• Governo: il gruppo di lavoro all’opera

    Sulla tenuta del governo il Ministro Bossi ha chiama in causa premier e ministro del Tesoro:

    “Berlusconi e Tremonti sanno che va trovata una soluzione. Abbiamo cominciato a ragionare e creato un gruppo di lavoro”.

    Eccolo all’opera, il gruppo di lavoro…

  • Puttanelle

    Giusto per ribadire quanto detto ieri, ecco di cosa si occupa il Ministero dell’Economia e delle Finanze mentre voi siete impegnati nel calcolo dell’acconto irpef, ires, irap, inps…

    Consiglio di seguire il consiglio di Nonleggerlo questo blog e godersi il servizio di lettura:

    P.s.: … ma il top si raggiunge premendo in basso a destra su “Ascolta il comunicato”.

  • Mettono le mani in tasca alle imprese!

    Nella manovra economica del governo è inserita una norma che chiamare stupida è dir poco. Si prevede infatti che all’accredito dei bonifici per operazioni rientranti nelle tipologie previste per la detrazione del 36 e 55& (ristrutturazioni e qualificazione energetica) banche e poste operino una ritenuta d’acconto nei confronti delle imprese beneficiarie del 10%.

    Ma allora ditelo che oltre a sabotare per l’ennesima volta il processo di qualificazione energetica del costruito nel nostro paese, volete favorire l’evasione fiscale.

    Perchè è proprio grazie alle detrazioni l’emersione del lavoro in edilizia è interesse anche del committente, che si vede ritornare parte della spesa a rate negli anni come sconto irpef, ed è proprio grazie alle modalità di pagamento (bonifico, con dati comunicati all’agenzia delle entrate dalle banche) che la tracciabilità delle operazioni è garantita.

    Ora, mettendo le mani nelle tasche delle imprese con un balzello che è in grado di mettere in difficoltà le aziende del settore (come si evince dalla lettera dell’uncsaal qui sotto), si mette in discussione questo meccanismo, favorendo così il ritorno al nero dell’intero settore edile.

    Complimenti!

    La manovra correttiva 2010-2012 presentata dal Governo e attualmente all’esame del Senato, al Titolo II – Contrasto all’evasione fiscale e contributiva, contiene un articolo, il 25 che al comma 1 recita:

    Art. 25 (Contrasto di interessi)

    “1. A decorrere dal 1° luglio 2010 le banche e le Poste Italiane SPA operano una ritenuta del 10 per cento a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa, all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta. Le ritenute sono versate con le modalità di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 2007, n. 241. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono individuate le tipologie di pagamenti nonché le modalità di esecuzione degli adempimenti relativi alla certificazione e alla dichiarazione delle ritenute operate.”

    In pratica, dal 1° luglio 2010, si prevede l’obbligo di assoggettamento a ritenuta d’acconto (10%) dei compensi corrisposti, mediante bonifici bancari o postali, quale modalità obbligatoria di pagamento per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta (ad esempio al fine di fruire delle detrazioni del 36% o del 55%).

    La ritenuta d’acconto dovrà essere operata dalla banca del beneficiario del bonifico all’atto di accreditamento delle somme a favore dello stesso. Un apposito provvedimento individuerà gli aspetti attuativi.

    Considerando che il reddito operativo delle aziende serramentistiche oscilla tra il 5% e il 6% del fatturato (prima degli interessi passivi e delle tasse) un prelievo del 10% del fatturato significherebbe il congelamento dell’intera redditività operativa.

    In quest’ottica le migliori aziende del comparto, associate all’Uncsaal, farebbero fatica a sostenere i costi di eventuali finanziamenti (come mutui o fidi), potrebbero essere costretti a ridurre gli investimenti e questo farebbe rallentare il processo di innovazione tecnologica che si è innescato dal 2008.

    Il rischio, insomma, è che l’art. 25 metta in seria discussione l’intero impianto del 55%, depotenziandone i benefici, sia per le imprese, sia per l’Erario e, in netto contrasto con le intenzioni del Legislatore rischi di favorire un tessuto di imprese che operano sul mercato eludendo la legalità e gli adempimenti tributari dovuti.

    Va infine detto che il 1° luglio 2010 come data di inizio di introduzione della ritenuta sarà molto difficilmente rispettata in quanto l’approvazione definitiva dello stesso è prevista per le settimane successive.

    Uncsaal si è immediatamente attivata presso i propri riferimenti istituzionali per affrontare la questione e vi terrà costantemente aggiornati su www.uncsaal.it

  • Alla faccia di Tremonti

    Nonostante quel genio di Tremonti abbia tagliato a quegli scialaquoni, privilegiati e scansafatiche di consiglieri circoscrizionali il gettone di presenza, ieri sera pienone in Consiglio per discutere di quelle poche strade, marciapiedi e piste ciclabili che l’Amministrazione sarà in grado di mettere a posto quest’anno.

    Si perchè anche se il Comune li avesse i soldi (e qualche soldo in più ci sarebbe), non li potrebbe spendere. Ad esempio il prossimo anno con i soldi risparmiati dai gettoni di quegli scialaquoni, privilegiati e scansafatiche dei consiglieri circoscrizionali non si potrebbero manco asfaltare i 100 metri in più di strada che ci salterebbero fuori, perchè non si potrebbe pagare la ditta senza sbilanciare i flussi di cassa.

    Sempre grazie a quel genio del Ministro del Tesoro.

  • Il Governo delle tasse

    Eh sì ha proprio ragione Bersani, questo è il governo della spesa pubblica impazzita e della pressione fiscale record.

    Ecco un esempio: qualcuno si è chiesto come mai i prezzi dell’AppleStore sono aumentati. Ecco la risposta (da Macitynet)

  • i conti in rosso, il bagaglino e i cracksmen

    Il presidente del Consiglio garantisce che “nessuna banca italiana fallirà e nessun risparmiatore rischia”. Tremonti va oltre: “Il sistema italiano è solido e liquido”. E, tanto per fare un esempio, “le Poste non falliranno mai. I governi passano, le Poste restano”. A conferma del fatto che “gli italiani non devono essere preoccupati”, il premier in serata, finito il Consiglio dei ministri, è andato a teatro, al Bagaglino, a vedere l’amico Mariano Apicella.

    E’ in momenti come questi che uno si sente quasi sollevato ad avere il conto corrente in rosso…

    Da Repubblica.it.

    PS: sempre da Repubblica senalo questo emendamentino salva “cracksmen” contenuto nella legge salva Alitalia, con una considerazione, un poco acida: possibile che nessuno dell’opposizione se ne sia accorto prima? Dobbiamo eleggere la Gabanelli al Senato?

  • Robin Hood all’italiana

    Dal blog di alessandro robecchi (e da il Manifesto di oggi)

    Voi siete qui – Sherwood all’italiana

    Nella speciale lettura tremontiana, Robin Hood è un bello stronzo. Un conto infatti è rubare ai ricchi per dare ai poveri, e un altro conto è farci la cresta: nella vera foresta di Sherwood un Robin Hood così sarebbe durato cinque minuti (ops! Freccia vagante!), mentre qui il signor Tremonti rischia persino di esser preso sul serio. Illuminanti le cifre che circolano sull’attività del Tremonti in calzamaglia. Quanto al rubare ai ricchi, pare che la tassazione sui petrolieri ammonterà nel 2008 a 2.260 miliardi di euro. E’ un rubare per modo di dire: le società del settore energetico si rifaranno sul consumatore e quindi anche ammettendo che si rubi ai ricchi, non si impedirà ai ricchi di ri-rubare ai poveri. A fronte di questo grosso saccheggio ai ricchi (wow!), i poveri riceveranno sotto forma di social card (la tessera annonaria di Tremonti) la bellezza di 200 milioni di euro. Insomma, la redistribuizione del malloppo al popolo della foresta sarà appena dell’otto per cento: in quanto a divisione del bottino, Gambadilegno era più onesto. Oltre al coerentissimo disegno di impoverire sempre di più il paese, che sembra il vero mandato di Tremonti e dei suoi soci, quel che stupisce è l’uso lisergico delle parole. Sacconi vuole alzare (di nuovo) l’età pensionabile e come si chiama questo? Si chiama”La vita buona nella società attiva” (satira pura). Berlusconi vuole rafforzare il suo disegno piduista di una società con ceti sempre più subalterni ed élites sempre più impunite, e come la chiama? La chiama “economia sociale di mercato”. Certo, nessuno è mai onesto fino in fondo con le parole, nessuno si presenta dicendo “bongiorno, sono una bella merda”, ma forse qui si sta esagerando con il mimetismo. Risultato: per decenni ci hanno bombardato con “la crisi delle ideologie”, poi – senza più ideologie – si sono fregati le parole. Poi hanno appiccicato alcune parole sulle ideologie loro. E alla fine – chiusura del cerchio – ecco Tremonti che fa Robin Hood. Le tivù dello sceriffo di Nottingham battono le mani. Pubblicità.