegnante
    Italo Di Sabato, Osservatorio sulla repressione
    Nicoletta Dosio, movimento No Tav
    Valerio Evangelisti, scrittore
    Paolo Ferrero, segretario nazionale PRC
    Domenica Ferrulli
    Leonardo Fiorentini, webmaster e consigliere di Circoscrizione Ferrara
    Don Andrea Gallo
    Haidi Giuliani
    Giuliano Giuliani
    Sergio Golinelli, insegnante
    Luca Greco, sindacalista
    Salvatore Greco, impiegato
    Lorenzo Guadagnucci, giornalista
    Claudia Guido, fotografa
    Cinzia Gubbini, giornalista
    Giuliano Guietti, segretario CGIL Ferrara
    Luisa Lampronti, educatrice
    Carla Leni, educatrice
    Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice
    Piero Maestri, portavoce SC
    Giuliana Maggiano, insegnante
    Luigi Manconi, presidente A Buon Diritto
    Valerio Mastandrea, attore
    Matilde Morselli, fotografa
    Alice Orlandi, operaia
    Laura Orteschi, impiegata
    Matteo Parmeggiani, precario
    Monica Pepe, giornalista
    Pietro Pinna, ricercatore
    Stefano Rossi
    Fiamma Schiavi, impiegata
    Vauro Senesi, vignettista
    Lucia Uva
    Filippo Vendemmiati, giornalista
    Wu Ming, scrittori
    Roberto Zanetti, operatore socio-sanitario
    Marcella Zappaterra, presidente Provincia di Ferrara

  • Chiamiamola tortura

    Nei giorni scorsi ho aderito anche a nome di fuoriluogo.it a quest’appello che, dopo aver aderito, vi invito a diffondere.

    Chiamiamola tortura: per l’introduzione del reato nel codice penale italiano
    In Italia la tortura non è reato. In assenza del crimine di tortura non resta che l’impunità.
    La violenza di un pubblico ufficiale nei confronti di un cittadino non è una violenza privata. Riguarda tutti noi, poiché è messa in atto da colui che dovrebbe invece tutelarci, da liberi e da detenuti.
    Sono venticinque anni che l’Italia è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convezione contro la tortura delle Nazioni Unite, che il nostro Paese ha ratificato: prevedere il crimine di tortura all’interno degli ordinamenti dei singoli Paesi.
    Quanto accaduto nel 2001 alla scuola Diaz ha ricordato a tutti che la tortura non riguarda solo luoghi lontani ma anche le nostre grandi democrazie. Il caso di Stefano Cucchi, la recente sentenza di un giudice di Asti e tanti altri episodi dimostrano che riguarda anche l’Italia.
    Per questo chiediamo al Parlamento di approvare subito una legge che introduca il crimine di tortura nel nostro codice penale, riproducendo la stessa definizione presente nel Trattato Onu. Una sola norma già scritta in un atto internazionale. Per approvarla ci vuole molto poco.

    FIRMA LA PETIZIONE

    PRIMI FIRMATARI
    Andrea Camilleri
    Massimo Carlotto
    Ascanio Celestini
    Cristina Comencini
    Erri De Luca
    Luigi Ferrajoli
    Davide Ferrario
    Rita Levi Montalcini
    Elena Paciotti
    Mauro Palma
    Stefano Rodotà
    Rossana Rossanda
    Daniele Vicari
    Vladimiro Zagrebelsky

    DAL MONDO DELLA GIUSTIZIA E DEI DIRITTI UMANI
    Vittorio Agnoletto (Flare)
    Stefano Anastasia (Antigone)
    Don Luigi Ciotti (Libera, Gruppo Abele)
    Franco Corleone (coord. Garanti territoriali)
    Massimo Corti (Acat Italia)
    Daniela De Robert (Usigrai, Vic – Caritas)
    Roberto Di Giovan Paolo (Forum salute in carcere)
    Ornella Favero (Ristretti Orizzonti)
    Patrizio Gonnella (Antigone)
    Elisabetta Laganà (CNVG)
    Luigi Manconi (A buon diritto)
    Antonio Marchesi (Amnesty International)
    Alessandro Margara (ex capo Dap)
    Carlo Renoldi (Magistratura Democratica)
    Marco Solimano (Arci)
    Valerio Spigarelli (Ucpi)
    Irene Testa (Il detenuto Ignoto)
    Christine Weise (Amnesty International)

    DAL MONDO DELLA POLITICA
    Fabio Alberti (segretario PRC Roma), Anna Finocchiaro (capogruppo del PD al Senato) Silvia Godelli (Assessore al Mediterraneo, Regione Puglia), Luigi Nieri (capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà al Consiglio Regionale del Lazio), Giovanni Russo Spena (responsabile Giustizia PRC )

    DALLA SOCIETA’ CIVILE
    Paolo Flores D’Arcais (Micromega), Ennio Di Francesco (ex Commissario di Polizia), Carlo Galli (docente universitario), Roberto Escobar (magistrato), Sergio Mattone (ex magistrato e componente del Csm), Franco Maisto (presidente del tribunale di sorveglianza di Bologna), Elisabetta Palermo (docente universitario), Salvatore Palidda (docente universitario), Adriana Tocco (garante detenuti regione Campania), Michele Passione (Osservatorio Carcere UCPI), Maurizio Zilioli (Educatore di comunità), Fabrizia Secchi, Roberto Montanari, Luigi Bonomini, Scarani Edilio, Mariangela Sfolcini, Giovanni Montecchi, Mino Massimei (ARCI), Paolo Pinocchi (Ancona), Annamaria D’Alessandro, Don Angelo Pioli (Parroco), Paolo C. Motta (ricercatore universitario Brescia), Ugo Beiso (metalmeccanico, Genova), Peppino Coscione (Comunità cristiana di base Oregina di Genova), Sergio Agostinelli (Verona), Giovanna De Fagiani, Angela Rigoli (medico in pensione, Padova), Fernanda La Camera (Genova), Dora Marucco (Università di Torino), Laura Donatini (Bedizzole, Bs), Massimo Dalla Giovanna (Genova), Mauro Meneghelli (Bologna), Arianna Dissoni, Elisa Russo, Giovanni Bernardini (Università di Siena), Chiara Mozzanti (Aquilea – Lu), Cristiano De Boni, Daniela Bregamo, Elisabetta Serra (avvocato – Cesena), Luciano Giuseppe (Sperone – AV), Donatella Conte, Gianpiero Bonvicino (Zogno – BG), Pietrovito Moschetti, Raffaella Durano (ex dirigente Amministrazione Penitenziaria), Alfredo Moretti, Antonello Cervo (Università degli studi di Perugia e “Law clinic”, Università di Roma3), Enrico Muratore, Giuseppe Lifonso (membro del Direttivo provinciale FLC CGIL del Trentino), Silvia Buzzelli (Università di Milano), Alberto Carone (avvocato – Bari), Enrico Muratore, Leonardo Fiorentini (fuoriluogo.it), Silvia Conti (avvocato), Fernando D’Aniello (dottore di ricerca Università di Pisa), Fabiana Gubitoso (avvocato – Osservatorio carcere camera penale L’Aquila), Paola Ubaldeschi, Maura Mei, Nicolò Urban, Stefania Carnevale (Università di Ferrara), Patrizi Rosa (Nettuno), Giovanna Mozzarella, Chiara Plumari, Luca Colaiacomo (avvocato – Bari), Alessio Olivieri (dottorando di ricerca in scienze politiche, Università di Genova), Lisa Sole (criminologa), Filippo Maltese, Della Passarelli, Enrica Beringheli, Silvio Messinetti (avvocato), Nicoletta Staccioli (Roma), Serena La Manna (ufficio stampa), Paolo Romeo (Associazione Ariaperta di Cuneo), Eugenio Palmieri, Francesco Romeo (avvocato – Roma), Sara Ciarpaglini (Firenze), Marco Mele (giornalista), Lino Frascella (Trieste), Lino Frascella, Maurizio Domenico Disoteo (insegnante e musicologo), Alba Portoghese, Giuseppe Curti (Reggio Emilia), Fabio Dessì, Costanza Frattin, Stefano Moretti (Roma), Pilar Castel, Giuliana Priolo, Gabriella Sacchetti, Gisella Bottoli (Brescia), Gianluca Petrosillo, Luciana Scarcia (A Roma insieme), Cosima Minardi (Roma), Antonio Versari (Roma), Piero Caroleo (Antigone Calabria), Francesca D’Elia, Maria Immacolata Macioti (Università La Sapienza di Roma), Fiorentina Barbieri (Associazione Antigone), Cristiania Panseri (criminologa), Rosanna Pastore, Maria Antonietta Danieli (Treviso), Marcello Gidoni (Ancona), Denis Costalunga, Maria Cristina Bandinelli (Roma), Carmelo Ristagno, Mirko Mazzali (avvocato – Milano), Ernesto De Cristofaro (Catania), Luciano Fontana, Michele Costanzo, Guido Vitiello, Andrea Papini, Carla Papolo, Elvira Vallero, Nicole Tirabassi, Marcello Cicirello, Giovanni Savegnago, Chiara Ciccolella, Giada Giovanile, Patrizia Ciardello, Silvia Cortesi (Milano), Francesco Casali, Luigi Colaianni (Ph.D assistente sociale specialista sociologo, Milano), Norma Bertullacelli (Genova), Giacomo Gabbuti (studente universitario), Valeria Rasi,

    (via Franco Corleone)

  • Il reato invisibile

    Il reato invisibile.
    La tortura: una lacuna nella legge italiana
    Sala Estense – Ferrara ore 20.00

    Interverranno:
    Luigi Manconi, sociologo ex sottosegretario alla Giustizia
    Lorenzo Guadagnucci, giornalista e scrittore
    Patrizia Moretti
    Ilaria Cucchi
    Lucia Uva
    Domenica Ferulli
    Fabio Anselmo, avvocato
    Mauro De Marchi, ex funzionario di polizia

    modera:
    Filippo Vendemmiati, giornalista RAI

    A seguire sit-in in via Ippodromo

    http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/

  • Il reato invisibile

    A sei anni dalla morte di Federico Aldrovandi si terrà a Ferrara un incontro sull’assenza del reato di tortura nel sistema penale italiano.

    Il reato invisibile.
    La tortura: una lacuna nella legge italiana
    Sala Estense – Ferrara ore 20.00

    Interverranno:
    Luigi Manconi, sociologo ex sottosegretario alla Giustizia
    Lorenzo Guadagnucci, giornalista e scrittore
    Patrizia Moretti
    Ilaria Cucchi
    Lucia Uva
    Domenica Ferulli
    Fabio Anselmo, avvocato
    Mauro De Marchi, ex funzionario di polizia

    modera:
    Filippo Vendemmiati, giornalista RAI

    A seguire sit-in in via Ippodromo

    http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/