• Wiki o non Wiki, questo è il problema…

    Non ci sono proprio mezze misure.

    A Ferrara c’è qualcuno che pensa che sia meglio donare i soldi a Wikipedia piuttosto che finanziare il Teatro Comunale e le iniziative di piazza. Avesse proposto di utilizzarli per comprare un po’ di libri alle biblioteche comunali e scolastiche, sarebbe stato addirittura plausibile. Ma in fondo si tratta del consigliere Rendine, per cui, visti i trascorsi non ci preoccupiamo troppo. E’ solo che nessuno gli ha detto che dalle parti di wikipedia han già fatto senza di lui.

    Il tg5 invece la vede all’opposto. E la cosa è un po’ più preccupante. In evidente astinenza da pericoli, tragedie e allarmi, ha lanciato all’inizio dell’anno l’allerta nei confronti dell’enciclopedia on line più conosciuta al mondo (via il nichilista):

  • Il Ministero dell’Istruzione copia da Wikipedia

    L’altro giorno mia madre, che è preside, è stata con qualche alunno del suo liceo a Roma all’inaugurazione dell’anno scolastico. Ora, tralasciamo il fatto che durante il discorso della Gelmini passassero delle povere ragazzine di un alberghiero di Roma, in veste di hostess, con l’incarico di ricordare a tutti che alla fine “bisognava applaudire”, come in effetti usa nei paesi centro-asiatici; lasciamo stare queste cose. Quello che davvero mi ha stupito e perfino addolorato è il libretto “I testi della memoria”, sui 150 anni della riunificazione, consegnato con altro materiale ai bambini e ragazzi che erano lì da tutta Italia. Il libretto contiene Statuti, discorsi e altre fonti storiche sui protagonisti del Risorgimento, nonché note storiche; peccato che queste note storiche siano copiate da Wikipedia (sito che è, tra l’altro, anche caratterizzato dalla presenza di neo-borbonici e altri cialtroni del genere, nonché, soprattutto, da una diffusa ignoranza della lingua italiana che è fedelmente riprodotta anche nel librino suddetto).
    Ora, che un Ministero della Pubblica Istruzione debba affidarsi a Wikipedia per scrivere due noterelle sui personaggi del nostro Risorgimento mi pare una cosa di una gravità tale che non mi va neanche di finire questo discorso. Spero fucilino qualcuno al più presto.”Tamas

    Senza fucilare nessuno, basterebbero un po’ di dimissioni…

    Dal Tumblr di Ohshhh, via Giornalettismo.

  • Il Grillo censurato da wikipedia

    Il Movimento a 5 stelle (quelle che si è autoconcesse, ndr) è censurato da wikipedia! O almeno così appare leggendo il post di Vittorio Bertola sul suo tentativo di (re)inserire la pagine sulla compagine elettorale di Grillo e compagnia.

    Avendo avuto anch’io a che fare con il problema del copyright, o con il concetto di “enciclopedico”, so della frustazione che, da persona che non conosce bene lo strumento e vi accede dunque con l’entusiasmo del “che bello, sto inserendo una voce su wikipedia” (magari senza aver seguito il dibattito sui criteri da utilizzare in quella babele che dev’essere il backend di wikipedia), si prova poi quando ci si ritrova cancellata la pagina frutto di tanta fatica o magari trasformata in una nota di un’altra.

    Però, nonostante creda tuttora che il sistema messo su da wikipedia sia migliorabile ed i suoi volontari a loro volta siano fallibili – a differenza di coloro che sono passati in pochi anni dal “lo ha detto la tv” a “l’ho trovato su internet” al più recente e scientifico “è scritto su wikipedia” – e che mi rodano ancora un paio di interventi un po’ frettolosi di amministratori solerti, trovo abbastanza sensate le parole di Frieda in risposta a Bertola.

    Insomma prima di parlare di censura forse è meglio porsi il problema se si considera wikipedia solo una vetrina per la propria lista (o associazione che sia), oppure un progetto a cui partecipare in modo continuativo, magari comprendendone le regole prima di aprire pagine a destra e a manca. Insomma, detta come l’ha detta Guidomac nella discussione con Bertola “in ogni caso Wikipedia non è mica obbligatoria, non la prescrive il medico. Diciamo, ed è l’ultima volta, che entrando in Wikipedia si gioca nel giardino degli amici, con la palla degli amici: le regole non vengono fatte dal nuovo giocatore e si può accettarle e giocare, oppure rifiutarle e non giocare. Tutto qui.”

  • Lo spione

    Mordechai Vanunu è un ingegnere israeliano che ha lavorato per nove anni nel centro nucleare di Dimona. Nel 1986 è stato sequestrato a Roma da un commando del Mossad, processato in Israele a porte chiuse e condannato a 18 anni di carcere per aver rivelato al giornale britannico Sunday Times l’esistenza di un programma nucleare militare israeliano, che lui ha visto e fotografato.

    Nel 1986 lo stato d’Israele aveva in dotazione 200 testate atomiche, insomma aveva in piedi un Programma nucleare che lo stato ebraico ha invece sempre negato. Mordechai è stato scarcerato nel 2004, ma il 2 luglio del 2007 è stato di nuovo condannato dalla “giustizia” israeliana a 6 mesi di prigione per aver rotto la sua “promessa di silenzio”: aveva parlato di nuovo con la stampa. L’8 luglio del 2008 è tornato in tribunale per appellarsi contro la nuova sentenza di sei mesi.

    Di seguito la sua lettera consegnata alla stampa, ma che la stampa ha ovviamente ignorato.

    “Sono Mordechai Vanunu, colui che ha detto la verità sul programma israeliano per le armi nucleari nel 1986, e ho pagato con 18 anni della mia vita in una prigione israeliana. Sono stato rilasciato nell’aprile 2004, ma Israele mi ha negato i miei diritti umani di libertà di parola e di libertà di movimento non permettendomi dal 1986 sino ad oggi nel 2008 di lasciare il paese.

    L’8 luglio 2008 ritornerò in un tribunale per appellarmi contro una nuova sentenza a sei mesi di prigione per aver parlato a dei media stranieri dopo il mio rilascio nel 2004. Chiedo che i media riportino il mio caso e gli sforzi degli avvocati e dei cittadini norvegesi per garantirmi asilo politico.

    Israele afferma che detengo ancora un segreto sul loro impianto nucleare sotterraneo, un posto in cui non sono stato in 23 anni e in cui non sono nemmeno mai stati gli ispettori internazionali per l’energia atomica.

    Ho detto tutto ciò che sapevo sul programma israeliano per le armi nucleari nel 1986 perché ascoltai la voce della mia coscienza e volevo evitare guerre nucleari. Dal 2004 ho parlato con migliaia di turisti e pellegrini a Gerusalemme est e registrato ore di video disponibili sul Web.

    Israele è stato fondato a condizione del sostegno alla Dichiarazione Universale dell’Onu sui Diritti Umani. Io chiedo al mondo che richieda ad Israele di onorarla e non solo in questo caso.

    Ognuno ha il diritto di lasciare qualunque paese, incluso il proprio, e di ritornare al proprio paese: articolo 13-2. Ognuno ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di mantenere opinioni senza alcuna interferenza e di ricercare, ricevere e comunicare informazioni ed idee attraverso qualunque media indipendentemente dalle frontiere”.

    La sentenza dell’appello è stata rinviata a data da destinarsi…

    Qui una video intervista, su peacelink altri approfondimenti.

    Anche su Blogfriends e Vogliaditerra,

  • Della Melina

    greciaBeh, era da un po’ di tempo che non vedevo una squadra far melina seria dal 30′ del primo tempo. Ieri agli Europei c’era la Grecia (che ha poi giustamente perso contro la Svezia di Ibra).

    Devo ammettere che, a suo modo, la scelta di Rehhagel è stata spettacolare….

    E di sicuro molto fischiata.

    Dal Dizionario Garzanti:

    MELINA
    Sillabazione/Fonetica [me-lì-na]
    Etimologia Propr. dim. di mela; dalla loc. dial. bolognese fer al zug dla mléina ‘fare il gioco della melina’, cioè ‘indugiare, cincischiare’, prob. di origine oscena
    Definizione s. f. (gerg.) nel calcio e nella pallacanestro, azione ostruzionistica che consiste nel trattenere a lungo la palla per impedire agli avversari di giocarla e mantenere così con più facilità il risultato già conseguito: fare (la) melina.

    PS: l’origine bolognese del termine melina mi mancava proprio…

  • La Torre di [Blog]Babele

    torre di babeleLa torre (in mattoni) fu costruita nel Sennaar (in Mesopotamia) dagli uomini con l’intenzione di arrivare al cielo e dunque a Dio. Secondo il racconto biblico, all’epoca gli uomini parlavano tutti la medesima lingua. La torre era anche un simbolo di unità degli uomini gli uni con gli altri e tutti insieme con Dio. Ma Dio creò scompiglio nelle genti e, facendo sì che le persone parlassero lingue diverse e non si capissero più, impedì che la costruzione della torre venisse portata a termine. (da Wikipedia)

    Scusate la citazione biblica, ma la chiusura del riassunto wikipediano mi pare adatta alla bisogna: con tutti i distinguo del caso ho appreso infatti oggi che anche BlogBabel ha (temporanenamente?) chiuso i battenti. Per queste e queste ragioni.

    Mi interessa poco la classifica, che è [era] comunque un divertente giochino. Di blog babel mi piace[va] molto la possibilità di capire quali fossero gli argomenti che erano all’attenzione di chi scrive sul web. A volte perchè era divertente criticarne la somiglianza ai normali schemi della comunicazione off-line, a volte per conoscere opinioni simili o diversissime dalle mie.

    Da “artigiano del ueb1.2” entro un poco nel merito della discussione in corso, anche per provare a ridelimitare una discussione che mi pare stia aggirando un punto importante.

    Una premessa.
    Anche se utilizzare risorse web come Feedburner non aiuta certo a togliersi gli occhi di dosso e risulta un po’ in contrasto con le richieste di cancellazione da motori di ricerca e catalogazioni web, credo che sia una richiesta legittima quella di un qualsiasi blogger inserito nei DB di blogbabel di non essere “schedato” e “classificato”. La richiesta di cancellazione andrebbe a mio parere esaudita, coi modi e coi tempi necessari ad un team di gestione basato sul volontariato, visto che leggendo la discussione ancora in corso qui non mi sembra vi siano urgenze dovute a violazioni eclatanti di diritti anche se leggendo qua par di capire che sia stata la classica goccia che fa traboccare il vaso.

    Perchè stilare una classifica, classificare risorse web, linkare pagine internet non puo’ essere considerato di per sè vietato, e non solo per una elementare estensione al web delle tutele (costituzionali) alla libertà di stampa ed espressione, ma per le caratteristiche stesse della rete.

    Perchè se si ha tutta questa premura nei confronti della “catalogazione” e della reperebilità del proprio sito sul web si lavora bene sul robots.txt, si sta attenti nell’inserire sitemaps su google, e si inserisce sul proprio sito un avvertimento tipo “tutti i diritti riservati, guai a chi mi linka senza autorizzazione, attenzione a chi mi legge e lo dice ai suoi amici“. Oppure si attiva un sistema di protezione alla lettura dei post (e dei feed rss).

    Non linkatemi.
    Chiedere invece la cancellazione dei link “inbaund”, come richiesto da un utente, è ben altra cosa. Ed è forse il vero punto della questione. La richiesta di non essere linkato (automaticamente o manualmente, non ha importanza) assomiglia di più alla filosofia di un club “vietato agli homer” che ad una richiesta di rispetto della privacy o della proprietà dei propri pensieri ed anzi potrebbe addirittura risultare una violazione della libertà di espressione altrui. Per quale motivo io non dovrei poter linkare l’ultimo post di Pinco Pallino? Che sia un link automatico, che sia un post di critica non farei fatica a definire l’impossibilità a farlo una forma censoria.

    Provo a spiegarmi ulteriormente: questo blog potrebbe essere letto da Bruno Vespa o linkato dal sito di Forza Nuova (che non linko per libera scelta); ne prendo atto perchè l’essenza del web è la libera diffusione dei contenuti e perchè scrivere un post per me è come attaccare un foglio in una bacheca che potrà esser letto (e citato) da tutti coloro che ci passano davanti.

    Concludendo. Se non si vuole che i propri pensieri sul blog siano letti (e citati) da tutti sul web, beh – una volta provato quanto tecnicamente possibile (vedi in premessa) – al posto di aprire un blog su internet si chiede il permesso al Comune per una bacheca nella piazzetta di fianco a casa. Se non si vuole poi che a leggerla e ad additarla siano tutti gli abitanti del quartiere ci si puo’ rivolgere all’Amministratore del Condominio. Se anche i vicini sono troppo ficcanaso, beh rimane un muro di casa e un pennarello.